E' con grande piacere che apprendo che Jovanotti, al secolo Lorenzo Cherubini, di professione "cantante" (e le virgolette sono obbligatorie, vista la voce che si ritrova), passerà tutto l'inverno negli USA alla ricerca delle radici umili della musica. Non sono un fan di Jovanotti, che apprezzo più come paroliere che come musicista o cantante, però mi piace il suo eclettismo, la sua capacità di mettersi in discussione e provare sempre a percorrere sentieri nuovi.
Si sa che la musica, in America, non è nata negli stadi, men che meno nelle trasmissioni televisive: è nata nei pub, nei bar, nei locali, nelle palestre scolastiche. Nirvana, Led Zeppelin, Bob Dylan, The Ramones: tutti hanno avuto umili origini, e i pub in cui mossero i primi passi sono ancora lì, nella maggior parte dei casi. E che dire del rap? Prima che gentaglia come Snoopy Dogg lo trasformasse in un fenomeno da baraccone, tutto lustrini, pellicce, troie sculettanti e macchinoni, il rap era davvero "la voce della strada", come ci ricorda il più grande rapper degli ultimi 15 anni, che per puro caso è un bianco (Eminem). E Jovanotti, è bene ricordarlo, proviene proprio dal mondo del rap, magari maccheronico come gli 80's italici, ma pur sempre rap!
Buon viaggio, Lorenzo. Che tu possa tornare migliore di come parti. Musicalmente parlando, s'intende.
Nessun commento:
Posta un commento