lunedì 30 aprile 2012

In memoria di Pio La Torre

Il 30 aprile 1982 veniva assassinato Pio La Torre, sindacalista ed esponente politico comunista. Al momento della morte, il deputato siciliano era segretario regionale del PCI. L'omicidio fu rivendicato dai Gruppi Proletari Organizzati, ma in realtà la matrice dell'assasinio era mafiosa: il pentito Messina, nove anni dopo, asserì che l'ordine di uccidere Pio La Torre venne dato dal capo dei Corleonesi, Totò Riina, che voleva punire il politico siciliano per la proposta di legge riguardante l'esproprio dei beni immobili dei mafiosi.
La Torre aveva capito una cosa fondamentale: il modo migliore per colpire la mafia è togliere ai mafiosi i loro beni. "Colpirli nei soldi". E' grazie all'insegnamento di Pio La Torre che associazioni come Libera sono riuscite a porre all'attenzione pubblica il tema della "riconversione ad uso sociale" dei beni sottratti alle mafie.

Al ricordo di Pio La Torre, esempio di politica pulita che combatte le mafie e l'illegalità, dedico questo video tratto da youtube:


Grillo, lo Stato e la mafia




«La mafia non ha mai strangolato i suoi clienti, si limita a prendere il pizzo. Ma qua vediamo un’altra mafia che strangola la sua vittima». Questa frase di Beppe Grillo ha scatenato, come ovvio, un vespaio di polemiche. Alcune illegittime, visto che provengono da chi mette i mafiosi nelle proprie liste elettorali; altre legittime, perchè provengono da persone o movimenti che hanno fatto della lotta alle mafie la propria ragione sociale. Personalmente credo che, stavolta, Beppe Grillo abbia esagerato. Anzi no, perchè il comico genovese esagera sempre. Stavolta Grillo ha semplicemente detto una cazzata, una cosa vergognosa. Non so in quale Paese viva Grillo, ma nel paese in cui vivo io la mafia strangola da decenni i propri clienti: cittadini, commercianti, imprenditori. O paghi il pizzo o ti incendio il negozio. O voti chi ti dico o chiudi baracca.

Qualcuno obietterà: ma lo Stato non fa lo stesso? Pensate ad Equitalia, all'usura bancaria tutelata dallo stato, o alle stesse forze dell'ordine che sono "i picciotti dei banchieri" che ci governano.
Non sono d'accordo, almeno non completamente. Io non credo che TUTTO lo Stato sia mafioso: la maggioranza dei magistrati e dei poliziotti, ad esempio, è sicuramente contro la mafia e spesso paga questa scelta di campo con la vita. Anche la generalizzazione "tutti i politici sono mafiosi" è una stronzata colossale: esistono tantissimi esponenti politici e amministratori locali che QUOTIDIANAMENTE combattono contro le mafie e per la legalità. Perchè dovremmo spazzare via tutti? Solo perchè sono stati eletti nel Pd o nel PdL, in Sel o nell'IdV?

Caro Grillo, dici spesso cose giuste utilizzando la tecnica dell'eccesso tipico della satira. Stavolta, però, hai detto una cosa grave, sbagliata, falsa. Il movimento che tu hai contribuito a fondare è sicuramente lontano anni luce da questa e da altre posizioni che hai espresso negli ultimi tempi. Il problema sai qual è? Queste tue uscite fanno perdere consenso al MoVimento 5 Stelle. E in politica il consenso è importante. Fidati.

Di Pietro: "Zitti e muti, per la gioia dei malfattori"



Dicono che, per cercare di evitare il prossimo aumento dell’Iva dal 21 al 23%, il ministro Giarda stia preparando una serie di tagli alla spesa pubblica. Verrebbe da dire: “Alla buon’ora! Finalmente la smettono di massacrare i cittadini e iniziano a sforbiciare gli sprechi”. E’ quello che l’Italia dei Valori chiede dal giorno stesso in cui questo governo si è insediato.
Benissimo, ma solo a patto che a essere colpiti siano davvero gli sprechi e non servizi essenziali come la giustizia, la sicurezza, l’istruzione e quant’altro.
Una cosa è eliminare la marea di auto blu che ci costano un occhio della testa, un’altra dare il colpo di grazia a un’amministrazione della giustizia che è già in ginocchio.
Una cosa è eliminare le spese militari immense e inutili come lo sciagurato acquisto dei caccia F-35, che dovrebbero essere adesso “solo” 90 per una spesa di circa 10 miliardi di euro, tutt’altra cosa intervenire sugli effettivi delle forze dell’ordine o sulle loro dotazioni tecniche.
Una cosa  è  ridurre davvero e non solo per gettare polvere negli occhi i costi della politica, un’altra cosa, diametralmente opposta, è tagliare i fondi per la pubblica istruzione.
Insomma io, quando sento parlare di “razionalizzazione” delle spese per le forze dell’ordine o di intervento contro gli sprechi non della politica ma delle scuole pubbliche, sento un brivido corrermi lungo la schiena. La fiducia nasce dall’esperienza e dopo le esperienze fatte sinora quelle voci non promettono niente di buono.
Anche perché continuo a non capire e quindi continuo a chiedere: ci spiegate perché prima di tagliare i fondi ai tribunali e alle scuole non andate a prendere quei 40 miliardi di euro che entrerebbero nelle casse dello Stato se firmassimo anche noi come Germania, Inghilterra e Austria l’accordo con la Svizzera per recuperare i contributi sui capitali esportati illegalmente?
L’Italia dei Valori chiede da mesi che si faccia così ma i signori del governo da quell’orecchio proprio non ci sentono e un sistema dell’informazione ancora più allineato e coperto che ai tempi del fascismo gli tiene bordone facendo finta che quei soldi in attesa al di là delle Alpi non ci siano. Tutti zitti e muti, per la gioia di evasori, malfattori e scudati vari.

sabato 28 aprile 2012

Stasera c'è Roma - NAPOLI



Per chi da cinque anni vive e lavora a Roma, la partita di stasera ha un significato importante. Non è una partita come le altre. Inoltre, il Napoli ha forse l'ultima possibilità di puntare al terzo posto, che vorrebbe dire agguantare la qualificazione in Coppa Campioni.
Personalmente sono già in clima pre-partita. Credo che la cosa fondamentale, stasera, non sarà lo schieramento tattico, ma l'approccio mentale: chi scenderà in campo più convinto, chi vincerà i primi contrasti, chi comincerà da subito a lottare su ogni pallone e ad aggredire ogni spazio, vincerà.

venerdì 27 aprile 2012

Lord Punishment



Sono il vedovo di Lady Justice. Sono ciò che resta quando tutto sembra finito. Sono la soluzione finale, l'ultima risposta. Sono la Punizione che non vuole essere Vendetta. Sono le lacrime degli orfani e la rabbia dei disoccupati. Sono il ricordo di ogni strage senza colpevoli. Sono colui che ricuce le ferite della Memoria e della Quotidianità. Sono il parcheggiatore abusivo dell'Equità. Sono il boia che rende giustizia a chi giustizia non ha. Più.

Quando uccidono la Giustizia, rimane solo la Condanna. La Pena. La Punizione.

giovedì 26 aprile 2012

La logica del compromesso non serve a niente




Ho passato anni a moderare il mio carattere, convinto che posizioni più accomodanti e meno estremiste fossero una prova di maturità. Cercare di risolvere i problemi senza alzare un polverone, "lavare i panni sporchi in casa", era il mio obiettivo.
Obiettivo raggiunto, sia chiaro. E di questo devo essere felice, perchè è sempre importante raggiungere gli obiettivi che ci prefissiamo. Alla fine, però, bisogna anche capire se, una volta raggiunto l'obiettivo, ci sono stati risvolti positivi. La nostra vita è migliorata? Noi stessi siamo effettivamente diventati persone migliori?
Beh, la mia risposta è no. La mia esperienza personale mi porta a dire che non c'è stato miglioramento.

La vita è lotta. Lo so e lo dico da tempo. La vita è una barricata. Bene. Allora non c'è scampo per gli accomodanti e per i moderati: bisogna stare da una parte della barricata.
A chi condivide questa impostazione, dico: abbandonate la logica del compromesso. E' una strada che conduce al punto di partenza, in un circolo vizioso di routine.

mercoledì 25 aprile 2012

25 Aprile: Festa della Liberazione

Quella massa servile che obbedì al fascismo ebbe figli che si risvegliarono e divennero Popolo: dagli esuli antifascisti agli Eroi Partigiani, TUTTI gli amanti della Libertà e dell'Uguaglianza si unirono, pur nelle loro differenze, CONTRO l'invasione straniera SOSTENUTA dai fascisti che venderono I LORO FRATELLI ITALIANI al tedesco invasor. La nostra gloriosa COSTITUZIONE, nata dalla Resistenza e dall'Antifascismo, garantisce a tutti di essere Popolo pur essendo diversi gli uni dagli altri.

Oggi ricordiamo il sacrificio dei tanti che ebbero il coraggio di combattere il fascismo e l'invasore nazista, sprezzando il periglio ed ignorando i propri interessi personali, a differenza dei tantissimi che obbedirono e subirono.

La Festa della Liberazione è chiamata così per ricordare ad ogni donna e ad ogni uomo che la Schiavitù esisterà fintanto che esisteseranno gli Schiavi servili ed obbedienti.
 
Indomiti, gli Eroi della Resistenza gioiscono del nostro ricordo e della nostra comprensione del loro grande Esempio Morale e Civile. Nei luoghi di lavoro come in ogni ambito della nostra vita di Uomini.
 



Fischia il vento e infuria la bufera,

scarpe rotte e pur bisogna andar

a conquistare la rossa primavera

dove sorge il sol dell'avvenir.

A conquistare la rossa primavera

dove sorge il sol dell'avvenir.


Ogni contrada è patria del ribelle,

ogni donna a lui dona un sospir,

nella notte lo guidano le stelle,

forte il cuor e il braccio nel colpir.

Nella notte lo guidano le stelle,

forte il cuor e il braccio nel colpir.



Se ci coglie la crudele morte,

dura vendetta verrà dal partigian;

ormai sicura è già la dura sorte

del fascista vile e traditor.

Ormai sicura è già la dura sorte

del fascista vile e traditor



Cessa il vento, calma è la bufera,

torna a casa il fiero partigian,

sventolando la rossa sua bandiera;

vittoriosi, al fin liberi siam!

Sventolando la rossa sua bandiera;

vittoriosi, al fin liberi siam!




martedì 24 aprile 2012

Non vi va mai bene niente? Solidarietà agli ultras genoani



La protesta eclatante dei fratelli genoani nei confronti dei loro calciatori sta facendo versare fiumi di inchiostro (e di veleno) ai soliti pennivendoli di regime e benpensanti dell'ultima ora. L'indegno presidente della federcalcio ha avuto addirittura il coraggio di dichiarare: "Posso capire anche lo scappellotto o lo schiaffo, ma questa violenza psicologica è inaccettabile".

Ma non vi va mai bene niente? Se gli ultras spaccano qualche muso o rompono qualche vetro, sono violenti e vanno condannati. Se invece dicono ai lor giocatori che sono INDEGNI di vestire la loro gloriosa casacca e se la devono togliere... sono ancora più violenti e vanno puniti ancora di più!

L'ipocrisia di questo calcio moderno è lo specchio dell'ipocrisia della società contemporanea: la violenza fisica è da condannare, però diventa preferibile alla violenza psicologica! E la violenza psicologica che gli ultras devono subire ogni santa partita, da parte di forze dell'ordine, sistema calcio e calciatori? Questa non la considerate? Quando vedi la tua squadra retrocedere e i tuoi giocatori ridere (penso al Napoli retrocesso a Parma e ad Allegri, allora nostro giocatore, ridere), non subisci una violenza psicologica? Quando vedi la tua squadra avviarsi verso la serie B e i giocatori in campo tirare la gamba dietro e i loro procuratori cominciare ad accordarsi con le altre squadre, non subisci una violenza psicologica?

I tifosi genoani hanno dato prova, negli anni, di un attaccamento enorme alla loro squadra e alla loro città, ed è davvero ignobile farli passare come violenti facinorosi che tengono in ostaggio una squadra o uno stadio. Hanno fatto un gesto clamoroso, sicuramente, ma la solidarietà a loro e a tutti quelli che saranno colpiti da un DASPO deve essere assoluta e senza fallo.

E' meglio che lor signori lo capiscano, da Preziosi a De Laurentis, che le squadre di calcio non appartengono a loro: appartengono al Popolo. Loro sono "business men" che investono e lucrano sulla passione di un Popolo, niente di più. Lezioni da loro non le accettiamo.

sabato 21 aprile 2012

Il natale di Roma





Se fosse ancora in vigore la Lex Plautia Papiria, io sarei un "romano campano" o un "romano di Napoli": cittadino di Roma, nonostante la mia nascita sia avvenuta fuori dalle mura dell'Urbe.
Con le leggi attuali, invece, io sono diventato cittadino romano nel 2007, però continuo a definirmi "romano di Napoli" e considero anche mio figlio così, nonostante egli sia nato a Roma: perchè Napoli è più di una città natale. Napoli è come il DNA: si trasmette di padre in figlio.
Ciò non toglie che la città di Roma, di cui oggi sono cittadino a tutti gli effetti, mi ha accolto bene, e per questo la ringrazio. Nonostante qualche minuscolo episodio di pseudorazzismo, la stragrande maggioranza dei romani è gentile con noi napoletani ed affine in molte idee e azioni. Forse perchè siamo tra le più antiche "città federate", sempre per riprendere il parallelismo con la Roma Repubblicana.

Oggi è il 21 aprile, il Natale di Roma: secondo la leggenda tramandataci da Marco Terenzio Varrone, il 21 aprile del 753 a.c. fu fondata Roma, dal leggendario Romolo. Da quella data si soleva iniziare il conteggio degli anni, che in genere si indicavano seguiti dall'espressione latina Ab Urbe Condita, cioè "dalla fondazione della città".
Da amante della storia e della politica, ho sempre amato molto il periodo repubblicano, che personalmente antepongo al più noto Impero Romano: a mio parere, si viveva meglio sotto la Repubblica, che era più giusta e più democratica (o meglio, era meno ingiusta e meno aristocratica). Era una oligarchia politica e militare, in cui il popolo aveva voce in capitolo e rappresentanti importanti (i tribuni della plebe) che hanno avuto una considerevole parte negli accadimenti della Storia.

E proprio ai tribuni della plebe, figura quanto mai attuale (vista la crisi totale della politica e della cosiddetta democrazia liberale), che voglio dedicare questo mio piccolo e personale omaggio al compleanno di Roma.


venerdì 20 aprile 2012

Elezioni: se fossi a Pozzuoli, voterei Mauro Serpico



Dal 2007 vivo e lavoro a Roma. Qui ho la mia residenza, qui faccio politica, e qui esprimo il mio voto. Ma se abitassi ancora a Pozzuoli, non avrei dubbi su chi votare alle prossime elezioni comunali: Mauro Serpico. Perchè? I motivi sono centinaia, migliaia, ma proverò a sintetizzarne alcuni.

Conosco Mauro Serpico da quando ancora non mi facevo la barba. Non l'ho conosciuto in una delle tantissime e sterili riunioni in politichese a cui ho partecipato, nè nei finti cortei che qualche politicante organizzava per poi fregare i lavoratori. L'ho conosciuto sotto un canestro, tra le gocce di sudore di una gioventù che oggi è più nel cuore che nel fisico (ci stiamo facendo vecchi, abbiate pietà). L'ho conosciuto con una palla di basket sotto la sella di un motorino mezzo scassato, gli ho fatto qualche blocco che lui ha tradotto immancabilmente in canestro, oppure ho sfruttato qualche suo assist al bacio. Nonostante Mauro fosse abbondantemente più forte di me e dei tanti ragazzi che giocavano, non ha mai lesinato un passaggio dietro la schiena o una pacca sulla spalla. Allora, però, già si capiva qualcosa del suo orientamento politico: bastava parlargli cinque minuti, per capire da che parte della barricata stava. E il suo schema cestistico preferito - consentitemi lo scherzo - era il "pugno chiuso".

Mauro Serpico è un cittadino, un padre, un compagno. Non è un politico. Non ha un curriculum di Assessore alla Supercazzola o di Consigliere comunale municipale condominiale sindacale. Mauro Serpico fa sport e aiuta i ragazzi a fare sport: perchè i proletari, sia chiaro, possono emanciparsi anche tramite lo sport. E se l'obiettivo di un comunista è emancipare i proletari, Mauro Serpico lo persegue ogni giorno e da anni. 
Se in questi anni avete frequentato il Consiglio Comunale puteolano, non l'avete visto mai: non era solito leccare il culo a qualche pseudopolitico che - da destra a sinistra - ha portato Pozzuoli nello stato di degrato civile, politico, culturale ed economico in cui versa da anni. 
Non ha mai portato borse che non fossero borsoni da basket, non ha mai scritto delibere che favorivano lobbies ma solo schemi contro la 1-3-1. Questo significa che non ha esperienza? Tutt'altro! Ha l'esperienza di chi deve portare avanti una famiglia insieme alla compagna e sa cosa significa lavorare, tirare la cinghia, sudare quotidianamente, barbamenarsi nel traffico, vedere la propria città (un piccolo gioiello) ridotta ad una cloaca, assistere alla partenza di tanti amici che sono andati via da Pozzuoli per lavorare.

Mauro Serpico sa tutte queste cose. Se gli darete il voto, le tradurrà in delibere, in mozioni, in interrogazioni, in lotte. Ne sono certo.

giovedì 19 aprile 2012

Andrea Scanzi: "Pro e contro Beppe Grillo"


Vi sottopongo un interessante articolo del sempre ottimo Andrea Scanzi, pubblicato su Il Fatto Quotidiano:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/19/beppe-grillo-contro/205571/

Beppe Grillo cresce nei sondaggi, molti prevedono un suo exploit alle prossime amministrative e tutti lo crivellano. Dal centrodestra al centrosinistra, dalla Lega (a cui Grillo saboterà parte dei voti) ai dalemini caricaturali. Passando per Vendola, che – per quanto colto e munito di perenne supercazzola retorica – non è andato oltre l’accusa stantia di “populismo”. Ovvero una variazione sul tema della solita melassa piddina: demagogo, qualunquista, disfattista, bla bla bla. Prenderà davvero il 7 percento alle prossime amministrative? Più? Meno? Vediamo i pro e i contro, suoi e del Movimento 5 Stelle.


Contro

- Il programma qua e là leggero. O quantomeno un po’ troppo utopico e sognante. Il M5S sembra molto forte nel criticare, non si sa quanto nel costruire. Non è vero che non abbia una parte propositiva (menzogna atta a screditarlo in partenza), ma al momento sembra più credibile come sentinella del (contro)potere che come progetto di governo.

- Alcune uscite sbagliatissime, come lo Ius Soli. Grillo è abile nell’alzare i toni, ma se li alzi sempre finisce che perdi la voce. E ti esce qualche sciocchezza greve.

- La generalizzazione. Grillo deve smetterla di dire “tutti i politici”, “tutti i giornalisti”. Non sono “tutti”: ce ne sono di bravi e onesti e di pavidi e disonesti. Sarebbe come dire che Grillo è uguale a Panariello, o Martufello; o che è uguale a Casini, o Bersani.

- Una tendenza alla dittatura interna. Grillo mal sopporta il dissenso, ama essere detestato dal potere ma pretende un po’ troppo l’adulazione dagli adepti (era così anche il vecchio Pci, per la cronaca).

- I toni. Non puoi usare sempre la forma eccessiva del linguaggio satirico per commentare la realtà. Più prende in giro (i nomignoli ad esempio), più presta il fianco alla critica facile di essere “volgare” (e dunque on meritevole di attenzioni). Grillo si disinnesca spesso da solo.

- Casaleggio. E’ lui – l’ineffabile spin doctor – a dettare la linea, quasi imponendosi e plagiando Grillo, o semplicemente la pensano allo stesso modo?

- Inesperienza. I militanti sono tutti alle prime esperienze politiche. Non è detto che sia un male.

- Manicheismo. Lui (e loro) sono il bene, gli altri il male. Magari fosse così facile.

- Ripetizioni. Grillo tende a reiterare le stesse battute e per chi lo segue da anni scatta il déjà vu.

- La latente rozzezza della prima (ma anche seconda) Lega.

- Lo scazzo con De Magistris. Grillo può fare l’offeso quanto vuole, ma se cominciano a litigare tra loro anche i pochi in grado di catalizare la “società civile”, non c’è speranza.

- Il rischio di una progressiva berlusconizzazione (l’uomo che si è fatto da sé, etc), per quanto le differenze tra i due siano contenutisticamente abissali.


Pro

- Una attività di controcultura, e controinformazione, che nessuno – o quasi – ha fatto in Italia. E non da ieri: da più di 20 anni, abbandonando tv e territori facili. Occorre coraggio: tanto.

- La capacità preveggente di individuare temi cardine (ambiente, informazione, economia) e contesti (la Rete), anticipando evoluzioni (e involuzioni) politiche e mediatiche.

- La competenza in ogni ambito, sua e dei collaboratori (Grillo citava Chomsky e Rifkin quando Vendola era ancora ai presocratici: e c’è rimasto).

- Il coraggio (a volte ostentato) di essere politicamente scorretti.

- L’attenzione a battaglie spesso sottaciute (o peggio) dai media. Per esempio l’omicidio di Federico Aldrovandi e la spaventosa realtà carceraria.

- La credibilità (figlia di una carriera inattaccabile o quasi).

- La politica intesa come servizio civile. Niente rimborsi, tetto agli stipendi.

- L’avere raggiunto gli obiettivi attuali, pur avendo quasi tutti contro.- L’entusiasmo, la novità, la capacità di incarnare il nuovo (che poi lo sia davvero, è aperto il dibattito).

- Il saper essere pienamente politico e non antipolitico (a meno che l’antipolitica sia banalmente il non accontentarsi dell’attuale “abc” al governo).

- Quando sei in grado di fare arrabbiare così tanto, in un colpo solo, Belpietrini e Velardi Muppets, vuol dire che hai innegabili meriti.

Si potrebbe andare avanti, ma l’estrema sintesi può essere questa: Grillo fa battaglie giuste e sbagliate, alterna intuizioni lodevolissime a inciampi rovinosi, ma di sicuro non è il “Male” né “il distruttore” della democrazia. Più semplicemente, al momento sembra essere la figura più brava a catalizzare quel malcontento (a volte confuso) che non voterà mai Berlusconi ma al tempo stesso non ha più voglia di farsi bastare i brodini lessi del Partito Democratico (e derivati).

E’ un reato votare Movimento 5 Stelle? Chi lo fa è antipolitico, qualunquista, populista, demagogo? Sciocchezze. E alibi facili, a cui si aggrappano politici inadeguati e tromboni stonati.

La Destra capitolina vuole privatizzare Acea!




Intervistato da Sky Tg 24 all'interno della trasmissione "Un caffè con...", il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha parlato di tante cose: dai problemi nazionali ai temi più locali. Particolarmente interessante è stata la risposta sulla questione della privatizzazione di Acea, inserita nella previsione di Bilancio di Roma Capitale:
"La questione holding e la privatizzazione di Acea possono essere una spinta all’economia e possono far entrare risorse nelle casse comunali per gli investimenti. Chi è contro questa ipotesi è contro lo sviluppo della città. I segnali che ho non sono positivi – ha continuato Alemanno - c’è un’opposizione blindata sull’ostruzionismo pregiudiziale. Invece bisogna affrontare questo bilancio comprendendo che siamo in una fase di emergenza. Chi continua a pensare di fare ostruzionismo non si rende conto della situazione drammatica che c’è in città. Ci vuole grande senso di responsabilità e grande attenzione al lato economico. Chiedo al Pd di non paralizzare Roma per mesi perchè abbiamo bisogno di risposte immediate”.

Tradotto in soldoni: Alemanno e la Destra capitolina hanno intenzione di privatizzare Acea, vendendo il 21% delle azioni in possesso del Comune. Nonostante l'ultimo referendum abbia sancito l'impossibilità di privatizzare i servizi idrici locali. E nonostante Acea sia una azienda in attivo, un "gioiello" per dirla con Legambiente Lazio.
La svendita del patrimonio pubblico è nel dna della Destra berlusconiana, e Alemanno giustamente cerca di ottemperare anche ai suoi obblighi verso le lobbies che, magari, potranno tra un anno sponsorizzare la sua ricanditatura a sindaco.
Auspichiamo che TUTTO il centrosinistra romano sia UNITO in questa battaglia CONTRO la privatizzazione di Acea e, in genere, dei servizilocali. Se vi sono problemi e disservizi nel pubblico, è GIUSTO che si risolvano SENZA svendere a privati. Nel caso di Acea, peraltro, siamo addirittura al paradosso della vendita di azioni di una azienda in attivo!

Di Pietro: "Monti semina vento. Raccoglierà tempesta"



Il presidente del consiglio si complimenta con se stesso e dichiara che, grazie alle scelte del suo governo, l’Italia ha evitato uno shock distruttivo.

Ma di cosa parla, e chi vuole prendere in giro? Mentre lui evitava gli shock, negli ultimi tre mesi, 146.368 aziende chiudevano i battenti. Il saldo rispetto a quelle che invece sono entrate sul mercato è pesantemente negativo: 26.090 imprese in meno. Un bilancio in rosso che è triplo rispetto a quello del primo trimestre dell’anno scorso. Questo esecutivo continua a colpire gli onesti cittadini, lascia intatti i privilegi della casta e fa prosperare indisturbati gli evasori e i corruttori. Ogni giorno, davanti a Montecitorio, ci sono manifestazioni di protesta, di gente che soffre e con dignità chiede alla politica di restituire loro il maltolto: ieri gli specializzandidi medicina, oggi i cassaintegrati di alcune aziende collegate al fotovoltaico e domani si vedrà.

Questa è la realtà della società italiana, questa è la fotografia di cosa è diventata l’Italia oggi.

Il governo continua ad ignorarla e ripete che tutto sta andando bene.
Si comporta come Nerone che suona la cetra mentre per le strade impazza la disperazione e inizia a infuriare la protesta. Ormai i disoccupati si contano a milioni ma se le stime fossero oneste e trasparenti ne registrerebbero moltissimi in più. In media, nei tre mesi in cui Monti ha salvato l’Italia, si sono suicidate due persone al giorno: lavoratori disoccupati o imprenditori rovinati. Il miracolo dello spread si è rivelato un trucco da saltimbanchi: il tetto che tutti i commentatori, nessuno escluso, definivano catastrofico l’estate scorsa era di 400 punti. Dopo che Monti ha evitato lo shock gira intorno ai 380, e anche questo solo grazie agli acquisti massicci dei titoli di Stato italiani da parte della Bce. Presto, se le cose continuano così e non si attivano veri tagli agli sprechi e provvedimenti economici strutturali per la crescita e l’occupazione, questa protesta smetterà di essere pacifica.

Siamo a un passo dalla rivolta sociale e chi soffia sul fuoco non è chi, come noi dell’Italia dei Valori, chiama le cose con il loro nome ma chi fa finta di non vedere e di non capire. Se vogliono evitare la rivolta, sostengano i lavoratori, lascino perdere l’articolo 18 e curino anche gli interessi della povera gente e delle imprese oltre che quelli dei banchieri. Non se la prendano con noi che ci limitiamo a dire la verità e a denunciare un pericolo.

mercoledì 18 aprile 2012

Le cascate di Emorarth, l'Axeth e la leggenda di Thorsten e Nipel



Le cascate di Emorarth segnano il confine nord della Vikland. Collegano il fiume Velith col fiume Nipel, tramite un salto di 165 metri. Le cascate "appartengono", nella parte più in alto (quella dove scorre il fiume Velith), alle Terre di Pontifex mentre, nella parte più in basso (dove scorre il fiume Nipel), alla Vikland.

Le leggende dicono che l'ascia bipenne del dio Wutan fosse stata forgiata in queste acque, quando un fulmine colpì le cascate: da allora, i giovani Vik che compiono l'Axeth (letteralmente L'Ascia, rituale di passaggio dalla adolescenza all'età adultà) passano una notte in preghiera nelle caverne delle cascate in compagnia dell'ascia con cui saranno consacrati Uomini. Quell'ascia, a cui verrà dato un nome la mattina seguente, sarà legata indissolubilmente a quel Vik fino alla morte.

La tradizione dice anche che, tramite il rituale dell'Axeth, l'ascia acquista una propria anima, che vivrà in simbiosi con l'anima del Vik a cui è consacrata: quando quel Vik morirà, e la sua anima si staccherà dal suo corpo per raggiungere il Valhail (il Palazzo degli Dei e degli Eroi, che domina il paradiso dei Vik, l'Asamyr), anche l'anima dell'ascia la seguirà, lasciando il "corpo" dell'ascia sulla terra per essere custodito nel Kilmarnoth, il Cimitero delle Armi (scudi, elmi, asce, spade dei guerrieri Vik).

Anche la nascita stessa delle cascate è avvolta nella leggenda: la tradizione Vik dice che un cantastorie, Thorsten figlio di Jan, stesse passeggiando per il bosco di Emorarth (al cui interno oggi scorrono le cascate) suonando il suo tin whistle di legno intarsiato. Una valchiria, la splendida Nipel che era solita fare il bagno nuda nel fiume che oggi porta il suo nome, fu piacevolmente colpita dal suono incantevole che proveniva dal bosco. Uscì dal fiume e, tutta nuda, si avviò nel bosco seguendo la dolcissima musica. Così facendo, giunse davanti a Thorsten che, ammaliato dalla bellezza stupefacente e dalla nudità di Nipel, rimase letteralmente senza fiato e non riuscì a suonare più. La valchiria, allora, lo bacio con passione... ed il fiato ritornò a Thorsten che ricominciò a suonare mentre la splendida Nipel prese a ballare tutta nuda nel bosco.

Dopo un pò Nipel raggiunse il fiume, chiedendo a Thorsten di spogliarsi e fare il bagno con lei. Il vik e la valchiria fecero l'amore nel fiume, e poi si stesero al sole. Poco prima del tramonto, Nipel disse a Thorsten che ella è solita andare ogni giorno, alla stessa ora, a fare il bagno nel fiume. In pratica, gli aveva detto che lo avrebbe atteso anche il giorno successivo.

Andarono avanti così per mesi, fino a quando le pioggie e la neve del sopraggiunto inverno non consentirono più ai due amanti di fare il bagno insieme. Thorsten e Nipel si promisero, quindi, che si sarebbero rivisti al primo giorno di sole.

E quel giorno, dopo quasi un mese, arrivò. Thorsten, alla solita ora, si addentrò nel bosco, certo di reincontrare finalmente la sua amata valchiria. Per la troppa fretta, però, fu poco attento a dove metteva i piedi. Inciampò e cadde, sbattendo la testa. Svenne. Quando riprese i sensi, era ormai buio e aveva ricominciato a piovere.

Per settimane l'inverno mandò in terra pioggia o neve, rendendo impossibile un nuovo incontro tra i due amanti. Quando finalmente tornò il sole, un pomeriggio Thorsten arrivò al fiume, e fece una scoperta spaventosa: la veste azzurra di Nipel era a terra, completamente infangata. Sarà lì da settimane. E vicino alla veste, attaccata ad un albero con un piccolo pugnale che Nipel usava come fermaglio per i capelli, vi era una pergamena. Thorsten liberò la pergamena e la lesse:

Avevi promesso amore eterno
e desiderio perpetuo.
Eppure appena il sole
è tornato su questa terra
dopo giorni di infausta pioggia,
tu non sei venuto.
Non ho fatto altro che sperare,
ogni giorno,
che arrivasse il sole
per poterti vedere.
Oggi che il sole è giunto,
tu non sei venuto.
Ho creduto al tuo amore
con tutta me stessa.
Ma tu non sei venuto.
E se l'amore è vita,
io che non ho il mio amore
allora non vivrò.
Da, smert.

Si era uccisa. La splendida Nipel, sconvolta dal dolore per il mancato arrivo di Thorsten, si era lasciata annegare nel fiume. Aveva concluso la sua lettera d'addio con "Da, Smert": il grido di battaglia vik. In genere i Vik lo usavano nelle missioni definite "suicide", cioè in quei duelli o battaglie vere e proprie in cui sembrava quasi impossibile riuscire a vincere.

Sconvolto dal dolore, Thorsten salì in cima al bosco di Ermorath: fece il sentiero di corsa, a perdifiato, ma la disperazione e la rabbia erano tali che quasi non si accorse della fatica. Giunse in cima e si affacciò giù: il fiume dove la sua amata Nipel si era lasciata annegare era sotto i suoi piedi, 165 metri più in basso. Thorsten pose il suo tin whistle su una roccia... e si lanciò nel vuoto, per ricongiungersi per sempre con la sua amata Nipel.

D'improvviso, la roccia su cui Thorsten aveva poggiato il suo whistle cominciò a muoversi, come se vi fosse un terremoto. In effetti vi fu un terremoto, che spaccò in due la sommità del monte da cui si era lanciato Thorsten. Il corso del fiume Velith, che scorreva 10 metri sopra, fu deviato da questo terremoto e si incanalò nella nuova frattura che giungeva fino alla roccia del flauto (da allora chiamata Wistelrak, che significa appunto "la roccia del whistle" in lingua elder). Da lì, cominciò a scendere in picchiata verso il fiume Nipel.
Così nacquero, secondo la leggenda, le cascate di Emorarth, che presero il nome dal bosco che attraversano.

Una risposta a Borghezio: puoi vendere solo ciò che esiste.



                                                    Mario Borghezio: ti vogliamo così!


Le affermazioni del leghista Borghezio meritano una riflessione ed una risposta. Il sempre sano esponente settentrionale ha dichiarato: "Inutile negare che la mafia in Sicilia e la camorra in Campania sono saldamente radicate nel territorio, quindi una soluzione potrebbe essere che Monti la venda agli Usa o a qualche miliardario russo visto che non si riesce ad estirpare il malaffare troppo radicato". Ha ragione Borghezio: vendiamo Campania e Sicilia. Sono d'accordo: voglio morire americano, o russo, o magari irlandese.
Facciamo però notare che, mentre è possibile vendere la Campania e la Sicilia perchè ESISTONO, non sarebbe possibile fare lo stesso con la Padania, che notoriamente E' UNA INVENZIONE storica. Significherebbe vendere Topolinia o Paperopoli, che sono reali esattamente quanto la Padania.
Evitiamo di far notare che il sig. Borghezio, a cui auguriamo sempre tanta salute e fortuna, è rappresentante dell'Italia al Parlamento Europeo. Quando prende la parola a Bruxelles, egli rappresenta l'Italia. Chi si sente italiano, ed è orgoglioso di appartenere a questo popolo, dovrebbe indignarsi e reagire, anche con durezza, nei confronti di Borghezio e dei tanti borghezi che pascolano nelle istituzioni, soprattutto al nord.
Noi, invece, che siamo orgogliosamente apolidi, dato che la Magna Grecia non è riconosciuta come Stato, la buttiamo sull'ironia.

lunedì 16 aprile 2012

Politica e legalità: il "caso Cerveteri"



Un interessante articolo de Il Fatto Quotidiano, riguardante il caso delle elezioni comunali a Cerveteri, dove i due principali candidati a sindaco sono un politico accusato di corruzione (pdl) e l'avvocato che l'ha difeso (pd). Fuori dal coro, il terzo incomodo: il candidato dell'Idv che ha denunciato tutto.

L’Idv si schiera con la “spia” che denunciò il (presunto) corruttore. L’Udc punta direttamente sul (presunto) corrotto. Il Pd invece candida il suo l’avvocato. È uno strano test politico, quello di Cerveteri, dove il 6 e 7 maggio l’elettore dovrà scegliere se farsi amministrare dalla “spia”, dal “corrotto” o dal suo difensore. Certo, le indagini della magistratura sono ancora in corso, quindi ogni accusa deve essere ancora dimostrata, ma nel frattempo si vota e i ruoli – in campagna elettorale – sembrano definiti.

Nei panni della “spia” – sostenuta dall’Idv, Verdi, Pli, e due liste civiche – c’è il trentenne Alessio Pascucci. Nel 2011 Pascucci denunciò ai carabinieri una storia di mazzette e delibere comunali. Dopo la sua denuncia, nel fascicolo d’inchiesta, tra i nomi degli 11 indagati, venne iscritto anche quello di Lamberto Ramazzotti. È lo stesso Ramazzotti che campeggia sui manifesti elettorali affissi in città: parliamo del candidato sindaco dell’Udc, già Presidente del consiglio comunale, già primo cittadino. Qui il partito scudo crociato corre da solo con l’appoggio delle liste civiche. Diamo un altro sguardo al cast del centrodestra: il Pdl candida Guido Rossi. E anche Rossi è indagato nella stessa inchiesta. Però ha fatto un piccolo passo indietro: il suo partito l’aveva candidato a correre per la poltrona di sindaco, poi per quella più piccola, di semplice consigliere comunale. Il Pdl deve ripiegare su un altro nome: Angelo Galli. “Una scelta dolorosa – commenta Rossi – fatta per un atto di responsabilità nei confronti dei miei concittadini e del partito”. E staccarsi da questa vicenda giudiziaria, per l’elettore di Cerveteri, si dimostra impossibile se pensiamo allo schieramento del centrosinistra: il Pd candida Celestino Gnazi e il cortocircuito, a questo punto, è davvero completo. Gnazi è l’uomo che, fino alla vigilia della sua candidatura, difendeva, come avvocato, il suo sfidante (Ramazzotti, Udc), dalle accuse della magistratura, accuse nate dalla denuncia dell’altro sfidante (Pascucci, Idv). Secondo l’ex avvocato e oggi candidato del Pd “utilizzare la vicenda giudiziaria, tutta da chiarire, per farsi pubblicità nella campagna elettorale è un fatto non ammirevole”. Il riferimento è alla “spia” Pascucci.

Su Ramazzotti, Rossi – e altri nove – è stato aperto un fascicolo dalla Procura di Civitavecchia. L’atto incriminato, sul quale sta indagando il Pm Lorenzo Del Giudice, riguarda un bando di urbanistica. E’ su questa storia – ormai di cronaca giudiziaria – che si muovono le prossime elezioni politiche: nel 2008, da poco insediatosi, il sindaco del Pd e assessore all’urbanistica, Gino Ciogli, anch’egli coinvolto nelle indagini, predispose un bando con cui chiunque poteva proporre al comune accordi e – in cambio di servizi offerti alla collettività – realizzare progetti di edilizia residenziale e commerciale.

Tre anni dopo scoppia lo scandalo giudiziario.“Il bando – racconta Pascucci, il grande accusatore, che denunciò tutto ai carabinieri – era generico e mal fatto. In commissione giunsero circa sessanta proposte: quasi tutte giudicate non congrue. Furono lasciate in un cassetto per mesi”.

Tra quelle bocciate ne venne presa una e riproposta. Quella della società Cafire srl di Carlo Fondate. L’imprenditore proponeva di costruire una scuola e in cambio, però, un suo terreno avrebbe ottenuto il mutamento della destinazione d’uso. Risultato: aumento di cubatura, per costruire case e negozi (31mila metri cubi per abitazioni, 50mila per negozi), per un affare da 16 milioni di euro. Realizzato in cambio di una scuola che, invece, ne sarebbe costata 4. “Ciogli – dice Pascucci – nonostante il parere negativo del tecnico comunale decise di portare la proposta in consiglio che, compatto, vota a favore”. E qui arriva il colpo di scena, messo nero su bianco nelle denunce che Pascucci presenta in procura: “Qualche giorno prima del voto – si legge nei verbali - ricevo una strana telefonata da un professionista di Cerveteri, che dice di rappresentare la Cafire, e chiede di incontrarmi con urgenza. In mezz’ora è a casa mia e mi spiega che la società aveva calcolato, nel budget, dei costi per i diversi “step” che l’atto avrebbe dovuto fare in consiglio”. Strani gli step, strano il budget: “A me e ad altri quattro consiglieri della mia area – continua Pascucci – avrebbe riconosciuto 75.000 euro a voto, più un bonus di altri 75.000”. La presunta tangente, da 375mila euro, viene però denunciata ai carabinieri.

“Fingendo di essere d’accordo – racconta il giovane candidato – votiamo la delibera. Per ringraziarmi, il professionista torna a trovarmi e – prima di andarsene – lascia una busta sul tavolo del soggiorno. La consegno ai carabinieri senza aprirla”. Pochi mesi dopo arrivano le perquisizioni nelle case e uffici di 11 persone che secondo gli inquirenti sarebbero coinvolte in un’attività corruttiva che mostrerebbe il legame tra interessi politici e privati. Tra i politici raggiunti da avviso di garanzia anche Rossi (candidato consigliere comunale del Pdl) e Ramazzotti (candidato sindaco Udc) che, all’epoca dei fatti era difeso dall’avvocato Gnazi (candidato sindaco del Pd). Ramazzotti raggiunto al telefono sulla vicenda dichiara: “Sono stato indagato per una promessa di corruzione, fatto che mi vede totalmente estraneo e confido nell’operato dei magistrati”. Pascucci oggi si candida con l’Idv e, come slogan, ha scelto di definirsi “la spia della giustizia e della legalità”.

di Loredana Di Cesare

domenica 15 aprile 2012

Londra 2012, altro che olimpiadi etiche! Adidas sfrutta i lavoratori!



In questo articolo pubblicato da Il Fatto Quotidiano
è possibile avere conferma, se mai ce ne fosse bisogno, del fatto che le multinazionali dello sport sfruttano i lavoratori in varie parti del mondo e poi ci riempiono di spot sul fairplay e sull'onestà e la generosità.
Kathy Marks, corrispondente dal sudest asiatico del quotidiano britannico The Independent, si è recata in Indonesia, dove l'Adidas sfrutta i lavoratori, che lavorano fino a 65 ore settimanali con paghe misere e che subiscono vessazioni verbali e fisiche. Questo ha trovato la giornalista inglese. E questo vogliamo denunciare.

Altro che spirito olimpico! Il CIO non dovrebbe consentire a queste multinazionali di essere partner di un evento come le Olimpiadi!

Fornero: "Riforma o a casa". Allora speriamo che non passi!



Il ministro Fornero ha annunciato che, se non passa la riforma del mercato del lavoro, il Governo Monti cesserà di esistere.
Un motivo in più, quindi, per continuare la lotta contro questa sottospecie di riforma del lavoro! Questo governo, in cui molti avevano riposto tante speranze dopo le esperienze dei governicchi berlusconiani, ha deluso tutti... tranne i soliti noti.
Prima torniamo alle urne e meglio sarà. Con questa legge elettorale? No, preferiremmo un'altra. Ma se non c'è... si va con questa.

In memoria di Totò, principe partenopeo della risata

Il 15 aprile del 1967 moriva Antonio Focas Flavio Angelo Ducas Comneno De Curtis di Bisanzio Gagliardi, in arte Totò. Il mio personale omaggio ad un artista unico e geniale è una rievocazione di una sua piccola poesia, poco nota ma deliziosa:

Si fosse n'auciello


Si fosse n'auciello, ogne matina
vurria cantà 'ncoppa 'a fenesta toja:
"Bongiorno, ammore mio,bongiorno, ammore!".
E po' vurria zumpà 'ncoppa 'e capille
e chiano chiano, comme a na carezza,
cu stu beccuccio accussi piccerillo,
mme te mangiasse 'e vase a pezzechillo...
si fosse nu canario o nu cardillo.

sabato 14 aprile 2012

Filosofia del Guerriero - 6



- Hai un ostacolo davanti a te. Se non lo superi, rimarrai ciò che sei. Scegli tu.

- La paura serve solo se riesce a farti schivare prima il colpo.

- Chi ti dice che tutto ha un prezzo si è già venduto.

- Non è importante arrivare alla fine. L'importante è fare sempre un passo in più.

- Il problema non è piangere, ma essere rapidi ad asciugare le lacrime.

- La vita è un match in cui ogni giorno equivale ad un round.

- Puoi colpire forte quanto vuoi, ma se non sai anche incassare andrai al tappeto.

venerdì 13 aprile 2012

Rifiuti, Clini dice no alle discariche di Riano e Corcolle



tratto da http://www.romatoday.it/politica/discarica-no-riano-corcolle-clini.html  

L'intervento di Clini nella gestione dell'emergenza rifiuti è deciso e, forse, decisivo. La prima sostanziale novità che emerge da una sua dichiarazione è che la discarica per il post Malagrotta non si farà né a Riano, né a Corcolle con buona pace dei residenti della zona in lotta da mesi ed estremo disappunto della Regione e del prefetto Pecoraro che aveva indicato proprio i due comuni come siti alternativi alla discarica storica della capitale.

Sembrerebbe quindi che l'emergenza sia a un punto di svolta: dopo anni di impasse, deroghe alla chiusa di Malagrotta, il passaggio di competenze tra comune e regione e l'indicazione dei sette siti in cui realizzare la nuova discarica Clini sbaraglia tutto e indica un nuovo modo di procedere il quale, in qualche modo, sovverte completamente le dinamiche istaurate da Regione e Comune.

Il ministro, infatti, non pone al centro del suo piano la nuova discarica, ma una raccolta differenziata che punti agli standard dell'Unione Europea e che sancisca un nuovo modo di pensare ai rifiuti della città eterna. Potremmo dunque parlare di una nuova era dei rifiuti se uscire dallo stagno dell'emergenza non sembrasse così arduo.

Infatti, l'obbligo di legge prevede, entro il 2012, che la differenziata arrivi al 65% , obiettivo a oggi non certo facile da raggiungere, tanto che Alemanno vorrebbe una proroga, ma il ministro non sembra affatto disposto a cederla. Al contrario, Clini chiede a Regione e Comune di puntare al 50% di recupero entro il 2014, che significa avere una raccolta differenziata intorno al 60%. Quella proposta da Clini, dunque, è una nuova strategia che non punti più sulla discarica, ma sulla raccolta e soprattutto al recupero e, conseguentemente, agli introiti che il recupero può rendere.

I dubbi sul futuro dei rifiuti della capitale potrebbero essere scacciati il 30 aprile, data in cui si dovrebbe decidere il sito per la discarica alternativa, con Pian dell'Olmo che scalza gli altri e torna in pole position e la firma dell'accordo di programma con gli enti locali coinvolti per dar vita al nuovo piano che ha il primario obiettivo di scongiurare l'emergenza a Roma.

La Minetti come Nilde Iotti? E la Santanchè è come Cicciolina!



La Santanchè ha detto che Nicole Minetti è come Nilde Iotti. Entrambe sono state amanti del "capo", l'uomo di potere: rispettivamente Berlusconi e Togliatti.
Questo ardito paragone me ne ha fatto venire in mente un altro: la Santanchè è come Cicciolina. 
Ma che avete capito! Non mi riferivo alle capacità sessuali utilizzate per fare carriera! Volevo solo evidenziare le similitudini: entrambe deputate, entrambe sufficientemente ricche, entrambe con amici nei circoli di potere.


Di Pietro sul "ddl Severino"



Caro Ministro  della Giustizia Paola Severino,
solo pochi giorni fa, Lei ha detto di aver approntato un disegno di legge per combattere meglio la corruzione, il falso in bilancio e quant’altro. Ha specificato però che lo avrebbe consegnato solo alle forze politiche di maggioranza. Le scrivo per ricordarle che, in democrazia, esiste tutto il Parlamento: anche le opposizioni.
In materia di giustizia l’Italia dei Valori ha già depositato decine di proposte di legge. Perché non vuole presentare il ddl anche a noi? E perchè non vuole accettare il nostro contributo su questo tema? Forse perché teme che le nostre proposte potrebbero funzionare davvero? Non vorrei che Lei, invece, sulle intercettazioni e sulla corruzione debba fare un provvedimento che risponde più a esigenze particolari che a esigenze pubbliche.
La invito a venire in Parlamento, a dire cosa intende fare per combattere la corruzione! Non vada a parlarne nei cenacoli, solo con i partiti di maggioranza: in democrazia non si usa così.
Caro ministro Severino, cari signori del governo tecnico: vi scrivo queste poche righe perchè di tecnico ormai avete solo il tecnicismo per fregare gli italiani. Questa è una violazione della Costituzione.

Antonio Di Pietro

giovedì 12 aprile 2012

Dalla parte dei centurioni



"Scontri a Roma tra vigili urbani e centurioni". A leggere questo titolo si rischia di trasalire: ce stanno ancora i centurioni? E da quanno?
In realtà ci si riferisce a quelle persone che, vestite da centurioni, stazionano nei pressi del Colossseo e si fanno fotografare (previo pagamento) con i turisti. Dopo la lettera spedita dalla soprintendente Mariarosaria Barbera al sindaco Alemanno con la disposizione immediata di sgomberare le aree sottoposte a vincoli archeologici da camion-bar, bancarelle e centurioni, l'assessore al Commercio Davide Bordoni ha dichiarato guerra all'illegalità. "L'abusivismo deve essere represso, per questo partirà una task force che vedrà la polizia municipale impegnata in una vasta operazione di decoro intorno al monumento più celebre di Roma".
Ora ci chiediamo: i centurioni creano al decoro urbano lo stesso danno dei camion-bar o delle bancarelle abusive? Perchè, se comprendiamo le ragioni che spingono ad impedire la presenza di camion-bar nei pressi dei monumenti più belli di Roma, non riusciamo a comprendere perchè i centurioni non possano fare un lavoro onesto. Meglio se andassero a rubare? Crediamo proprio di no!
La motivazione addotta è: contrastano col decoro. I centurioni? Col Colosseo alle spalle? Fossero dei rompicoglioni che ti pedinano fino a quando non ti fai fare una foto con loro... capiremmo il fastidio, ma non è così!
Allora la motivazione cambia: sono abusivi. Per loro scelta o perchè non esiste quella figura professionale? Cioè: è possibile fare i centurioni senza essere abusivi? Pare di no, visto che i centurioni chiedono di essere regolarizzati e il Comune di Roma, tramite l'assessore al Commercio (e non alla Cultura, si noti bene) Davide Bordoni ha proposto una sorta di Tessera del Centurione. Dopo la Tessera del Tifoso, l'idea di tesserare tutti i cittadini e i lavoratori continua a prendere piede. Comunque sarebbe già un'ottima cosa, questa tessera.
Eppure non riusciamo a capire: PERCHE' i centurioni sarebbero un ostacolo, un limite per il decoro dei monumenti romani? Che male fanno, sti centurioni che si fanno pagare per le foto al Colosseo?
Parlo per esperienza personale: praticamente tutte le volte che passo per il Colosseo vengo avvicinato da un centurione che chiede se voglio farmi una foto; al mio diniego, lasciano andare e non mi infastidiscono affatto.

Si vede che sono fortunato.

Iniziativa IdV municipio 8, domenica 18 marzo (video)

domenica 8 aprile 2012

Tre giorni fuori Roma

Cari lettori,
nell'augurarvi una felice Pasqua vi comunico che per tre giorni sarò fuori Roma.
Ci si rivede su queste pagine giovedì.

Comunicato stampa dell'IdV Municipio 8 sui problemi della scuola nel nostro municipio.



SIAMO STANCHI DELLE GRADUATORIE DELLA VERGOGNA! LA SCUOLA E’ UN DIRITTO!

L’Italia dei Valori – Municipio 8 vuole evidenziare l’indecenza raggiunta dal sistema scolastico municipale. Le graduatorie per la scuola dell’infanzia, appena pubblicate, palesano un problema che, anno dopo anno, si aggrava sempre di più: la totale insufficienza dei posti disponibili nelle strutture scolastiche comunali, dagli asili nido alle scuole superiori. Percentuali indecenti di domande accolte spingeranno sempre più famiglie ad iscrivere i loro figli alle scuole private, le cui rette mensile incidono spaventosamente sul bilancio familiare.

Tale problema, presente in tutto il territorio comunale, diventa ancora più opprimente nel nostro municipio ed in quartieri come Ponte di Nona e Castelverde, popolati soprattutto da giovani coppie con bambini. Invece di continuare a costruire appartamenti, sarebbe ora che si cominciasse a costruire qualche istituto scolastico! Solo un nuovo piano di edilizia scolastica, la revisione dei termini di assegnazione dei posti in graduatoria ed il controllo costante per verificare quanti ne hanno realmente diritto, possono rappresentare una soluzione del problema. Qualsiasi altri intervento sarebbe un semplice palliativo, incapace di risolvere a monte un disservizio che sta assumendo i caratteri di una emergenza.

“L’Italia dei Valori, all’opposizione sia in Campidoglio che nel Municipio VIII, vuole denunciare l’inadeguatezza delle giunte Alemanno e Lorenzotti nell’affrontare questo ed altri problemi. Sicurezza e servizi erano i due temi su cui la destra capitolina aveva investito, spesso strumentalmente, in campagna elettorale: alla prova dei fatti, hanno fallito clamorosamente!”, aggiunge Antonio Lucignano, membro del Direttivo dell’IDV –Municipio 8.

“L’Italia dei Valori sostiene e incoraggia la lotta dei cittadini che vedono leso un diritto costituzionale, perché LA SCUOLA E’ UN DIRITTO! Le vergognose graduatorie incoraggiano la logica della guerra tra poveri (italiani contro stranieri); il problema, lo ribadiamo, va risolto radicalmente. Per questo, l’IDV è disponibile fin da subito a collaborare con qualsiasi realtà politica e sociale interessate a realizzare una “rivoluzione culturale” sul tema della scuola.”, conclude Marco Argenti, coordinatore municipale dell’Italia dei Valori.

Coordinamento
ITALIA DEI VALORI – MUNICIPIO 8

sabato 7 aprile 2012

Lo scandalo delle graduatorie per le scuole dell'infanzia: il 70% è fuori!





Sul sito istituzionale
è possibile scorrere le graduatorie per le scuole dell'infanzia.
Nel quartiere romano in cui abito, Ponte di Nona, la situazione è a dir poco spaventosa: a fronte di un quartiere popolato soprattutto da giovani coppie con bambini piccoli, solo il 30 % delle domande è stata accolta. In pratica: su 100 famiglie che hanno fatto domanda, 70 saranno costrette a mandare i loro figli nelle scuole private (la cui retta mensile oscilla tra le 450 e le 600 euro).

Il presidente del Municipio VIII, Lorenzotti (PdL), insieme alla sua giunta, non ha fatto nulla in questi quattro anni per migliorare la situazione dei servizi al cittadino. Ricordiamo anche la recente visita di Striscia la Notizia nel nostro quartiere, durante la quale è stato visitato un istituto scolastico pronto eppur ancora vuoto. La risposta dell'istituzione municipale, per voce dell'assessore al ramo Baldassarri? "Tutto ciò che era di nostra competenza è stato fatto". Cioè: la colpa non è nostra, ma di altri. Noi abbiamo fatto tutto. Poi chissenefrega se la scuola viene effetivamente aperta!



venerdì 6 aprile 2012

I 7 principi del Bushido e il Credo del Guerriero



Bushido è una parola giapponese composta da bushi (guerriero) e do (via). Letteralmente, quindi, significa Via del Guerriero, ma come ogni parola giapponese (ed, in genere, orientale) ha un significato diverso da come lo intendiamo noi occidentali. Innanzitutto, il Guerriero a cui fa riferimento il bushido non è solo il samurai, o il militare in genere: tutti noi siamo guerrieri, tutti noi combattiamo quotidianamente una guerra (interiori, familiari, sociali, politiche, economiche, culturali), quindi tutti noi possiamo vincere le nostre guerre seguendo la Via del Guerriero.
Il Bushido si compone di sette precetti o principi, trasmessi a noi da un'opera intitolata Hagakure kikigaki ("annotazioni su cose udite all'ombra delle foglie"), meglio nota semplicemente come Hagakure. Autore dell'opera, pubblicata nel 1906 ma redatta due secoli prima, fu Yamamoto Tsunetomo, coadiuvato dal suo discepolo Tashiro Tsuramoto.

義, Gi: Onestà e Giustizia
Sii scrupolosamente onesto nei rapporti con gli altri, credi nella giustizia che proviene non dalle altre persone ma da te stesso. Il vero Samurai non ha incertezze sulla questione dell'onestà e della giustizia. Vi è solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

Questo principio accomuna due valori, l'Onestà e la Giustizia. Non possono essere disgiunti: una giustizia non onesta è iniqua; una onestà non giusta è stupidità o malafede. Viene inoltre evidenziato che la Via del Guerriero conduce a tanti incroci: da una parte c'è ciò che è giusto, dall'altra ciò che è sbagliato. Entrambi sulla stessa strada. Ed il Guerriero deve sapere bene cosa scegliere. In questo, ovviamente, è possibile rintracciare l'influenza del Taoismo, della dottrina dello Yin e Yang, e del Buddismo Zen.


勇, Yu: Eroico Coraggio
Elevati al di sopra delle masse che hanno paura di agire, nascondersi come una tartaruga nel guscio non è vivere. Un Samurai deve possedere un eroico coraggio, ciò è assolutamente rischioso e pericoloso, ciò significa vivere in modo completo, pieno, meraviglioso. L'eroico coraggio non è cieco ma intelligente e forte.

In questo principio viene enunciata la diffidenza che un Guerriero deve avere nei confronti delle masse, pavide per natura. Il Guerriero, quindi, assume i connotati del Risvegliato, dell'Illuminato: l'influenza della dottrina della Bodhisattva è palese. Colui che decide di seguire il Bushido deve elevarsi dalle masse e agire con coraggio e sprezzo del pericolo. Solo così vivrà una esistenza completa. Ovviamente, il coraggio non deve mai sfociare nell'incoscienza: come sempre, bisogna vivere e agire in equilibrio.


仁, Jin: Compassione
L'intenso addestramento rende il samurai svelto e forte. È diverso dagli altri, egli acquisisce un potere che deve essere utilizzato per il bene comune. Possiede compassione, coglie ogni opportunità di essere d'aiuto ai propri simili e se l'opportunità non si presenta egli fa di tutto per trovarne una.

Altro principio fondamentale del Bushido riguarda la capacità del Guerriero di essere utile alla comunità. A cosa serve elevarsi dalle masse, diventare forte e svelto di mano e di pensieri, acquisire un potere notevole, se non si è utili al bene comune? Il Guerriero deve aiutare chi sta peggio di lui, in spirito e in sostanze. C'è sempre modo di essere utili: anche se non sembra, c'è sempre qualcosa da fare e bisogna impegnarsi affinchè sempre ci sia l'opportunità di operare.


礼, Rei: Gentile Cortesia
I Samurai non hanno motivi per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la propria forza. Un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini.

Educazione e Rispetto sono due principi irrinunciabili per l'Uomo che ha deciso di porre la propria vita sulla Via del Guerriero. Se non si ha rispetto per gli altri, anche per i nemici, non si ha rispetto nemmeno per se stessi, e si è alla stregua delle bestie (nel senso peggiore del termine). Inoltre, avere rispetto incute rispetto. Comportiamoci in maniera educata con tutti, e sarà più facile ottenere educazione e rispetto dagli altri.


誠,Makoto o 信,Shin: Completa Sincerità
Quando un Samurai esprime l'intenzione di compiere un'azione, questa è praticamente già compiuta, nulla gli impedirà di portare a termine l'intenzione espressa. Egli non ha bisogno né di "dare la parola" né di promettere. Parlare e agire sono la medesima cosa.

Non serve a nulla perder tempo in discorsi, proclami, minacce: la nostra parola è la nostra azione. Se compiamo atti di giustizia, parleremo di giustizia. Se saremo disciplinati, mostreremo a tutti cosa significa "disciplina". E' inutile parlare di onestà, se poi nei fatti rubiamo. Questo precetto risente evidentemente dell'influenza del Buddismo Zen, che critica la speculazione intellettuale anteponendole l'atto.


名誉, Meiyo: Onore
Vi è un solo giudice dell'onore del Samurai: lui stesso. Le decisioni che prendi e le azioni che ne conseguono sono un riflesso di ciò che sei in realtà. Non puoi nasconderti da te stesso.

Ognuno di noi è consapevole delle proprie azioni. Perciò nè è anche responsabile. Ognuno di noi sa se quell'atto è stato onorevole o disonorevole, giusto o iniquo, necessario o superfluo. Impariamo a conoscerci, a leggerci dentro: è inutile provare a fuggire da noi stessi. Ed è disonorevole, come ogni fuga. Non si fugge mai davanti a nulla e nessuno, soprattutto a se stessi.


忠義, Chugi: Dovere e Lealtà
Per il Samurai compiere un'azione o esprimere qualcosa equivale a diventarne proprietario. Egli ne assume la piena responsabilità, anche per ciò che ne consegue. Il Samurai è immensamente leale verso coloro di cui si prende cura. Egli resta fieramente fedele a coloro di cui è responsabile.

Questo precetto è un compendio del precedente (infatti Onore e Lealtà possono essere considerati quasi sinonimi), ma aggiunge anche un altro principio: il Dovere. Il Guerriero DEVE essere leale, DEVE essere responsabile, DEVE essere fedele alle persone di cui si prende cura. Questo indica che non è una inclinazione naturale dell'Uomo essere leale: lo spirito di conservazione fa tendere spesso verso il disonore e la slealtà, pur di difendere se stessi. Per questo, chi decide di vivere secondo il Bushido ha anche e soprattutto dei doveri. Prima di pensare ai nostri diritti, pensiamo ai nostri doveri.

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In conclusione, dopo i Sette Principi riporto il Credo del Guerriero che osserva il Bushido:

Non ho genitori: faccio del cielo e della terra i miei genitori.

Non ho casa: il Tan T'ien (sorta di centro di gravità fisico, NdA)  e' la mia casa.

Non ho alcun potere divino: faccio dell'onestà il mio potere divino.

Non ho mezzi: faccio della Docilità i miei mezzi.

Non ho potere magico: faccio della personalità il mio magico potere.

Non ho nè vita nè morte: faccio di un "Um" (arte di controllare la respirazione, NdA) la mia vita e la mia morte.

Non ho corpo: faccio dello stoicismo il mio corpo.

Non ho occhi: faccio del lampo i miei occhi.

Non ho orecchie: faccio della sensibilità le mie orecchie.

Non ho membra: faccio della mia prontezza i miei arti.

Non ho leggi: faccio della mia difesa la mia legge.

Non ho strategia: faccio del diritto di uccidere e di ridare vita la mia strategia.

Non ho disegni: faccio della capacità di cogliere l'opportunità il mio disegno.

Non ho miracoli: faccio delle giuste leggi il mio miracolo.

Non ho principi: faccio dell'adattabilità, a tutte le circostanze, il mio principio.

Non ho tattiche: faccio del vuoto e della pienezza la mia tattica.

Non ho talento: faccio della prontezza della mia mente il mio talento.

Non ho amici: io faccio della mia mente il mio amico.

Non ho alcun nemico: faccio dell'avventatezza il mio nemico.

Non ho alcuna armatura: faccio della mia benevolenza la mia armatura.

Non ho castello: faccio della fermezza della mia mente il mio castello.

Non ho spada: faccio della mia mente la mia spada

Idv Lazio: le proteste dei pendolari sono sacrosante!

Dopo alcuni giorni di "pausa", con questo post ricomincio a parlare di politica:


«Le continue proteste che ci arrivano tramite incontri, email e azioni dimostrative da parte degli ormai sfiniti pendolari laziali, sulle loro odissee giornaliere, non possono che avere il nostro massimo sostegno». Lo dichiarano, in una nota, Giovanni Loreto Colagrossi, consigliere regionale dell' Italia dei Valori e Componente Commissione Mobilità della Regione Lazio e Daniele Parrucci, Responsabile Regionale IDV Trasporti. «Non è più accettabile - prosegue Colagrossi - che su linee come la Roma/Tivoli, la Roma-Cassino, la Roma-Viterbo, e non ultima per disagi la Roma-Lido i nostri cittadini laziali, per recarsi sul posto di lavoro o di studio, siano costretti ogni giorno a condizioni di viaggio disumane». «Continui ritardi, - continua Parrucci - numero di treni insufficiente per coprire un bacino d'utenza di migliaia di persone, carrozze chiuse nonostante il sovraffollamento al limite della decenza umana, sporcizia e assenza di bagni praticabili, fanno delle linee sopracitate vere e proprie macchie indelebili per tutta la nostra Regione». «È il momento di dire basta - concludono Colagrossi e Parrucci - assistere e vivere questo disagio ogni giorno è assolutamente intollerabile». Ci rivolgiamo nuovamente all'Assessore Lollobrigida affinché si adoperi quanto prima nel prendere, e nel pretendere, provvedimenti immediati dai vertici di Trenitalia, nel pieno rispetto del Contratto di Servizio stipulato dalle parti.

giovedì 5 aprile 2012

Tre haiku del 5 aprile



Il segreto è
trovare pace
senza provare rabbia.
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Scorre come sangue,
come acqua dal monte,
la mia vita.
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Stai tranquillo:
non puoi sbagliare strada
se segui la Via.