Sono decenni, forse secoli, che ci insegnano una legge non scritta: lo sviluppo economico di un popolo è indice del progresso di quel popolo. Tradotto in soldoni: il popolo più ricco è quello più progredito; oppure, più correttamente, possiamo dire che il popolo che ha maggiore sviluppo economico in un dato periodo storico è anche il popolo più progredito.
Prima di smascherare questa fandonia, bisogna mettersi d'accordo sul significato che diamo alle parole. Partiamo da "popolo": lo sviluppo economico di un Sistema sociale equivale allo sviluppo economico del Popolo? Sistema sociale e Popolo sono la stessa cosa?
La risposta non può che essere negativa: Sistema sociale e Popolo non sono la stessa cosa. Il Sistema sociale governa il Popolo, impone a quest'ultimo le leggi e quasi sempre lo fa perché è legittimato dal voto "popolare", ottenuto tramite "libere elezioni" con le più disparate leggi elettorali. Dato che il Popolo elegge i propri governanti, questi hanno la libertà di legiferare perché, qualsiasi legge faranno, sarà fatta per il bene del Popolo.
Basta analizzare la realtà italiana, spagnola, greca (per rimanere solo alle sedicenti liberaldemocrazie) per rendersi conto di quanto questo rapporto sia sconfessato de facto: i governanti fanno leggi che impoveriscono (economicamente, culturalmente, socialmente, politicamente) il Popolo, e lo fanno solo a salvaguardia del Sistema sociale e dei suoi reggenti/dipendenti, che viceversa tendono ad arricchirsi.
Dimostrato, quindi, che il Popolo in realtà non ha nessun potere effettivo in questo Sistema sociale, ma che viceversa è il Sistema sociale a condizionare la vita del Popolo, passiamo ad analizzare gli altri termini della Lex non scripta. Parliamo dello "sviluppo" e del "progresso": siamo certi, ad esempio, che il rapporto deficit/pil sia il reale indicatore della salubrità di un popolo, di una comunità, di una società? Se così fosse, basterebbe confrontare la vita di un lavoratore cinese e quella di un lavoratore tedesco per notare che il primo vive meglio del secondo! Invece dal confronto si evince che è esattamente il contrario: maggiore è lo sviluppo economico del Sistema sociale, peggiore è la condizione di vita del Popolo o della Comunità. Per condizione di vita, sia chiaro, non intendiamo la capacità di acquistare cibo, vestiti, apparecchi tecnologici e quant'altro; intendiamo la qualità della vita, la salubrità dell'ambiente, la disponibilità di tempo libero extralavorativo, la vivacità della vita culturale, la capacità di gestire e risolvere problemi quali traffico e rifiuti, l'estensione dei diritti.
Come mai accade ciò? Per un semplicissimo motivo: non esiste un Sistema sociale capace di garantire grandi ricchezze e a tutti. Bisogna scegliere: o avere meno ricchezza economica, ma maggiore ricchezza sociale, culturale, ambientale (in questo caso, la ricchezza economica deve essere distribuita a tutti, generando un diffuso impoverimento economico cui faccia da contraltare una migliore qualità della vita); oppure avere maggior ricchezza economica nelle mani di poche persone, con conseguente diminuzione o perdita delle ricchezze non economiche (in questo caso, chi ha la fortuna o l'arrivismo per entrare nella cosiddetta Casta è salvaguardato mentre le sterminate masse che non entrano in tale Casta vivono in una condizione di impoverimento socioeconomico e culturale).
"Vuoi dire, forse, che economia e progresso sono incompatibili?". No. Voglio dire che "sviluppo economico" e "progresso" sono incompatibili. Sviluppo economico ed economia non sono sinonimi, in quanto una qualsiasi economia non necessariamente deve "svilupparsi" secondo i canoni contemporanei (pil, deficit, debito, sistema bancario, tassi di interesse, profitto, surplus, mercato, ecc...). Il progresso di una Comunità, anzi, si ottiene proprio quando l'economia raggiunge un punto di sviluppo oltre il quale si impoveriscono tutte le altre ricchezze di cui la Comunità ha maggior bisogno.