mercoledì 30 giugno 2010

Progetto Nuova Democrazia




Il progetto de L'Oligarca è costruire una Nuova Democrazia tramite una rigenerazione politica, culturale e morale del Popolo.
L'Oligarca crede che la InformAZIONE, il NonConformismo, la posizione Estrema, siano gli strumenti principali per operare tale rigenerazione.

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Ogni singolo euro verrà utilizzato per il Progetto Nuova Democrazia. Per questo motivo, L'Oligarca si riserva la possibilità di rifiutare finanziamenti, sponsorizzazioni e pubblicità da persone o aziende fedeli al Sistema.


Il sito di Progetto Nuova Democrazia è:
http://progettonuovademocrazia.blogspot.com/

sabato 19 giugno 2010

Bill Shankly



William "Bill" Shankly (1913 – 1981), calciatore e allenatore scozzese, manager del Liverpool dal 1959 al 1974.

Una volta qualcuno mi disse che il calcio per me era una questione di vita o di morte, e io gli risposi: «Senti, è ancora più importante» [durante un talk show nel 1981]
Il mio progetto era quello di fare del Liverpool un invincibile bastione. Napoleone aveva un progetto simile, voleva conquistare questo dannato mondo. Io volevo un Liverpool inattaccabile, costruito pezzo per pezzo finché chiunque lo incontrasse si arrendesse ad esso.
Non credo di aver mai avuto un vero bagno fino a 15 anni. Usavo una vasca per lavarmi, ma dividere la propria casa in povertà con molte altre persone ti sviluppa senso dell'humour.
Serve a ricordare ai nostri ragazzi per chi giocano e ai nostri avversari contro chi giocano [commentando la targa This is Anfield]
Sono un uomo del popolo. Solo il popolo conta.
La mia vita è il mio lavoro. Il mio lavoro è la mia vita.
So che è una triste occasione, ma credo che Dixie sarebbe stupito di sapere che anche da morto raccoglie più folla di quanta ne faccia l'Everton in un sabato pomeriggio [al funerale di Dixie Dean, calciatore dell'Everton degli anni venti].
Il tuo problema, figliolo, è che tutto il tuo cervello è nella testa [a un suo giovane giocatore].
Nemmeno una malattia mi avrebbe tenuto lontano da questa partita. Se fossi morto, avrei chiesto di portare la bara in tribuna e di farvi un buco per vedere l'incontro. [dopo la vittoria in semifinale di coppa d'Inghilterra 1971 contro l'Everton].
Sono stato il miglior tecnico del Regno Unito perché non ho mai preso nessuno in giro. Spaccherei una gamba a mia moglie se giocassi contro di lei, ma non la tradirei mai.
Il Liverpool era fatto per me e io per il Liverpool.
[Il Liverpool] È una squadra di esperienza e carattere, con uomini volenterosi e pronti a fare qualsiasi cosa per il bene del club.
I tifosi di qui sono i migliori del Paese. Conoscono il gioco e sanno cosa vogliono vedere. La gente del Kop ti fa sentire grande – e al contempo umile.
A nessuno è mai stato chiesto di fare più di chiunque altro. Condividevamo la palla, condividevamo il gioco, condividevamo i problemi.
In un club c'è una Santa Trinità: i giocatori, il tecnico e i tifosi. I dirigenti non c'entrano. Loro firmano solo gli assegni [Durante una riunione dirigenziale del club]
Sono solo uno del popolo che siede nel Kop. Loro pensano come me e io come loro. È una specie di matrimonio tra gente che si piace [sul suo rapporto con i tifosi]
Se [Tommy Smith] non viene nominato Calciatore dell'Anno, il calcio dovrebbe essere fermato e i giurati che scelgono un altro calciatore devono essere mandati al Cremlino.
L'ardore viene dall'orgoglio di vestire la maglia rossa. Non abbiamo bisogno di motivare i nostri ragazzi, perché ognuno di loro è responsabile in solido del risultato della squadra. Il fatto di essere un giocatore del Liverpool è già una motivazione.
Il calcio è un gioco semplice basato sul fare e ricevere passaggi, controllare la palla ed essere abile a ricevere un passaggio. Tremendamente semplice.
Non preoccuparti Alan, almeno giocherai vicino a una grande squadra! [Ad Alan Ball, calciatore appena ingaggiato dall'Everton]
«Ha il calcio nel sangue». «Può essere, ma non ha ancora raggiunto le gambe» [Risposta al commento di un osservatore su di un giovane calciatore al provino]
La cosa più difficile della mia vita. Quando andai dal presidente fu come camminare verso la sedia elettrica. Ecco, mi sentivo proprio così [Al momento di dar le dimissioni da tecnico del Liverpool]
«Di dove sei?». «Sono un tifoso del Liverpool e vengo da Londra». «Bene, ragazzo… come ci si sente a stare in paradiso?».
Ok, abbiamo dei problemi in testa al campionato [A un giornalista che chiedeva se il Liverpool fosse in difficoltà]
Tanto mi serviva solo per la squadra riserve… [dopo il mancato acquisto di Lou Macari nel 1973]
Gran parte del successo nel calcio sta nella mente. Devi credere di essere il migliore e confermarlo sul campo. Quando ero ad Anfield dicevamo sempre di avere le due migliori squadre del Merseyside, il Liverpool e le riserve del Liverpool.
«Ma è dove vivo!» [all'impiegato di un hôtel di Bruxelles quando, al momento di scrivere l'indirizzo di casa sul registro, scrisse Anfield]
Devi solo entrare in campo e lanciare un po' di granate tutto intorno, ragazzo [a Kevin Keegan]
Levati quella ridicola garza, e poi cosa vuol dire "il tuo" ginocchio? È il ginocchio del Liverpool! [a
Tommy Smith quando si presentò all'allenamento con un ginocchio garzato]
Abbiamo annichilito l'Inghilterra. È stato un massacro. Li abbiamo battuti 5-4 [Riguardo a un
Inghilterra-Scozia giocata durante la guerra]
Se sei primo sei il primo. Se sei secondo sei nulla.
Il problema degli arbitri è che sanno le regole ma non il gioco.
Di' solo loro che sono in completo disaccordo con quello che dicono [al traduttore, riferendosi a un gruppo di giornalisti italiani]
I migliori hanno pareggiato [Dopo un combattutissimo 1-1]
Certamente la partita dura 90 minuti. Comunque allenavo i ragazzi a giocarne 190 così quando l'arbitro fischiava la fine c'era da correre per altri 90 minuti.
Ragazzo, saresti capace di scatenare una rissa in un cimitero [a Tommy Smith]
Gli ho detto: «Figliolo, non ti sei rotto nessuna gamba, è solo un fatto di testa».
«Mi spiace, capo, dovevo tener le gambe chiuse». «No, Tommy, era tua madre che le doveva tener chiuse!» [al portiere Tommy Lawrence che si fece segnare un goal sotto le gambe]
Se l'Everton giocasse nel giardino sotto casa chiuderei le tende.
Certo che non ho portato mia moglie a vedere il Rochdale come regalo d'anniversario: credete che mi sarei sposato durante il campionato? Ah, e poi giocava la squadra riserve…
Figliolo, qui farai benissimo a patto di tenere a mente due cose: non mangiar troppo e non perdere il tuo accento [allo scozzese Ian St. John quando firmò per il Liverpool]
Che vuoi fare fare quando giochi contro 11 pali? [dopo uno 0-0 in casa]
Con lui [Ron Yeats] in difesa, potremmo far giocare Arthur Askey in porta.
Per essere buono per il Liverpool, un giocatore deve essere capace di correre attraverso un muro di mattoni e pronto a combattere una volta dall'altra parte.
Se un giocatore non interferisce col gioco o non cerca di trarne vantaggio, dovrebbe.
Benché sia scozzese, sono fiero di essere chiamato uno Scouser [gergale per abitante di Liverpool]
[Brian Clough] è peggio della pioggia a Manchester. Almeno il Padreterno ogni tanto fa smettere di piovere a Manchester.
[Ian Callaghan] rappresenta tutto ciò che è di buono nel calcio, e non è mai cambiato. Dovreste prendere Ian a modello.
[Ian St. John] non solo è il miglior centravanti delle Isole Britanniche, ma è l'unico.
Vorrei soprattutto essere ricordato come uno mai egoista, come uno che si è preoccupato di dividere la gloria con gli altri, e che ha formato una famiglia di persone che camminano a testa alta dicendo «Noi siamo il Liverpool».
«Quando prendi la palla, voglio che butti giù un paio di uomini e poi la butti dentro, come facevi al Bury», disse Shankly a Lindsay, e questi replicò: «Ma capo, non ero io, quello era Bobby Kerr». E Shankly a Paisley «Cristo, Bob, abbiamo ingaggiato quello sbagliato!».
Il calcio è come un pianoforte: otto persone lo caricano in spalla, e tre sanno suonare quel dannato strumento. [Riferita da John Toshack, dal Guardian, 21 gennaio 2006]
Ci sono solo due squadre di calcio a Liverpool: il Liverpool e le riserve del Liverpool.

Due palleggi a Villa Pamphili...











mercoledì 16 giugno 2010

Elogio della Corea del Nord



Sono stati al Mondiale una sola volta, nel 1966: il dentista Pak Doo Hik segnò un gol storico all'Italia, ed eliminò gli azzurri di Edmondo Fabbri dal Mondiale inglese.

Ieri, dopo 44 anni, la Nord Corea ha giocato nuovamente una partita di un mondiale di calcio. Esordio contro il Brasile. Praticamente: spacciati. Praticamente tutti credevano che ci sarebbe stata una goleada: addirittura il governo dittatoriale nordcoreano non ha concesso la diretta della partita, ma solo la differita. Nel caso in cui la goleada si fosse verificata, il regime non avrebbe consentito la visione della partita al popolo coreano. Invece che un pallone, la dittatura prende a calci la libertà.

Momento degli inni nazionali, e prima sorpesa: il centravanti della Corea del Nord piange. E' il primo giocatore, dopo 11 partite del mondiale, che piange al momento dell'inno della propria nazione. Al momento, è anche l'unico ad aver pianto, e credo che rimarrà unico.

I brasiliani hanno la faccia di chi pensa che deve far passare questi 90 minuti, fare 3 o 4 gol, ringraziare i coreani e andarsi a fare la doccia. Dopo 45 minuti, il tabellone dello stadio sudafricano recita: Brasile - Corea del Nord 0 a 0. Avete capito bene: 0 a 0. Applausi ai coreani, fischi per i brasiliani.

Il secondo tempo vede il Brasile passare in vantaggio con una "trivela" di Maicon, raddoppiare con Elano (dopo uno spettacolare assist di Robinho) e amministrare il vantaggio. All'improvviso, come un lampo nella gelida serata sudafricana, un puffo con la maglia rosso fuoco entra nell area di rigore del Brasile, supera due difensori e batte Julio Cesar. La Corea ha segnato!

Non ho potuto fare a meno di esultare. La partita è finita poco dopo: Brasile batte Corea del Nord 2 a 1. Applausi ai coreani, fischi per i brasiliani. Alla faccia di chi dice che la gloria è solo dei vincitori! Un'unica squadra esce dal campo ricoperta di gloria e onore: la Corea del Nord.

Spero che il governo nordcoreano faccia vedere questa partita. Perchè tutto il popolo coreano deve essere orgoglioso dei propri calciatori. Tutti devono vedere il Brasile che fatica a segnare. Tutti devono vedere i coreani cercare di segnare un gol.

Tutti devono vedere le lacrime di Jong Tae-Se, centravanti nordcoreano.




"Jong Tae-Se nasce in Giappone 26 anni fa da genitori sudcoreani ma profondamente legati alla Corea del Nord tanto che iscrivono il pargolo a una scuola nordcoreana di stanza in Giappone.

Lì muove i primi passi come calciatore e soprattutto inizia a nutrire un forte amore verso Pyongyang e la sua gente. Finita la scuola si iscrive alla Korea University di Tokyo, un ateneo privato finanziato dal governo nordcoreano; a quel punto si sente pronto per diventare cittadino della Corea del Nord a tutti gli effetti e dalle istituzioni giapponesi non trova resistenza. Tante invece sono quelle provenienti da Seoul, ma la Chongryon (Associazione Generale dei Coreani residenti in Giappone) prende a cuore il caso del ragazzo e di fatto gli procura l’agognato passaporto. Esordio il 19 giugno 2007 con la maglia rossa della sua Nazionale e subito poker contro la Mongolia."

martedì 15 giugno 2010

Pillole di David Ginola

Elizabeth - You're my light

La vergogna di Radio Padania



Tratto da http://avantiagambatesa.blogspot.com/2010/06/la-vergogna-di-radio-padania.html

Una premessa è d'obbligo: io non tifo per l'Italia. Posizione personale, lo ammetto, ma so che è condivisa da molti ultras, partenopei e non solo.

C'è però una differenza, una sfumatura, tra NON TIFARE per l'Italia e TIFARE CONTRO l'Italia.

Ieri, infatti, Radio Padania (cioè la radio di uno dei partiti di governo, nonchè del partito di Maroni, il ministro degli Interni che con animosità si è scagliato contro noi ultras), durante la diretta radiofonica della partita Italia - Paraguay, ha esultato per il gol paraguaiano ed ha tifato, per tutta la partita, contro gli azzurri.

Ora: che dentro un bar ci sia qualche italiano (perchè la padania, lo ricordiamo, NON ESISTE) che tifi contro l'Italia, ci può stare. Ripeto che io stesso (che appartengo ad un popolo, quello delle due sicilie, che davvero è esistito a differenza del popolo padano) non ho tifato per l'Italia. Ma che addirittura una Radio di un partito politico di governo tifo CONTRO la nazionale del paese che governano, è davvero indecente. Stomachevole.

Questo episodio, devo dirlo, mi conferma che faccio bene a non tifare per l'Italia: oriundo per oriundo, tifo per la Spagna dei Borbone o per l'Argentina (dove molti meridionali emigrarono nel secolo scorso). Ci sono molti più miei "compatrioti" in Spagna o in Argentina, piuttosto che in questa fittizza italia dove chi sta al governo tifa contro il paese che governa. Che schifo.

E noi saremmo un solo popolo? Napoletani e veronesi, Palermitani e milanesi, Cosentini e torinesi... tutti un unico popolo? Mah.

domenica 13 giugno 2010

Sono una testa di GAZZA

Eric Cantona: per tutti "le Roi", per se stesso "Moi"...

Io non tifo Italia

Grazie a tutti per gli auguri



Una torta per il mio onomastico? Eccola qui!

Scherzo, ovviamente... una torta per un onomastico mi pare davvero troppo!

Ringrazio comunque tutti per gli auguri, ed è incredibile scoprire quanta cazzo di gente si chiama Antonio!

P.s. per le capere: Rachele mi ha regalato un profumo (Armani code) ed i biglietti per il concerto degli Ska-p + 99 posse (13 luglio, Roma Capannelle). Eccovi accontentate!

sabato 12 giugno 2010

Un sabato a Villa Pamphili



Mortacci quanto è bella Villa Pamphili! Spaziosa, ariosa, ce puoi giocà cor pallone o annà ar laghetto, magnà un panino o un gelato, fatte na pennica sotto all'albero, ar fresco.

Mortacci quanto è bella Villa Pamphili, il giorno dopo er concerto dei Megadeth che erano 20 anni che li volevo vedè, da quanno fecero Rust in Peace, erano i tempi di Hangar 18.

Mortacci quanto è bella Villa Pamphili, se c'è Rachele che ci gioca sopra, se c'è er Broscritto che rilancia lungo, se c'è er Lelluccio che schiaccia su Daniela.

In memoria di Mister Rambone

Riscaldamento Maradona

Gol di Antonio Toma, 1991/92

Cristiano Ronaldo Freestyle

Freestyle football sulle Rablas di Barcelona

Il 2 giugno ad Anzio Lavinio



Arrivare di sera, quando il sole si avvia stancamente al tramonto ed il caldo è ancora sopportabile. Giungere a Via Dante, e sbagliare la viuzza da imboccare. Chiamare l'amico proprietario della villa che ci ospiterà, seguire le sue indicazione e raggiungere la splendida villa. Salutare gli amici e presentarsi a chi non ci e si conosce.


Valutare positivamente la proposta di una pizza alla pala no stop. Paghi 13 euro: bibita, frittura e pizza alla pala fin quando non dici BASTA. Ridere alla grande e divertirsi pure quando bisogna pagare il conto. Ritornare a casa a mangiucchiare cioccolatini, a bere liquori di ogni sorta, e giocare a Taboo. Sganasciarsi dalle risate a seguito di tentativi raggianti di far comprendere alla propria squadra la parola indicata sulla carta.


Andare a dormire in una stanza accogliente al piano di sopra, e risvegliarsi dopo 5 minuti chè è già mattina. Andarsi a lavare mentre tutti sono giù a fare colazione, giungere da ritardatari cronici all'appuntamento con succo di frutta e biscotti. Dare un'occhiata fuori, scrutare il grigiore delle nubi, e decidere alfine di indossare un costume e di tentare la via del mare. Attendere il resto della truppa giocando a pallone (non a calcio) sotto al patio della casa.


Raggiungere la spiaggia in dieci minuti, battere il vento e distendere le asciugamani. Testare l'acqua glaciale e decidere, quindi, di buttarsi tra le gelide onde del Tirreno. Rialzarsi dopo dieci minuti e asciugarsi al vento mettendosi in posa per le innumerevoli fotografie del compagno ballerino. Distendersi di fianco alla tua deliziosa promessa sposa e parlare di franchising e kite surf. Rialzarsi e raggiungere le macchine per cercare un qualcosa da buttare nello stomaco.


Optare, dopo giro analitico e strategico, per un kebabaro alto livello. Commentare con ironia l'incredibile spessore del menu di qualche compagno poco assennato... prima di prenotare un tavolo alla Fraschetta del Mare per la serata.


Salutare la coppia d'amici diretti a Napoli e ritornare in spiaggia, per ulteriori scampoli di sole e palleggi. Ritornare a casa e dedicarsi a salutari docce e rivestirsi per andare a cena alla Fraschetta del Mare. Raggiungere il locale e pregustare il menù fisso a base di pesce: 16 euro bevande escluse. Deliziarsi il palato con le pietanze della fraschetta ed intrattenersi in rilassanti dissertazioni coi commensali, pagare il conto e raggiungere a piedi le auto, osservando con desiderio le barche a vela del porticciolo di Anzio e le barche in rimessa. Immaginare corsi di vela e sognare il giorno in cui sarà possibile comprare una barca a vela, fosse anche una deriva monolabero con la randa e basta.


Ritornare a casa, a Ponte di Nona, con la felicità della serenità, dopo aver passato 36 ore circa senza sentire un telegiornale o leggere un giornale. Guardare negli occhi la donna che ami, prima di far l'amore e addormentarti.