giovedì 17 aprile 2014

Siamo fanatici della Libertà



"Sono un fanatico della Libertà", soleva dire Michail Bakunin, il più famoso anarchico russo, colui che diede all'anarchismo una connotazione politica, oltre che filosofico-esistenziale.
Questa frase mi ritorna in mente ogni volta che sento Berlusconi o qualche liberal-liberista (di destra o di sinistra, cambia davvero poco) ergersi a paladini della Libertà. Penso a quanto liberticida sia il liberismo, quanto autoritario sia il liberalismo. Ricordo che sono stati i liberali a fare i CPT e i CIE, a redigere il Trattato di Shengen, a creare i contratti di lavoro precari, ad abbassare i salari aumentando le ore di lavoro (e chiamando il tutto "produttività"), a decretare l'omicidio sociale in Grecia, a inventarsi i dogmi della concorrenza, della competitività e della stabilità. Tutte misure, queste, che hanno profondamente leso le libertà delle donne e degli uomini di ogni continente: la libertà di lavorare dignitosamente, la libertà di avere una famiglia e una casa a cui assicurare anche una sicurezza finanziaria, la libertà di movimento (garantita alle merci, non agli esseri umani), la libertà di sviluppare contestualmente capacità manuali ed intellettuali, la libertà di amare indipendentemente dal sesso del partner, la libertà di provare cure alternative per malattie o problemi di fertilità, la libertà di fumare cannabis anche solo per motivi curativi.
Ovunque i "paladini della Libertà" hanno messo divieti, sbarre, barriere, catene. E moltissimi hanno accettato queste limitazioni della Libertà (e chissà quante ancora saranno disposti ad accettare) in cambio di un tozzo di pane più o meno sicuro, di una casa che diventerà nostra dopo trent'anni di mutuo, di una auto che inquina e che ci fa passare anni della nostra vita nel traffico, del cibo scadente e a basso costo di molti supermercati (che hanno ammazzato il piccolo commercio rionale), di repressioni costanti esercitate in nome di una non meglio identificata "sicurezza".
Questi sono i paladini della Libertà. Io sto tra i fanatici della Libertà. Sto, cioè, esattamente dall'altra parte della barricata. Io non godo nel vedere gente rinchiusa in un CIE o sgomberata da un campo rom, seppur abusivo, o da una casa occupata, quando c'è un proliferare di case invendute nelle periferie delle città; io non gioisco quando sento parlare di costruire nuove prigioni, di sparare sui gommoni degli immigrati clandestini, di aumentare la flessibilità del mercato del lavoro.

Intorno a noi potrete costruire tutte le vostre prigioni, ma non ci toglierete mai la nostra umanità e la nostra irrefrenabile voglia di libertà.
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