venerdì 17 settembre 2010

Firmato il decreto per Roma Capitale




http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/09/17/news/roma_capitale-7161879/?ref=HREC1-1


Primo decreto su Roma Capitale del governo e abbraccio tra il sindaco di Roma Gianni Alermano e il ministro leghista Roberto Calderoli. Ma nel giorno dell'annuncio arriva subito una pesante battuta del leader della Lega Bossi. "Ora - dice Bossi - ci vuole la capitale del Nord". Il Senatur scherza e si lascia andare ad una battuta: "Lo abbiamo votato solo perchè il sindaco Alemanno è venuto piangendo", chiosa il ministro facendo riferimento alla presenza del primo cittadino di Roma a Palazzo Chigi dopo la firma del provvedimento

Ad annunciare il voto del Consiglio dei ministri all'unanimità sul decreto legislativo su Roma Capitale che sarà pubblicato domani sulla Gazzetta Ufficiale" era stato lo stesso sindaco di Roma, Gianni Alemanno, uscendo da Palazzo Chigi. Il primo cittadino aveva assistito alla firma del provvedimento che conferisce lo status di ente speciale a Roma Capitale nel 140esimo anniversario della breccia di Porta Pia. Una coincidenza simbolica fortemente voluta da Alemanno, che lunedì in Campidoglio darà la cittadinanza onoraria al presidente Giorgio Napolitano.

"Questo decreto - spiega il primo cittadino della Capitale - è il primo passo necessario ed importante per fare in modo che la nostra città abbia una governance adeguata non solo al ruolo di capitale d'Italia, ma anche al suo valore internazionale. Nasce l'assemblea capitolina mentre con il prossimo decreto saranno definiti i nuovi poteri di Roma Capitale, in accordo con Regione e Provincia". Alemanno spiega che sulla questione è stato impostato un confronto con Renata Polverini e il ministro Roberto Calderoli: "Presto ci sarà un incontro per cercare la massima intesa". E a chi sostiene che il primo decreto sia in realtà una vuota cornice, Alemanno risponde: "Senza questa trasformazione i nuovi poteri avrebbero poggiato su uno status troppo debole".

"Ora - aggiunge - attendiamo il codice delle autonomie per chiudere la questione del numero dei consiglieri ed altri aspetti delle città metropolitane. Poi si farà il rimpasto. E' una questione di pochi mesi". Alemanno ha spiegato che ''è stato confermato il tetto di 15 municipi, la possibilità per gli assessori di rientrare come consiglieri se decadono dal loro incarico e la procedura di urgenza dell'attività dell'assemblea capitolina rispetto a determinati provvedimenti''. ''Col codice delle autonomie - ha aggiunto - c'è l'impegno anche del Parlamento per fare in modo che ci sia una revisione dei consiglieri e degli assessori non solo per Roma ma per tutte le città metropolitane. E' impensabile che Roma con 2 milioni e 800 mila abitanti abbia lo stesso un numero di consiglieri di una città di 200 mila abitanti''. Alemanno ha ribadito inoltre che ''senza questa trasformazione i nuovi poteri avrebbero poggiato su uno status troppo debole. Ringrazio - ha aggiunto Alemanno - l'opposizione ed il Pd che ha appoggiato questo processo".

Quanto alle parole di Umberto Bossi che ieri prefiguravano una frenata sul secondo decreto su Roma Capitale, "Affronteremo i problemi così come abbiamo fatto per il primo. Alemanno ha rivelato anche un retroscena: "Alla fine della votazione il presidente del Consiglio Berlusconi mi ha chiamato in Consiglio dei ministri e Gianni Letta, scherzando, mi ha detto che i ministri della Lega avevano votato contro. Poi mi ha detto invece c'era stata unanimità e io ho ringraziato tutti e ho abbracciato il ministro Calderoli, perché è stato determinante in questo processo".

Il decreto aveva avuto un via libera quasi unanime dal Parlamento. Ieri dal Consiglio comunale capitolino era trapelato il malcontento per la riduzione a 48 dei consiglieri della nuova Assemblea capitolina: troppo pochi, concordano maggioranza e opposizione.


I punti del decreto. Ecco i passaggi essenziali del decreto Legislativo su Roma capitale, approvato dal Consiglio dei ministri. Nasce 'l'assemblea capitolina', organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo, "composta dal sindaco e da 48 consiglieri" (ora sono 60). Il sindaco "può essere udito nelle riunioni del consiglio dei ministri" qualora vi fossero all'ordine del giorno argomenti inerenti Roma Capitale. Per quanto riguarda i municipi ce ne potranno essere "fino a 15".

Il sindaco, il presidente dell'Assemblea capitolina e gli assessori hanno diritto di percepire un'indennità di funzione, determinata con decreto del ministro dell'Interno, di concerto con quello dell'Economia. Tale indennità è dimezzata per i lavoratori dipendenti che non abbiano richiesto l'aspettativa. Il successivo passaggio è l'approvazione del secondo decreto, quello che stabilirà compiti e funzioni. Subito dopo, entro sei mesi, l'assemblea capitolina dovrà approvare il nuovo statuto di Roma Capitale.

Reazioni. "Voglio esprimere il mio netto dissenso sulla decisione adottata nel decreto di Roma Capitale di ridurre i municipi di Roma a 15. Sono decisamente perplesso sul metodo cui si è giunti a questa decisione e sull'efficacia di questa riforma e mi chiedo quali siano le motivazioni che giustifichino questa scelta, che sono convinto avrà riflessi negativi sulla qualità della vita dei cittadini", dice in una nota il presidente del municipio XV, Gianni Paris. "Sono favorevole ad un nuovo assetto della città di Roma, articolato in un governo centrale, il Campidoglio, con maggiori poteri e competenze sui servizi di carattere generale, e dai 'Comuni metropolitani' - gli attuali municipi e i comuni dell'hinterland - cui spetta la diretta gestione dei servizi locali - spiega Paris - ma ribadisco che non è assolutamente vero, invece, come da molte parti si ripete, che la riduzione dei municipi a 15 assicurerà automaticamente un contenimento delle spese, nè una maggiore razionalizzazione nella gestione della città".

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