giovedì 11 luglio 2013

Sulla mia lapide



Ho passato gli ultimi mesi a tormentare la mia anima. Le ho domandato più volte, tra una lacrima soffocata ed un urlo subumano, cosa ci sarà scritto sulla mia lapide. Non mi riferisco al nome borghese con cui sarò registrato in qualche libro o file. 
Ho scritto versi da quando non avevo la barba. A volte li ho vomitati fuori con rabbia, oppure nel più misero dei silenzi. Versi sublimi o indecenti, memorabili o manieristici. Sarò per questo un Poeta?
Le mie dita hanno intonato inni a Madre Natura calpestando i tasti di un piano, o scivolando impudiche sulle corde di una chitarra o di un basso. Sarò per questo un Musicista?
Ho spedito palloni in fondo ad una rete o dentro un canestro; ho schivato ganci e restituito montanti; ho abbracciato corpi e curato ferite. Sarò per questo uno Sportivo?
Ho sposato la mia valchiria e, con lei, respiro i battiti dei giorni. Il nostro amore unico si è incarnato in un pargolo che adesso ha 17 mesi. Sarò per questo un Marito, un Padre?

Io sono tutte queste cose, ma tutte scritte con la minuscola: poeta, non Poeta; musicista, non Musicista; marito, non Marito; padre, non Padre.
Nella mia vita ci sono tante minuscole, ma mi manca una maiuscola.

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