Gianfranco Fini doveva immaginarlo: andare contro il tele-duce di Arcore, mettendo in dubbio da destra la reale portata democratica e liberale del messaggio e delle metodologie berlusconiane, avrebbe avuto conseguenze nefaste per lui e per i suoi affetti, prima fra tutti la sua nuova compagnia, Elisabetta Tulliani.
La campagnia di odio e diffamazione messa su dai giornali di regime subito dopo la frattura tra Fini e Berlusconi puzza davvero di marcio. E non parliamo dell'oggetto della discussione (una villa monegasca donata da una anziana signora ad AN e "forse" affittata al fratello della Tulliani), in quanto non conosciamo le carte e non è nostro compito, bensì della magistratura, appurare eventuali irregolarità o reati. Qui si parla di politica, ma di quella bassa.
Non appena Fini e Berlusconi rompono il loro mai idilliaco accordo, più elettorale che politico, ecco che i giornalisti pagati dal premier hanno cominciato a stampare pagine e pagine contro Fini e la sua compagnia. Come mai questi articoli escono solo ora? E' legittimo il sospetto che, se Fini non avesse alzato la cresta contro il dittatore in doppiopetto, questa faccenda non sarebbe mai uscita sui giornali? E' legittimo. Anzi, è sicuro. Perchè giornalisti come Belpietro (passato alla storia per fare il doppiogioco con Montanelli e Berlusconi, salvo poi optare per il secondo quando questi gli chiese di tradire il suo direttore Indro) e Feltri (giusto per citare l'ultima: ha pubblicato documenti falsi riguardanti l'ex direttore dell'Avvenire, Boffo, il quale era colpevole di non appoggiare il governo Berlusconi e a seguito dello scandalo orchestrato ad arte si è dovuto dimettere) sono indegni di essere definiti tali. L'ordine dei giornalisti, ad esempio, ha aperto vari fascicoli su Feltri, considerato da tutti il Padre dei Pennivendoli. Belpietro è un povero leccapiedi, alla stregua di Sallusti.
Siccome a noi de L'Oligarca piace la QUALITA' , provate a leggere gli "editoriali" di Feltri e Belpietro e datene un giudizio qualitativo: anche i più berlusconiani non potranno dare più di una sufficienza risicata. Provate a paragonare i pezzi di Feltri e Belpietro con quelli di Montanelli, Scalfari, Biagi, Mieli, Augias, la stessa Fallaci: noterete una differenza QUALITATIVA devastante. Eppure Montanelli fu cacciato (o meglio, si dimise... da uomo degno quale fu) dalla direzione del Giornale; Biagi fu epurato dalla tv pubblica; Feltri e Belpietro dirigono giornali da anni, ed in particolare nell'ultimo anno si sono anche scambiati la direzione dei giornali di "famigghia" (Feltri, da Libero a Il Giornale; Belpietro, da Il Giornale a Libero).
Come definire Feltri e Belpietro, che sui loro giornali non hanno fatto nessuna inchiesta su Mangano, Cosentino, Verdini, Bertolaso... e invece su Fini e i suoi sodali (primo fra tutti, Italo Bocchino) hanno buttato e continuano a buttare fiumi di inchiostro?
Come definirli? Semplice: venduti.
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