sabato 21 aprile 2012

Il natale di Roma





Se fosse ancora in vigore la Lex Plautia Papiria, io sarei un "romano campano" o un "romano di Napoli": cittadino di Roma, nonostante la mia nascita sia avvenuta fuori dalle mura dell'Urbe.
Con le leggi attuali, invece, io sono diventato cittadino romano nel 2007, però continuo a definirmi "romano di Napoli" e considero anche mio figlio così, nonostante egli sia nato a Roma: perchè Napoli è più di una città natale. Napoli è come il DNA: si trasmette di padre in figlio.
Ciò non toglie che la città di Roma, di cui oggi sono cittadino a tutti gli effetti, mi ha accolto bene, e per questo la ringrazio. Nonostante qualche minuscolo episodio di pseudorazzismo, la stragrande maggioranza dei romani è gentile con noi napoletani ed affine in molte idee e azioni. Forse perchè siamo tra le più antiche "città federate", sempre per riprendere il parallelismo con la Roma Repubblicana.

Oggi è il 21 aprile, il Natale di Roma: secondo la leggenda tramandataci da Marco Terenzio Varrone, il 21 aprile del 753 a.c. fu fondata Roma, dal leggendario Romolo. Da quella data si soleva iniziare il conteggio degli anni, che in genere si indicavano seguiti dall'espressione latina Ab Urbe Condita, cioè "dalla fondazione della città".
Da amante della storia e della politica, ho sempre amato molto il periodo repubblicano, che personalmente antepongo al più noto Impero Romano: a mio parere, si viveva meglio sotto la Repubblica, che era più giusta e più democratica (o meglio, era meno ingiusta e meno aristocratica). Era una oligarchia politica e militare, in cui il popolo aveva voce in capitolo e rappresentanti importanti (i tribuni della plebe) che hanno avuto una considerevole parte negli accadimenti della Storia.

E proprio ai tribuni della plebe, figura quanto mai attuale (vista la crisi totale della politica e della cosiddetta democrazia liberale), che voglio dedicare questo mio piccolo e personale omaggio al compleanno di Roma.


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