Il segretario del Partito Democristiano ha dichiarato che "i fascisti del web" sono quelli che accusano i sedicenti democratici di essere zombie, asserviti ai poteri forti, incapaci di essere alternativi alla destra, con la quale viceversa fanno inciuci a rotta di collo. I fascisti del web usano un linguaggio scurrile, offensivo, tipico dei fascisti mussoliniani e delle squadre d'azione. "Vengano a dircelo in faccia!", urla Bersani dal palco della Festa del Pd (la possiamo ancora chiamare "Festa dell'Unità" o fa troppo comunista?).
Bene. Mi autodenuncio: sono un fascista del web. Se Bersani vuole che gli dica queste cose in faccia, gli chiedo cortesemente dove e quando possiamo incontrarci. Nel suo ufficio a Montecitorio, in una piazza qualunque. Chiedo solo una cortesia: che vi siano i testimoni. Vorrei televisioni, cellulari, ipad e roba varia. Perchè tutti devono sapere che si, lui è uno zombie, il suo partito è - nei vertici, non nella base - connivente con le destre liberiste che tanti sfaceli hanno creato in Italia e in Europa, che il Pd amministra spesso male i territori che governa, che molti dirigenti del PD sono inquisiti per affari loschi, che l'alleanza con Casini, ex alleato con Berlusconi, è un inciucio vero e proprio, che Napolitano non può essere difeso a prescindere.
E' probabile che Bersani, nel suo delirio, si riferisse a Di Pietro e, soprattutto, a Beppe Grillo. Il comico genovese, infatti, è "colpevole" di non scendere nell'agone politico e di non partecipare agli sterili dibattiti tra Pd e Pdl (che appoggiano lo stesso governo, sia chiaro), ma nella sua torre d'avorio 2.0 pontifica e critica a destra e a manca. O meglio, a destra e a destra, dato che il PD ha ufficialmente abbandonato il campo della sinistra visto che ha sostenuto i più "destri" provvedimenti del governo bocconiano di Monti.
E' paradossale questa Italia: chi sta più a sinistra del Pd è un fascista, seppure solo del web.
A posto così.
Do svidanija
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