Non voglio fare la solita e retorica disquisizione sui cosiddetti "sport minori" che hanno regalato alla sedicente Italia più medaglie e più emozioni degli sport più blasonati. Ci pensano già i soliti benpensanti a ricordare i veri sportivi, salvo poi dimenticarsene domani. Perché domani c'è il calciomercato, e il pallone - si sa - è lo sport nazionale.
Queste olimpiadi mi sono piaciute molto. A partire dalla splendida cerimonia inaugurale, c'è stato un susseguirsi di emozioni davvero importanti. Le personalissime gufate contro la Pellegrini e la Vezzali sono andate a segno: la veneta, soprannominata scherzosamente "la zoccola della vasca", è stata semplicemente ridicola; la jesina, simpatica quanto una supposta di peperoncino, ha perso la semifinale del fioretto individuale, non riuscendo quindi a confermarsi se non nella gara a squadre.
E' stata una olimpiade al femminile! Sia gli Usa, sia la Cina (rispettivamente prima e seconda nel medagliere) hanno ottenuto più medaglie dalle donne che dagli uomini. Inoltre, per la prima volta nella storia, tutte le nazionali avevano almeno una atleta donna.
Sono stato felice per i risultati, altissimi, raggiunti dagli atleti meridionali. Noto con piacere che gli stessi sono stati protagonisti in sport di lotta, di combattimento: il judo, la boxe e il taekwondo. Sarà un caso? Non credo. In realtà sociali in cui c'è tanta rabbia e poca possibilità di canalizzarla in qualcosa di positivo, è probabile che si raggiungano grandi risultati in sport che alla base hanno grinta, rispetto, sacrificio, onore.
E sono stato felice per quel guascone di Bolt, capace di diventare leggenda senza mai perdere il sorriso e la voglia di divertirsi e divertire. Può sembrare talvolta eccessivo o spaccone, un po' come il "Labbro di Marcianise", Clemente Russo: in realtà credo che siano aspetti della personalità di ognuno. C'è chi è più equilibrato e chi è più espansivo, ma la sostanza non cambia se hai talento. E di talento, in queste olimpiadi, se n'è visto tanto.
Do svidanija
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