venerdì 31 agosto 2012

Il Sabotatore - num. 9

Il Sabotatore



E' uscito oggi il numero 9 de Il Sabotatore - Bollettino settimanale del Network Autonomo Sabotag. Si torna alle quattro pagine, come prima delle vacanze agostane.
Su questo numero troverete un articolo di Arcadianet in prima pagina sul mondo del lavoro; un articolo e una prosa di Sabotag; l'esordio di un nuovo collaboratore meridionalista, Spartaco, che commenta un indegno articolo apparso su Il Giornale ; una poesia ermetica di Bukowski.

Il link ove leggere l'ultimo numero de Il Sabotatore è
http://www.youblisher.com/p/415315-Il-Sabotatore/

mentre gli altri numeri de Il Sabotatore sono visibili al seguente link:
http://www.youblisher.com/s/il+sabotatore/

Do svidanija

giovedì 30 agosto 2012

Progresso e sviluppo sono incompatibili



Sono decenni, forse secoli, che ci insegnano una legge non scritta: lo sviluppo economico di un popolo è indice del progresso di quel popolo. Tradotto in soldoni: il popolo più ricco è quello più progredito; oppure, più correttamente, possiamo dire che il popolo che ha maggiore sviluppo economico in un dato periodo storico è anche il popolo più progredito.
Prima di smascherare questa fandonia, bisogna mettersi d'accordo sul significato che diamo alle parole. Partiamo da "popolo": lo sviluppo economico di un Sistema sociale equivale allo sviluppo economico del Popolo? Sistema sociale e Popolo sono la stessa cosa?
La risposta non può che essere negativa: Sistema sociale e Popolo non sono la stessa cosa. Il Sistema sociale governa il Popolo, impone a quest'ultimo le leggi e quasi sempre lo fa perché è legittimato dal voto "popolare", ottenuto tramite "libere elezioni" con le più disparate leggi elettorali. Dato che il Popolo elegge i propri governanti, questi hanno la libertà di legiferare perché, qualsiasi legge faranno, sarà fatta per il bene del Popolo. 
Basta analizzare la realtà italiana, spagnola, greca (per rimanere solo alle sedicenti liberaldemocrazie) per rendersi conto di quanto questo rapporto sia sconfessato de facto: i governanti fanno leggi che impoveriscono (economicamente, culturalmente, socialmente, politicamente) il Popolo, e lo fanno solo a salvaguardia del Sistema sociale e dei suoi reggenti/dipendenti, che viceversa tendono ad arricchirsi. 

Dimostrato, quindi, che il Popolo in realtà non ha nessun potere effettivo in questo Sistema sociale, ma che viceversa è il Sistema sociale a condizionare la vita del Popolo, passiamo ad analizzare gli altri termini della Lex non scripta. Parliamo dello "sviluppo" e del "progresso": siamo certi, ad esempio, che il rapporto deficit/pil sia il reale indicatore della salubrità di un popolo, di una comunità, di una società? Se così fosse, basterebbe confrontare la vita di un lavoratore cinese e quella di un lavoratore tedesco per notare che il primo vive meglio del secondo! Invece dal confronto si evince che è esattamente il contrario: maggiore è lo sviluppo economico del Sistema sociale, peggiore è la condizione di vita del Popolo o della Comunità. Per condizione di vita, sia chiaro, non intendiamo la capacità di acquistare cibo, vestiti, apparecchi tecnologici e quant'altro; intendiamo la qualità della vita, la salubrità dell'ambiente, la disponibilità di tempo libero extralavorativo, la vivacità della vita culturale, la capacità di gestire e risolvere problemi quali traffico e rifiuti, l'estensione dei diritti.
Come mai accade ciò? Per un semplicissimo motivo: non esiste un Sistema sociale capace di garantire grandi ricchezze e a tutti. Bisogna scegliere: o avere meno ricchezza economica, ma maggiore ricchezza sociale, culturale, ambientale (in questo caso, la ricchezza economica deve essere distribuita a tutti, generando un diffuso impoverimento economico cui faccia da contraltare una migliore qualità della vita); oppure avere maggior ricchezza economica nelle mani di poche persone, con conseguente diminuzione o perdita delle ricchezze non economiche (in questo caso, chi ha la fortuna o l'arrivismo per entrare nella cosiddetta Casta è salvaguardato mentre le sterminate masse che non entrano in tale Casta vivono in una condizione di impoverimento socioeconomico e culturale).

"Vuoi dire, forse, che economia e progresso sono incompatibili?". No. Voglio dire che "sviluppo economico" e "progresso" sono incompatibili. Sviluppo economico ed economia non sono sinonimi, in quanto una qualsiasi economia non necessariamente deve "svilupparsi" secondo i canoni contemporanei (pil, deficit, debito, sistema bancario, tassi di interesse, profitto, surplus, mercato, ecc...). Il progresso di una Comunità, anzi, si ottiene proprio quando l'economia raggiunge un punto di sviluppo oltre il quale si impoveriscono tutte le altre ricchezze di cui la Comunità ha maggior bisogno.

martedì 28 agosto 2012

La nostra generazione se la passa male



La nostra generazione se la passa male. Non abbiamo i residui di una guerra mondiale sulle spalle, non abbiamo conosciuto la fame e i vestiti passati di fratello in fratello, non abbiamo festeggiato quando c'era la carne a tavola. La nostra generazione, però, se la passa male lo stesso.
Abbiamo i cellulari di ultima generazione e gli indumenti griffati, abbiamo tutti l'automobile e l'impianto stereo, abbiamo la possibilità di informarci in tempo reale e gratis, abbiamo gli effetti speciali al cinema e anche gli occhialini 3D. Eppure la nostra generazione se la passa male.
Abbiamo la possibilità di viaggiare, girare l'Europa con l'interrail o con i voli low cost, visitare luoghi che i nostri genitori vedevano solo in viaggio di nozze, e i nostri nonni in qualche cartolina di parenti emigrati. La nostra generazione, intanto, se la passa male lo stesso.
Abbiamo conosciuto la neve sotto uno snowboard d'inverno nonostante fossimo nati in paesi di mare. Abbiamo mangiato talmente tanto che tutti siamo a dieta. Abbiamo gli abbonamenti in palestra e spendiamo fette dei nostri stipendi in prodotti di bellezza. Abbiamo i centri commerciali in cui fa caldo d'inverno e si sta freschi d'estate, dove possiamo comprare tutto ciò che ci serve senza preoccuparci del parcheggio dell'auto o delle nuvole grigie che, all'orizzonte, minacciano pioggia.
Eppure, la nostra generazione se la passa male. Lavori precari e sottopagati. Diritti ridotti o inesistenti. Prospettive di costruire una famiglia pari a zero. Traffico e inquinamento aumentati in maniera proporzionale al costo della benzina. Servizi sociali e sanitari insufficienti. Monopolio culturale del pensiero unico. Partito unico benpensante moderato liberista. Anche la musica dura è diventata abbastanza morbida da piacere ai figli di papà. Anche le rivoluzioni si organizzano su facebook, e i rivoluzionari si limitano a mettere "mi piace".

A volte mi guardo intorno alla ricerca di una risposta alla domanda: perché ce la passiamo così male? E non riesco a darmi una risposta che non sia un'altra domanda:
Abbiamo lottato?

Do svidanija

lunedì 27 agosto 2012

Stasera ci vorrebbe proprio...



Stasera ci vorrebbe proprio una bella cenetta sostanziosa. Di quelle che l'indomani non ti metti sulla bilancia perché tanto sai che è inutile. Sputerà un numero a tre cifre e tu potresti incazzarti. Mai incazzarsi la mattina e la sera prima di mettersi a letto. Mai.
Stasera ci vorrebbe una bella birretta. Dopo la scorpacciata di calcio del week end appena trascorso, ci vorrebbe un bel film cazzuto. Magari un action movie o una fiction dai colori obliqui tendenti allo scuro. Uno di quei film che vedi con tua moglie e che commenti duro mentre dondoli tuo figlio che se ne strafotte di chi ha voluto Aldo Moro morto, lui vuole solo le coccole dalle tue braccia.
Stasera ci vorrebbe un alito di vento che ti rinfreschi mentre stai fuori al balcone on pantaloncini e t-shirt. Una leggera brezza di tarda estate. Perché l'estate sta finendo, un anno se ne va, eccetera eccetera ci siamo capiti.
Stasera ci vorrebbe una serata dai ritmi sincopati. Momenti adagio con sprazzi e spruzzi di andante e/o allegro. Qualche assolo di chitarra sopra una ritmica ben strutturata, indie.

Stasera vorrei addormentarmi e sognare di vivere da un altra parte con la mia famiglia.

Do svidanija

domenica 26 agosto 2012

Burzum - Lost Wisdom



Mi autodenuncio: sono un fascista del web!

Il segretario del Partito Democristiano ha dichiarato che "i fascisti del web" sono quelli che accusano i sedicenti democratici di essere zombie, asserviti ai poteri forti, incapaci di essere alternativi alla destra, con la quale viceversa fanno inciuci a rotta di collo. I fascisti del web usano un linguaggio scurrile, offensivo, tipico dei fascisti mussoliniani e delle squadre d'azione. "Vengano a dircelo in faccia!", urla Bersani dal palco della Festa del Pd (la possiamo ancora chiamare "Festa dell'Unità" o fa troppo comunista?).
Bene. Mi autodenuncio: sono un fascista del web. Se Bersani vuole che gli dica queste cose in faccia, gli chiedo cortesemente dove e quando possiamo incontrarci. Nel suo ufficio a Montecitorio, in una piazza qualunque. Chiedo solo una cortesia: che vi siano i testimoni. Vorrei televisioni, cellulari, ipad e roba varia. Perchè tutti devono sapere che si, lui è uno zombie, il suo partito è - nei vertici, non nella base - connivente con le destre liberiste che tanti sfaceli hanno creato in Italia e in Europa, che il Pd amministra spesso male i territori che governa, che molti dirigenti del PD sono inquisiti per affari loschi, che l'alleanza con Casini, ex alleato con Berlusconi, è un inciucio vero e proprio, che Napolitano non può essere difeso a prescindere.
E' probabile che Bersani, nel suo delirio, si riferisse a Di Pietro e, soprattutto, a Beppe Grillo. Il comico genovese, infatti, è "colpevole" di non scendere nell'agone politico e di non partecipare agli sterili dibattiti tra Pd e Pdl (che appoggiano lo stesso governo, sia chiaro), ma nella sua torre d'avorio 2.0 pontifica e critica a destra e a manca. O meglio, a destra e a destra, dato che il PD ha ufficialmente abbandonato il campo della sinistra visto che ha sostenuto i più "destri" provvedimenti del governo bocconiano di Monti.
E' paradossale questa Italia: chi sta più a sinistra del Pd è un fascista, seppure solo del web.
A posto così.
Do svidanija

sabato 25 agosto 2012

Comincia il campionato

                                                JUVENTUS - MILAN - INTER
 
 
Oggi alle 18 prenderà ufficialmente il via il campionato di calcio. Meno stelle, squalifiche e processi per combine e calcio scommesse: questo è il nostro campionato. Ma va bene così, questo ci meritiamo. Abbiamo tolto il marcio dal calcio, no? Quei pericolosi ultras che rovinavano il giuoco del pallone? E adesso vedete come è bello il calcio italiano, con gli stadi semivuoti, il caro biglietti, le trasferte vietate, i calciatori che si vendono le partite, i procuratori che si vendono i giocatori, gli arbitri che aggiustano quando si deve!
L'antipasto di Pechino è stato paradigmatico. I ladri che, dopo anni di vittimismo, dicono di aver vinto meritatamente una partita che TUTTO IL MONDO ha considerato decisa dalle decisioni arbitrali. E se uno protesta... beh, è un piagnone, non sa perdere, addirittura non si presenta alla premiazione, e dove è andato a finire lo spirito olimpico?
Bene, lo chiediamo a voi: dove è finito lo spirito olimpico? Perchè non ci risulta che alle olimpiadi si dica: "io ho vinto più medaglie d'oro di quelle registrate negli annali" oppure "se il giudice squalifica il mio allenatore bisogna cambiare la giustizia sportiva".
 
Non parliamo solo di Juve, però. Perchè il Potere del calcio sta anche a Milano, dove Milan e Inter in questi anni hanno goduto della crisi della nobile decaduta juventina per mettere nei posti che contano (Federazione e Lega) i loro uomini fidati. Va altresì evitata e respinta la malattia di cui pare affetto Zeman, il "di nuovo" allenatore della Roma: non passa giorno senza che il boemo non lanci una frecciatina, o magari uno scoglio, all'odiata Juve. Ok, mister, abbiamo capito! Ora pensa ad allenare e a vincere qualcosa con una squadra che, a detta di tutti, è inferiore forse alla sola compagine bianconera.
 
Sul Napoli, che dire? Il sogno infranto a Pechino della doppietta copp-supercoppa ha fatto sicuramente male. Il problema è che De Laurentis, dopo la solita sparata in occasione dei calendari, ha pensato bene di vendere Lavezzi e Gargano e rimpiazzarli con qualche scarto della Fiorentina e un venditore ambulante marocchino di Brescia. Stiamo scherzando, sia chiaro: probabilmente i giocatori acquistati saranno delle sorprese. Il punto, però, è proprio questo: servono certezze, non sorprese, se si vuole puntare ai primi tre posti (che significano Coppa dei Campioni). E di certezze, questo Napoli, ne offre poche.
 
Bene la Fiorentina, autrice di un grande mercato, e rimangono outsider la Lazio (che non ha comprato nessuno) e l'Udinese (che ogni anno vende i pezzi grossi, ma forse stavolta hanno esagerato). Il resto è merdaccia, più o meno. Nota per il Pescara, che si candida a retrocedere matematicamente già a Marzo. Riusciranno nella titanica impresa? C'è da scommetterci, direbbe Buffon.
 
 

venerdì 24 agosto 2012

Il Sabotatore - num. 8

Il Sabotatore


E' uscito oggi il numero 8 de Il Sabotatore - Bollettino settimanale del Network Autonomo Sabotag, ancora di sole 3 pagine come accaduto in tutto agosto..
Su questo numero troverete un articolo di Arcadianet sulla questione dell'Ilva di Taranto e sulla necessità della socializzazione; una prosa di Sabotag; un articolo di Greenpeace sulla campagna Save The Arctic; una poesia ermetica di Sabotag.

Il link ove leggere l'ultimo numero de Il Sabotatore è
http://www.youblisher.com/p/410332-Il-Sabotatore/

mentre gli altri numeri de Il Sabotatore sono visibili al seguente link:
http://www.youblisher.com/s/il+sabotatore/

Do svidanija

Due giorni



Non ho aggiornato il blog per due giorni. Non avevo la forza di farlo.
Martedì sera ho saputo che un mio amico non c'è più. Si è sparato con una pistola e l'ha fatta finita. Perché? Non lo so. Non mi interessa. Ormai non si può fare più niente. Forse bisognava chiedersi "perché" prima che accadesse l'irreparabile. Non so. Sono confuso.
Lo conoscevo da quando eravamo entrambi piccolissimi. Suo padre, noto dottore, mi ha fatto nascere. Negli ultimi anni eravamo soliti incontrarci in qualche bar cittadino e non mancava mai occasione di berci una birra ghiacciata insieme.
Sono stati momenti duri. Apprendere queste notizie ti fanno rimanere senza voce. Non senza parole, e questo è peggio. Hai tante parole da dire, da urlare... ma non hai la voce per farle uscire. Sei muto nel tuo dolore, nella tua rabbia.

Ho una fortuna. Ho una moglie e un figlio che riescono a riempirmi la vita di tante emozioni. Appena c'è un vuoto, loro lo riempiono. E non danno tempo al vuoto di corrodermi. 
Li ringrazio. Perché l'amore non è mai scontato. Non è mai un diritto acquisito.

Ora va meglio.
Do svidanija.

martedì 21 agosto 2012

La rivoluzione? E' un giro di blues

Il mio limite sono Io.


Ci dicevano che l'Uomo non poteva volare. (parapendio)

Ci dicevano che l'Uomo non poteva raggiungere certe profondità. (apnea)

Ci dicevano che il vento era incontrollabile. (kite)

Ci dicevano che i flutti ci avrebbero ucciso. (Kayak)

Ci dicevano che certe vette ci erano precluse. (Yosemiti)

Ogni volta che ci hanno detto: "Questo non si può fare"

noi l'abbiamo fatto.

Il mio limite sono io.








lunedì 20 agosto 2012

Il volo dell'Angelo

Ci sono cose che devono essere provate, vissute almeno una volta nella vita. "Il volo dell'Angelo" è una di queste. In Lucania, tra i paesi di Castelmezzano e Pietrapertosa, c'è un filo d'acciaio a cui vengono attaccati esseri umani lanciati a velocità che oscillano tra i 110 e i 120 km/h. Sotto di loro, il vuoto. 
Una attrazione unica in Europa, sia per l'altezza che per le velocità raggiunte. E ce l'abbiamo qui, nel profondo sud brigante.
I prezzi? 35 euro nei giorni feriali, 40 nei giorni festivi. La cifra comprende due voli (uno da Castelmezzano, uno da Pietrapertosa) e il servizio di navetta per i trasferimenti.

Ecco a voi un video che ho pescato su youtube:

http://www.volodellangelo.com/index.asp

Appena ci andrò, vi farò sapere e posterò foto e video!

Un ricordo per Tony Scott



Si è buttato da un ponte dell'amata e odiata Los Angeles. Così il regista Tony Scott, fratello dell'altrettanto famoso Ridley, ha deciso di porre fine alla sua vita. 68 anni, ha lasciato un biglietto nel suo ufficio in cui testimoniava l'intenzione di volersi suicidare. Le motivazioni, se ci sono, non sono state rese note.
Lascia una moglie, due figli, ed una serie di progetti cinematografici che avrebbero certamente accresciuto la sua già importante filmografia. Eh si, perchè Tony Scott è stato il regista di Top Gun e Giorni di Tuono, due adrenalinici film che hanno consegnato alla gloria imperitura un attore come Tom Cruise. E come dimenticare il geniale e pazzoide Deja vù, oppure i mozzafiato Pehlam 123 e Unstoppable, tutti con Denzel Washington?
Per i non addetti ai lavori, Tony Scott è stato semplicemente il regista di alcuni film campioni di incassi; per i più esperti, il regista originario dell'Inghilterra aveva un taglio da documentarista di razza a cui aveva aggiunto un tocco d'autore, specie nell'uso della fotografia e del montaggio. 

Per me Tony Scott è stato uno dei registi più importanti per la mia crescita culturale e artistica, sia perché ha realizzato film che ho amato ed amo tutt'ora, sia perché la sua capacità di stare sempre un passo dietro, senza imporre una visione autorale del ruolo del regista, tipica di altri grandi come Kubrick e Tarantino.


domenica 19 agosto 2012

Black Label Society- Bleed For Me



This grave of life I give to you
And all what was you know it's true
Realms of fear they speak the truth
What has passed I hand to you

Bleed for me, I've bled for you
Embrace me child, I'll see you through
Bleed for me, I've bled for you
Embrace me child, I'll see you through
I'll see you

I'll dig the hole, and bow my head
To see you smile, I wish my death
Realms of fear they speak the truth
What has passed I hand to you

Bleed for me, I've bled for you
Embrace me child, I'll see you through
Bleed for me, I've bled for you
Embrace me child, I'll see you through
I'll see you

Bleed for me, I've bled for you
Embrace me child, I'll see you through
Bleed for me, I've bled for you
Embrace me child, I'll see you through
I'll see you

Ti sei alzato stamattina




Ti sei alzato stamattina e schiattavi di caldo. Il letto era inzuppato, ma non ti eri pisciato addosso. Sudore del cazzo che manco un ventilatore sparato in faccia è riuscito ad attenuare.
Se sei fortunato ti sei catapultato al mare o in piscina, magari con la tua famiglia o col partner. Se sei meno fortunato, stai a casa o in giro in qualche outlet di provincia a cercare il colpo dell'estate oppure sei imprigionato in qualche mega centro commerciale con aria condizionata e fila ai punti di ristoro. Se sei sfortunato, stai buttando il sangue a lavorare.

Ti sei alzato stamattina con la voglia di non avere voglia. Magari lasciarti vivere per una giornata senza pensare a un beneamato. Oppure ti sei alzato con la voglia di realizzare ciò che avevi organizzato e preparato nei minimi dettagli. Avevi un progetto per oggi? Va realizzato.

Ti sei alzato stamattina e non hai minimamente pensato a chi non si è alzato o a chi non si è ancora disteso. Ed è giusto così. Il mondo è infame ma tu non puoi fare un cazzo per migliorarlo. Fai ciò che puoi e nel tuo piccolo stai nel giusto quasi sempre, stai al posto tuo e continui la tua vita tranquilla. Paghi le tasse maledicendo il governo che te le chiede senza darti un cazzo in cambio e magari pensi a come evadere qualche piccola sommetta. Roba di poco, tipo il canone rai. E' uno stronzo chi lo paga, si sa. Allora meglio non pagarlo, o pagarlo senza dirlo in giro. Bisogna vergognarsi di pagare il canone rai, giusto?

Ti sei alzato stamattina ed hai potuto accendere il tuo televisore e sentire le stesse notizie in tutti i telegiornali. Una capatina ai canali sportivi non può mancare. Magari anche un po' di zapping tra le stazioni radio più cool: passano tutte gli stessi pezzi, ma cazzo bisogna conoscere il trend musicale del momento, no? Sennò sei out!

Ti sei alzato stamattina ed hai fatto esattamente ciò che ci si aspetta che tu faccia.
Ed ora ripeti insieme a me: "Sono libero. Sono libero".

Do svidanija

sabato 18 agosto 2012

Alla ricerca della musica che nasce nei pub



E' con grande piacere che apprendo che Jovanotti, al secolo Lorenzo Cherubini, di professione "cantante" (e le virgolette sono obbligatorie, vista la voce che si ritrova), passerà tutto l'inverno negli USA alla ricerca delle radici umili della musica. Non sono un fan di Jovanotti, che apprezzo più come paroliere che come musicista o cantante, però mi piace il suo eclettismo, la sua capacità di mettersi in discussione e provare sempre a percorrere sentieri nuovi.
Si sa che la musica, in America, non è nata negli stadi, men che meno nelle trasmissioni televisive: è nata nei pub, nei bar, nei locali, nelle palestre scolastiche. Nirvana, Led Zeppelin, Bob Dylan, The Ramones: tutti hanno avuto umili origini, e i pub in cui mossero i primi passi sono ancora lì, nella maggior parte dei casi. E che dire del rap? Prima che gentaglia come Snoopy Dogg lo trasformasse in un fenomeno da baraccone, tutto lustrini, pellicce, troie sculettanti e macchinoni, il rap era davvero "la voce della strada", come ci ricorda il più grande rapper degli ultimi 15 anni, che per puro caso è un bianco (Eminem). E Jovanotti, è bene ricordarlo, proviene proprio dal mondo del rap, magari maccheronico come gli 80's italici, ma pur sempre rap!

Buon viaggio, Lorenzo. Che tu possa tornare migliore di come parti. Musicalmente parlando, s'intende.


Per lo Stato... per la Magistratura...

venerdì 17 agosto 2012

Il Sabotatore - num. 7

Il Sabotatore



Come ogni venerdì, è uscito oggi il numero 7 de Il Sabotatore - Bollettino settimanale del Network Autonomo Sabotag.
Su questo numero troverete un articolo di Arcadianet sulla questione dell'Ilva di Taranto e dell'impossibilità di un capitalismo etico; una riflessione di Sabotag sulle olimpiadi londinesi; un articolo sui politici che pagavano una emittente locale per farsi intervistare; uno splendido haiku di Wu Xuantao.

Il link ove leggere l'ultimo numero de Il Sabotatore è
http://www.youblisher.com/p/405647-Il-Sabotatore/

mentre gli altri numeri de Il Sabotatore sono visibili al seguente link:
http://www.youblisher.com/s/il+sabotatore/

Do svidanija

mercoledì 15 agosto 2012

Tragedia permanente tarantina




Prima o poi ci vorrà un'analisi a freddo sulle modalità di formazione della decisione della procura pugliese che portato al sequestro dell'area a caldo dell'Ilva. Non sull'aspetto ambientale che sembra proprio ineccepibile. Perchè 1650 morti l'anno nell'area tarantina e 91 nei due quartieri a ridosso dell'Ilva, come da perizia ordinata dal tribunale di Taranto, richiedono come minimo il sequestro dello stabilimento. L'analisi va portata al livello delle modalità di pensiero e di funzionamento di uffici giudiziari che, nel momento di cui emettono ordinanze del genere, tagliano un nodo strategico dell'acciaio italiano e si mettono contro regione, governo, sindacati, confindustria e media (es.Repubblica edizione domenicale è un inno al gruppo Riva formato notizia). Ma per adesso fermiamoci ad altro: di fronte ad una strage di queste proporzioni (oltre 11.000 morti causati in sette anni, sempre da perizia) si può prendere sul serio chi parla di sentenza strumentalizzata da settori "violenti" dell'ambientalismo (Vendola sul manifesto)? Taranto è la Bhopal italiana, questo le narrazioni di Vendola non lo cancellano.
Si può prendere sul serio un sindacato, la Fiom, che non combatte per un epocale piano di risanamento (perchè quello ci vorrebbe) oppure per la chiusura e l'avvio di un nuovo modello di sviluppo sul territorio tarantino?
Eppure il sindacato avrebbe tutto da guadagnare come elemento propulsore di una di queste due politiche. Se si trattasse di un sindacato, appunto.
Si comprende, proprio da questi tragici fatti, cosa siano i soggetti politici e sindacali come quelli rappresentati da Vendola o Landini. Reti di gestione di quote di rappresentanza, politica e sindacale, che hanno trovato collocazione entro istituzioni od economie nei quali, di fatto, possono o sanno fare molto poco (e dire anche cose fuori dal mondo). Nella tragedia, anzi nella strage, questo ruolo non è insufficiente: è patetico. Eppure le strade alternative ci sarebbero. Ad esempio quella di una ristrutturazione dell'acciaieria tarantina modello Linz

http://www.tarantosociale.org/tarantosociale/docs/2906.pdf

oppure, al contrario, quella di una uscita completa dal settore industria pesante sfruttando le leve della fiscalità e la concezione di un modello di sviluppo. Su questo genere di politiche segnaliamo

http://www.mfe2.it/cagliari/documenti/Tasse_ambientali_Grimaldi.htm

Invece, niente di tutto questo. Anche perchè per arrivare oggi, nell’emergenza, a proporre una di queste politiche non bastano certo le opinioni: ci vogliono anni di lavoro politico, scientifico, territoriale. Radicamento vero, non comitati elettorali per le primarie, confondendo i concorsi a premi con la politica, o affermazioni del tipo "siamo in ritardo" come fa sempre la Fiom quando fa finta di ammettere i propri errori per poi ricominciare come prima.
Il presidente della puglia e la Fiom così rimangono impiccati all'Ilva, alla strategia di far riconsegnare la fabbrica al rappresentante Ilva Ferrante (ex prefetto, ex candidato sindaco Pd a Milano nel 2006). E il Pd, mentre attacca la magistratura di Taranto assieme al Pdl, depista. Parla per bocca di Fassina (un nome,un refuso) di "piani dell'Ilva per il risanamento che erano già pronti". Sono piani che non ha visto nessuno ma qualcosa agli elettori, soprattutto non di Taranto, bisogna raccontare.
La drammatica vicenda, ormai s'è capito, non finirà qui. Intanto, pubblichiamo, dall'edizione domenicale del manifesto, l'intervista al portavoce del comitato tarantino "liberi e pensanti". Il comitato che ha sostenuto la contestazione alla manifestazione di Cgil-Cisl-Uil sdraiata sulle ragioni dell'Ilva, sul cui palco non avrebbero dovuto parlare comitati o voci dissidenti. I tarantini, invece, la voce se la sono ripresa da soli.

SenzaSoste

martedì 14 agosto 2012

Pontelandolfo e Casalduni




di Angelo Forgione

Il 14 agosto 1861, meno di un anno dopo l’ingresso di Garibaldi a Napoli, per vendicare una quarantina di soldati uccisi dai “briganti” e dal popolo che non accettavano l’invasione piemontese e che si erano ribellati ai soprusi, l’esercito di Vittorio Emanuele II massacrò migliaia di  inermi e rase al suolo due paesi del Beneventano: Pontelandolfo e Casalduni.
«Di Pontelandolfo e Casalduni non rimanga pietra su pietra». Così il vile generale Cialdini, Luogotenente del re, diede ordine ai suoi subalterni. Il colonnello Pier Eleonoro Negri e il maggiore Melegari, che comandavano due reparti diretti forti di 900 uomini rispettivamente a Pontelandolfo e a Casalduni, eseguirono l’ordine con grande diligenza e soddisfazione. «Ieri all’alba giustizia fu fatta contro Pontelandolfo e Casalduni. Essi bruciano ancora». Così Cialdini telegrafò il giorno dopo l’eccidio al ministro della guerra piemontese, orgoglioso del massacro avvenuto.
Questo fu il racconto scritto dal bersagliere Carlo Margolfo che partecipò all’eccidio di Pontelandolfo: «Al mattino del giorno 14 riceviamo l’ordine superiore di entrare a Pontelandolfo, fucilare gli abitanti, meno le donne e gli infermi (ma molte donne perirono) ed incendiarlo. Entrammo nel paese, subito abbiamo incominciato a fucilare i preti e gli uomini, quanti capitava; indi il soldato saccheggiava, ed infine ne abbiamo dato l’incendio al paese. Non si poteva stare d’intorno per il gran calore, e quale rumore facevano quei poveri diavoli cui la sorte era di morire abbrustoliti o sotto le rovine delle case. Noi invece durante l’incendio avevamo di tutto: pollastri, pane, vino e capponi, niente mancava… Casalduni fu l’obiettivo del maggiore Melegari. I pochi che erano rimasti si chiusero in casa, ed i bersaglieri corsero per vie e vicoli, sfondarono le porte. Chi usciva di casa veniva colpito con le baionette, chi scappava veniva preso a fucilate. Furono tre ore di fuoco, dalle case venivano portate fuori le cose migliori, i bersaglieri ne riempivano gli zaini, il fuoco crepitava».
Migliaia di morti civili per vendicare quaranta invasori militari armati, in spregio alle norme internazionali, metodi da SS naziste. Quei protagonisti armati oggi sarebbero processati dai tribunali internazionali per crimini di guerra e invasione di uno Stato legittimo senza dichiarazione di guerra e invece godono di ogni onore nella toponomastica e nei monumenti d’Italia. A Pontelandolfo c’è invece un monumento in bronzo in memoria delle vittime dell’eccidio del 14 Agosto e una piazza dedicata a Concetta Biondi, una ragazzina sedicenne brutalmente violentata dalla soldataglia piemontese davanti agli occhi del padre, tra vili risate che anticiparono il colpo letale di bajonetta. Nicola Biondi, contadino di sessant’anni, era legato ad un palo della stalla mentre dieci bersaglieri denudano la figlia violentandola a turno. Dopo un’ora la ragazza, sanguinante, svenne per la vergogna e per il dolore; fu freddata dal bersagliere che la stava violentando in quel momento, indispettito nel vedere quel corpo esanime proprio quando toccava a lui. Il padre della ragazza fu ucciso mentre, in preda all’ira, cercava di liberarsi dalla fune. Nella casa accanto, un tale Santopietro con il figlio in braccio scappava, fu bloccato, gli fu strappato il bambino dalle mani e fu ucciso. Anche la moglie fu violentata davanti agli occhi del piccolo e poi freddata. Quel bambino, sopravvissuto, non dimenticò mai e si arruolò volontariamente nell’esercito austriaco contro i piemontesi.
Era l’alba e la gente dormiva quando ai due paesi fu dato fuoco, tra urla, lamenti strazianti e pianti di donne e bambini. I bersaglieri avevano posto delle fascine di paglia agli ingressi delle stalle già piene di fieno e così ci volle poco perchè l’inferno divenisse realtà. Il colonnello Negri gridò: “Li voglio tutti morti! Sono tutti contadini, briganti e nemici dei Savoia, nemici del Piemonte, dei bersaglieri e del mondo. Morte ai cafoni, morte a questi terroni figli di puttana, non voglio testimoni, diremo che sono stati i briganti”. Si trattava di pulizia etnica.
Qualche mese prima era stata rasa al suolo la “fedelissima” Gaeta tanto cara ai Borbone e al Papa e altri furono i paesi del Sud che furono piegati con la forza. Fu così che il Piemonte portò il tricolore e le sue esigenze di cassa nel territorio meridionale. Fosse Ardeatine e Foibe meritano commemorazioni e pagine di libri di storia scolastici, il massacro di Pontelandolfo e Casalduni no. Il presidente del comitato per le celebrazioni di “Italia 150″ Giuliano Amato si è recato il 14 Agosto del 2011 a Pontelandolfo per porgere le scuse dell’Italia ai cittadini della “città martire”. Troppo poco, troppo silenzioso; le scuse andavano chieste dal Presidente della Repubblica sulla ribalta nazionale e con una solenne commemorazione resa annuale come quella per gli eccidi nazisti e slavi che avrebbe dovuto rendere noti a tutti gli italiani tutti gli scheletri nell’armadio che si continuano a nascondere. Compito che tocca a chi sa, dal basso.

lunedì 13 agosto 2012

Sulle Olimpiadi



Non voglio fare la solita e retorica disquisizione sui cosiddetti "sport minori" che hanno regalato alla sedicente Italia più medaglie e più emozioni degli sport più blasonati. Ci pensano già i soliti benpensanti a ricordare i veri sportivi, salvo poi dimenticarsene domani. Perché domani c'è il calciomercato, e il pallone - si sa - è lo sport nazionale.
Queste olimpiadi mi sono piaciute molto. A partire dalla splendida cerimonia inaugurale, c'è stato un susseguirsi di emozioni davvero importanti. Le personalissime gufate contro la Pellegrini e la Vezzali sono andate a segno: la veneta, soprannominata scherzosamente "la zoccola della vasca", è stata semplicemente ridicola; la jesina, simpatica quanto una supposta di peperoncino, ha perso la semifinale del fioretto individuale, non riuscendo quindi a confermarsi se non nella gara a squadre.
E' stata una olimpiade al femminile! Sia gli Usa, sia la Cina (rispettivamente prima e seconda nel medagliere) hanno ottenuto più medaglie dalle donne che dagli uomini. Inoltre, per la prima volta nella storia, tutte le nazionali avevano almeno una atleta donna.

Sono stato felice per i risultati, altissimi, raggiunti dagli atleti meridionali. Noto con piacere che gli stessi sono stati protagonisti in sport di lotta, di combattimento: il judo, la boxe e il taekwondo. Sarà un caso? Non credo. In realtà sociali in cui c'è tanta rabbia e poca possibilità di canalizzarla in qualcosa di positivo, è probabile che si raggiungano grandi risultati in sport che alla base hanno grinta, rispetto, sacrificio, onore. 
E sono stato felice per quel guascone di Bolt, capace di diventare leggenda senza mai perdere il sorriso e la voglia di divertirsi e divertire. Può sembrare talvolta eccessivo o spaccone, un po' come il "Labbro di Marcianise", Clemente Russo: in realtà credo che siano aspetti della personalità di ognuno. C'è chi è più equilibrato e chi è più espansivo, ma la sostanza non cambia se hai talento. E di talento, in queste olimpiadi, se n'è visto tanto.

Do svidanija

sabato 4 agosto 2012

Ferie agostane

Ebbene si. Una settimana sola, ma me la faccio volentieri.
Ci si rivede su questi lidi lunedì 13 agosto.

Do svidanija

venerdì 3 agosto 2012

Oggi è stata una giornata dura



Oggi è stata una giornata dura. Una di quelle che ti fanno pensare molto. A quanto ti affanni quotidianamente per far andare le cose lisce. Per poi scoprire che non dipende assolutamente da te.

Oggi è stata una giornata dura, cominciata quando il sole ancora non albeggiava. Tutto di fretta ma l'orologio è sempre più veloce. Salti a destra, strisci a manca, volteggi sopra: niente da fare. Sempre in ritardo.
Ma in ritardo per cosa? Per migliorare la comunità in cui vivo? No, per continuare a produrre soldi per il mio padrone. Se va bene, lui si arricchirà. Se va male, io perderò il lavoro. E lo stesso è per te. Per voi. Per noi.

Oggi è stata una giornata dura. Ce ne sono state altre e ce ne saranno altre. In genere, di fronte ad una giornata dura, uno non può né deve rimanere impassibile. Immutabile. Uguale a ieri. No, non è possibile rimanere uguali a ieri o far finta di niente, quando si odiano l'indifferenza e gli indifferenti.

Cosa sono? Non è la domanda giusta. Non sono una "cosa". Una pedina, un tassello, un numero, un codice a barre, uno sconto al supermercato, un'offerta in saldi. Sono una persona. La domanda giusta è: Chi sono? 

Spesso non sappiamo dare una risposta alle domande che ci poniamo.
Probabilmente perché sbagliamo domanda.

Oggi è stata una giornata dura. Il sole sta tramontando e, con lui, la delusione. La rabbia. La noia. Cambierà qualcosa domani? Non il mondo. Di certo. Quello non cambia mai. Chi vuole successo, leccherà i piedi o farà i pompini al potente di turno. Chi rifugge il successo, rischiando anche di passare per fallito, continuerà a stare in un angolo. Anche se tutti sono in cerchio.

Io no. Io mi sottraggo al gioco. Fuggo? No di certo. Baricentro basso, gambe piegate, guardia alta. Pronto ad incassare e pronto a reagire. Se mi mettete ko, starò al tappeto per un po'. Il tempo di riprendere fiato e di recuperare energie. Poi risorgerò. 

Sono un grande incassatore. Occhio al mio montante.

Do svidanja.

Il Sabotatore - num. 6

Il Sabotatore


Come ogni venerdì, è uscito oggi il numero 6 de Il Sabotatore - bollettino settimanale del Network Autonomo Sabotag.

Il link ove leggere l'ultimo numero de Il Sabotatore è 

mentre gli altri numeri de Il Sabotatore sono visibili al seguente link:

Venerdì prossimo Il Sabotatore non uscirà, causa piccola vacanza agostana.
Ci si rivede venerdì 17 agosto.

Do svidanija

Di Pietro a Il Fatto: "Non scodinzolo per il PD"



Pubblico l'intervista che Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori, ha rilasciato a Il Fatto Quotidiano:

Di Pietro, che è successo?
Non lo so, so solo che noi oggi abbiamo fatto qualcosa di concreto e che qualcuno le chiama “derive”.

Vendola dice che lei di lavoro fa il polemista.
Io la chiamo politica. E il nostro non è un partito ipocrita: ieri Bersani ha presentato 10 punti programmatici. Sono anche i nostri. Ma mi domando come faccia poi a votare la fiducia a provvedimenti di Monti che dicono il contrario.

Anche Vendola alla fine ha dovuto frenare i toni.
La loro fregatura è la Rete. Nel giro di un quarto d’ora ha dovuto fare retromarcia. Alla fine della fiera SeL non potrà mai accettare di stare con l’Udc. Mi rifiuto di pensare che al mio posto, nella foto di Vasto, ci sia la faccia di Casini.

Un mese fa eravate insieme, in conferenza stampa, a dare l’ultimatum al Pd. Quanto è pesata la sua polemica con il Quirinale sulla trattativa nell’allontanamento di Vendola?
Ci hanno considerato irrispettosi solo perché informiamo i cittadini su una inopportunità, una bruttura, un comportamento che non ci piace. Abbiamo criticato il Capo dello Stato perché sollevando il conflitto di attribuzione su una vicenda così delicata ci ha delusi. Darci dei reietti, dei populisti, dei demagoghi è una furbata del sistema di potere. Se ci sono soggetti di cui non si può parlare vuol dire che siamo in una democrazia a scartamento ridotto.

Dicono che siete voi a mettervi fuori dal gioco democratico quando criticate le istituzioni.
Noi siamo l’unica alternativa al compromesso. Io mi appello agli elettori e al fronte dei non allineati: ci sono momenti in cui è necessario unire le forze per sconfiggere un nemico. Oggi il nemico della democrazia è il consociativismo falso e ipocrita che vogliono far proseguire nella prossima legislatura.

Ma chi c’è in questo fronte dei non allineati?
Se mi rivolgo a qualcuno in particolare poi domani c’è sicuramente qualcuno che dice no, noi non ci stiamo. Io mi rivolgo a tutti quelli che in privato mi dicono che faccio bene a dire basta alle fiducie, e poi in pubblico mi danno del polemico .

Il Pd però con voi ha chiuso. Ieri Bersani ha ripetuto che “avete preso un’altra strada”.
Loro vorrebbero che non esistesse un partito come il nostro che li richiama alle loro responsabilità.

La legge elettorale vi penalizzerà?
La sola idea che il fronte dei non allineati potesse mettersi insieme li ha fatti morire di paura. Hanno bisogno di una legge elettorale che fermi il voto di protesta. Ma non ce la faranno, sono disperati, siamo noi che potremmo buttarli fuori.

Grillo però con voi non vuole venire..
Capisco che vogliano stare da soli e sono contento che arrivino in Parlamento.

Dunque come si fa?
Io dico che se abbiamo coraggio, li possiamo sconfiggere. Non si veda in me il partito dello sfascio. Anche quando metto a nudo il Re Pd, cerco di convincere i suoi elettori che i dirigenti non possono predicare bene e razzolare male. In questo momento è questo il voto utile.

Eppure anche nel suo partito non tutti condividono la linea. Ieri il capogruppo Massimo Donadi è arrivato a parlare dell’ipotesi di un congresso.
Viva la democrazia. Ma Donadi è uno, il partito nella sua totalità è un altro. Comunque rispettiamo chi pensa che dovremmo dire sì al Pd come cagnolini scodinzolanti.

Spara a zero anche stavolta. Proprio quello di cui l’accusa un altro Idv, Elio Lannutti.
Lo abbiamo candidato come indipendente. Non gli abbiamo chiesto di iscriversi né di votare compatto con il gruppo. Dove sarebbe questo partito che non accetta discussioni al proprio interno?

Sabato c’è la tradizionale festa a casa sua, a Montenero di Bisaccia. Intorno, però, è cambiato tutto. Pentito di qualcosa?
Sono sempre lo stesso. Rifarei tutto quello che ho fatto.


giovedì 2 agosto 2012

Bersani-Vendola-Casini: che delusione!



Voglio essere franco: la prospettiva di essere governato da un'alleanza tra Bersani, Vendola e Casini non mi alletta per niente. Anzi: mi scoraggia totalmente. Sono già reduce da 17 anni di berlusconismo (di destra e di sinistra) e da un anno di montismo bocconiano, e non ce la faccio più. La speranza che la mattanza sociale, che stiamo continuando a subire quotidianamente, possa finire quanto prima cozza con la realtà: Casini e Bersani sostengono l'attuale governo, hanno votato le controriforme delle pensioni e del lavoro, hanno approvato l'innalzamento della tassazione e le spese militari (mantenimento dei contingenti in missione e acquisto di caccia bombardieri), non hanno realizzato la patrimoniale. Ulteriore aggravante: Casini è stato per anni alleato con Berlusconi, col quale ha votato alcune delle leggi più ignobili della giurisprudenza mondiale, e all'interno dell'Udc vi sono persone (da Buttiglione, silurato come commissario europeo, al galeotto Cuffaro) e posizioni (sul mercato del lavoro, sul finanziamento alle scuole private, sulla laicità dello Stato, sulle coppie di fatto etero o omosessuali) impresentabili come "progressiste".
E Vendola? Stendo un velo pietoso. L'ennesima speranza della sinistra che fallisce clamorosamente l'appuntamento con la Storia, intesa come svolta, come cambiamento, come discontinuità. Vendola si accoderà alle istanze liberiste e conservatrici dell'Udc e della maggioranza del PD, provando a strappare qualche piccola vittoria collaterale. Altro che rifondare la sinistra! C'è da capirli: dopo 5 anni fuori dal Parlamento, con tutti i costi economici sostenuti e gli stipendi bassi, i dirigenti di SeL vogliono tornare al potere. Quanto ne avranno? Poco, però sarà sufficiente per ripianare qualche debito e dare nuova linfa a dirigenti, militanti, sezioni e giornalini di partito o di area.

L'alternativa a questo schieramento? Secondo i politologi è il centrodestra, che attende la sesta discesa in campo (come premier o come presidente della repubblica) del Cavaliere. Secondo me, non c'è nessuna reale alternativa tra questi due schieramenti. E non solo perché Pdl, Pd e Udc oggi sostengono lo stesso governo e votano le stesse leggi, ma anche perché sembrano ontologicamente e filosoficamente simili: nessuna discontinuità rispetto alle ricette europee, anzi rincorsa costante ad accreditarsi come i più europeisti, i più liberisti, i più innovatori.
Rebus sic stantibus, sarà difficile per una persona come me, con le mie idee e la mia esperienza di lavoro e di vita, votare per uno dei partiti di questi schieramenti.
Se vanno così, io voterò e inviterò a votare contro entrambi gli schieramenti.
Tanto... chiunque di questi vincerà, governerà contro di me. Contro di noi.

mercoledì 1 agosto 2012

Alice in chains - Nutshell

Bersani: "Alternativi alla carne, non alla salsiccia"



Grandissima capriola semantica del segretario del Pd, Pierluigi Bersani. Un gesto atletico degno dei protagonisti del circo di Montecarlo. "Siamo alternativi alla Destra, non a Monti". Come dire: siamo alternativi alla carne, non alla salsiccia. Bisognerebbe spiegare al sig. Bersani che la salsiccia E' fatta di carne, esattamente come Monti E' di destra. Come definire, se non "di destra", le controriforme realizzate dal Governo Monti? Riduzione dei diritti dei lavoratori, aumento dell'età pensionabile, aumento della tassazione dei cittadini, nessuna patrimoniale per i ricchi, esenzione dell'Imu per la Chiesa.
La domanda è: il Partito Democratico è alternativo a queste scelte? O le condivide? Secondo gli atti parlamentari, il PD le condivide tutti, visto che le ha votate. E queste posizioni - chiedetelo ad un qualsiasi politologo fuori dalla penisola italica - sono dichiaratamente di destra. Una destra liberale, certo. Non parliamo di fascismo o di destra radicale. Parliamo di destra bocconiana, reaganiana, tatcheriana. Parliamo di destra neocon.
Il segretario del Pd ha poi sciorinato le dieci proposte politiche del PD: da "Democrazia" a "Libertà", passando per "Diritti" ed "Economia". Al momento sono involucri semivuoti, riempiti di qualche contraddizione. Si dice che bisogna alleggerire il peso fiscale sul lavoro e caricarlo su grandi patrimoni e rendite: bene, state in maggioranza, quindi fatelo. Si dice che il liberismo finanziario ha generato questa crisi: bene. siete in maggioranza, trovate le contromisure al liberismo. E avanti di questo passo su temi quali coppie gay, immigrazione, lavoro.
E sulle alleanze? Altro carpiato alla Tania Cagnotto. Bisogna ricomporre il campo dei progressisti, con Vendola e Casini. Si, avete letto bene: Casini. Cioè il genero di Caltagirone (vedete come ha votato in questi anni l'UDC su tutti i campi in cui Caltagirone ha investito miliardi); cioè il difensore della famiglia (infatti ne ha due); cioè colui che è contro i Pacs per le coppie di fatto (mentre ne usufruisce in quanto deputato) e che definisce "incivili" le unioni gay. Casini, che spesso va in carcere a salutare Totò Cuffaro, è il tipico esempio di moderato progressista. 
Esattamente come la salsiccia non è fatta di carne.