di Tommaso Della Longa
Un leader nella lotta dal basso contro il sistema delle banche che racconta a tutto il mondo la sua idea, molto semplice, di rivoluzione: convincere il più grande numero di persone a estinguere i propri conti bancari in contemporanea nello stesso giorno. Qual è l’obiettivo? Far crollare il sistema.
No, non è l’ultima scena di “Fight Club”. E’ invece l’idea provocatoria di un volto noto del calcio internazionale che la spiega così: “La rivoluzione oggi è molto semplice da fare. Non è complicato, invece d’andare in strada e fare dei chilometri con la propria auto, si va alla banca del proprio paese e si ritira il proprio denaro e se c’è una grossa quantità di gente che ritira il proprio denaro, il sistema crolla.
Nessun’arma, niente sangue, niente del genere, non è difficile e in un caso del genere, ci ascolteranno in modo diverso”. A parlare è Eric Cantona, diventato nelle ultime settimane leader di una nuova forma di protesta radicale contro il sistema bancario.
Il suo nome è già un biglietto da visita: basta pronunciarlo e in ognuno di noi si susseguono veloci tanti fotogrammi. E poi il suo animo irriverente, come quando nel ’91 durante una partita quando giocava in Francia nel Nîmes Olympique lanciò la palla addosso all’arbitro, dopo essersi arrabbiato per alcune sue decisioni. La pena fu la sospensione di un mese e Cantona, di tutta risposta, definì i membri della commissione disciplinare “tutti idioti”. La pena arrivò a tre mesi e il calciatore marsigliese annunciò il ritiro dal calcio e iniziò a dedicarsi alla pittura.
Ma fortunatamente la sua carriera non finì lì e anzi il suo talento si impose prima al Leeds United e poi infine al Manchester United. E qui un nuovo fotogramma, famoso in tutto il mondo: il Cantona “ultras”che con somma tranquillità risponde agli insulti di un tifoso avversario colpendolo con un calcio volante in stile kung-fu.
Di fotogramma in fotogramma, si passa al Cantona che, durante una pubblicità, si alza il colletto della maglia del Manchester United, dicendo “au revoir”, mentre calcia il pallone in porta nella partita immaginaria tra grandi campioni targati Nike e diavoli. Già il colletto alzato, lo sguardo sfrontato e gli occhi che sfidano il mondo: nessuno tra detrattori e fan può negare il fatto che Cantona sia un leader e un personaggio eclettico, nel bene e nel male.
Dopo il suo ritiro dal calcio, entra nel mondo del cinema sia come attore che come produttore, come nel film “Il mio amico Eric” di Ken Loach, ai tifosi del Manchester United.
Non stupisce, quindi, ritrovarlo oggi come capopopolo contro le banche.
Nel video che gira nella rete, si vede perfettamente quanto si trovi a suo agio a parlare di queste tematiche, quasi come se stesse per calciare una punizione: “Cosa significa oggi manifestare per strada? Il sistema consiste in cosa? Il sistema gira intorno alle banche, si fonda sul potere delle banche, quindi deve essere distrutto partendo dalle banche. Cioè i 3 milioni di persone che sono in strada con i loro cartelloni ecc vanno alla banca, ritirano i loro soldi dalle banche e queste crollano, 3 milioni, 10 milioni di persone….e le banche crollano. E lì c’è una vera minaccia, una vera rivoluzione”.
Dritto al punto, senza tanti fronzoli. Basta andare sul sito www.bankrun2010.com per leggere tutta la strategia tradotta in varie lingue. In apertura, sotto il video con Cantona, si trova il comunicato stampa in cui viene spiegata e rivendicata l’azione.
L’idea è del calciatore marsigliese, ma è stata messa in pratica con l’aiuto del web 2.0 e dei social network dalla sceneggiatrice belga Géraldine Feuillien '0a (41 anni) e dal giovane attore e regista francese Yann Sarfati (24 anni).
Nel testo del comunicato si comprendono chiaramente le richieste: “Noi, i cittadini del 21esimo secolo, eredi di generazioni che si sono sacrificate perché fossimo e vivessimo da cittadini liberi e degni, Noi – si legge - esigiamo la creazione di una banca cittadina, al servizio dei cittadini, una banca che metta al riparo i nostri soldi da febbri speculative, al riparo da operazioni che trasformano i nostri prestiti in attivo di bilancio e si servono dei nostri debiti per aumentare la propria ricchezza”.
E ancora: “Noi, gli eredi del caos, abbiamo un mondo da ricostruire. Un mondo dove il lavoro non sia più vissuto come una forma di asservimento, né l’assenza di lavoro come un dramma, perché noi avremo saputo ripensare alla maniera nella quale l'uomo di domani si assicurerà la sopravvivenza, l'istruzione, il proprio benessere e la propria pensione”.
Il giorno stabilito per l’azione antibanche è il 7 dicembre. Mentre stiamo andando in stampa, ancora non sappiamo cosa succederà in quella data. Una cosa però è certa: il problema sollevato è diventato di dominio pubblico tramite le colonne dei quotidiani di tutto il mondo.
Quindi “bankrun2010” ha già ottenuto un primo risultato: sensibilizzare l’opinione pubblica.
In tempi di ideali che scompaiono e politica incapace di intercettare i bisogni reali della gente, forse ci voleva proprio lo sguardo impertinente di Cantona per animare sogni di rivoluzione.
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