Dalle pagine romane del Corriere della Sera, proponiamo un articolo molto interessante che dimostra come la nevicata di venerdì scorso a Roma fosse stata annunciata e prevista. Già il giorno prima, infatti, era stato inviato un "fax urgentissimo" ove si parlava inconfutabilmente di valori di guardia per la neve in arrivo:
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_febbraio_8/fax-inviato-ghiaccio-neve-campidoglio-sapeva-menicucci-1903189657734.shtml
C'è un documento riservato, inviato dal Campidoglio, che smentisce la ricostruzione fatta da Alemanno sui bollettini «poco chiari» della Protezione civile e sull'equivoco tra «millimetri d'acqua e i centimetri di neve».
È un fax spedito dal Dipartimento Lavori pubblici alle ditte appaltatrici della manutenzione strade, che afferma esattamente il contrario: il Comune, fin da giovedì 2 febbraio (il giorno prima del black out ), sapeva che a Roma avrebbe nevicato.
Anzi, i fiocchi erano attesi fin dal pomeriggio dello stesso giovedì. Nella tarda mattinata del 2, infatti, i Lavori Pubblici mandano un «fax urgentissimo», protocollato col numero 5163, alle dieci ditte che gestiscono la manutenzione stradale sui circa 800 chilometri della «Grande viabilità», dell'ex Ente Eur e delle sedi tranviarie. Nell'oggetto si legge: «Informativa comunale a seguito di fenomeni attesi e di "Avviso di condizioni metereologiche avverse" emesso da Presidenza del consiglio dei ministri-Dip. Protezione civile». E poi, nel testo: «Si comunica che dal pomeriggio della giornata del 2 febbraio 2012, fino a cessato allarme, si prevede la caduta di neve o il formarsi di ghiaccio all'interno del territorio di Roma Capitale. Si invitano, pertanto, codeste imprese ad assicurare la disponibilità, 24h su 24, delle risorse per l'attuazione del Piano Neve Ghiaccio 2011-2012 sin dal pomeriggio dello stesso giorno 2 febbraio, operando anche autonomamente in caso di formazioni di ghiaccio o precipitazioni nevose».
La comunicazione è firmata dal Dirigente della U.O. Manutenzione stradale Fabrizio Mazzenga, in allegato ci sono le sei pagine del «Piano neve-ghiaccio», che specificano quanti mezzi vanno impiegati (4 pale meccaniche e 4 autocarri per gli otto lotti, 2 pale e due autocarri all'Eur e nelle sedi tranviarie), quanti uomini (4 o 2 squadre di tre operai ciascuna), quanto sale (215 tonnellate solo alle ditte, divise nei vari lotti).
Il Comune, quindi, sapeva tutto. Ma poi, a nevicata avvenuta, il sistema va in tilt. Sabato mattina, con Roma imbiancata, Alemanno telefona al presidente dell'Acer Eugenio Batelli e gli sollecita un intervento sulle ditte appaltatrici: «Datemi una mano», gli dice il sindaco. E Batelli chiama le ditte. Ma le imprese, ora, vogliono essere pagate. Anche perché, nel capitolato d'appalto, sotto la voce «oneri a carico con apposito compenso» c'è «l'obbligo di prestare soccorsi ivi incluse le emergenze relative al piano neve». Il conto può essere salato: si parla di almeno 100 mila euro al giorno, per un totale che - ad emergenza conclusa - potrebbe superare il milione di euro. Ieri, alle ditte, è arrivato un nuovo «fax urgentissimo» per «intensificare l'attività e rimuovere i pericoli» e, sempre ieri, gli è stato chiesto di liberare gli accessi alle scuole.
Ma anche con le imprese qualcosa è andato storto. Per i disagi di Roma nord, il Campidoglio ha messo nel «mirino» l'impresa che gestisce quel lotto: sono in corso delle verifiche, che potrebbero portare a sanzioni o alla revoca dell'appalto.
E la manutenzione stradale ha fatto anche litigare due assessori. Nella notte di sabato, c'è stato uno scontro tra Marco Visconti (Ambiente) e Fabrizio Ghera (Lavori pubblici). Col primo ad accusare il secondo per la situazione-strade, e il secondo a replicare che le vie (di sua competenza) erano pulite, mentre i problemi erano sui marciapiedi (gestiti dai Municipi). È il gioco dello scaricabarile, in queste ore molto in voga.
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