sabato 21 settembre 2013

La Città dorme ancora



La città dorme ancora. Il sole acido è alto, ormai. I letti sono vuoti. Le strade sono piene. Eppure la città dorme ancora. Connessioni privi di spirito sono in giro. Meccaniche arrugginite dal sonno vogliono morire. Eclissarsi, attendendo nuove conolizzazioni senza opporre resistenza.
Il mare è vicino, specie in questi anonimi sabati. Potremmo guidare le nostre auto che sfiorano la terra senza toccarla. Potremmo viaggare lentamente, o sfiorando la velocità del suono. E giungere a vedere l'orizzonde increscaprsi di onde d'acqua. Il mare, però, non è più mare. I gabbiani non catturano pesci, ma rifiuti industriali e tossici serviti in acqua bollente. Ecco il mare di oggi. Di ieri. E di domani.
E allora restiamo nella città dormiente, come funghi allucinogeni cresciuti sull'asfalto di una metropoli agli sgoccioli del Ventunesimo secolo. Attenderemo di essere sfiorati dalla gioia del sabato, fingendo di vivere un giorno diverso. Attenderemo la domenica convinti che sia un giorno di gioia. Ci ricorderemo di santificare le feste.
Poi verrà il lunedì, e ci sembrerà di ricominciare. Quando in realtà non abbiamo mai smesso.

Non sono visioni, le mie.
Sono profezie.

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