martedì 23 luglio 2013

Colpire e incassare



Uno degli errori più comuni è pensare che per abbattere un ostacolo bisogna puntare sulla forza o sull'astuzia. Raderlo al suolo o aggirarlo comodamente, cosa è più saggio? 
Tale visione è, a mio avviso, limitata: gli ostacoli non si muovono, non reagiscono, non schivano i nostri colpi. Si lasciano colpire o aggirare, operando solo una resistenza a volte forte, a volte insuperabile.
La vita, purtroppo, ci pone talvolta di fronte ad avversari ben più mobili, sguscianti, subdoli, cattivi degli ostacoli che quotidianamente possiamo incontrare sul nostro cammino. Avversari che assumono le sembianze di un famigliare, di un collega di lavoro, di un compagno di squadra, di un vicino di casa, di un camorrista del quartiere, di un politico venduto, di uno sbirro che ci perseguita. Talvolta, l'avversario è un batterio, un virus, o qualcosa di ancora più grave.
Questi avversari aggrediscono, reagiscono ai nostri attacchi, fiaccano le nostre difese. 
Ogni giorno bisogna allenarsi a combattere contro questi avversari. Bisogna studiarli, sapere quando attaccare e quando difendersi, capire quando è il momento di sferrare un colpo o di chiudere la guardia. Ed anche le fasi di quel bellissimo match che si chiama Vita rispondono a questa "legge dell'altalena": ci sono periodi in cui bisogna saperle prendere, ed altri in cui bisogna saperle dare.
Equilibrio, yin e yang.

Mi tornano spesso in mente le parole del mio Maestro di Muay Thai, Dmitrij Nilin: 

Puoi colpire forte quanto vuoi, 
ma se non sai anche incassare 
andrai al tappeto. 

Nessun commento:

Posta un commento