giovedì 9 dicembre 2010

La parentopoli di Alemanno




ROMA - Non bastava la bufera esplosa sulla Parentopoli in Atac, la società del trasporto pubblico romano che dopo l'elezione di Gianni Alemanno in Campidoglio ha imbarcato più di 850 persone, tutte per chiamata diretta e legate da rapporti familiari o politici ad esponenti del centrodestra locale, dirigenti aziendali e sindacalisti. Ora, per il sindaco della capitale si apre un nuovo fronte: il reclutamento di un migliaio di nuovi dipendenti (sui 7mila totali) in un'altra ex municipalizzata, l'Ama, che si occupa di raccogliere e smaltire i rifiuti della città. Dove, partire dal 2008, sono stati assunti, tra gli altri, il genero dell'ad Franco Panzironi, braccio operativo della Fondazione alemanniana Nuova Italia; la figlia del caposcorta del sindaco, Giorgio Marinelli, il quale aveva già provveduto a piazzare il primogenito in Atac; la compagna dell'ex capogruppo pdl in Campidoglio, ora traslocato a La Destra, Dario Rossin; oltre alla solita pletora di mogli, cognati e cugini di vari pidiellini di secondo piano, ma assai utili in campagna elettorale.

La prova provata di come l'occupazione clientelare delle società controllate dal Comune sia ormai diventato un sistema. Ai confini del lecito. Tant'è che sia la Procura della Repubblica sia la Corte dei Conti hanno aperto un fascicolo per accertare eventuali responsabilità sotto il profilo penale e del danno erariale.

Tutto parte da un'inchiesta di Repubblica che, da una decina di giorni, indaga sulla moltitudine di congiunti e sodali arruolati in Atac e in Ama nell'era del centrodestra. Nonostante le opposizioni abbiano subito chiesto la testa di Alemanno e dell'assessore ai Trasporti Sergio Marchi, finora l'unico a rimetterci è stato il caposcorta del primo cittadino che ieri si è dimesso dal suo incarico. Ad annunciarlo, lo stesso inquilino del Campidoglio: "Marinelli non è più il mio caposcorta, è ritornato in polizia", decisione assunta "in via precauzionale per evitare speculazioni sull'accaduto", ha spiegato Alemanno, negando tuttavia ogni suo coinvolgimento. "Non mi occupo di assunzioni, sull'Ama non mi risultano particolari scandali e poi non mi ricordavo neanche che quell'agente avesse una figlia", ha tagliato corto.

E pazienza che l'azienda dei rifiuti abbia sostanzialmente confermato il numero dei dipendenti (954) arruolati a partire dal "9 agosto 2008, giorno di insediamento della nuova amministrazione", e ammesso di aver effettuato, "come prevede la normativa vigente", delle semplici selezioni affidate ad agenzie per l'impiego pubbliche e private. Per il sindaco sotto assedio ora è tempo di cambiare: "Bisognerebbe rendere obbligatoria la pratica dei concorsi anche per le municipalizzate, così come si fa al Comune, in modo da superare il problema delle chiamate dirette o dalle selezioni fatte da agenzie interinali", dice ora che dalle sue parti tutto il sistemabile è stato sistemato.

Ma le opposizioni, che sul tema hanno già presentato interrogazioni in Parlamento e in Campidoglio, non intendono mollare. "Dopo l'Atac, le assunzioni clientelari all'Ama", tuona il deputato ed ex assessore pd Jean Leonard Touadi. "Fino ad oggi Alemanno ha fatto finta di nulla: ora basta. Ha il dovere di rendere conto alla città di come lui e la sua amministrazione hanno gestito una materia tanto delicata". Durissimo il segretario regionale dell'Idv Vincenzo Maruccio: "Cosa deve ancora emergere perché Alemanno si rassegni le dimissioni?". E mentre il senatore dipietrista Stefano Pedica minaccia che "di qui a pochi giorni renderò noti gli elenchi delle assunzioni negli ultimi cinque anni alla Provincia, alla Regione, al Comune e in tutti gli enti controllati perché la Parentopoli, in un momento di crisi del lavoro, è uno schiaffo a tutti i cittadini onesti che fanno concorsi", il capogruppo pd in Campidoglio profetizza: "Stavolta non sarà facile per il sindaco convincere i romani che lui non c'entra nulla. Ora chieda scusa".

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