giovedì 30 settembre 2010

Il becero trionfo della democrazia liberale



La democrazia liberale consente ad un uomo o ad un partito o ad una coalizione di governare se ottiene la metà più uno dei voti dei cittadini (durante le elezioni) e dei deputati (attraverso i voti di fiducia). Questa mera espressione quantitativa non esprime affatto una qualità: ottenere la maggioranza dei voti o la fiducia dei parlamentari (che in base all'attuale legge elettorale sono nominati dai segretari di partito, non eletti dai cittadini) non garantisce affatto sulla qualità dell'azione di governo.
Ricordando che anche Hitler fu democraticamente eletto, ieri abbiamo assistito all'ennesima farsa della democrazia quantitativa e liberale: un voto di fiducia scontato, su linee programmatiche vecchie di 9 anni ripetute come se fossero novità. La cosa paradossale è che questo voto di fiducia... ha sfiduciato il Paese. Solo i più schierati possono credere che questo governo possa campare fino al termine della legislatura, magari finendo i lavori sulla Salerno - Reggio nel 2013, magari facendo il federalismo fiscale, magari riuscendo a realizzare una riforma della Giustizia.
Se posso permettermi di fare la quota di: "Si andrà ad elezioni anticipate?", dopo i discorsi di ieri non posso fare a meno di mettere il SI a quota 1,05. I finiani hanno votato la fiducia, annunciando contestualmente la nascita di un nuovo partito: in pratica hanno comunicato a Silvio che hanno bisogno di tempo per strutturarsi e radicarsi, poi faranno cadere il governo, magari sulla giustizia. La famigerata quota 316 (altro dato puramente quantitativo) senza finiani e dissidenti non è stata raggiunta, quindi de facto il governo non ha la maggioranza. Siccome, però, formalmente la maggioranza dei voti è ancora dalla parte del Governo, tale strazio continuerà ai danni dei cittadini ridotti sempre più a sudditi lobotomizzati.
Solo Antonio Di Pietro, per il quale non ho MAI votato, è riuscito a dire le cose come stanno, a chiamarle per nome, col suo stile un pò rustico ma di certo chiaro ed efficace. Tutti gli altri, dal menzognero Berlusconi alla servile maggioranza e alla finta opposizione Pd-Udc, sono stati attenti a dimostrare che la situazione è uno schifo, ma non c'è a breve una alternativa. Bisogna tenersi il morto in casa, anche se ormai è in avanzato stato di decomposizione.
Intanto il Paese va letteralmente a rotoli: la disoccupazione è ai livelli del 1999; gli stipendi sono fermi da 7 anni; l'inflazione continua a salire; il Meridione è completamente abbandonato (a se stesso o alle mafie); non c'è un piano industriale nè turistico.
La democrazia della quantità, la liberaldemocrazia, ha trionfato. Il Paese ha perso. E continua a perdere. Ogni minuto, ogni secondo.

martedì 28 settembre 2010

Marilyn Manson - The Fight Song

Il dolore è lancinante.
Ti piega in due.
Ma non ti spezza.

Saprai che sei vivo solo l'istante prima di morire.
E non chiedere scusa. Mai.

La pietà è morta. Impiccata.
Sopra ulivi inceneriti dal buonismo.
Nessuno ha bevuto quel vino.

Le ferite sanguinano. Buon segno.
Le cicatrici sono la nostra memoria.
Se non le hai, non hai storia.

La rabbia passerà.
Si placherà.
Rimarrà l'amaro in bocca.

Non coltivare l'amarezza.
Traducila in rabbia.
E tornerà la dolcezza.

Combattere è l'essenza dell'esistenza.
I tuoi guantoni sono le tue idee:
fanno male e ti proteggono dalle fratture.

Tutti possono andare al tappeto.
Ma non tutti sanno rialzarsi in tempo.
E ricominciare a picchiare.

lunedì 27 settembre 2010

InformAZIONE




Il titolo di questo post pone l'accento sulla caratteristica fondamentale dell'informazione italiana in questa particolare congiuntura storica. La vera informazione, in Italia, è soprattutto Azione, atto volontario di ricerca, approfondimento, analisi, sintesi, proposta.

Se per decenni l'informazione è stata fondamentalmente un atto passivo, una mera ricezione di notizie da parte di giornali e TG, oggi non è più possibile definire "informazione" tale procedura.

E' più corretto definirla Disinformazione, cioè "contraria alla informazione". Perchè lo scopo dell'informazione ufficiale non è informare, ma costruire opinione pubblica. Non far conoscere, ma far pensare tutti alla stessa maniera. La stessa Controinformazione, tanto importante negli anni 70, ormai è ridotta davvero male, pertanto la disinformazione di regime può assurgere al ruolo di vera ed unica informazione.

L'arrivo di Berlusconi sulla scena politica italiana ha imposto al Sistema una polarizzazione: non era più possibile propinare le solite balle in un unico senso, ma era necessario costruire un artificioso controcanto al fine di dimostrare che il pluralismo dell'informazione fosse salvo.

Questa costruzione ha consentito e consente ancora a Berlusconi di dire cose tipo: "L'informazione è in mano alla sinistra", "La rai è governata dai comunisti". In realtà, la contrapposizione (ad esempio) tra La Repubblica ed Il Giornale è una falsa contrapposizione ed è tutta interna al Sistema capitalistio: De Benedetti e Bersluconi, i due editori concorrenti fin dai tempi del Lodo Mondadori, sono anche su opposti schieramenti politici della Democrazia Unica Liberale.

Le voci dal coro, oggi, difficilmente le troviamo in tv o sui giornali: eccezion fatta per Il Fatto Quotidiano, che non ha un editore di riferimento, tutti gli altri giornali e tg seguono la linea editoriale dettata da questo o quel imprenditore.


L'unica possibilità di avere una VERA informazione è il web. E neanche del tutto: anche su internet, ormai, la disinformazione di regime incomincia ad occupare luoghi strategici, coadiuvata dalla polizia postale che impedisce quella che una volta sarebbe stata definita Controinformazione ed oggi invece è la Vera Informazione.

Quindi per sapere una notizia, per conoscere le varie chiavi di lettura, per vedere un'immagine o un video che nessuno (Rai, Mediaset, La7, ecc...) ti faranno MAI vedere, devi AGIRE. Ecco perchè l'informazione è divenuta azione: perchè per essere informati ed informare bisogna AGIRE. Dall'informazione si è passati all'InformAZIONE.

Nulla di ciò che ci è propinato ogni giorno è VERITA'. Perchè la verità è sempre rivoluzionaria... e al Sistema non conviene una rivoluzione.

Bossi contro i romani: "Sono porci"







La differenza tra la Razza greco-latina e la sedicente "razza padana"



http://www.repubblica.it/politica/2010/09/27/news/bossi_romani-7470883/?ref=HRER1-1

Il Senatur applaudito a una festa della Lega: "E se vogliano la F1 corrano con le bighe, Monza non si tocca". Almeanno insorge: "Oltre il limite, scriverò a Berlusconi". Ma parte del Popolo delle LIbertà lo giustifica: "Solo una battuta". Zingaretti: "E' un ministro non un comico"
Bossi a Lazzate con il figlio
ROMA - Torna a calcare la mano. Stavolta in modo pesantissimo. Lo fa con una sortita contro Roma e i romani che scatena reazione critiche si dalla maggioranza che dall'opposizione. Umberto Bossi, parlando ieri nel corso di un'iniziativa a Lazzate, si scaglia contro l'ipotesi di spostare il Gran Premio di Formula Uno da Monza nella capitale: "I romani se lo possono dimenticare, Monza non si tocca e a Roma possono correre con le bighe".

Ma il Senatur va ben oltre. E si lascia andare ad uno sprezzante attacco ai cittadini di Roma. "Basta con Senatus Populusque Romanus, "il Senato e il popolo romano", io dico 'sono porci questi romani'", scandisce fra gli applausi del pubblico e le risate del figlio in piedi accanto a lui.

Immediate le reazioni. "La Lega ha una storia, una dimensione e delle responsabilità di fronte alle quali continuare ad atteggiarsi ad Asterix mi sembra riduttivo" dice subito il vicepresidente vicario dei senatori del Pdl, Gaetano Quagliariello. "Siamo stanchi di queste provocazioni inaccettabili che invece di costruire offendono milioni di cittadini" commenta il ministro delle politiche europee Andrea Ronchi.

Ma c'è anche un'ala giustificazionista. "Battute fastidiose, ma fortunatamente non costituiscono una linea politica'' dichiara per esempio il ministro della Gioventu', Giorgia Meloni, nata e cresciuta nel popolare quartiere della Garbatella. Dello stesso tono le parole di Maurizio Gasparri: "Dice fesserie, ma ha votato per Roma capitale".

Intanto l'opposizione attacca. "Definire sprezzantemente come porci i cittadini della capitale italiana, così come qualsiasi cittadino italiano, è inammissibile e soprattutto è assolutamente grave che questo insulto esca dalla bocca di un ministro come Bossi" commenta Silvana Mura deputata di Idv. La Lega sa solo insultare e lanciare spot propagandisti, altro che risolvere i problemi del paese. Qui stiamo andando a rotoli e Bossi ci sguazza" taglia corto Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc. "Bossi faccia il ministro e non il comico" dichiara in una nota il presidente della provincia di Roma, Bicola Zingaretti. Il Pd, invece, chiama in causa il sindaco Alemanno e il governatore Polverini: "Sono offese gravi, i due amministratori che ne pensano?" dice il commissario del Pd nel Lazio, Vannino Chiti.

E, punto sul vivo, anche Alemanno fa sentire la sua voce: "Questa volta Bossi ha veramente superato il segno, Berlusconi deve intervenire". Seguito subito da Renata Polverini: "Mi auguro che il governo prenda le distanze da queste volgarità". Per il democratico Walter Veltroni Bossi usa "un linguaggio da trivio".

II° congresso del Partito del Sud




NAPOLI – “La sinistra e la destra? Per noi sono solo indicazioni stradali!”
E’ questo il sunto dello spirito che ha animato il II° Congresso Nazionale del Partito del Sud che si è tenuto ieri all’hotel Majestic di Napoli; si tratta di un movimento politico meridionalista nato alcuni anni fa e che governa il comune di Gaeta.
Antonio Ciano, il presidente e fondatore, ha infuocato la platea toccando moltissimi argomenti tutti incentrati sul Mezzogiorno, ma anche sull’attuale situazione politica italiana: “bisogna fare in fretta!” – ha detto Ciano- “altrimenti l’etnocentrismo leghista si accaparrerà tutto, lasciando il Sud come eterna colonia, come da 150 anni a questa parte”.

Durante la prima parte del congresso si sono decise le linee guida e le prospettive future, ma è stato anche eletto il nuovo segretario,Beppe De Santis, che ha parlato delle importanti iniziative future del partito e delle imminenti elezioni amministrative di Napoli.
Il segretario ha anche attaccato il ministro Fitto e le sue 8 proposte per il Sud definendole: “una provocazione” e ha aggiunto “sono senza nessuno spessore, sono state scritte genericamente senza nessun programma concreto per svilupparle”. Ha concluso: “questa provocazione la combatteremo con tutte le forze”.

Ma il suo più appassionato intervento è stato quando ha parlato del gruppo politico: “il Partito del Sud deve essere una squadra, costruiamo insieme un grande partito per dare una vera rappresentanza politica al Sud”.
Il pomeriggio napoletano è stato un susseguirsi di interventi di associazioni meridionaliste provenienti da tutte le regioni del Sud.
Insieme per la Rinascita ha parlato, per voce del suo presidente Stefano lo Passo, della cultura, dei giovani e del “progetto Napoli” che si sta costruendo per le prossime elezioni comunali.
Poi è stata la volta del movimento Grande Sud, tramite Beppe Quaranta, attivista tarantino ed uno degli “smascheratori” del fallimento del comune di Taranto.
Sicilia Federale, per bocca di Francesco Strafalaci, ha parlato di unità di intenti tra i vari movimenti e dell’importanza economica di un federalismo giusto e solidale.
Altro intervento atteso è stato quello di Insorgenza Civile, il movimento meridionalista più attivo sul territorio con alle spalle una miriade di azioni concrete tra cui la manifestazione dell’8 maggio a Torino contro il museo di Lombroso.
Nando Dicè, il presidente di Insorgenza, ha fatto un lungo discorso, aprendo con il ringraziamento appassionato ad uno dei fondatori del nuovo meridionalismo, lo scrittore Antonio Ciano, ed un invito a continuare sulla stessa linea. Ha parlato di “identità culturale che deve essere superiore ai partiti e alla politica” e ha concluso con una nota polemica: “mi rivolgo al Partito del Sud, basta cercare alleati e unità con tanti e troppi partitini e movimenti meridionalisti spesso troppo diversi tra loro. Insorgenza Civile si offre di essere tuo alleato naturale, solo alleandoci riusciremo a rompere le catene che ci attanagliano”.
Poi sono intervenute svariate altre associazioni tra cui una pagina Facebook di aggregazione meridionalista “Briganti”, che ha letto una toccante mail di un emigrante, e infine è stata la volta di Gianfranco Pipitone,Ivan Esposito, Linda Cottone e Francesco Forzati di Cambiamo Napoli.
Alla fine dei lavori, l’ordine del giorno votato da tutti i delegati si è basato su 11 punti programmatici:


•Agricoltura: tutela fiscale, sistema distributivo, terra come fonte di occupazione.
•Energia: le fonti rinnovabili di energia, unite agli immensi giacimenti di petrolio avrebbero ricadute economiche grandissime sulMezzogiorno e fermerebbero l’emigrazione se si reinvestisse totalmente nel territorio.
•Ricerca scientifica: ci sono centri di eccellenza al Sud, sia universitari che pubblici, che vengono poco pubblicizzati dai media nord-centrici. Sono la svolta per il rilancio dell’occupazione
•Autonomia istituzionale: quando lo Stato ha gestito la cosa pubblica è stato un continuo fallimento su tutti i fronti, il Sud deve fare e rischiare da solo
•Autonomia commerciale: incentivare al massimo tutti i prodotti delle aziende meridionali, basta essere i consumatori delle aziende del Nord.
•Produttività: basta assistenzialismo, l’Iva deve rimanere nel territorio, incentivare tutte le categorie professionali del Sud, dagli artigiani ai piccoli commercianti e alle industrie esistenti
•Infrastrutture: tutta l’economia non può svilupparsi senza la mancanza di ferrovie, strade e altre infrastrutture strategiche come i porti. Bisogna guardare al mercato del Bacini del Mediterraneo
•Semplificazioni fiscali per le imprese: basta patteggiare coi politici per avere autorizzazioni; le imposte devono essere unificate e forfetarie per permettere alle piccole aziende di partire e di crescere.
•Banda larga: internet veloce è fondamentale per lo sviluppo economico del Sud, ma anche per l’alleggerimento della burocrazia e infine per spezzare il monopolio dei media tradizionali
•Legalità e lotta alle mafie: punto principale, le mafie fanno gli interessi di una parte dell’imprenditoria del Nord; basta con i sub-appalti e soprattutto combattiamo con tutte le forze lo smaltimento illecito di rifiuti tossici che stanno avvelenando le nostre terre.
•Bonifica dei territori e salvaguardia del patrimonio artistico: bonifica dei terreni e dei siti artistici devastati da politiche scellerate legali ed illegali. Siti artistici some testimonianza della nostra millenaria storia.
Antonio Ciano, al termine della giornata, si dichiara soddisfatto e pronto a continuare da subito la lotta.
Ma soprattutto ha “avvisato” i vecchi politici di turno che vogliono riciclarsi nel Meridionalismo: “l’unico Partito del Sud siamo noi, ogni tentativo di imitazione da parte dei professionisti della politica sarà duramente combattuto”. Il riferimento a Mastella e Lombardo è chiaro!

http://www.infooggi.it/articolo/a-napoli-il-iic2b0-congresso-del-partito-del-sud/5939

venerdì 24 settembre 2010

Mai definirsi ANTI...



Nessuna nostalgia della Prima Repubblica; non fa parte del nostro humus culturale e metapolitico e non intendiamo cibarcene. Ma appare chiaro a tutti che 18 anni di bipolarismo “malato” hanno innestato nell’elettorato politico italiano il morbo “demonizzatore”. E’ altresi’ chiaro che il motore propulsivo di questo nuovo modo di fare politica e’ stata la strategia mediatica ANTICOMUNISTA propugnata dal Cavalier Berlusconi, che, ripetutamente salito sugli scranni del Parlamento, non piu’ tardi di qualche settimana fa ha ribadito l’immantinente pericolo della deriva comunista al potere.
Sinceramente dove il Principe di Arcore veda i comunisti in Italia, lo sa solo lui.
Ma proprio perche’ sapientemente lo sa, ossia sa che dei comunisti non c’e’ piu’ nemmeno l’ombra, continua a sfruttare l’atavica paura di stampo atlantista (che ha le sue origini del dopoguerra italiano) per cementificare il proprio elettorato composto per la maggior parte di cittadini di bassa cultura.
Dall’altra parte della riva bipolare, invece di dedicarsi a costruire un’opposizione credibile, strutturata, propositiva, e visti i chiari agganci a certe “strutture atlantiste” di oltre oceano, l’Ulivo prima, l’Unione poi, e adesso il Partito Democratico hanno sempre basato la loro strategia politica ESCLUSIVAMENTE sull’Antiberlusconismo militante, con il risultato che andati 2 volte 2 al governo ne sono usciti dopo pochi mesi con le pive nel sacco e, a questo punto, diremmo anche fortunatamente visto i programmi smembrativi che volevano attuare i governi Prodi, sotto la protezione di eminenti personalità quali Ciampi, Amato, Draghi e Padoa Schioppa, ossia tutti rappresentanti dei tecnocrati atlantici; sara’ bene sempre ricordarsi che la privatizzazione delle aziende strategiche nazionali e’ dovuta a questi signori, ed e’ grazie a loro adesso siamo costretti a mendicare il petrolio da paesi come la Libia.
Ma torniamo al nostro discorso primario.
L’elettorato italiano e’ stato letteralmente bombardato per anni e anni dalla sindrome del Buono e del Cattivo. I mezzi mediatici e giornalistici, equamente distribuiti e rappresentati, nonostante qualcuno ci voglia far credere che l’informazione sia Unipolare, hanno massacrato i gia’ poco capienti cervelli italioti con la loro propaganda Bipolare, fatta di inchieste, talkshow, finti dibattiti, intercettazione di gusto gossipparo, il tutto condito dalle quotidiane dichiarazioni dei rappresentanti politici che hanno strategicamente contribuito a mantenere sempre alto e strategicamente becero il livello della discussione politica, con i risultati che sono sotto i nostri occhi: un paese ridotto con le pezze al sedere.
E sono TUTTI COLPEVOLI.
Anticomunista, antifascista, anti-antifascista, antidemocratico, antiberlusconiano, antidemocristiano, anticattolico, antipagano, anti-immigrazione, anti-islamico… ORA BASTA !
Pare che oggi, per definire la propria visione politica e morale, sia obbligatorio definirsi "anti" qualcosa. Si è persa totalmente la capacità di affermare se’ stessi in maniera positiva: io sono... penso... faccio...Si e’ perso il gusto di proporre, di pensare, di provocare in maniera costruttiva…la tendenza continua è quella di proporre se’ stessi in maniera negativa: io NON sono... o sono CONTRO... NON penso questo....LUI E’ SPORCO…etc…
Abbiamo messo su questo laboratorio da pochi giorni e alcune riflessioni che abbiamo ricevuto sono queste: "Ma non siete antifascisti?", "Ma non siete anticomunisti?", "Ma non siete antiberlusconiani?". Sinceramente siamo rimasti alquanto perplessi ma queste domande non hanno fatto che confermare il nostro pensiero. Gli elettori, ed ancor prima, i cittadini, sono completamente inebetiti dall’offerta politica e dai messaggi mediatici che li bombardano.
E notiamo, ormai giornalmente, che questo processo, logico e linguistico, è ormai una costante di ogni dibattito politico-culturale. Il paradosso è che la contrapposizione "pro" e "anti", nella malata democrazia liberale di stampo prettamente anglo-americano che in tutto il sedicente Occidente governa (sotto finte spoglie di bipolarismi contrapposti), non ha radicalizzato lo scontro politico, portando a crescere le ali estreme, bensì ha consolidato la moderazione e la corsa al centro, ed ha fatto in modo che le estremita’ antagoniste facciano a gara per salire sui 2 carrozzoni bipolari, portando allo stadio terminale anche quei partiti, che una volta si chiamavamo Antagonisti, e che ora si svendono per una poltrona di assessore o di sottosegretario.
All’aggettivo “ESTREMA” noi non diamo un’accezione NEGATIVA e VIOLENTA, bensi’ ALTERNATIVA. Quando il Centro e i suoi contigui cartelli stradali chiamati Destra e Sinistra, sono dichiaratamente malati, allora bisogna andare a cercare la soluzione guaritrice e di urgenza Estrema, ossia in una allocazione DIVERSA. Puo’ essere alta, bassa, diritta, storta, colorata, bianca e nera, che scelga il cittadino la definizione che piu’ lo aggrada, ma deve essere obbligatoriamente DIVERSA.
Tanto per essere chiari: questo pericoloso e continuo scontro bipolare che i politici ci propugnano, di pericoloso non ha proprio niente !!! Per il Sistema non rappresenta nessun pericolo, anzi è strumentale ed utile al mantenimento dello Status Quo; la strategia e’ fingere che sia in atto uno scontro politico quando in realtà entrambi i contendenti sono dirette derivazioni del Sistema. In Italia, che governi Berlusconi o il Partito Democratico, non cambia oggi nè cambierà mai niente: chi mangiava, continuerà a mangiare; chi pativa la fame, continuerà a patirla. Le differenze saranno avvertite solo dai gruppi di potere, dalle lobbies, dai palazzinari, dai tecnocrati e dalle banche, ecc... Se governa Berlusconi, si cibano alcuni gruppi di potere; se governera’ il Pd o i Centristi, mangeranno altri commensali.
Il Popolo?
Niente. Nemmeno le briciole.
Non ci interessano grillismi senza costrutto ne’ esternazioni antipolitichesi (appunto…), ne’ tematiche populiste care a partiti una volta antagonisti ma ora ben saldati alle proprie poltrone territoriali; adesso bisogna costruire un nuovo modo di fare politica e di discutere. Inutile parlare esclusivamente di temi attuali che ora tanto vanno di moda, se poi non si e’ capaci di governare le problematiche.
La struttura deve essere globale; deve parlare al sociale ma deve anche dare risposte immediate.
Ma non risposte ANTI bensi’ risposte PRONTE.
Il sistema implodera’ da solo, ma in qualche modo dobbiamo essere preparati.
Come si esce da questa situazione?
Come si denuncia e si smaschera questa falsa contrapposizione tra "pro" e "anti"?
Innanzitutto, terminando una volta per tutte di definirsi "pro" o "anti" nella esclusiva logica della demonizzazione dell’avversario, cercando di affermare se’ stessi non per negazione, ma in maniera propositiva.
Bisogna chiudere col Novecento e con sue le contrapposizioni del secolo "breve". Fascismo, NazionalSocialismo, Comunismo, Atlantismo (ancora ben saldo) sono esperienze storiche e politiche chiuse. Ognuno dei cittadini, specie quelli meno giovani, conservera’ nel proprio ambito personale i propri “santini ideologici” come e’ giusto e logico che sia, ma per Costruire bisogna proporre un messaggio che rappresenti qualcosa di diverso. Eventualmente dalle dottrine storiche possiamo estrapolare il Meglio, ascoltare le esperienze, valutare gli errori passati, ma sempre nell’ottica di un PROGETTO NUOVO.
Bisogna lavorare con il sudore di tutti per creare qualcosa di nuovo (politicamente, culturalmente, economicamente, socialmente) che riesca a rinverdire gli antichi valori ed ideali depurandoli dal nostalgismo novecentesco e dal simbolismo-feticismo.
Una Nuova Democrazia, appunto.
Che sia Estrema, Organica, Sociale e Popolare.

L’OLIGARCA
C.S. CURSUS HONORUM

giovedì 23 settembre 2010

Lega Nord: "Precedenza ai lombardi nei test"



La redazione milanese del quotidiano La Repubblica ha pubblicato il seguente articolo, riguardante un emendamento del gruppo regionale lombardo della Lega Nord al Pirellone, sede del consiglio regionale della Lombardia.

Tale emendamento chiede che venga valutata più la residenza del candidato invece che il voto di maturità.

Inoltre, la stessa Lega chiede una quota di non meglio identificati "programmi padani" nelle scuole.

da Repubblica.it

La Lega in Regione vuole il diritto di prelazione per i lombardi nelle università a numero chiuso e una quota di programmi scolastici padani. È quanto scritto nel testo di due emendamenti al piano regionale di sviluppo presentati dal Carroccio, e approvati dalla settima commissione regionale Cultura e formazione professionale con i soli voti del centrodestra.

«Oggi gli studenti lombardi partono svantaggiati — spiega il consigliere regionale leghista Massimiliano Orsatti — perché nei test di ammissione alle università a numero chiuso si tiene conto anche del voto preso all’esame di maturità, che in alcune regioni del sud è notoriamente dato con generosità». Per cui la Lega chiederà che nei test di ammissione non si tenga conto dei voti di maturità. «Successivamente — aggiunge Orsatti — chiediamo una corsia riservata per gli studenti che siano residenti in Lombardia da almeno cinque anni».

Non solo. Gli emendamenti presentati dal Carroccio chiedono «di sostenere in via prioritaria gli studenti lombardi anche sugli interventi a favore del diritto allo studio» e l’effettiva applicazione della legge regionale in cui si stabilisce che il 20 per cento dei programmi deve essere dedicato ad argomenti legati al territorio. «Vogliamo sapere quante scuole lombarde sono a conoscenza di questa possibilità — insiste Orsatti — e quante la stanno applicando. La valutazione dei fondi sul diritto allo studio andrà fatta complessivamente». Insomma, più soldi a chi metterà nei programmi argomenti “padani”.

L’opposizione di centrosinistra è già pronta a dare battaglia quando, probabilmente la prossima settimana, il provvedimento sarà votato dal consiglio regionale. «Ai leghisti non basta la scuola di Adro tappezzata di simboli del partito — attacca il consigliere regionale pd Fabio Pizzul — ora nel mirino del Carroccio è finito addirittura il Piano regionale di sviluppo alla voce istruzione. Gli emendamenti ci fanno pensare che il loro tentativo sia sempre quello di escludere una parte degli studenti. Qui non si parla solo di ragazzi stranieri, visto che potenzialmente saranno penalizzati anche gli studenti novaresi o piacentini, che abitano appena al di là dei confini della regione. L’emergenza di oggi è quella di attuare veramente l’autonomia scolastica, che deve essere anche autonomia dalla politica perché non si ripetano più i casi come quello di Adro».

Il testo del secondo emendamento votato in commissione da Pdl e Lega, infatti, sembra andare proprio nel senso opposto, dove stabilisce che «in ambito didattico, la Regione monitorerà attentamente la reale attuazione e implementazione da parte degli istituti scolastici lombardi degli indirizzi regionali per i programmi scolastici». Anche attraverso la verifica «degli effettivi esiti dell’apprendimento degli studenti lombardi».

mercoledì 22 settembre 2010

Cosentino salvato dalla Camera




La Camera dei Deputati ha detto NO. Le intercettazioni riguardanti l'ex sottosegretario Cosentino ed i suoi rapporti con camorristi napoletani e casertani non possono essere utilizzate. Applausi in aula, addirittura. Il Parlamento (potere legislativo) schiavo del Governo (potere esecutivo) impedisce alla Magistratura (potere giudiziario) di utilizzare le intercettazioni per indagini e processi riguardanti Nicola Cosentino, coordinatore campano del Pdl, costretto alle dimissioni per aver fabbricato dossier FALSI sul suo compagno di partito Caldoro, attuale presidente della Regione Campania. Un uomo in odor di camorra che fabbrica dossier falsi per delegittimare un suo compagno di partito: per questo esemplare la Camera ha applaudito.

La tecnica utilizzata è stata geniale, oltre che diabolica: il voto segreto. Perchè Berlusconi ed i suoi servi sapevano che, con voto palese, i venduti (definiti franchi tiratori) non avrebbero potuto palesare il loro tradimento. Invece con voto segreto, non si saprà mai chi ha votato a favore del Governo e di Cosentino.

Un'altra sconfitta per la democrazia liberale italiana, e per l'Italia intera.

Questa democrazia non va bene. E' pericolosa.

martedì 21 settembre 2010

Pronto il masterplan per Tor Bella Monaca


http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/09/21/news/edilizia-7287136/

"Il 15 ottobre presenteremo il masterplan per la riqualificazione di Tor Bella Monaca, a dimostrazione che quanto abbiamo detto ad agosto non era una boutade estiva". Lo ha detto il sindaco Gianni Alemanno nel corso dell'assemblea dell'Acer, l’Associazione dei costruttori romani, durante la quale sono state annunciate altre importanti novità. Dalla riqualificazione delle periferie agli sponsor per le ristrutturazioni di scuole e ospedali o per il rifacimento stradale; dai quattro nuovi campus universitari ai sei progetti di riqualificazione di Renata Polverini; dai progetti per i parcheggi e quelli contro il degrado ai fondi per le infrastrutture che il sindaco chiederà al governo e che serviranno per il sottopasso di Castel Sant'Angelo, il Ponte dei Congressi e l'interramento della Cristoforo Colombo. Con gli imprenditori dell’edilizia che tracciano i bisogni della città, guardando alle Olimpiadi del 2020 come una occasione di rilancio e sviluppo.

Il settore soffre la crisi (-45% degli appalti in due anni e 6mila posti di lavoro persi) ma nel recupero delle periferie trovano una chance di riscatto. Il sindaco Alemanno ha spiegato che "la demolizione e ricostruzione delle periferie finora non è stata applicata in Italia perché servono incentivi e una spinta imprenditoriale”. Poi, parlando dell’imminente “bando dei bandi” ha spiegato: il bando per le aree di riserva, quello decisivo per il piano casa, servirà tra l'altro a sviluppare l'housing sociale". "In questo modo - ha aggiunto il primo cittadino della capitale - metteremo le ali al piano casa e si sbloccherà definitivamente l'urbanistica in questa città. Naturalmente, lo ribadisco, non sarà toccato l'agro romano". Un dato però sembra ormai certo: il premio di cubatura sarà del 60 per cento. La conferma è arrivata dall’assessore regionale all'urbanistica, Luciano Ciocchetti: "Non è una proposta assurda – ha spiegato - dobbiamo dare premialità alta perché il 30% non è sufficiente e infatti non l'ha usato nessuno. Soldi pubblici non ci sono: come si riqualificano allora le periferie o il litorale? Solo con la demolizione e la ricostruzione e con una forte premialità in cubatura”.

Tor Bella Monaca e le altre periferie – E’ stato il presidente dell’Acer, Eugenio Batelli, nel corso dell'Assemblea annuale dei costruttori romani all'Auditorium, a parlare per primo dell’esigenza di riqualificare queste zone dove “vive quasi un milione di persone”. “Certo – ha detto - le periferie di Roma sono diverse e ciascuna con proprie problematiche: una prima tipologia è quella dove gli insediamenti sono nati spontaneamente, caratterizzati dalla mediocre qualità delle strutture edilizie, dalla mancanza di aree destinate a servizi e da un tessuto stradale inadeguato. Mi riferisco, ad esempio, alle zone di Montespaccato, Vermicino, Infernetto e Centocelle. Per queste periferie ritengo che la soluzione più idonea sia quella della sostituzione edilizia. Ci sono poi le periferie come Corviale, Laurentino 38 e Tor Bella Monaca, caratterizzate dalle scelte urbanistiche degli anni 70, dove il modello di insediamento va ripensato in funzione della vita sociale del quartiere”. Il tutto fermo restando che gli interventi vanno incentivati. Di qui la quota 60 per cento per i premi di cubatura. Secondo Batelli, anche per quanto riguarda le nuove periferie che sono state recentemente urbanizzate e che restano carenti di servizi essenziali, come strade, scuole e parchi, "gli operatori privati possono intervenire per colmare questa carenza, accollandosi l'onere di realizzare i servizi mancanti. Onere che potrà essere compensato con la possibilità di densificare i piani nelle aree extra standard non utilizzate". Su Tor Bella Monaca è arrivato poi l’annuncio del sindaco e la data del 15 ottobre per la presentazione del masterplan.

La manutenzione stradale – Alemanno ha anche lanciato l’idea di “coinvolgere i capitali privati nell'opera di manutenzione stradale". Dopo aver ricordato "il grande sforzo o messo in campo dal Comune quest'estate per gli interventi, il sindaco ha proposto di coinvolgere anche i capitali privati attraverso "il sistema delle promozioni, delle sponsorizzazioni" o "mettendo a disposizioni oneri concessori". Batelli è più che d’accordo: “Il capitale privato deve essere oggetto di ulteriore coinvolgimento. Ad esempio, negli interventi di manutenzione stradale, prevedendo quale forma di remunerazione l'utilizzo di spazi pubblicitari”.

Sponsor privati per ospedali e scuole - Sulla stessa lunghezza d’onda, la presidente della Regione Renata Polverini. Intervenendo all’assemblea ha parlato dei progetti già in fase di studio per la sponsorizzazione delle opere di ristrutturazione delle strutture sanitarie. “Oltre a lavorare sul piano di rientro – ha detto - stiamo cercando strumenti innovativi per le ristrutturazioni sanitarie usando non solo il fondo nazionale ma anche sponsorizzazioni dei privati. È una causa così nobile che saranno in tanti a voler partecipare”. In più Polverini ha parlato di ''sei progetti di riqualificazione delle periferie in arrivo realizzate con fondi comunitari. Li stiamo valutando e li discuteremo con i sindaci dei comuni interessati”.

I campus universitari metropolitani - "Presenteremo già la prossima settimana la grande sfida dei campus studenteschi nell'area metropolitana di Roma: costruire nuovi edifici scolastici, ecocompatibili e dotati di strutture moderne, dando in concessione vecchi edifici scolastici concentrati, magari, nella cintura urbana dove gli studenti non vivono più". Lo ha annunciato il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, anche lui all'assemblea "Ne presenteremo sicuramente due a dicembre e stiamo lavorando per altri due".

Le infrastrutture – "Il nostro territorio sconta un deficit di infrastrutture ormai allarmante”, ha lamentato Batelli. “Un esempio eclatante è il nuovo collegamento autostradale Roma-Latina di cui si parla da oltre 10 anni. Altro problema è quello di decidere urgentemente la localizzazione del nuovo aeroporto alternativo a Ciampino, destinato alla chiusura”. Ma per quanto riguarda Roma città, è stato Alemanno ha precisare: “Chiederemo fondi al governo per opere che Roma attende da anni”, riferendosi al sottopasso di Castel Sant'Angelo, il Ponte dei Congressi e l'interramento della Cristoforo Colombo.

Gli appalti pubblici - Per quanto riguarda le procedure di appalto, gli imprenditori edili è arrivato un monito: stop ai ritardi di pagamenti da parte delle amministrazioni pubbliche verso le imprese di costruzione. "Non è tollerabile che le necessità delle amministratori di far quadrare i loro bilanci ricadano sulle spalle degli appaltatori", ha ribadito il presidente dell'Acer, che ha anche rivolto un appello alle amministrazioni pubbliche del territorio: "Non si possono più accettare ribassi di gara che variano dal 50 al 60%: nessuna persona di buon senso può credere che, a quelle condizioni, un'opera possa essere realizzata a regola d'arte".

Filosofia del Guerriero - 3




- Non v'è più bellezza, se non nella lotta.

- Ho imparato tanto tempo fa a non fare lotta con i maiali. Ti sporchi tutto e, soprattutto, ai maiali piace.

- Le nostre vere scoperte vengono dal caos.

- Puoi mantenere un sorriso autentico solo per un po', dopodiché è solo denti.

- Quando non sappiamo chi odiare, odiamo noi stessi. E contro noi stessi possiamo solo perdere, perchè nessuno può batterci.

- Non puoi chiedere ad un uomo mascherato chi egli sia.

- La vera forza di uno spartano è il guerriero al suo fianco.

sabato 18 settembre 2010

Rammstein - Stripped

Napoli piena di rifiuti. Berlusconi ha mentito (un'altra volta)




Due anni fa, durante la campagna elettorale, i media di regime riempirono le pagine e gli schermi d'Italia di immagini riguardanti Napoli.

Cumuli di immondizia campeggiavano nei luoghi maggiormente frequentati dai turisti, per non parlare delle periferie partenopee, le cui immagini produssero una indignazione generale ed una risonanza anche all'estero.

Il cavalier Berlusconi, il più menzognero tra i presidenti del consiglio nella storia repubblicana, dopo aver architettatto ad arte la campagna, servendosi del suo potere mediatico, organizzò il primo consiglio dei Ministri a Napoli e inaugurò l'inceneritore di Acerra, insieme al servile Bertolaso.
Mentre la Lega Nord organizzava la contestazione contro la possibilità che i rifiuti di Napoli (tra cui vi sono motlissimi rifiuti tossici provenienti dalle aziende del nord scese a patti con la camorra) venissero smistati nella sedicente e mai esistita Padania.

E la vulgata, la massa beota che non si informa e si beve le fandonie propinate da tg e giornali, continuava e continua ancora a dire che "Berlusconi ha risolto l'emergenza rifiuti", "Ha ripulito Napoli", e altre stupidaggini del genere. Questa massa ignorante, poi, si reca alle urne... e il suo voto vale quanto quello mio e quanto quello del Popolo che si informa e si controinforma. E questo fatto mi fa incazzare.


Oggi, sul quotidiano napoletano Il Mattino, è apparso questo articolo:

"Due forni del termovalizzatore di Acerra in tilt e blocco della raccolta da parte delle ditte: ecco Napoli assediata dai rifiuti. Ben centottanta tonnellate di immondizia giacciono nei cassonetti e attorno ad essi senza che vengano rimossi. E questo vale per la raccolta. Ma altrettanto grave è la situazione ad Acerra: per riparare i guasti ai rivestimenti del termovalorizzatore occorono 10 milioni e sei mesi di lavori." (http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=119158&sez=NAPOLI ).

E adesso? Ancora a dire che Berlusconi ha risolto l'emergenza rifiuti? Vi rendete conto che vi prendono in giro, che non vi informano, che celano alcune notizie o ne costruiscono altre solo per mero calcolo politico-elettorale?

venerdì 17 settembre 2010

Bono Vox aiuta l'Africa delocalizzando in Cina




http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/09/17/bono-aiuta-l%E2%80%99africa-producendo-in-cina-2/61664/


Bono aiuta l’Africa producendo in Cina
Bono Vox, il cantante degli U2, oggi sarà ricevuto da Sarkozy. I due “parleranno delle sfide per lo sviluppo dell’Africa a qualche mese dalla doppia presidenza francese del G20 e del G8”. Lo rende noto un comunicato dell’Eliseo. Tra le tante preoccupazioni che attanagliano la pop star irlandese, ce n’è una che molto probabilmente rimarrà inespressa. Riguarda un affare di famiglia, che non è sfuggito ai tabloid inglesi. La collezione di “fashion etico” Edun, creata nel 2005 dal cantante e dalla moglie Ali Hewson per “incoraggiare il commercio con l’Africa e celebrare le possibilità e le persone del continente”, ha spostato ormai buona parte della sua produzione dall’Africa alla Cina. A scriverlo è il quotidiano inglese Daily Mail, che gira il coltello nella piaga: “le fabbriche cinesi sono note per pagare ai lavoratori salari bassi, forzandoli ad orari massacranti in condizioni indecenti”.

Bono e la Hewson hanno lanciato Edun nel 2005, per “mettere i nostri soldi dove erano le nostre bocche. Per migliorare le condizioni di chi vive nei paesi in via di sviluppo e rendere la produzione di vestiti più sostenibile”. Per razzolare bene, oltre che predicare. La signora Hewson, 49 anni, è presto diventata il volto pubblico di Edun e il suo vero motore. All’inizio la produzione è stata sviluppata interamente in Africa, grazie ad accordi siglati con agricoltori del nord dell’Uganda, che forniscono il cotone, e con laboratori di produzione in Tunisia, Tanzania e Kenya. Poi però si sono verificati problemi con la lavorazione dei capi e con la loro consegna: le navi hanno cominciato ad arrivare in ritardo e i rivenditori si sono sempre più lamentati del taglio e del design. Come se non bastasse è arrivata la recessione e, da un picco di centinaia di negozi convenzionati nel 2006, si è passati ad appena 67 punti vendita in tutto il mondo. Le magliette, le giacche, le borse e la camicie firmate da Mr e Mrs Vox non hanno sfondato. Ma Ali Hewson non si è persa d’animo. L’anno scorso ha venduto il 49% del business al big del lusso LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton, cercando un accordo con un produttore cinese. La vendita ha fruttato 7,8 milioni di dollari.

E ha aperto la strada alla produzione asiatica. Secondo quanto riportato in questi giorni dalla stampa americana, quasi tutti gli articoli presentati da Edun alla settimana della moda di New York (che si è chiusa ieri), sono stati prodotti in Cina, non in Africa. La signora Hewson si è difesa, ammettendo di essere stata naif rispetto a quello che “è necessario per avere successo nel mondo della moda”. “All’inizio ci siamo concentrati troppo sulla nostra mission sociale”, ha dichiarato in un’intervista. “Abbiamo messo in secondo piano la qualità. Ma alla fine produciamo vestiti, dobbiamo vendere prodotti. E la qualità deve essere al primo posto”.

L’impegno per l’Africa continuerà però a dettare una parte delle strategie aziendali: la percentuale di produzione nel continente – oggi al 15% – salirà progressivamente ogni anno, assicura la Hewson. Mentre per voce di Janice Sullivan, amministratore delegato di Edun, arriva una promessa: “continueremo a fare business in Africa. Abbiamo creato una nuova impresa per sostenere 3.000 coltivatori di cotone in Uganda”. Per le fabbriche in Cina “ci sarà un monitoraggio esterno, annuale, per assicurarci che la produzione sia fatta rispettando il nostro codice di condotta”.

Alla sfilata di Edun, che si è tenuta l’11 settembre scorso in “uno spazio all’aperto tra due palazzi nel quartiere di Chelsea a Manhattan”, c’era il pubblico delle grandi occasioni. Per la nuova collezione è stata reclutata Sharon Wauchob, una ex stilista di Louis Vuitton, incaricata di rendere i vestiti più “semplici e cool”, con “un tocco di Africa, ma un’ispirazione cosmopolita, perché bisogna avere un obiettivo molto più ampio”, ha dichiarato Toni Belloni, managing director di LVMH. “La collezione di Sharon Wauchob ha mostrato che fashion significa prima di tutto bellezza”, ha aggiunto Belloni. “Il fatto che sia etico è un di più. Prima di tutto i vestiti devono essere belli e avere personalità”.

E forse oggi, tra un kir royal e un magret de canard, Bono avrà anche la possibilità di trasmettere queste perle di saggezza a Sarkozy. O, al limite, alla moglie Carlà.

Firmato il decreto per Roma Capitale




http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/09/17/news/roma_capitale-7161879/?ref=HREC1-1


Primo decreto su Roma Capitale del governo e abbraccio tra il sindaco di Roma Gianni Alermano e il ministro leghista Roberto Calderoli. Ma nel giorno dell'annuncio arriva subito una pesante battuta del leader della Lega Bossi. "Ora - dice Bossi - ci vuole la capitale del Nord". Il Senatur scherza e si lascia andare ad una battuta: "Lo abbiamo votato solo perchè il sindaco Alemanno è venuto piangendo", chiosa il ministro facendo riferimento alla presenza del primo cittadino di Roma a Palazzo Chigi dopo la firma del provvedimento

Ad annunciare il voto del Consiglio dei ministri all'unanimità sul decreto legislativo su Roma Capitale che sarà pubblicato domani sulla Gazzetta Ufficiale" era stato lo stesso sindaco di Roma, Gianni Alemanno, uscendo da Palazzo Chigi. Il primo cittadino aveva assistito alla firma del provvedimento che conferisce lo status di ente speciale a Roma Capitale nel 140esimo anniversario della breccia di Porta Pia. Una coincidenza simbolica fortemente voluta da Alemanno, che lunedì in Campidoglio darà la cittadinanza onoraria al presidente Giorgio Napolitano.

"Questo decreto - spiega il primo cittadino della Capitale - è il primo passo necessario ed importante per fare in modo che la nostra città abbia una governance adeguata non solo al ruolo di capitale d'Italia, ma anche al suo valore internazionale. Nasce l'assemblea capitolina mentre con il prossimo decreto saranno definiti i nuovi poteri di Roma Capitale, in accordo con Regione e Provincia". Alemanno spiega che sulla questione è stato impostato un confronto con Renata Polverini e il ministro Roberto Calderoli: "Presto ci sarà un incontro per cercare la massima intesa". E a chi sostiene che il primo decreto sia in realtà una vuota cornice, Alemanno risponde: "Senza questa trasformazione i nuovi poteri avrebbero poggiato su uno status troppo debole".

"Ora - aggiunge - attendiamo il codice delle autonomie per chiudere la questione del numero dei consiglieri ed altri aspetti delle città metropolitane. Poi si farà il rimpasto. E' una questione di pochi mesi". Alemanno ha spiegato che ''è stato confermato il tetto di 15 municipi, la possibilità per gli assessori di rientrare come consiglieri se decadono dal loro incarico e la procedura di urgenza dell'attività dell'assemblea capitolina rispetto a determinati provvedimenti''. ''Col codice delle autonomie - ha aggiunto - c'è l'impegno anche del Parlamento per fare in modo che ci sia una revisione dei consiglieri e degli assessori non solo per Roma ma per tutte le città metropolitane. E' impensabile che Roma con 2 milioni e 800 mila abitanti abbia lo stesso un numero di consiglieri di una città di 200 mila abitanti''. Alemanno ha ribadito inoltre che ''senza questa trasformazione i nuovi poteri avrebbero poggiato su uno status troppo debole. Ringrazio - ha aggiunto Alemanno - l'opposizione ed il Pd che ha appoggiato questo processo".

Quanto alle parole di Umberto Bossi che ieri prefiguravano una frenata sul secondo decreto su Roma Capitale, "Affronteremo i problemi così come abbiamo fatto per il primo. Alemanno ha rivelato anche un retroscena: "Alla fine della votazione il presidente del Consiglio Berlusconi mi ha chiamato in Consiglio dei ministri e Gianni Letta, scherzando, mi ha detto che i ministri della Lega avevano votato contro. Poi mi ha detto invece c'era stata unanimità e io ho ringraziato tutti e ho abbracciato il ministro Calderoli, perché è stato determinante in questo processo".

Il decreto aveva avuto un via libera quasi unanime dal Parlamento. Ieri dal Consiglio comunale capitolino era trapelato il malcontento per la riduzione a 48 dei consiglieri della nuova Assemblea capitolina: troppo pochi, concordano maggioranza e opposizione.


I punti del decreto. Ecco i passaggi essenziali del decreto Legislativo su Roma capitale, approvato dal Consiglio dei ministri. Nasce 'l'assemblea capitolina', organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo, "composta dal sindaco e da 48 consiglieri" (ora sono 60). Il sindaco "può essere udito nelle riunioni del consiglio dei ministri" qualora vi fossero all'ordine del giorno argomenti inerenti Roma Capitale. Per quanto riguarda i municipi ce ne potranno essere "fino a 15".

Il sindaco, il presidente dell'Assemblea capitolina e gli assessori hanno diritto di percepire un'indennità di funzione, determinata con decreto del ministro dell'Interno, di concerto con quello dell'Economia. Tale indennità è dimezzata per i lavoratori dipendenti che non abbiano richiesto l'aspettativa. Il successivo passaggio è l'approvazione del secondo decreto, quello che stabilirà compiti e funzioni. Subito dopo, entro sei mesi, l'assemblea capitolina dovrà approvare il nuovo statuto di Roma Capitale.

Reazioni. "Voglio esprimere il mio netto dissenso sulla decisione adottata nel decreto di Roma Capitale di ridurre i municipi di Roma a 15. Sono decisamente perplesso sul metodo cui si è giunti a questa decisione e sull'efficacia di questa riforma e mi chiedo quali siano le motivazioni che giustifichino questa scelta, che sono convinto avrà riflessi negativi sulla qualità della vita dei cittadini", dice in una nota il presidente del municipio XV, Gianni Paris. "Sono favorevole ad un nuovo assetto della città di Roma, articolato in un governo centrale, il Campidoglio, con maggiori poteri e competenze sui servizi di carattere generale, e dai 'Comuni metropolitani' - gli attuali municipi e i comuni dell'hinterland - cui spetta la diretta gestione dei servizi locali - spiega Paris - ma ribadisco che non è assolutamente vero, invece, come da molte parti si ripete, che la riduzione dei municipi a 15 assicurerà automaticamente un contenimento delle spese, nè una maggiore razionalizzazione nella gestione della città".

giovedì 16 settembre 2010

NO alle scuole leghiste




L'Italia è (volenti o nolenti) una ed indivisibile. Hic et nunc. Poi un giorno... si vedrà.

A me questa Italia non piace, e lotto quotidianamente nel mio piccolo per cercare di cambiarla radicalmente. Spesso fallendo. L'importante, oggi, in questa fase storica, non è vincere, ma combattere.

Tra le cose che meno mi piacciono di questa Italia, vi è la Lega Nord. Dovrei aggiungere "Padania", ma non riconosco a questo termine nessuna valenza di nazione o popolo. La Padania non esiste. Non è mai esistita. Mai esisterà.

La Lega Nord è quel movimento vecchio di decenni che sorse nella crisi della Prima Repubblica sputando odio verso la classe dirigente del tempo e verso i "terroni" e "Roma ladrona". Nel primo caso avevano ragione. Nel secondo avevano clamorosamente torto: i "terroni" erano, prima dell'Unità d'Italia, ben più ricchi ed evoluti dei settentrionali (cfr studio sui censimenti del 1861 e del 1871 di F.S.Nitti); Roma "ladrona", cioè la Capitale d'Italia, aveva garantito al Nord, alle sue aziende e ai suoi cittadini, moltissimi sussidi, investimenti, appalti, aiuti economici, sviluppo infrastrutturale, spesso anche a scapito del Sud. E la fandonia della "Cassa del Mezzogiorno" è presto smascherata: dal 1989 al 2009, la Germania occidentale ha investito in quella orientale una somma di denaro pari a 10 VOLTE (!) i soldi investiti nella Cassa del Mezzogiorno.

Roma, Capitale d'Italia, la città Eterna, Roma Caput Mundi, la patria della cultura e del diritto, etichettata come "ladrona", sfaticata, inefficiente. E contro Roma e il sud terronico bisogna far nascere la Padania, libera ed indipendente.


Il sindaco di Adro (BS), il leghista di ferro Oscar Lancini, venuto alla ribalta tempo fa per aver rifiutato di dar da mangiare in mensa ai bambini figli di persone indietro coi pagamenti della stessa, ha avuto una idea terrificante nella sua genialità: ha venduto la vecchia scuola comunale ad una ditta privata che l'avrebbe trasformata in residence con appartamenti, ed in cambio ha ottenuto che la stessa ditta costruisse una scuola ex novo.

Fin qui nulla da eccepire, anzi. Ottima idea. Bisognerebbe chiedersi come sia possibile vendere a privati il patrimonio pubblico, ma il federalismo demaniale ce lo spiega fin troppo bene.

La cosa sconcertante, inammissibile, odiosa, abominevole, consiste nel fatto che, quando si è trattato di scegliere gli arredi scolastici (banchi, sedie, cestini, ecc...), il sindaco ha pensato bene di far stampare su tutti gli arredi il Sole delle Alpi, il simbolo che campeggia sulle bandiere della fantomatica e mai esistita Padania.

Tale notizia, ovviamente, ha sollevato un polverone di polemiche. I leghisti (tra cui Cota a Porta a Porta) si difendono affermando che il Sole delle Alpi non è un simbolo politico, in quanto preesiste la stessa Lega nord.

Verissimo. Anche la croce celtica, la svastica, il fascio littorio, ecc... non sono simboli politici, dunque? Tutti e tre sono simboli utilizzati prima del Fascismo e del Nazismo, eppure credo che se una scuola avesse stampato le svastiche o i fasci sui banchi e sulle sedie, si sarebbe rischiato il linciaggio del Sindaco!


Per la lega ed i leghisti, invece, si fa finta di niente. Si classifica come "ennesima goliardata" ciò che è in realtà un gravissimo attentato al carattere NAZIONALE della scuola pubblica italiana.

Fino a quando dobbiamo subire ciò? Fino a quando la Lega dovrà continuare a parlarci di fantomatici "popoli padani", di "terroni" e di "roma ladrona"? Quanto dobbiamo attendere prima che la Lega Nord venga messa al bando e vietata?

Forse qualcuno sta solo attendendo che qualche italiano faccia capire ai leghisti che hanno rotto i coglioni. E i leghisti capiscono una sola lingua: la violenza.

martedì 14 settembre 2010

Massimo Fini: "Sto dalla parte degli ultras"




Siamo stufi, arcistufi, di questo Stato di polizia. Che non è quello delle intercettazioni telefoniche, come pretende Berlusconi che ha la coscienza sporchissima, che sono perfettamente legittime quando autorizzate dalla Magistratura, ma quello dove le libertà più elementari sono osteggiate, conculcate, vietate, proibite, scomunicate, tranne quella economica anche quando passa sul massacro della popolazione (è “la libera intrapresa” a creare la disoccupazione, oh yes, ma questo ve lo spiegherò in un’altra occasione) e, ovviamente, quelle del Cavaliere che può corrompere testimoni in giudizio, pagare mazzette ai finanzieri, consumare colossali evasioni fiscali, avere decine di società “off shore”, precostituirsi “fondi neri” impunemente perché, attraverso i suoi scherani, si fa cucire leggi su misura che lo tengono fuori dai processi.
Non bastassero già le leggi nazionali, dove sono sempre più feroci i limiti imposti al consumo di alcol, al fumo, non solo a tutela dei soggetti passivi ma anche di quelli attivi, alla prostituzione (da strada naturalmente, quella delle escort e soprattutto dei loro importanti clienti è immune), ora, dopo un altro demenziale decreto del ministro Maroni, ci si sono messi anche i sindaci, in particolare leghisti, ma non solo, a imporre i divieti più grotteschi e assurdi.
A Verona è proibito sbocconcellare un panino in strada, consumare alcol fuori dai bar, bagnarsi nelle fontane, girare a torso nudo (il Mullah Omar era più permissivo). A Vicenza ci sono multe salatissime (500 euro) “per camper e roulotte che trasformano la sosta in un bivacco”. A Novara sono vietate le passeggiate notturne nei parchi se si è più di due (durante il fascismo ci volevano almeno cinque persone per considerarle “radunata sediziosa”). A Eraclea (Sicilia) è proibito ai bambini costruire castelli di sabbia in riva al mare. A Firenze, a Venezia, a Trento e in altre città è vietato chiedere l’elemosina, cosa che non si era mai vista prima (nemmeno nei “secoli bui” del Medioevo, anzi, tantomeno nel Medioevo in cui si riteneva che il mendico, come il matto, avesse, per dei suoi misteriosi canali, un rapporto privilegiato con Dio) in nessuna società del mondo, eccezion fatta per l’Unione Sovietica.
Adesso, sempre per iniziativa del solerte Maroni, è arrivata anche la “tessera del tifoso”.
È intollerabile che uno per andare a vedere una partita di calcio debba chiedere la patente alla società. Una schedatura mascherata, socialmente razzista perché imposta solo ai tifosi che vanno nel “settore ospiti”, cioè dietro le porte e nelle curve, mentre chi può pagarsi i “distinti” non subisce questa gogna.
In realtà questa misura illiberale va nel segno di una tendenza in atto da molti anni: eliminare via via il calcio da stadio a favore di quello televisivo e degli affari di Sky, Mediaset e compagnia cantante (con corollario di moviola, labiali, giocatori scoperti in flagranti e sacrosante bestemmie – robb de matt – e, da quest’anno, anche la profanazione del tempio sacro dello spogliatoio). Ma chi conosce anche solo un poco il “frubal”, come lo chiamava Gioann Brera ai tempi belli in cui tutte queste stronzate non esistevano, sa che fra il calcio visto allo stadio e quello visto in casa, in pantofole, fra una telefonata e l’altra e magari sbaciucchiandosi con la fidanzata (orrore degli orrori, il calcio è un rito che vuole una concentrazione esclusiva, non sono mai andato allo stadio con una ragazza e fra Naomi e Ruud Van Nistelrooy – doppietta allo Shalke 04 per inciso – non ho dubbi) non corre alcuna parentela. Per vivere davvero la partita, per capirla, bisogna essere allo stadio, vedere tutto il campo (ci sono centrocampisti che, se guardi la partita in Tv, sembrano aver giocato male perché han toccato pochi palloni e invece hanno giocato benissimo, di posizione) e non solo quello che garba al cameraman.
Dal 1983 – introduzione del terzo straniero – il calcio da stadio ha perso il 40% degli spettatori. Quest’anno gli abbonamenti sono ulteriormente crollati del 20%. Molti tifosi hanno solidarizzato con gli ultras in rivolta e non l’hanno rinnovato. E poi ci sono le ragioni, così efficacemente spiegate da Roberto Stracca in un servizio sul Corriere (26/8) e che hanno tutte la stessa origine: scoraggiare la gente dall’andare allo stadio. “Anche chi non è ultrà – scrive Stracca – e non ha mai pensato di esserlo, dopo biglietti nominali, necessità di un documento per un bambino di 8 anni, odissee fantozziane nella burocrazia più ottusa per una partita di pallone, non ne ha potuto più e ha finito per dire addio allo stadio e aderire alla sempre più ricca offerta televisiva”.
Maroni, contestato violentemente da 500 ultras bergamaschi alla Festa della Lega ad Alzano Lombardo, ha detto: “Dicono di essere dei tifosi, ma non lo sono. Sono dei violenti”. E invece gli ultras sono gli ultimi, veri, amanti del calcio.
Qualche anno fa, in una domenica canicolare e patibolare di giugno, i demonizzatissimi ultras in rappresentanza di 78 società, di A, di B, di C e delle serie minori, diedero vita a Porta Romana, a Milano, davanti alla sede della Figc, a una civilissima manifestazione al grido di “Ridateci il calcio di una volta!” (cioè: numeri dall’uno all’undici, arbitro in giacchetta nera, pochi stranieri, riscoperta dei vivai e, soprattutto, basta con l’enfiagione economica che ha distrutto tutti i valori mitici, rituali, simbolici, identitari, che ne hanno fatto la fortuna per un secolo, a favore del business e che finirà, prima o poi, per farlo scoppiare come la rana di Esopo). La notizia – mi pareva una notizia – passò sotto silenzio. Persino la Gazzetta dello Sport dedicò all’avvenimento un box di poche righe. Non bisognava disturbare il manovratore. Cioè gli affari.
Due parole sulla “violenza” Ad Alzano Maroni ha detto anche: “Io con i violenti non parlo”. E allora il primo cui non dovrebbe rivolgere la parola è Umberto Bossi, il suo Capo. L’ineffabile Maroni si è dimenticato che il leader del Carroccio, agli albori della Lega, dichiarò: “Ho trecentomila leghisti pronti a estrarre la pistola dalla fondina” (in realtà quelli, dalla fondina, possono estrarre al massimo il loro cellulare), e in seguito: “andremo a prendere i fascisti uno a uno, casa per casa”, e ancora, a proposito dei magistrati, “bastano delle pallottole e una pallottola costa solo 300 lire”, e di recente ha anfanato di fucili e altre armi se non gli concedevano non mi ricordo che cosa, parole che dette da un esponente del Governo, sono ben più gravi delle quattro macchine date alle fiamme durante la contestazione di Bergamo.
Io sto con gli ultras. Anche quelli violenti di Bergamo. Perché mi paiono gli unici ad aver voglia ed energia di rivolta in un Paese in cui i cittadini si fan passare sopra ogni sorta di abusi, di soprusi e di autentiche violenze sempre chinando la testa. Sudditi. Nient’altro che sudditi.
Massimo Fini

Buonasera Londra

Buona sera, Londra.
Prima di tutto vi chiedo di scusarmi per questa interruzione. Come molti di voi io apprezzo il benessere della routine quotidiana, la sicurezza di ciò che è familiare, la tranquillità della ripetizione. Ne godo quanto chiunque altro. Ma nello spirito della commemorazione, affinché gli eventi importanti del passato, generalmente associati alla morte di qualcuno o al termine di una lotta atroce e cruenta vengano celebrati con una bella festa, ho pensato che avremmo potuto dare risalto a questo 5 novembre, un giorno ahimè sprofondato nell'oblio, sottraendo un po' di tempo alla vita quotidiana, per sederci e fare due chiacchiere.
Alcuni vorranno toglierci la sicura, sospetto che in questo momento stiano strillando ordini al telefono e che presto arriveranno gli uomini armati. Perché? Perché, mentre il manganello può sostituire il dialogo, le parole non perderanno mai il loro potere; perché esse sono il mezzo per giungere al significato, e per coloro che vorranno ascoltare, all'affermazione della verità. E la verità è che c'è qualcosa di terribilmente marcio in questo paese.

Crudeltà e ingiustizia, intolleranza e oppressione. E lì dove una volta c'era la libertà di obiettare, di pensare, di parlare nel modo ritenuto più opportuno, lì ora avete censori e sistemi di sorveglianza, che vi costringono ad accondiscendere a ciò. Com'è accaduto? Di chi è la colpa? Sicuramente ci sono alcuni più responsabili di altri che dovranno rispondere di tutto ciò; ma ancora una volta, a dire la verità, se cercate un colpevole.. non c'è che da guardarsi allo specchio.
Io so perché l'avete fatto. So che avevate paura. E chi non ne avrebbe avuta? Guerre, terrore, malattie. C'era una quantità enorme di problemi, una macchinazione diabolica atta a corrompere la vostra ragione e a privarvi del vostro buon senso. La paura si è impadronita di voi, ed il Caos mentale ha fatto sì che vi rivolgeste all'attuale Alto Cancelliere, Adam Sutler. Vi ha promesso ordine e pace in cambio del vostro silenzioso, obbediente consenso. Ieri sera ho cercato di porre fine a questo silenzio.

Ieri sera io ho distrutto il vecchio Bailey, per ricordare a questo paese quello che ha dimenticato. Più di quattrocento anni fa, un grande cittadino ha voluto imprimere per sempre nella nostra memoria il 5 novembre. La sua speranza, quella di ricordare al mondo che l'equità, la giustizia, la libertà sono più che parole: sono prospettive. Quindi, se non avete visto niente, se i crimini di questo governo vi rimangono ignoti, vi consiglio di lasciar passare inosservato il 5 novembre.
Ma se vedete ciò che vedo io, se la pensate come la penso io, e se siete alla ricerca come lo sono io, vi chiedo di mettervi al mio fianco, ad un anno da questa notte, fuori dai cancelli del Parlamento, e insieme offriremo loro un 5 novembre che non verrà mai più dimenticato.

Rino Gaetano: Il cielo è sempre più blu

Dedicato a Rachele.
Quando la giornata è davvero buia, ricordati: il cielo sarà sempre più blu.
Sempre.

lunedì 13 settembre 2010

Il morbo del crumiraggio




In ogni posto di lavoro ci sono i crumiri, i traditori.

Quando sono i poveracci, i precari, quelli a cui scade il contratto, si può avere pietà: non possono esporsi troppo.

Ma quando i crumiri sono i privileggiati, i colletti bianchi, quelli con le macchine aziendali e con stipendi alti, non bisogna avere nessuna pietà.

Nessuna.

Devono obbedire alla maggioranza dei lavoratori.
Con la pace, se vogliono.
Con la violenza, se non vogliono.

Assoldare killer per decapitare chi è assunto al posto tuo.




Sembra una bufala, una leggenda metropolitana. Invece è successo davvero. A via dell'Omo, sulla prenestina. Vicino a dove abito io, a Ponte di Nona.

Un uomo cinese sarebbe stato pagato da un connazionale per decapitare un bengalese, colpevole di aver preso il suo posto di lavoro.
Costo del lavoro: 1000 euro.

La vita di un uomo, quindi, è stata valutata mille euro.
Non so se sono prezzi cinesi, però...

http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/09/13/news/killer_cinese_armato_di_macete-7030371/

Armato di machete, è entrato in un negozio di alimentari dove lavora un cittadino del Bangladesh per vendicare un suo connazionale che era appena stato licenziato. E così ha colpito il commerciante ferendolo al braccio. E' accaduto ieri in via dell'Omo, a Tor Tre Teste.

L'aggressore, un ragazzo cinese di 19 anni, senza precedenti penali, è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma. Portato in caserma, ha confessato ai carabinieri di essere stato assoldato dal connazionale licenziato affinché decapitasse il dipendente che aveva portato via il posto al suo conoscente. Il tutto per 1.000 euro.

La vittima dell'aggressione, nonostante la ferita, è riuscito a fuggire in strada per chiedere aiuto. In quel momento stavano transitando i militari che si sono messi subito sulle tracce dell'aggressore, bloccato dopo alcune centinaia di metri in via della Vaccheria Gianni mentre stringeva ancora tra le mani il machete insanguinato. La vittima, trasportata nell'ospedale Sandro Pertini, ha riportato lesioni giudicate guaribili in una decina di giorni.

domenica 12 settembre 2010

Berlusconi: "Milan punito da arbitro di sinistra"

http://www.corrieredellosport.it/calcio/serie_a/milan/2010/09/12-128488/Berlusconi:+%C2%ABContro+il+Milan+spesso+arbitri+di+sinistra%C2%BB

«Il Milan ieri sera ci ha dato dei dolori ma non ha giocato male: direi che spesso il Milan ha incontrato arbitri di sinistra». Lo afferma il premier Silvio Berlusconi nel corso della festa dei giovani del Pdl.

TRE GOL NEGATI - « Ieri ho detto 'forza Milan', ma è andata male, pazienza, nel calcio succede anche se credo che l'arbitro abbia negato tre gol al Milan». Lo afferma il premier Silvio Berlusconi, nel corso di Atreju, la festa dei giovani del Pdl.

So bene che voleva essere una battuta... ma a volte scherzando si suole dire le verità in cui si crede.

venerdì 10 settembre 2010

Divieto di sciopero per i calciatori




Inconcepibile.

Adesso anche quei miliardari che giocano a calcio vogliono scioperare. La notizia mi procura sgomento. Anzi no: fastidio. Mi da' letteralmente fastidio che un branco di miliardari, il più delle volte ignoranti, decida di "scioperare" (verbo SACRO per i VERI lavoratori) in quanto il loro contratto collettivo, che non è certo quello dei metalmeccanici o degli edili, non è soddisfacente.

A lor signori non basta ancora la fetta che si divorano, mentre il resto del Paese soffre una crisi economica. A lor signori non sono sufficienti i miliardi che i procuratori (uno dei principali mali del calcio) garantiscono loro tramite ingaggi indegni. A lor signori non bastano le auto di lusso, le ville, le vacanze in luoghi splendidi, la sicurezza economica.

No. Questi precari d'oro (visto che tecnicamente hanno tutti un contratto a termine) hanno la faccia tosta di avvisare il Sistema Calcio che vogliono sedersi al tavolo dei miliardi, altrimenti sarà sciopero.

E quando si proponeva un tetto salariale, perchè è indecente guadagnare in un anno ciò che una persona non guadagna in una vita? Quando gli ultras, i tifosi, coloro che tengono in piedi il Sistema Calcio, vengono colpiti da repressione e tessere del tifoso? Quando vengono uccisi durante una trasferta, perchè un poliziotto che si crede Rambo spara ad una macchina? Quando i presidenti, come quello della Triestina, decidono di chiudere settori economicamente poco fruttuosi, e di riempirli con tifosi di cartone (invece magari di aprire gratuitamente ai bambini delle scuole)?
Non dicono nulla. Lor signori non aprono bocca.
E questi sarebbero i "modelli" dei nostri figli?

Mi fate schifo. Tutti.

Questo sciopero minacciato dai miliardari in pantaloncini andrebbe vietato.
I miliardari non hanno diritto a scioperare.

mercoledì 8 settembre 2010

Proposte per le elezioni dei Rappresentanti del Popolo.




Con grande gioia pubblico il seguente post riguardante la necessità, per una Nuova Democrazia, di ridurre il bacino elettorale e di concedere solo al Popolo (cioè la parte minoritaria, consapevole e matura della Massa) la possibilità di partecipare al voto e di eleggere i propri Rappresentanti, i quali devono necessariamente avere alcuni requisiti espressi di seguito.

Il testo che vi sottopongo è stato scritto in maniera congiunta da me e dal fondatore del blog CENTRO STUDI CURSUS HONORUM (http://msdfli.wordpress.com/ ) ed è stato pubblicato in data odierna sul Laboratorio Tecnico di Politica Sociale (http://www.giovinezza.eu/ ).


Siamo sinceramente stufi, e con noi, crediamo (o meglio speriamo) anche una buona fetta di italiani. Il motivo principale che ci spinge a proporre qualcosa di ESTREMO deriva dal fatto che nutriamo ancora la fervida speranza che una parte della popolazione italiana, ancora non inebetita, sia stanca di sopportare questa classe politica composta da “inefficienti” che cavalcano l’onda emotiva del popolino ignorante per farsi di volta in volta eleggere. Una classe politica che OCCUPA il potere, che non lo UTILIZZA per il bene della Comunità, ma OCCUPA la poltrona a Roma, negli Enti Territoriali e a Strasburgo, laddove insomma la moralità e l’impegno dovrebbero essere una caratteristica imprescindibile. Questa classe dirigenziale non fa politica, non serve il popolo in quanto Rappresentanza Eletta (non è questo il luogo e il momento in cui vogliamo parlare del Porcellum), non e’ moralmente integerrima; l’unico collante della casta politica italiana sembra essere la ricerca continua e spasmodica del consenso per la rielezione e quindi l’occupazione continua delle cariche pubbliche.

Purtroppo, quella fascia di popolazione ancora “sveglia” che si rifiuta di accettare questa situazione, ultimamente (e a dire il vero giustamente) sceglie la via dell’Astensionismo, garantendo così la sopravvivenza di questi dinosauri. E gli innocenti-colpevoli dell’elezioni di questi FINTI rappresentanti, ossia le fasce più deboli e disagiate, e quindi culturalmente più vulnerabili, sono proprio coloro che forse non sarebbero in grado di ottenere l’abilitazione di cui andremo a parlare.

Ci è capitato più volte di soffermarci ad elaborare pensieri circa la necessità di formulare proposte per una Nuova Democrazia, una DEMOCRAZIA che chiameremo ESTREMA con l’accezione piu’ ampia. Il primo passo fattivo dovrebbe essere necessariamente quello di ridurre il bacino elettorale.

Considerando PER NOI FONDAMENTALE la distinzione tra Popolo e Massa, e valutando correttamente l’etimologia della parola “Democrazia” (Governo del Popolo), abbiamo ritenuto corretto di elaborare una proposta che consenta di far votare solo ed esclusivamente colui e colei a cui venga certificato un livello minimo e necessario di conoscenza delle elementari norme del vivere civile e del funzionamento delle nostre Istituzioni.


Esame di stato per conseguire il “Patentino di voto”, ed eliminazione totale della tessera elettorale a suffragio universale.
Con questa soluzione chi avrà conseguito il Patentino di Voto potrà esercitare il diritto di voto per le successive elezioni Amministrative, Europee e Politiche. L’Esame, un vero Esame di Stato, sarà composto da un test psico-attitudinale e da uno prettamente culturale – civico e sarà tenuto da speciali Commissioni da trovarsi in ambito Universitario o cmq di Scuola Superiore. L’accesso all’esame sarà consentito, senza discriminazioni di sesso o di militanza politica, a tutti i Cittadini Italiani incensurati compresi nella fascia di età tra i 25 e i 65 anni. Il Patentino avrà scadenza quinquennale.; al termine della suddetta scadenza, si avranno 6 mesi di tempo per “rinnovare” il patentino, attraverso il solito strumento dell’Esame di Stato, pena la decadenza del Diritto di Voto. In caso di elezioni che si tengano all’interno dei 6 mesi della “fascia di rinnovabilità” sarà comunque garantito il Diritto di Voto.

Questa la nostra proposta.

E questo sarà l’unico modo per togliere il diritto di voto a chi non è più o non è mai stato in grado di esercitarlo. Siamo stufi di sentire turpitudini quotidiane esternate dagli eletti della casta populista-nazionale.


Quale sarà il voto minimo per conseguire il patentino?

Il minimo sufficiente per affidare la responsabilità di voto a persone che conoscono come funziona il mondo che ci circonda, soprattutto conoscendo chi popola il mondo e chi governa il mondo.

Questo il punto da affrontare seriamente.

Chi ha l’intelligenza e la cultura minima per votare si dovrà sobbarcare l’onere del voto in modo da legittimare un governo che dovrà essere funzionale a tale scopo e degno di essere chiamato tale, un governo che si possa occupare anche dei problemi di chi non ha talune capacità ed il quale non deve essere gravato dell’onere di voto. Non si tratta di un discorso antropologico o discriminante, si tratta di una questione FUNZIONALE PER LA SOPRAVVIVENZA DEL NOSTRO PAESE.

Certe aberranti affermazioni che sentiamo quotidianamente, provengono da esponenti di partiti composti da industriali, faccendieri, lacchè, financo da politici iperpopulisti che fino a ieri andavano nei boschi a purificarsi con i riti celto-druidici ed ora improvvisamente sembrano diventati gli eredi di Goffredo da Buglione. Sia chiaro l’esame non dovrà avere certo intento persecutorio nei confronti di taluni partiti, che abbiamo preso solo come esempio visto che riempiono intere pagine di giornali con i loro deliri populisti. Nossignore. Dovranno avere come bersaglio bipolare sia l’elettorato di Destra che quello di Sinistra (categorie ormai culturalmente defunte) fino ad arrivare al Centro di democristiana memoria. Facciamo questa precisazione per sgombrare ogni dubbio; alcuni mesi fa, leggere un segretario Bersani che esulta per la vittoria del Partito Democratico Giapponese ci è sembrata una barzelletta tutta italiana.

L’istituzione del Patentino di Voto comporterà:

■l’immediato restrizione della Fascia di Popolazione Votante portandola dai 25 ai 65 anni.

Questo perché riteniamo inutile coinvolgere una popolazione italiana sempre più anziana nelle scelte da cui dipenderà il futuro delle giovani generazioni, anche se garantendo il Diritto di Voto ad una fascia di popolazione più matura, si tutela comunque l’humus di una parte della comunità che teoricamente dovrebbe essere più esperta e più “saggia”. Allo stesso modo, attualmente resta difficile pensare di poter lasciare il diritto di voto sotto i 25 anni, vista la scarsa attitudine formativa delle giovani generazioni. Si potrà apportare una modifica in tal senso, abbassando la soglia minima di età, dopo una adeguata riforma scolastica e la sua rigorosa applicazione nel tempo.

Il terzo passo sarà:

■Esame di stato per conseguire il “Diploma di Candidato” .

Tale esame, oltre ad avere le stesse peculiarità di quelle previste per il Patentino di Voto, prevederà comunque un grado di difficoltà maggiore (tipico dei livelli della preparazione universitaria).

Tale diploma sarà necessario per chi si vorrà candidare come Deputato / Senatore / Parlamentare Europeo / Presidente di Consiglio di Enti Territoriali / Sindaco. L’esame, a cui saranno ammessi soltanto persone con il casellario penale immacolato e senza procedimenti penali pendenti, sarà da tenersi almeno 9 mesi prima delle elezioni, in modo che la campagna elettorale sia fatta con serenità da persone con cervello, e prevederà l‘eleggibilità massima per 2 candidature comprese nella fascia di età 30-60 anni.

Il conseguimento del Diploma assegnerà la qualifica di Rappresentante del Popolo (con le varie definizioni ad uopo) che, con un indennizzo di funzione che a seconda della responsabilità e della tempistica, non potrà comunque superare i 2500 euro mensili netti.

Vi abbiamo risparmiato dunque, i soliti deliri bipolari che ci vengono proposti continuamente da giornali, telegiornali, finti dibattiti, ministri in pectore, ministri ombra, portavoce, radical-chic, radicali antagonisti…etc

Noi vogliamo soltanto la Rinascita della Patria e questo dovrà passare attraverso un’adeguata riforma anche del Bacino Elettorale e dei suoi Rappresentanti del Popolo..

Con queste nuove modifiche cesserà l’immobilismo parlamentare della Seconda Repubblica.

La NUOVA DEMOCRAZIA dovrà essere PARTECIPATIVA ma ELITARIA.

La NUOVA DEMOCRAZIA dovrà essere POPOLARE ma non POPULISTA.

E questa selezione dovrà avvenire a maglie strette almeno nel primo periodo in cui serviranno anni di ricostruzione sociale, morale e culturale.

Adesso il voto di un qualunque cretino o di un qualsiasi disonesto vale esattamente come il voto di una persona onesta e di buonsenso. E’ sempre stato questo il problema dell’Italia. Ma adesso e’ giusto che chi venga chiamato a governare una Nazione, fin dai suoi più remoti uffizi, sia obbligatoriamente scelto da chi ha dimostrato di avere una comprovata intelligenza e cultura civica. Un test che misuri il quoziente intellettivo e che rilevi una cultura decente di base sarà necessario anche per debellare l’attuale funzione “convogliatrice di consenso” svolta dai mass media che sono in mano ad un pugno di oligarchi.

Questi i primi passi.

Sulla tipologia esatta del tipo di Repubblica che proponiamo, sulla Nuova Legge Elettorale, sulla struttura della Camera dei Rappresentanti e sulla funzione dei Partiti Politici, torneremo al momento giusto.

Ma adesso, il paese non si può più permettere una classe di politica di questo livello.

martedì 7 settembre 2010

Progetto Nuova Democrazia




Nel tuo quartiere.
Nel tuo municipio.
Nel tuo comune.

Nelle strade dove cammini.
Nei giardini dove i tuoi figli vanno a giocare.

Ovunque c'è decadenza. Ovunque c'è l'assenza dello Stato. Ovunque la Comunità è abbandonata a se stessa. E subisce.

Subisce gli scippi e le violenze. Subisce la sporcizia in strada. Subisce i lampioni malfunzionanti. Subisce le strade piene di buche.

Bisogna reagire.

La vecchia democrazia ha fallito: con le raccolte di firme, i comitati, gli scioperi della fame non si ottiene nulla. Nella vecchia democrazia conta solo avere qualche "amicizia" giusta. Ogni diritto ti sembra un piacere che ti viene fatto.

Non è così. Serve una Nuova Democrazia. Serve un Popolo, non una Massa informe di gente.

Bisogna difendere e migliorare i nostri quartieri e le nostre vite.

Attivati. Non attendere nessuno, perchè nessuno verrà.

Aderisci al progetto Nuova Democrazia.

Se vuoi maggiori informazioni, contattaci:


oppure contatta


Noi siamo già in marcia...

Cos'è la Nuova Democrazia?




E' un partito politico?

No. Non ancora. Non adesso. E' una Comunità. Una libera associazione di uomini liberi, nonconformi. Estremi senza essere estremisti.
Diventerà una associazione. Poi un movimento. Poi un partito. Chissà.


Siete di destra o di sinistra?

Col Novecento abbiamo chiuso. La dicotomia Destra/Sinistra, tipica della vecchia democrazia, è fasulla oltre che superata.


Siete fascisti o comunisti?

Leggi sopra.


Qual è la differenza tra vecchia democrazia e Nuova Democrazia?

La vecchia democrazia è quella in cui vivi. Quella in cui conta apparire e possedere. Quella in cui servono gli "agganci" e le "entrature". Quella in cui i politici vengono eletti da tutti, anche da chi non conosce nulla della vita civile nazionale. Quella in cui comanda chi prende la metà più uno dei voti. Quella in cui conta solo la quantità.


La Nuova Democrazia è l'opposto: è quella in cui conta essere; quella in cui vengono sanciti e difesi i diritti ed i doveri delle persone all'interno e verso una Comunità; quella in cui i politici vengono eletti dal Popolo, non dalla Massa; quella in cui i Rappresentanti del Popolo eletti dallo stesso non guadagnano cifre esorbitanti come oggi; quella in cui la Politica non è una professione, ma una passione; quella in cui conta la qualità.


I vostri obiettivi?

Difendere e migliorare la vita delle persone nei propri quartieri.
Diffondere e sviluppare il concetto di Comunità.
Rifondare culturalmente, socialmente e politicamente la Comunità.