giovedì 12 giugno 2014

Brazil 2014 (s)memorandum




Alla fine si è giunti dove si sapeva.
Tra poco comincerà il mondiale di calcio. Gli italiani riscopriranno il tricolore, si sentiranno "un sol popolo" per un mesetto circa, e poi torneranno ad odiarsi. I padroni ricominceranno ad essere padroni, e gli schiavi torneranno a servire. Alla faccia del nazionalismo, futbolista o meno.
Si sapeva che nulla avrebbe fermato la diabolica macchina organizzativa del Sistema. Una macchina folle, ingiusta, iniqua, violenta, fascista. Sulla targa di questa questa macchina c'è scritto "FIFA", e alla guida c'è sempre lo stesso, spregiudicato e odioso Blatter.
Tra poche ore assisterete alla cerimonia di apertura dei mondiali. Vedrete ballerini, fuochi d'artificio, coreografie fantastiche. E i vostri occhi diranno alla vostra mente di dimenticare le centinaia di persone uccise nelle favelas, le migliaia di persone cacciate dalle loro case, i tantissimi operai morti durante i lavori di costruzione degli stadi. Dimenticherete gli indios brasiliani costretti a difendere con archi e frecce, mentre la polizia brasiliana usava pistole e manganelli.
E dimenticherete anche quello che sta succedendo in Ucraina, in Italia, nella vostra città, nel vostro quartiere. I mondiali come grande arma di distrazione di massa.

Dimenticherete tutto.Voi.
Io no.
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2 commenti:

  1. Come per gli attuali modiali, anche per gli europei sono rimasto basisto e inebetito di tanta assurda vilenza legata al business. Lì erano i cani rtandagi il problema, adesso sono le persone. Il calcio è uno sport del popolo, ce l'hanno tolto, hanno snaturato il senso e la filosofia legata al calcio, i suoi rituali........brutalizzato e villentato il "cuore pulsante" del calcio, le curve (nel bene e nel male)........anche io non dimentico!
    Seguo sempre il tuo blog perchè lo trovo particolarmente interessante per tutte le problematiche sviscerate (ce ne sono molte, troppe purtroppo) scritte in modo davvero lineare, semplice, pungente. Seguivo anche "avanti a gamba tesa" perchè del mondo ultras ne faccio parte (non frequento più assiduamente per motivazioni personali) ma di fatto "ultras lo si è sempre". non condiviadiamo gli stessi colori (anzi!) ma sicuramente la stessa mentalità.
    Il rispetto anzitutto.
    Riccardo - ex Curva Nord Milano

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  2. Grazie per questo tuo commento. Spero che commenterai altri post in futuro, perchè un confronto è sempre necessario, specie tra chi - come noi - ha deciso di vivere una vita di trincea pur di non rinnegare quell'Ideale, quella Mentalità, che ci accomuna tutti quando solo i colori ci dividono.
    Ciò che dici è sacrosanto: dai cani in Ucraina ai cittadini in Brasile il passo è stato breve. Troppo breve. E tutto perchè rappresentano un aspetto "non presentabile" nella enorme vetrina mediatica, politica e finanziaria che sono questi grandi eventi sportivi.
    Chi come noi vive di rituali antichi senza essere vecchi, chi ancora si emoziona e prova un brivido davanti ad una gradinata stracolma di passione e non di gente presente con invito (come ieri allo stadio di Sao Paolo), prova un dolore fisico nel vedere come hanno ridotto lo sport che amiamo e che ci ha "formato", ci ha reso uomini.

    Saluti ultras

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