lunedì 22 luglio 2013

Dmitrij Nilin e la tempesta



Il mio maestro di Muay Thai mi stava aspettando per chiudere la palestra. Aveva una birra in mano. Il vetro trasudava, tanto era ghiacciata.
Misi il berretto in testa e mi avviai all'uscita, per salutarlo.
"Oggi ti ho visto nervoso", mi disse.
Io confermai che era stata l'ennesima giornata dura di un periodo di merda. Tante cose non andavano: al lavoro, in famiglia, nel quartiere. Troppe cose storte e nessuna speranza di metterle a posto.
"Dmitrij, a volte penso che ci vorrebbe una bella tempesta che rade al suolo tutto e fa rimanere in piedi solo ciò che merita di restare in piedi. Tutto il resto - persone, cose - spazzato via".
Nilin pose gli occhi sulla bottiglia come a fissare le gocce scivolare lungo i fianchi di vetro verde, e mi disse: "Tu dici che la tempesta ripulisce tutto...".
Avvicinò la bottiglia alla bocca e bevve un sorso di birra, con gli occhi chiusi. Quando ebbe finito, aprì gli occhi e mi guardò nell'anima: "Io ti dico che la tempesta sradica l'albero. Distrugge la casa. Abbatte la diga. Rende orfano il bambino, vedova la moglie". 
Allora fui io ad abbassare lo sguardò, prima delle sue ultime parole: 

"La tempesta non ripulisce. La tempesta sporca. 
Sono gli Uomini che ripuliscono e ricostruiscono il villaggio, 
dopo che la tempesta si è scatenata.
Sii Uomo". 

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