Pubblico oggi un articolo tratto dal blog sull'Espresso di Nicolai Lilin, scrittore famoso per "Educazione Siberiana" e per altri splendidi romanzi.
In questo articolo c'è la traduzione di una Intervista ad una ragazza ucraina (clicca) che sta combattendo nella resistenza popolare contro il regime di Kiev. Un regime, è bene ricordarlo, sostenuto e finanziato dagli USA; un regime che si serve di squadre nazifasciste per assassinare il proprio popolo, "colpevole" di non sostenere il colpo di stato filoeuropeo realizzato due mesi fa.
“Buongiorno, mi chiamo Elena, mi trovo nella città di Slavyansk. Io vivo in questa città, sono nata e cresciuta qui. Sono entrata nella difesa popolare perché non potevo più sopportare l’orrore delle aggressioni che stiamo subendo. Nella nostra città non c’è luce, nelle case non c’è acqua, le persone vanno a prenderla dalle fontane.
L’esercito ucraino ci sta bombardando ogni giorno, per ordine della giunta golpista di Kiev. Stanno usando contro di noi l’artiglieria, gli aerei da guerra. Buttano le bombe sulle zone abitate. I cittadini rimangono senza le loro case, non hanno niente da mangiare, costretti a vivere nelle cantine. Intere famiglie, anche con bambini piccoli, vivono sotto terra. Non tutti sono riusciti a lasciare la città, qui è rimasta gran parte dei cittadini civili. Fino a quando dovremo sopportare queste ingiustizie? Com’è possibile che il governo mandi contro il proprio popolo un esercito composto da non si capisce chi: estremisti del Settore Destro (organizzazione neonazista ucraina sponsorizzata dal governo attuale, ndt), mercenari o semplicemente delinquenti comuni.
La propaganda ucraina dice che tra noi ci sono dei mercenari, dei ceceni, soldati di Kadirov. Io non ho ancora visto nessuno di loro. Noi siamo persone semplici, cittadini di Slavyansk, difendiamo la nostra città. Vogliamo vivere, non esistere, ma vivere.
Qui accadono cose terribili. Qualche giorno fa un aereo militare ucraino si è nascosto dietro un aereo civile di linea. Quando è passato sopra la città si è abbassato, ha bombardato una zona abitativa nelle vicinanze, un paesino che si chiama Semyonovka, e poi si è nascosto di nuovo dietro l’aereo con i civili a bordo. Noi l’abbiamo visto ma non abbiamo potuto abbatterlo, perché avremmo sicuramente potuto colpire anche l’aereo civile. L’esercito ucraino vuole provocarci per creare un caso mediatico, per poter dire che siamo terroristi che abbattono gli aerei civili.
Qui non ci sono terroristi, ci sono le persone semplici che sono uscite dalle loro case per difendere la loro città. Persone che non riescono più a sopportare tutto questo orrore. Qui ci sono bambini, ci sono anziani, veterani della Seconda Guerra Mondiale che sono costretti a rivivere momenti drammatici. E’ possibile che al governo non sia rimasto più niente di umano?”
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