mercoledì 31 agosto 2011

Sono accusato e odio







Sono accusato di essere estremista,

sono accusato di esser nichilista,

perchè non cedo mai ai compromessi

che il Sistema impone a entrambi i sessi.



Odio le mignotte che si fanno ministre

e vogliono spiegarci cos'è la dignità,

Odio i nanetti fannulloni veneziani

che vogliono spiegarci com'è che si lavora.



Sono accusato di essere un violento

perchè ad ogni sorpruso rispondo col tormento,

sono accusato di essere impaziente

perchè adoro il Popolo e schifo la Gente.



Odio chi dei reality fa una ragion di vita:

Famosi sulle isole e ignoti nelle strade.

Odio chi accende la tv e guarda la partita,

e non sa più qual è l'odore delle gradinate.



Sono accusato e odio,

ma so anche anche dire basta.

Sono accusato e odio,

sono estraneo alla massa.



Sono accusato di essere un teppista,

perchè quando reagisco mi si annebbia la vista.

Sono accusato di non saper parlare,

ma se il Sistema ama il silenzio io devo urlare.



Odio chi è non violento, pacifista e benpensante,

e condanna una lotta perchè vola una pietra.

Odio chi si dimentica che le offese son tante,

e non si può sempre fare finta di niente.



Sono accusato e odio,

ma so anche anche dire basta.

Sono accusato e odio,

sono estraneo alla massa.

______________________________________

martedì 30 agosto 2011

Le mani nelle mie tasche





Berlusconi aveva promesso: "Non faremo mai come la sinistra. Non metteremo mail le mani nelle tasche degli italiani". Io non ci ho creduto, ed infatti non l'ho votato. Però anche chi l'ha votato ha la mia stessa sensazione: tutti ci sentiamo le mani di qualcuno in tasca.


Grazie alla manovra fatta dal Governo Berlusconi (lo stesso che diceva "la crisi non c'è", poi "la crisi sta passando", infine "la crisi è passata"), la pressione fiscale arriverà al 44.5%. Mai così alta.


Ce la chiedono i mercati. Però i mercati non vengono a lavorare con me. I mercati producono ciò che divorano: soldi. E chi li fa muovere, in genere, ha ville megagalattiche, macchine all'avanguardia, guardaroba zeppo di doppiopetti e cravatte di Marinelli, e fa le vacanze sullo yacth. Quindi, questi mercati che mi chiedono sacrifici possono anche andare a fanculo.

In pensione? Non si sa quando si andrà. Soglia 95, anzi 97, anzi 100 (anni di vita più anni lavorati). E quanto prenderemo di pensione? Boh. Mistero.

E il TFR? Ce lo daranno dopo due anni.

Le province? Abolite, anzi no, anzi si, anzi forse. La chiarezza regna sovrana, in un governo in cui lo sbiascicante Bossi detta la linea.

In tutto questo marasma, il calciomercato sta finendo. Ancora due giorni, e se la Roma o la Fiorentina o il Palermo o la Pro Zozzese non comprano qualcuno, si scende in piazza a protestare.

Va bene che mi rubano il presente ed il futuro, mi costringono ad emigrare, ad essere precario o disoccupato, a non avere il TFR e a non sapere se andrò in pensione... però almeno un terzino me lo devono comprare.

Sennò mi incazzo.

_________________________________________

lunedì 29 agosto 2011

Ultras contro lo sciopero dei calciatori

Come è noto, sono totalmente contrario allo sciopero (che poi sciopero non è, visto che non perdono un euro!) dei privilegiati in pantaloncini, altrimenti noti come calciatori.




Sono lieto di constatare che non sono il solo, anzi: TUTTO il movimento ultras italiano è contrario a questa indegna presa di posizione dei miliardari che indossano le nostre gloriose maglie.




Eccovi alcuni esempi, partendo ovviamente dalla MIA curva, la CURVA A dello stadio San Paolo di Napoli:
















Un plauso ai nemici atalantini, autori dello striscione: "Quando e' morto Gabriele hai preferito giocare, per assurde pretese hai preferito scioperare".

________________________________________

sabato 27 agosto 2011

Ennesimo esempio di evasione "padana"











Nel profondo, onesto e laborioso nordest non si evadono le tasse. Come è noto, gli evasori sono tutti terroni e mafiosi. E il nord, la "Padania", mantiene i parassiti meridionali (e romani).

E' con enorme stupore, quindi, che mi accorgo che Arzignano, nella Valle del Chiampo, si trova in provincia di Vicenza. Credevo fosse un quartiere confinante con Scampia o con lo ZEN di Palermo.

AD Arzignano, nel profondo onesto laborioso nordest, c'è una fabbrica con 8001 dipendenti. E sapete quanti di questi sono assunti in maniera irregolare? 800! Avete letto bene, sono tutti assunti in maniera irregolare. Che significa? Significa che i lavoratori sono assunti al nero e che il padrone dell'azienda Mastrotto occulta 1,3 miliardi al fisco.

Sarà sicuramente un terrone, questo Mastrotto! E invece no, veneto purosangue. La Mastrotto Group non è un'azienda qualunque. L'un per cento della produzione mondiale di pelle esce dagli stabilimenti vicentini, dove le Fiamme Gialle hanno scoperto 800 (dicasi 800) dipendenti irregolari. La Mastrotto, giro d'affari intorno al mezzo miliardo, fornisce Tod's e Ikea. La Mastrotto è globale perché sta anche in Brasile e Indonesia. Già, ma soprattutto nel Granducato del Lussemburgo e nell'isola di Man. Paradisi fiscali, si sa.

http://www.repubblica.it/economia/2011/08/27/news/evasione_fabbrica-20925930/?ref=HREC1-4



I farabutti sono ad ogni latitudine. Quelli a sud di Roma fanno più notizia. Quelli a nord di Roma evadono più soldi.

________________________________________


venerdì 26 agosto 2011

Man City Guvnors





Per quei pochi che ancora non lo sanno, io sono un tifoso del Napoli.

Ieri c'è stato il sorteggio dei gironi di Coppa dei Campioni (o, come si chiama oggi, Champions League): il Napoli è capitato nel girone A, con Bayern Monaco, Villareal e Man City.



Per chi come me vive il calcio in maniera completamente diversa da come si vive oggi, la sfida più avvincente è quella contro il Man City. Il nostro esordio sarà in Inghilterra, il 14 settembre alle 20.45.



Blue Moon è il loro inno, e nonostante sia una canzone malinconica, i supporters del City la cantano come un inno.

Il loro glorioso stadio, il Maine Road, non è più lo scenario delle loro partite: oggi giocano al City of Manchester Stadium, che dopo l'accordo con gli sceicchi del gruppo Ethiad, è diventato Ethiad Stadium (150 milioni di sterline in 10 anni per cambiare il nome allo stadio!).



I loro "ultras" sono i Guvnors, i Governatori.

Qui c'è un video del 2001, in occasione di scontri tra supporters del Man City e i Chelsea ormai orfani dei vecchi Headhunters:



Sempre nel 2001, i Guvnors mostrarono di che pasta son fatti anche a Stockport, squadra piccola ma con firm combattive:





Negli ultimi anni, col cambio di stadio e l'avvento degli arabi, vi è stata qualche piccola spaccatura tra i tifosi del Man City. Alcuni supporters non hanno condiviso le "innovazioni" promosse dagli arabi: nome dello stadio, caro biglietti, organizzazione in club ufficiali dei tifosi. Pertanto le fila dei Guvnors si sono un pò svuotate e la loro unità è un pò diminuita.

Ma rimangono una tifoseria di tutto rispetto, da non prendere sotto gamba.

_____________________________

Vergognatevi!





Quei privilegiati che guadagnano miliardi in pantaloncini (i calciatori) hanno avuto anche lo stomaco di scioperare. Slitta la prima giornata di serie A. Lo ha comunicato Damiano Tommasi, presidente dell'Associazione Italiana Calciatori. Una associazione strana, perchè accomuna tutti i calciatori (dai top player ai morti di fame), salvo poi distinguersi al proprio interno in giocatori di Lega A, Lega B, Lega Pro, Lega Nazionale Dilettanti.


Quando c'è da combattere, tutti uniti! Quando c'è da diminuire il divario economico tra lega A e le altre leghe, tutti divisi! Comodo così.

Come ho già scritto nei giorni scorsi, vorrei chiedere ai miliardari della Serie A: perchè scioperte?

Lo fate per i calciatori delle leghe inferiori? Balle. Perchè avete voluto la lega di A? Per avere diritti e doveri diversi dai calciatori delle altre leghe. Quindi non ci rompete.

Il problema dei fuori rosa? Balle. Un allenatore o una società hanno il diritto di mettere fuorirosa un giocatore. Ti pagano lo stipendio? Non rompere.

Il medico da cui farsi curare? Lo sceglie la società, cioè chi vi paga lo stipendio. Siamo stanchi di questi santoni della medicina che vi fanno stare a riposo appena avete un raffreddore. Se per il medico sociale puoi giocare, voi andate in campo. E non rompete.



Ora voglio proprio vedere quale accordo troveranno, prima dell'11 settembre. Quando il campionato di serie A riprenderà, dopo la pausa per le nazionali. Voglio proprio vedere, perchè se non si trova questo accordo PER COERENZA i calciatori dovrebbero continuare con questo sciopero.



Il problema, però, sapete qual è? Quando sciopera un operaio, questi rinuncia ad una giornata di paga. Quindi lo sciopero ha una ripercussione economica sul lavoratore che sciopera. I privilegiati in pantaloncini perderanno soldi a seguito di questo sciopero? Non credo proprio. Vorrei tanto che i presidenti non li pagassero, ma non credo che avverrà.

Facile scioperare con i conti correnti pieni fino all'orlo, mascherandosi dietro la scusa di farlo per i calciatori delle leghe inferiori.

Vergognatevi!

____________________________________





giovedì 25 agosto 2011

Sullo sciopero dei calciatori



Non esprimo alcuna solidarietà a quei privilegiati del pallone che addirittura minacciano lo sciopero e sono infastiditi per dover pagare la tassa di solidarietà.



Lo fate per i calciatori delle leghe inferiori? Balle. Perchè avete voluto la lega di A? Per avere diritti e doveri diversi dai calciatori delle altre leghe. Quindi non ci rompete.

Il problema dei fuori rosa? Balle. Un allenatore o una società hanno il diritto di mettere fuorirosa un giocatore. Ti pagano lo stipendio? Non rompere.

Il medico da cui farsi curare? Lo sceglie la società, cioè chi ti paga lo stipendio. Siamo stanchi di questi santoni della medicina che vi fanno stare a riposo appena avete un raffreddore. Se per il medico sociale puoi giocare, tu vai in campo. E non rompi.



La parola sciopero adesso sta pure in bocca ai miliardari privilegiati.

In un gulag vi spedirei.

Domenica scendete in campo e non rompete i coglioni. Ringraziate il cielo che, dal caso Bosman in poi, siete diventati i padroni del calcio.

Voi che baciate magliette sapendo di aver già firmato per un'altra squadra. Voi che scappate dai ritiri. Voi che tornate in ritardo ed ingrassati dalle ferie. Voi che volete più ferie a natale e in estate.


Voi che non avete mai difeso coloro che vi hanno reso miti: i tifosi. Voi che non solidarizzate con gli ultras in lotta contro diffide, repressione e tessera del tifoso.




____________________________

mercoledì 24 agosto 2011

Il punto della situazione odierna

Senza lavoro 1,2 milioni di giovani.

L'Italia è la peggiore nella Ue.

Ma la colpa, si sa, è della crisi, dei giudici comunisti, della stampa di sinistra, della dittatura della magistratura.

Montezemolo lascia immaginare che scenderà in politica. Per la gente, mica per se stesso.

Marchionne si affretta a far sapere che lo sosterrà. Da Detroit, ma lo sosterrà.

Il Pd si dice "possibilista": pur di togliere di mezzo Berlusconi ma far sopravvivere il berlusconismo, Bersani e soci accetterebbero anche Gheddafi.



la CGIL organizza una mobilitazione per il 6 settembre. Saranno le solite 4 ore di sciopero, o stavolta ci si limita a prolungare la pausa pranzo? Chissà, la Camusso attende illuminazioni.



Ancora scontri in Val di Susa. Strani, questi valliggiani antiprogressisti: sono contrari ad un'opera costosissima che prevede il traforo di una montagna piena d'amianto. Che gente strana.

_______________________________

Alcool e gradinate.

Basta con le sfumature.

Tagli netti.

Decisione nette.

Definizioni.

Una famiglia.

Una palla in rete.

Un tackle in scivolata.

U

lunedì 22 agosto 2011

Morto un regime, se ne fa un altro.





In Libia sta cadendo il regime di Gheddafi.

Tutti a festeggiare questa "vittoria della democrazia". Ma siamo sicuri che, morta questa dittatura, nascerà una Libia democratica?


Ci sono state, e ci sono ancora, tante cose strane in questa sorta di rivoluzione. Dall'informazione (immagini vere o fasulle di bombardamenti) all'armamento dei ribelli, alle fasi di reflusso e a quest'ultima offensiva, che pare avere una forza dirompente.


Qualcosa mi puzza, e non è solo puzza di petrolio. Anche se è probabile che il prezzo della benzina continuerà ad aumentare.

Mustafa Abd al-Jalil, il presidente del Consiglio nazionale di transizione (Cnt, i ribelli), dice: "Non sarà un compito facile, ma noi ora costruiremo un Paese nuovo, fondato sulla libertà, sull'eguaglianza, sulla fraternità". Nobili propositi, non c'è che dire. Peccato che Muṣṭafā ʿAbd al-Jalīl sia stato criticato nell'agosto 2010 dall'Human Rights Watch per i metodi di arresto e prolungata detenzione senza processo di cittadini libici e nel dicembre 2010 anche Amnesty International ha fortemente criticato l'operato del ministero della Giustizia libico.

Si, perchè questo liberale democratico e occidentale è stato il ministro DELLA GIUSTIZIA (!!!) di quel sanguinario regime gheddafiano.

__________________________________________


Fantasmi a napoli?











Napoli, allarme fantasmi all'Archeologico

Ma la direttrice smentisce: "Pura fantasia"



Un architetto del ministero segnala strani fenomeni all'interno del museo nazionale. Circola anche una foto con la sagoma di una bambina. Ma la direzione getta acqua sul fuoco. "Noi qui aspettiamo solo turisti in carne ed ossa"

Prima l'allarme di alcuni operai: "In questo cantiere succedono cose strane". Poi, cose strane per davvero: oggetti spostati, secchi che dovevano essere pieni e che sono stati trovati vuoti. Poi, una foto che proverebbe che nel Museo archeologico Nazionale di Napoli ci sono in fantasmi.



Fatto sta che a breve dovrebbero arrivare dei veri e propri 'ghostbuster' e far luce, così, su una storia che ha parecchi lati oscuri. Secondo quanto racconta il quotidiano Il Mattino, la vicenda dura già da qualche mese. A 'raccontarla' è l'architetto Oreste Albarano, nominato dal ministero per i Beni Culturali come responsabile dei lavori al Museo. Lui, ai fantasmi, dice di non credere. Dopo le sollecitazioni di alcuni operai, si è recato personalmente al Museo.



Ha fatto alcune foto con il suo cellulare e, da qui, la 'sorpresa': sullo sfondo la sagoma di una bimba che, secondo quanto è stato accertato, non è la figlia di nessuno degli operai. Da qui il coinvolgimento di alcuni esperti, docenti universitari, che a settembre dovrebbero arrivare a Napoli: a caccia di fantasmi.



Ma la direttrice smentisce. "Altro che fantasmi, qui aspettiamo solo turisti in carne ed ossa" commenta Valeria Sampaolo, la direttrice dell'Archeologico di Napoli. "Sono notizie prive di qualsiasi fondamento, pura fantasia - racconta abbastanza divertita l'archeologa che appena rientrata dalle ferie si è trovata a gestire la più imprevista delle 'emergenze' mediatiche -





faremo un comunicato ufficiale di smentita anche se ci farebbe piacere se del Museo si parlasse per la sua attività".



"Nonostante la crisi del turismo che sta vivendo Napoli abbiamo avuto una buon affluenza in agosto, il 14, 15 e 17 circa mille presenze al giorno, manteniamo i dati dello scorso anno quando siamo stati visitati da 300mila persone - aggiunge - Siamo ottimisti, la città sta risalendo la china ed oggi è pulita, a breve annunceremo un ricco programma di iniziative.

Posso aggiungere solo che questa famosa foto è in giro da più di un anno, tempo fa me l'hanno anche mostrata: per me non ha alcun significato. D'altra parte con le tecnologie oggi si può fare di tutto. E naturalmente smentisco assolutamente che siano in arrivo degli acchiappafantasmi, ci mancherebbe...".



Intanto giornalisti e telecamere affollano il Museo, forse alla ricerca di un effetto 'Belfagor' Fantasma del Louvre o della versione femminile del tradizionale 'monaciello', il dispettoso fantasmino delle antiche case napoletane: "Chissà cosa sperano di ripredendere....Al momento nessun turista ci ha chiesto del fantasma, qui di cose davvero meravigliose da vedere ce ne sono tante", conclude la Sampaolo.


domenica 21 agosto 2011

Il "chiagni e fotti" dei sedicenti padani











Le pensioni concesse sotto i 50 anni sono concentrate al Nord (il 65% circa). Al primo posto c'è la Lombardia con 110.497 baby pensioni e una spesa di 1,7 miliardi. Seguono: Veneto, Emilia Romagna e Piemonte.



http://www.corriere.it/economia/11_agosto_21/baby-pensionati-marro_1681f8f6-cbc5-11e0-b17c-f32c89c7e751.shtml



Quei 500 Mila Baby Pensionati

Via dal lavoro prima dei 50 anni. Costano 9 miliardi e mezzo l'anno



ROMA - In Italia ci fu un tempo, nemmeno tanto lontano, in cui si regalavano le pensioni. Era prima della grande crisi petrolifera. Erano gli anni del centrosinistra, quando ancora ci si cullava nell'illusione di una crescita senza fine e una classe politica miope arrivò al punto, nel 1973 (governo Rumor, con Dc, Psi, Psdi e Pri), di concedere alle impiegate pubbliche con figli di andare in pensione dopo 14 anni, sei mesi e un giorno, mentre era già possibile per gli statali lasciare il servizio dopo 19 anni e mezzo e per i lavoratori degli enti locali dopo 25 anni.



Come definire la pensione ai trentenni, se non un regalo? E se vi pare impossibile, basta riprendere gli articoli di Elisabetta Rosaspina e Gian Antonio Stella che sul Corriere della Sera , nel 1994 e nel 1997, raccontarono i casi delle signore Ermanna Cossio e Francesca Zarcone, che erano riuscite ad andare in pensione, rispettivamente, a 29 e a 32 anni, dopo aver lavorato come bidelle, con assegni quasi pari alla retribuzione. Insomma, mentre oggi non sono pochi quelli che a 30-35 anni non hanno ancora trovato un lavoro, fino al 1992 (riforma Amato), c'erano giovani che a questa stessa età andavano in pensione!

Se poi vogliamo avere un'idea della disastrosa eredità che quelle leggi ci hanno lasciato, basta elaborare i dati del Casellario centrale dei pensionati, aggiornati al primo gennaio 2001. Si scopre che ci trasciniamo ancora più di mezzo milione di pensioni baby, liquidate a lavoratori con meno di 50 anni d'età: 535.752 per la precisione, che costano allo Stato circa 9,5 miliardi di euro l'anno. Ancora oggi l'Inpdap, l'ente di previdenza del pubblico impiego, paga 428.802 pensioni concesse sotto i 50 anni: di queste più di 239 mila vanno a donne e quasi 185 mila a uomini, per una spesa nel 2010 di 7,4 miliardi. A queste pensioni si sommano 106.905 pensioni liquidate a persone con meno di 50 anni nel sistema Inps (regimi speciali e prepensionamenti) per un costo di altri 2 miliardi.



Proprio un baby pensionato, Franco Tomassini, ha fatto tornare d'attualità il tema scrivendo al Corriere una lettera pubblicata mercoledì, nella quale l'ex «dirigente di una grande azienda Iri», dopo aver raccontato di aver lasciato il lavoro a 50 anni, conclude: «Sento un po' di rimorso per aver contribuito a defraudare le generazioni seguenti. Per questo, non avrei alcuna difficoltà a versare il 10% dei miei duemila euro mensili a un Fondo Giovani. La mia vita non cambierebbe, e mi sentirei più vicino alle nuove generazioni». Venerdì, nella pagina dei commenti, il Corriere ha rilanciato l'idea di Tomassini, chiedendosi se non sia il caso di studiare un contributo, qui davvero di solidarietà, per chi è andato in pensione con meno di 20 o 25 anni di contributi e prima dei 50 anni e che abbia un reddito familiare superiore a 25 mila euro, magari modulandolo per fasce di reddito (5% tra 25 e 50 mila euro, 10% sopra). La proposta ha ricevuto il sostegno di moltissimi lettori che hanno chiesto di tornare sull'argomento.



Sempre secondo i dati del Casellario centrale, l'età media di questo mezzo milione di pensionati baby sta tra 63,2 anni (per chi ha lasciato il lavoro nella fascia d'età 35-39 anni) e 67 (per chi ha lasciato a 45-49 anni). Questo significa che stanno prendendo l'assegno come minimo da 18-24 anni e che, considerando la speranza di vita, continueranno a prenderlo per un'altra quindicina d'anni. I baby pensionati ricevono in media una pensione lorda di circa 1.500 euro al mese. Importi generosi considerando che mediamente vengono pagati per più di 30 anni e che hanno alle spalle pochi contributi. Tanto che di solito un pensionato baby incassa minimo tre volte quanto ha versato. Se anche si volesse limitare il contributo a coloro che sono andati in pensione prima dei 45 anni, la platea sarebbe ampia: 240.063 assegni per un costo di 3,8 miliardi l'anno. Le pensioni concesse sotto i 50 anni sono concentrate al Nord (il 65% circa). Al primo posto c'è la Lombardia con 110.497 baby pensioni e una spesa di 1,7 miliardi. Seguono: Veneto, Emilia Romagna e Piemonte.

_______________________________


venerdì 19 agosto 2011

Ci tolgono pure le feste!





Vorrei chiedere al Governo, a Berlusconi ed in particolare a Tremonti, quanto si pensa di risparmiare abolendo le feste.

Quanti soldi pensate di fare togliendo di mezzo il 25 aprile, il 1 maggio e i santi patroni?



Adesso ci tolgono pure le feste. Il 25 aprile, la Liberazione dal nazifascismo. Una festa che tutti gli abitanti della penisola italica dovrebbero sentire e festeggiare alla grande. Dopo anni di polemiche e di assenze di Berlusconi dalle celebrazioni del 25 aprile, adesso la vogliono proprio abolire.

E il 1 maggio? La festa dei lavoratori? Niente. Verrà accorpata alla domenica successiva. E' vero che in Italia la disoccupazione, specie nel sud, aumenta a dismisura... ma mi pare eccessivo abolire la festa dei lavoratori!!!

E i santi patroni? Pure coi santi ve la pigliate? Quanto potete risparmiare togliendo San Gennaro a noi napoletani, Santa Rosalia ai fratelli palermitani, i Santissimi Pietro e Paolo ai cugini romani?



Ci stanno togliendo tutto. Tutto.

Anche quello che non costa nulla.

Ci fanno andare in pensione tardi, mentre loro ci vanno dopo una legislatura. Ci danno il tfr dopo due anni, mentre loro hanno i vitalizi. Aumentano i biglietti dei treni, dei bus, dei tram, la tassa sui rifiuti, i ticket sanitari... mentre loro spendono 12 euro per mangiare a base di pesce a Palazzo Madama.



San Gennà, pienzaci tu!

_______________________________________

giovedì 18 agosto 2011

Chi gioca con le nostre vite?







Non passa giorno senza una notizia sui "mercati". La borsa sale, la borsa scende, bruciati 160 miliardi, adesso c'è la ripresa, anzi no continua il crollo, non faremo la fine del '29, siamo quasi ai livelli del '29.


Ma chi sono questi "mercati"? Cosa rappresentano, e di cosa si occupano, i "mercati"?


Una caratteristica dei regimi liberaldemocratici è cambiare il nome delle cose. Una volta - secolo scorso, per carità - si sarebbe detto: il Capitalismo è in crisi, e gli speculatori attaccano questo o quel Paese. Oggi, invece, ci dicono che "i mercati" non hanno "fiducia" nel "sistema-Paese" di questo o quello Stato.


Quotidianamente, mi capita di ascoltare o partecipare a discussioni in cui chiunque (anche chi non capisce una mazza di economia e finanza) parla di "mercati", "borsa", "crisi", addirittura vicino al distributore del caffè vi era un addetto delle pulizie che parlava di "riserva aurea" e della necessità di investire nell'oro. NELL'ORO!!!!!




Ormai c'è gente che la mattina si sveglia, arriva in ufficio, e verso le 9.30 cerca di sapere come ha aperto Piazza Affari. Non che abbiano investito qualcosa: sono poveracci (come me) che campano di stipendio. Però ormai siamo (anzi, sono) tutti coinvolti da questa enorme arma di distrazione di massa che si chiama "mercati". E mentre si informano su Piazza Affari, sullo spread coi bund tedeschi, ed altre amenità del genere... nessuno riflette sul bandolo della matassa: un Sistema che consente ad un manipolo di miliardari speculatori di decidere le sorti delle nazioni, dei popoli e dei lavoratori, è un Sistema che va abolito.


Non riformato. Abolito.


_________________________

Roma: la finanziaria mette a rischio i servizi minimi





Dalle pagine romane di La Repubblica



Chiusi alcuni centri anziani diurni. Bloccato il servizio di trasporto a chiamata per i disabili e lo scuolabus a piedi per i più piccoli. Stop ai centri estivi per i bambini come alle gite per gli over 70. Insanabili le liste d'attesa. Quello che fino a poco tempo fa era solo un allarme dei municipi, ora si è concretizzato nella paralisi dei servizi sociali. E i minisindaci sono stati costretti a serrare i battenti di alcune realtà assistenziali. A rischio, dopo la circolare del 9 agosto che sancisce il blocco degli impegni di spesa se non ci sono i soldi in cassa, oltre al decoro della città anche gli assistenti educativi dei ragazzi disabili nelle scuole e le mense negli asili nido. È la débâcle.



"Sembrerà incredibile, ma parrebbe che anche in Campidoglio si siano accorti che Roma sta vivendo e vivrà una stagione di grande privazione - sottolinea Sandro Medici, presidente del municipio X - anche la vicesindaco Sveva Belviso ha ammesso che la spesa sociale è del tutto insufficiente per garantire servizi di cura e sostegno, anche di tipo primario". Sì perché la manovra del governo si abbatte sulla capitale come una mannaia dopo una finanziaria comunale che è stata definita "lacrime e sangue". Entro metà ottobre il municipio X non potrà più far fronte al sostegno per i bambini disabili della scuola dell'obbligo, così come di assicurare i pasti ai bambini dei nidi del territorio: in pratica, 287 alunni e alunne con handicap lasciati a se stessi e mille piccini dei nidi digiuni. "Si paventa la chiusura dei servizi sociali per l'anno prossimo, quando tale eventualità sta per verificarsi a breve - osserva Medici - È insopportabile assistere a questa danza macabra tra Comune e governo, entrambi espressione di una cultura politica antipopolare, che sceglie di rendere ancora più difficile la vita a persone che già l'affrontano tra stenti e amarezze".



Analoga la situazione nel municipio XI, guidato da Andrea Catarci. "Da settembre, se non si apporteranno i dovuti interventi integrativi per una cifra pari a 350 mila euro, richiesti dall'Assessorato per le Politiche Sociali del Campidoglio, 90 alunni diversamente abili non avranno più l'assistenza a scuola e a 23 persone portatrici di handicap e a 50 anziani sarà soppressa l'attuale assistenza domestica", denuncia il minisindaco.



È paradossale, invece, lo scenario che si profila nel municipio III: "Sono stato costretto a spostare alcuni fondi per la manutenzione stradale nelle spese di gestione del municipio perché eravamo rimasti senza toner né carta per le fotocopie", ammette Dario Marcucci che ha inviato una lettera al sindaco e all'assessore al Bilancio, Carmine Lamanda, per chiedere un incontro urgente. A nome dei presidenti del centrodestra interviene Cristiano Bonelli, al timone del municipio IV: "Serve senso di responsabilità e non piagnistei: non siamo stati eletti per frignare e lamentarci a ogni piè sospinto". Ribatte il consigliere pd del quarto parlamentino, Riccardo Corbucci: "Bonelli ha già iniziato da tempo a tagliare i servizi per i cittadini: sono scomparsi lo sportello famiglia al Tufello, il centro diurno per minori a Cinquina nonché tutte le dismissioni protette per gli anziani fragili".

__________________________________________

mercoledì 17 agosto 2011

La vendetta è un piatto che va servito ai poveri











Una volta che gli incappucciati sono tornati nelle loro tane, che gli incendi si sono spenti e la minaccia è finita, la polizia ha preso pieno possesso delle città inglesi. Per giorni interi, i sedicimila armati mandati dal governo hanno fatto sentire il loro monologo assordante, con colonne di blindati lanciati a sirene spiegate per le strade deserte e pattugliamenti in ogni quartiere.



Cameron aveva annunciato che non ci sarebbe stata pietà, e la pietà obbedientemente ha deciso di sprofondare nel ventre della terra, mentre i tribunali sono rimasti aperti tutta la notte per processare i 2.300 arrestati negli scontri. Le sentenza sono state pesanti. ‘Esemplari’, secondo la definizione dei giornali. Per il furto di due bottiglie d’acqua, del valore di tre sterline, Nicholas Robinson, 23 anni, è stato condannato a sei mesi di carcere. Per il furto di due maglioni, Eoin Flanagan, diciottenne di Manchester, è stato condannato a otto mesi di reclusione. Per aver detto a un poliziotto ‘se non avessi addosso la divisa ti spaccherei la faccia’, Ricky Gemmel, 18 anni, è stato condannato a sei settimane di carcere. E così via, almeno per i più fortunati. Per tutti gli altri, con buona grazia, i giudici hanno ritenuto opportune pene più severe e li hanno rimandati al giudizio delle ‘crown courts’, tribunali regali che hanno potere di infliggere sentenze a oltranza.



Nel frattempo i poliziotti si sono organizzati in squadre e sono andati casa per casa a arrestare le centinaia di sospetti ancora in libertà. Insieme a loro, come i cani da riporto con i cacciatori, si sono mosse anche le torme di giornalisti. Il quotidiano Telegraph, per esempio, trasmette orgogliosamente sul proprio sito il video dell’arresto di Shereka Leigh, single mother di 22 di Tottenham, rea del furto di un paio di scarpe. Il video mostra gli agenti sfondare la porta, entrare in casa urlando, calpestare i giocattoli del figlio di 4 anni e portare fuori la ragazza in manette.



Ma gli agenti non devono fare tutto da soli. A volte anche i genitori danno una mano. Con una dedizione che avrebbe fatto lacrimare Stalin, dopo aver riconosciuto la figlia diciottenne Chelsea nei video trasmessi in TV l’eroica signora Adrienne Ives non ha avuto esitazione nel chiamare la polizia locale. Manco a dirlo, i giornali non hanno saputo trattenere gli elogi per questa straordinaria madre coraggio. Peccato che ai tempi di Saturno non ci fossero i giornali britannici, che avrebbero potuto dare il giusto lustro a chi divora i propri figli.



‘Vi troveremo’, avevano detto giorni fa alcuni agenti sulle loro pagine facebook, ‘e vi faremo sentire tutto il peso della legge’. E così è stato. C’è da augurarsi che non sia un peso così schiacciante da togliere il respiro, come è avvenuto invece qualche mese fa con Jimmy Mubega, il quarantaseienne angolano morto per soffocamento mentre veniva ‘messo in sicurezza’ dagli agenti che lo stavano deportando dall'aeroporto di Heathrow.



Ma il peso della legge, si sa, spesso cade come grandine dal cielo, e a volte capita che distrugga la vita di intere famiglie. Del resto, le colpe dei padri ricadono sui figli e dunque, per proprietà transitiva, quelle dei figli devono ricadere sui genitori. Con determinazione salomonica, David Cameron ha dichiarato che le famiglie degli arrestati che usufruiscono dei benefit statali per i meno abbienti perderanno tutto. Niente più casa popolare, niente più contributi di disoccupazione, niente più ‘house in benefit’, niente più welfare. Intervistato dalla BBC, il segretario di stato per le comunità locali Mr Eric Pickles ha ribadito il concetto. I riottosi e le loro famiglie verranno sfrattati, e le circoscrizioni di Wandsworth, Westminster, Greenwich, Hammersmith, Nottingham e Salford hanno già reso esecutivi gli sfratti.



Ma anche queste disposizioni dal sapore medievale, si teme, non saranno abbastanza. Il problema è molto più profondo, dicono alcuni, è entrato sotto la pelle dei sudditi britannici. David Starkey, noto commentatore BBC, lo ha spiegato chiaramente in diretta televisiva: il problema, in questo paese, è che i bianchi sono diventati negri, hanno perso il senso della dignità occidentale, sono diventati dei selvaggi. Il multiculturalismo, dice Starkey, ci ha cambiato il colore della pelle e il DNA.



Grazie al cielo, il governo non è solo ad affrontare questa sfida biogenetica. Come spesso accade in Inghilterra, l’aiuto è arrivato prontamente dall’alto. Dove per alto, ovviamente, si intendono gli Stati Uniti, la madrepatria di cui la Britannia è fedele colonia. Ispirato dall’esempio americano, David Cameron ha convocato il superpoliziotto Bill Bratton, l’inventore della dieta ‘tolleranza zero’ che ha reso obese tante carceri d’oltreoceano. Il crimine di strada, ha dichiarato Cameron, verrà raschiato via dall’isola, come fosse una macchia scura sulla pelle candida di Albione.



Forse il primo ministro ha scelto per le sue pulizie il cleaner sbagliato. Più che Bill Bratton, Cameron avrebbe dovuto rivolgersi a Conrad Murray, il famoso medico di Michael Jackson attualmente indagato per l’omicidio del cantante. Togliere il nero dalla pelle è un affare difficile e sono in pochi al mondo a saperlo fare. Bagni di mercurio, infiltrazioni di cortisone e applicazioni di hydroquinone sono l’unica cura. Qualche iniezioni di antidolorifici ogni tanto, per ammorbidire il tutto. Soltanto così la candida Inghilterra potrà grattarsi via il negro di dosso. Anche a costo di morirci, se dovesse essere necessario. Del resto, dopo gli splendori del matrimonio reale, soltanto il funerale di un’intera nazione potrebbe offrire al mondo l’evento più spettacolare della prossima decade.



Federico Campagna, 14 Agosto 2011, London

http://www.infoaut.org/blog/precariato-sociale/item/2359-vendetta-di-classe

___________________________________________


giovedì 11 agosto 2011

Il lusso è un diritto... lo dice la pubblicità

Una disamina molto lucida e schietta dei fatti di Inghilterra:



http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/11/il-rivoltosi-londinesi-e-il-diritto-al-lusso/150947/



Walter Benjamin si interrogò a lungo sul motivo per cui gli insorti parigini del 1830 sparavano agli orologi pubblici, facendolo in modo del tutto spontaneo e senza accordarsi tra di loro. Capire cosa rappresentavano quegli orologi per i rivoltosi di Parigi – che nel frattempo erano scesi in strada, avevano scalzato i pavé e innalzato le barricate – significava comprendere l’essenza stessa della rivolta. Per Benjamin quelli orologi erano il simbolo del tempo scandito dal “progresso” e dalla “disciplina del lavoro”, dettata dai ritmi e dai modi dell’economia capitalista. Erano cioè il simbolo di tutto ciò che aveva disumanizzato ed espulso da un’esistenza dignitosa intere fasce della popolazione di Parigi. E anche per questo che distruggerli significava allora chiudere con i vecchi tempi e aprire nuove dimensioni temporali.



Gli insorti contemporanei delle metropoli – a partire dalla sollevazione del 13 agosto 1965 del quartiere di Watts a Los Angeles e fino alla cronaca degli ultimi giorni delle periferie di Londra, Birmigham, Manchester, passando per le rivolte parigine dell’ottobre del 2006 – bruciano, invece, le macchine e saccheggiano i negozi, specie se di lusso. Condannarli è facile, ma non ci aiuta affatto ad avere un quadro lucido della situazione. Il nostro compito dovrebbe essere allora – seguendo l’esempio di Benjamin – quello di interrogarci sul senso profondo di tali gesti, che sembrano dettati quasi da una profonda esigenza, individuale e collettiva allo stesso tempo.



Lasciamo, quindi, che le banche tuonino per i milioni perduti (nel mentre saccheggiano e speculano sui mercati gettando nella povertà milioni di individui), che i sociologi mainstream si strappino i capelli e si sorprendano del ‘non sense’ delle rivolte londinesi o che attribuiscano le colpe di tutto quanto al multiculturalismo (nel mentre si costruiscono carriere dorate grazie alla loro acritica adesione alle ideologie dominanti), che i governanti gridino all’illegalità (nel mentre l’illegalità la mangiano con il pane ogni giorno), che la polizia condanni i violenti (nel mentre non condanna mai la sua di violenza).



Ecco, lasciamo tutto questo per un attimo e concentriamoci sul significato dei gesti dei rivoltosi. Interroghiamoci, cioè, sul motivo per cui gli insorti di oggi bruciano le macchine e saccheggiano i negozi, proprio come quelli di Parigi sparavano agli orologi pubblici.



La prima domanda da porsi dovrebbe essere: cosa rappresenta l’automobile nella nostra società? E’ un mezzo di trasporto, si dirà. D’accordo, ma ormai non si può negare che è prima di tutto uno status symbol, cioè qualcosa che denota la condizione economica, sociale e culturale di una persona. La macchina ha dunque un elevato valore simbolico. Se possiedi una bella macchina puoi dimostrare la legittimità della tua stessa esistenza, sia in quanto consumatore sia in quanto cittadino rispettabile. Esisti in quanto hai e non in quanto sei (concetto particolarmente chiaro ai milioni di africani che muoiono di fame ogni anno).



Insomma, nel mondo delle merci e del valore di scambio, l’automobile simboleggia una merce importante, con un forte significato simbolico.



Ora, viste in questa prospettiva, le rivolte dei giovani emarginati delle periferie metropolitane di Londra – dove la disoccupazione e la povertà regnano sovrane e dove le ferite della recessione economica sono ben visibili – sembrano opporsi, anche simbolicamente, alla società consumista e all’economia mercantile. A questo risultato giunse, infatti, Guy Debord, quando, analizzando la sommossa di Los Angeles nel 1965, scrisse: “I Neri di Los Angeles […], prendono alla lettera la propaganda del capitalismo moderno, la sua pubblicità dell’abbondanza. Vogliono subito tutti gli oggetti mostrati e astrattamente disponibili, perché vogliono farne uso” [G. Debord, Il declino e la caduta dell’economia spettacolare-mercantile, in Il pianeta malato, Nottetempo, p. 14].



“Il lusso è un diritto”, ci urla del resto da ogni angolo di strada Vincent Cassel, seduttivo e convincente nel suo enorme manifesto pubblicitario dove campeggia sullo sfondo una bella auto. Ebbene, proprio quando questo messaggio viene preso sul serio, cioè quando dei cittadini, compresi quelli disoccupati, emarginati e che vivono nelle periferie, pretendono per davvero il rispetto del loro ‘diritto al lusso’, accade che il meccanismo si rompe. L’arcano si svela e la società dello spettacolo inizia a mostrare il suo vero volto, la sua vera struttura gerarchica, anche nel consumo. Certo, quando ciò accade, in molti si affrettano a spiegare che occorre avere pazienza e che, lavorando sodo, un giorno chiunque potrà esercitare il suo ‘diritto al lusso’.



Peccato però che si tratta di un altro messaggio pubblicitario.

__________________________________

martedì 9 agosto 2011

Riflessioni sugli scontri di Londra







Un branco di teppisti negri sta mettendo a ferro e fuoco la deliziosa Londra e le altre splendide città di Sua Maestà Elisabetta, attaccando la polizia, saccheggiando i negozi e distruggendo il sacro valore della proprietà privata.

E' questa la storia che tutti i media del Sistema stanno facendo girare nel Mondo: l'Italia, ovviamente, non si è sottratta al gioco e sta continuando a dare informazioni precisissime circa questa guerriglia razziale.

Cosa ha scatenato la guerriglia? L'uccisione di un negraccio pregiudicato di 29 anni che aveva già figliato quattro volte e che non si era fermato ad un posto di blocco. Ne è scaturito uno scontro a fuoco con la polizia, e ci è rimasto secco.

Quindi questi negri teppisti che da tre giorni e tre notti stanno incendiando la Capitale d'Inghilterra sono i difensori di questo malvivente che è rimasto ucciso.



Chi crede a questa storia, alzi la mano.

Io la tengo ben abbassata, anche perchè non si è mai visto uno "scontro a fuoco" in cui viene sparato un solo proiettile: dalla pistola del poliziotto al corpo del ventinovenne ucciso. Nè posso credere che basti questo episiodio per giustificare una rivolta del genere, altrimenti l'assassinio della settimana scorsa a Roma (la polizia spara sul GRA ed uccide un uomo durante un inseguimento) avrebbe generato qualche rimostranza.

Invece no, in Italia tutti pronti a solidarizzare a prescindere con le forze dell'ordine, cioè i difensori dell'ordine costituito. Da Genova 2001 a Val di Susa 2011, non è cambiato niente: se chi fa violenza ha la divisa, ha ragione; chi non ce l'ha, ha torto.



Torniamo a Londra: perchè, allora, si è scatenata una guerriglia del genere? E' probabile, dico, che non sia per solidarizzare col ragazzo ucciso, ma solo per manifestare ciò che in via pacifica il Sistema non ti consente di esprimere: rabbia e frustrazione per una condizione sociale pessima, per i quartieri ridotti a ghetti, per la disoccipazione che continua a crescere, per una integrazione fallimentare, per le ricette economiche di stampo thatcheriano imposte prima dai laburisti di Blair, e ora dai conservatori di Cameron.



C'è gente - è meglio che il Sistema ed i suoi servitori in divisa lo capiscano - che non ha più fiducia nei partiti, nei sindacati, nelle raccolte di firme, negli scioperi della fame, nelle marce della pace, nelle elezioni.

C'è gente che, dopo decenni di violenza legalizzata (fisica, psichica e sociale) dai Governi, non conosce che un'arma per contrastare il Sistema: la molotov.



Non dico che hanno ragione o torto.

Dico che è così.

E dico anche un'altra cosa: la storiella della poesia di Pasolini che difendeva i poliziotti proletari contro i rivoluzionari figli di papà non regge. Anche perchè - diciamolo - Pasolini può anche aver scritto una cazzata.

__________________________________

Sicilia e Campania, disoccupazione record





Il tasso di disoccupazione femminile in Sicilia è il più alto d’Italia.



I dati Istat 2011 rivelano che, con il 18,1%, l’isola è al primo posto, seguita dalla Campania (15%).



Il report dell’Istat conferma ancora una volta le differenze tra Nord e Sud che si rimarcano quando si parla di mercato del lavoro.



Risalendo la Penisola, i tassi di disoccupazione si abbassano fino ad arrivare a regioni come il Trentino Alto Adige (3,9%) o la Valle D’Aosta (4,4%), dove è raro trovare persone alla ricerca di un impiego.



Il rapporto Istat, relativo al primo trimestre 2011, parla chiaro: su 2,155 milioni di disoccupati in tutto il Paese circa il 50% si trova al Sud (1,003 milioni), il 35% al Nord (762 mila), e la parte rimanente al Centro (il 18% pari a 390 mila).



La Campania registra sia il tasso più alto di disoccupati (15,6%), che il numero complessivo maggiore (286 mila): questa sola regione assorbe il 13% dei disoccupati in Italia.

______________________________

lunedì 8 agosto 2011

Bossi: "La Grecia non faceva un cazzo... come il SUD"

Da un articolo de Il Giornale apprendiamo e riportiamo quanto ha detto Bossi in un comizio:

Secondo il ministro delle Riforme, "la globalizzazione ha portato la finanza al potere al posto della politica, poi però quando è scoppiata la crisi, la finanza ha chiesto alla politica di salvare le banche". "Adesso - ha continuato il Senatur - bisogna dare agli stati, alla politica e alla democrazia più potere, perchè la finanza se fallisce non risponde a nessuno e fa solo grandi casini, dunque meglio la politica che risponde al popolo". Altro responsabile della crisi, secondo Bossi, è l’euro la cui adozione da parte dell’Italia è stato un "errore storico" in quanto "moneta forte in uno stato debole". O meglio, ha precisato il Senatur, "forse noi al nord, in Padania, potremmo anche farcela con un moneta forte, ma il sud non ce la farebbe e rischierebbe di fallire". Come è accaduto "all’Irlanda che faceva le padelle e alla Grecia che non faceva un cazzo come il nostro Sud".



Noi meridionali continuiamo a sperare di vederlo nuovamente così:



__________________________________

Napoli in corsa per la Luis Vitton Cup






Spero che questa indiscrezione trovi conferma, e che Napoli possa ospitare una così importante manifestazione velica.
Anni fa si parlò di organizzare la Coppa America nell splendido golfo della capitale del Sud, ma purtroppo vinse Valencia.
Adesso abbiamo un'altra grande occasione, cerchiamo di non farcela sfuggire.

http://www.forzadelsud.it/napoli-vicinissima-la-louis-vuitton-cup/

La prossima Louis Vuitton Cup potrebbe svolgersi a Napoli.

“Siamo ormai vicinissimi ad un grande traguardo che rappresenta una occasione di crescita e sviluppo per l’intero territorio”, ovvero la Luis Vuitton cup di vela. Ad affermarlo in una nota congiunta sono il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris e il presidente partenopeo dell’Unione degli Industriali Paolo Graziano.

La candidatura di Napoli avrebbe superato la concorrenza delle altre città in gara, e a breve dagli Stati Uniti potrebbe essere ufficializzata la scelta del capoluogo campano per le regate in programma a partire dal prossimo anno. “È un’immagine nuova – prosegue la nota – che vogliamo consegnare alla intera comunità internazionale. È il segno evidente che quando funziona la collaborazione fra le diverse istituzioni e quando c’è la voglia di fare e la giusta determinazione si possono raggiungere i risultati. Senza divisioni e nell’interesse esclusivo dei cittadini”.

______________________________

domenica 7 agosto 2011

La veria storia del Risorgimento... da ridere



Un geniale Paolo Caiazzo, a La7 durante il programma Fratelli e Sorelle d'Italia, la canta di santa ragione al Risorgimento e i suoi falsi miti.
Tutto da ridere, prima che da riflettere.
__________________________________________

giovedì 4 agosto 2011

Lazio, Piano Casa: cosa prevede

Roma, 4 ago. (Adnkronos) - Il piano casa è legge. Dopo una maratona lunga una settimana, con tre sedute notturne, il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Mario Abbruzzese, nella serata di ieri ha approvato definitivamente il provvedimento con 41 voti a favore e 22 contrari. L'approvazione è stata resa più rapida dalla decisione della giunta, contestata dalle opposizioni, di presentare il cosiddetto ''maxi subemendamento generale'' che, riscrivendo tutti gli articoli della legge ha fatto decadere i circa 180 emendamenti presentati dall'opposizione. La presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, è intervenuta in Consiglio regionale poco prima della votazione finale sul piano casa, la proposta di legge n. 79 che va a modificare la legge 21 del 2009. ''Si tratta di un provvedimento chiesto dalla gente'', ha detto Polverini. ''In questa legge ci sono tutto le risposte che i cittadini si aspettano e che la Giunta precedente non è riuscita a dare, visto l'esiguo numero di domande presentate. Abbiamo ricercato un iter sicuramente diverso da quello che avevamo concordato perché non ci è stato consentito di andare avanti, ma sicuramente ci siamo mossi nell'ambito delle regole istituzionali. Quando ci andremo a confrontare nel merito con i ministri Galan e Fitto e con tutto il governo su questa legge, sicuramente ci accorgeremo che nel merito gli uffici del ministro sono stati poco attenti''. La presidente della Regione ha poi sottolineato la condivisione degli Enti locali, ''perché - ha detto - sia il Cal che Anci Lazio hanno espresso parere favorevole e questo non va sottovalutato''. Al termine dell'intervento, Renata Polverini, ha ringraziato Giunta, Consiglio e tutti quei consiglieri che a suo avviso hanno contribuito a migliorare il testo, citando in particolare Marco Di Stefano del Pd. Prima del voto finale i gruppi consiliari, esaurito l'esame della legge, hanno esposto le proprie valutazioni conclusive. Angelo Bonelli (Verdi) ha parlato ''di legge che viola la Costituzione, per quanto riguarda le aree protette e le zone costiere. Il nostro giudizio è estremamente negativo''. Per Luigi Nieri (Sel) si ''è consumata una brutta pagina per la Regione Lazio. Questo è un provvedimento illegittimo''. Un parere condiviso anche da Ivano Peduzzi (Fds): ''Grazie alla nostra opposizione - ha spiegato - abbiamo liberato questo Consiglio regionale: abbiamo detto a voce alta che questa è una legge dannosa''. Secondo Giuseppe Celli (Lista civica) ''l'assessore Ciocchetti è stato sordo alle motivazioni dell'opposizione''. Claudio Moscardelli (Pd), annunciando il voto contrario del suo gruppo, ha parlato di scarsa capacità di gestione politica della maggioranza ''che arriva all'approvazione della legge solo grazie a forzature''. Mario Mei (Api) si è detto deluso ''perché non ha vinto il dialogo, non si è parlato del merito: hanno vinto gli estremismi''. Francesco Carducci (Udc) ha dichiarato che ''si tratta del primo provvedimento strutturale della giunta Polverini sul tema della crescita. Un provvedimento molto atteso, sia dal mondo delle imprese che dai cittadini''. Francesco Storace (La Destra) ha sottolineato ''la compattezza della maggioranza in una partita molto complessa. Oggi portiamo a casa un buon risultato, superando l'ostruzionismo dell'opposizione''. Claudio Bucci (Idv) ha ribattuto che ''questo modo di procedere ci lascia allibiti, la maggioranza non ha voluto entrare nel merito. C'è stata una porcata istituzionale''. Anche Luciano Romanzi (Psi) ha annunciato il suo voto contrario: ''Una legge che non risponde alle richieste dei cittadini''. ''Legge negativa per il Lazio'' anche secondo Giuseppe Rossodivita (Lista Bonino). Franco Fiorito (Pdl) ha ringraziato ''Berlusconi perché da lui viene la scintilla che ci porta oggi all'approvazione del piano casa. Abbiamo visto l'interpretazione della sinistra su questa tema, abbiamo visto il loro fallimento. Noi abbiamo avuto il coraggio di rappresentare un cambiamento. Decideranno i cittadini''. Mario Brozzi (Lista Polverini) ha dichiarato di essere soddisfatto ''per il risultato che oggi otteniamo: costruiamo un altro piano della Casa Lazio. La maggioranza esce decisamente rafforzata''. Prima delle dichiarazioni di voto era intervenuto l'assessore all'Urbanistica, Luciano Ciocchetti: ''E' una legge equilibrata - ha spiegato - che dà più case, più edilizia e più lavoro, all'interno di regole più flessibili e più semplici. E' quello che i cittadini ci chiedono. Vorrei ricordare, infine, che non esiste altra legge che ha avuto momenti di confronto come questa. Ricordo ai colleghi dell'opposizione che questa norma ha avuto l'ok dall'Anci regionale e dal Cal (Consiglio delle autonomie locali), che hanno espresso pareri favorevoli''. Insomma, il piano casa è legge. Dopo una maratona lunga una settimana, con tre sedute notturne, il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Mario Abbruzzese, nella serata di ieri ha approvato definitivamente il provvedimento con 41 voti a favore e 22 contrari. Ecco i contenuti della legge. - Norme generali: Il piano casa si applica a tutti gli edifici realizzati legittimamente (anche quelli per i quali il titolo edilizio sia stato rilasciato in sanatoria, compresi il caso della formazione del silenzio assenso) e a quelli non ultimati ma che abbiano ricevuto il titolo abilitativo edilizio. La normativa, importante novità rispetto alla legge precedente, si applica anche nelle zone agricole e nelle zone più urbanizzate delle aree naturali protette. Sono esclusi gli insediamenti urbani storici come individuati dal Piano territoriale paesistico regionale. Sono escluse, inoltre, le aree di rischio idrogeologico molto elevato, i casali e i complessi rurali realizzati in epoca anteriore al 1930, gli edifici costruiti nelle aree del demanio marittimo. Per gli ampliamenti di edifici esistenti è prevista la possibilità di ''monetizzare'' il mancato rispetto degli standard urbanistici nel caso siano impossibili da realizzare le cosiddette opere di urbanizzazione secondaria necessarie. Tale possibilità viene invece esclusa per i cambi di destinazione d'uso. Le norme relative ad ampliamenti, demolizione e ricostruzione, cambi di destinazione d'uso resteranno in vigore per tre anni dalla data di pubblicazione della legge. Ampliamento di edifici esistenti: Gli ampliamenti sono permessi in aderenza o adiacenza rispetto al fabbricato esistente, ma non in sopraelevazione. Possono comportare anche un incremento delle unità immobiliari e devono essere realizzati nel rispetto delle altezze e delle distanze previste dalla legislazione vigente. Devono essere realizzati nel rispetto delle normative sulla bioedilizia, qualora comportino l'uso di fonti di energia rinnovabile non inferiore a un kilowatt, l'incremento di cubatura arriva al 30 per cento. In caso di adeguamento dell'intero edificio alla normativa antisismica, le percentuali di ampliamento variano a seconda della localizzazione degli edifici stessi, con incrementi che possono arrivare al 35 per cento. a) residenziali Rispetto al precedente piano casa, la possibilità di ampliare l'edificio non è più limitata alle sole abitazioni di dimensione inferiore ai mille metri cubi. L'incremento massimo è del 20 per cento, per un massimo di 70 metri quadrati di superficie (la cosiddetta Superficie utile lorda). Non ci sono più le limitazioni previste della legge precedente sulle aree agricole. b) non residenziali Lo stesso limite del 20 per cento è previsto per gli edifici non residenziali, per un massimo di 200 metri quadri per ogni edificio. Nel caso di edifici con destinazione ad attività produttive e artigianali il limite è del 25 per cento, per un massimo di 500 metri quadrati. Chi usufruisce dell'ampliamento dovrà mantenere la destinazione d'uso per almeno 10 anni. Cambi di destinazione d'uso: E' consentito il cambio di destinazione d'uso, con intervento di ristrutturazione, sostituzione, demolizione e ricostruzione, completamento, per gli edifici non residenziali che siano dismessi. E' consentito l'ampliamento del 30 per cento rispetto alla superficie utile esistente. Con tali interventi, che non si potranno realizzare nelle zone omogenee D (industriali) con superficie superiori a dieci ettari e nelle zone omogenee E (zone destinate all'agricoltura), sarà possibile trasformare la destinazione d'uso in residenziale, fino a un massimo di 15 mila metri quadrati. Una quota fra il 30 e il 35 per cento (a seconda della superficie realizzata) dovrà essere destinata alla locazione a canone concordato (il cosiddetto housing sociale). Sono previsti interventi anche nelle aree edificabili libere con destinazione non residenziale: potranno essere realizzate abitazioni, fino a una superficie massima di 10mila metri quadrati. Anche in questo caso il 30 per cento dovrà essere destinato all'housing sociale. Demolizione e ricostruzione: Sono consentiti interventi di demolizione e ricostruzione in deroga alle previsioni degli strumenti urbanistici: a) per edifici a destinazione residenziale per almeno il 50 per cento è previsto l'ampliamento fino al 35 per cento; b) per edifici a destinazione prevalentemente non residenziale, ampliamento fino al 35 per cento, comunque non superiore a 350 metri quadrati, a condizione che nella ricostruzione si rispettino le destinazioni d'uso previste negli strumenti urbanistici; c) per edifici plurifamiliari a destinazione residenziale superiori a 500 metri quadri in condizioni di degrado, ampliamento fino al 60 per cento, a condizione che venga mantenuto almeno il numero precedente di unità immobiliari in capo ai proprietari. d) per gli edifici in zona agricola tale ampliamento non può superare il 20 per cento della cubatura esistente. Interventi di recupero: In deroga agli strumenti urbanistici sono consentiti interventi di recupero a fini residenziali dei volumi accessori, pertinenziali (come ad esempio garage, locali di servizio) con tetti di volume differenti a seconda della destinazione d'uso degli edifici e della localizzazione degli stessi. Tali interventi sono cumulabili, a differenza degli altri, sono cumulabili con gli ampliamenti, nel caso in cui riguardino tipologie residenziali unifamiliari e plurifamiliari a schiera. Programmi di riqualificazione urbana: Al fine di riqualificare porzioni di territorio caratterizzate da tessuti edilizi degradati, edifici isolati, ma anche territori di interesse naturalistico, ambientale e culturale, i Comuni adottano programmi integrati, che possono prevedere demolizioni e ricostruzioni con spostamento delle cubature in zone differenti. In questo caso è previsto un premio pari a un massimo del 75 per cento in più delle volumetrie demolite. Nel caso la delocalizzazione interessi zone costiere può essere previsto un premio di cubatura fino al 150 per cento. Mutuo sociale e misure per l'edilizia residenziale pubblica: Per quanto riguarda l'edilizia residenziale pubblica, la principale novità rispetto alla legge precedente è costituita dal ''mutuo sociale'', ideato per consentire l'acquisto di case, in particolare degli alloggi Ater o degli alloggi di edilizia sovvenzionata costruiti appositamente. Tali mutui copriranno l'intero prezzo dell'immobile, avranno un tasso di interesse dell'1 per cento, rate non superiori al 20 per cento del reddito familiare del beneficiario. Il pagamento sarà sospeso in caso di disoccupazione o altro impedimento al pagamento del beneficiario. Sono, inoltre, previste una serie di misure per permettere la costruzione di nuove case popolari individuando aree senza costi aggiuntivi (densificazioni dei piani di zona, cambi di destinazione d'uso di terreni di proprietà delle Ater). Altre misure: Sono previste deroghe agli strumenti urbanistici per quanto riguarda la realizzazione di impianti sciistici e attività estrattive. E' prevista una procedura accelerata per quanto riguarda la realizzazione o il completamento di edifici o strutture di pubblico interesse (ospedali, scuole, università, porti, strutture alberghiere). La deroga agli strumenti urbanistici, in questi casi, è autorizzata dal Consiglio regionale, su proposta della Giunta, previa intesa con il ministero dei Beni culturali. Il Consiglio regionale si esprime entro 120 giorni. Nelle aree naturali protette è consentita la realizzazione di impianti e attrezzature sportive finalizzati alla valorizzazione del paesaggio. Per una serie di strumenti urbanistici attuativi, inoltre, viene introdotta la possibilità di un'approvazione diretta da parte delle giunte comunali, qualora i consigli non li approvino entro 90 giorni. Prevista, poi, una procedura abbreviata per la definizione dei procedimenti di sanatoria edilizia ancora pendenti. E' istituito, infine, l'osservatorio regionale del territorio, con il compito di monitorare le trasformazioni edilizie in atto e di proporre interventi in merito alla pianificazione.
____________________________________

mercoledì 3 agosto 2011

Fleres: "Vinta una battaglia, non la guerra"








Una interessante e condivisibile riflessione del senatore Salvo Fleres (Forza del SUD), che evidenzia come la delibera del CIPE di stamattina sia la vittoria di una battaglia, per quanto importante, ma la guerra è ancora lunga.
E quali sono i nemici da combattere, in questa guerra?
La Lega Nord, innanzi tutto, intesa sia come partito politico antimeridionale, sia come rappresentante degli interessi economici della più becera ed egoista imprenditoria settentrionale.
L'assistenzialismo, poi, inteso come "dare il pane, senza insegnare come si fa".
Il falso federalismo leghista, infine, che pretende di far gareggiare una Ferrari e una 500
come se fossero alla pari, senza realizzare la perequazione tra Nord e Sud. Una perequazione dovuta, come ricorda giustamente Fleres, perchè sono 150 anni che il Sud è in credito col Nord e con l'Italia.

http://www.forzadelsud.it/piano-sud-vinta-la-battaglia-non-la-guerra/

Di Salvo Fleres - Il governo, attraverso il Cipe e grazie all’incessante opera di spinta e coordinamento del sottosegretario e leader di Forza de Sud Gianfranco Miccichè, ha finalmente varato il cosiddetto ‘Piano per il Sud’. Si tratta di un pacchetto di opere pubbliche di natura infrastrutturale per un importo complessivo di circa sette miliardi di euro, prevalentemente destinate ad avviare quella perequazione infrastrutturale, in assenza della quale non potrà essere pienamente realizzato il federalismo fiscale.

Il passaggio compiuto al Cipe, dunque, può certamente essere considerato l’atto di politica economica più significativo del governo in carica in favore non delle regioni meridionali, ma dell’armonico sviluppo del Paese.

Troppo spesso abbiamo sentito parlare del Sud come di ‘un’altra cosa’, una palla al piede per la crescita economica italiana, il luogo dei drammi tipici di una società del terzo millennio. E troppo spesso si è colpevolmente trascurato il tradimento costante che il Sud ha subito negli ultimi 150 anni, i continui espropri, le logiche assistenzialiste praticate nei suoi confronti. Così come è stato trascurato l’apporto che il Sud ha dato all’economia del Paese, alle dinamiche dei consumi, alla forza lavoro del Nord e quant’altro.

Proprio per questo, la delibera del Cipe non può essere considerata una ‘gentile concessione’, semmai il presupposto per restituire al Sud il mal tolto, pertanto essa va intesa come premessa per la piena realizzazione dei principi federalistici. Quella premessa perequativa che costituisce uno dei punti fondamentali del programma di Forza de Sud e che è prevista dall’articolo 22 della legge che regola questa materia. Insomma, è solo l’inizio, ma bisogna andare avanti. Come? Intanto con un piano che preveda quelle opere, di minore dimensione ma di grande importanza, indispensabili per determinare la ripresa dell’attività delle piccole imprese del Sud, poi, rilanciando la capacità di progettazione degli enti locali, ed infine, ma qui il Cipe non c’entra, ma c’entra il governo nel suo insieme, con una politica di ripresa delle aziende agricole e delle aziende manifatturiere, a cominciare dal settore dell’energia fotovoltaica, dall’agroalimentare, dal settore culturale, turistico e di servizio.

Per Forza del Sud, quindi, la delibera del Cipe costituisce una battaglia orgogliosamente vinta, la conferma della validità della propria azione politica, ma non certo la vittoria dell’intera guerra. Una guerra che, mi piace ricordarlo, non riguarda solo la politica, bensì tutti i cittadini, anche semplicemente consumando i prodotti del Sud prima e più di quelli importati, come abbiamo sostenuto con la recente campagna di sensibilizzazione lanciata da me e dai senatori Ferrara, Centaro e Poli Bortone.
_________________________________________

Piccola grande vittoria per il SUD




Ce l'abbiamo fatta: il CIPE ha deliberato lo sblocco dei fondi per le opere pubbliche del famoso - e famigerato - Piano Sud, promesso dal Governo Berlusconi 3 anni fa e finalmente in partenza.
Le risorse (circa 9 miliardi, di cui 7.5 dai Fondi FAS che stavolta la Lega non è riuscita a pappare) verranno utilizzate per la realizzazione di 6 opere strategiche fondamentali per lo sviluppo del Mezzogiorno, tra cui il completamento della Salerno Reggio Calabria, l'Alta velocità Napoli-Bari, la direttrice ferroviaria Salerno-Reggio Calabria e alcuni assi stradali della Sardegna.
Il giudizio positivo è stato espresso da tutti i presidenti delle regioni del SUD, presenti alla conferenza stampa: Michele Iorio (Molise), Raffaele Lombardo (Sicilia), Vito De Filippo (Basilicata), Giovanni Chiodi (Abruzzo), Giuseppe Scopelliti (Calabria). In particolare, per il presidente della Basilicata, quella di oggi rappresenta una «possibilità storica» ma deve essere solo l'inizio di «un grande programma di investimenti di cui si parla da troppo tempo». Per il presidente dell'Abruzzo è arrivato un «segnale molto importante per le infrastrutture, oggi inizia inizia un percorso che dovrá proseguire in autunno».
Le opere inserite nel Piano per il Sud sono tutte immediatamente cantierabili e interessano il Molise per circa 576 milioni di euro, la Campania per oltre 1,7 miliardi, la Puglia per 1,1 miliardi, la Basilicata per oltre 500 milioni, Calabria, Sardegna e Sicilia per circa 1 miliardo ciascuna.
Ciò significa che vi sono anche imprese e lavoratori che stanno per cominciare a lavorare.
Certo, bisognerà monitorare - come sempre - che i lavori vengano fatti, fatti bene e che la longa manus delle malavite non arraffi di tutto e di più.
Una piccola grande vittoria per il SUD.
Un passo in avanti.

N.b. in questo link, il documento finale approvato:
http://www.forzadelsud.it/wp-content/uploads/2011/08/esito-cipe-agosto.pdf
_____________________________________

Berluscsoni parlerà a Borsa chiusa




Slittano di due ore gli interventi del premier Berlusconi: alle 17.30 parlerà alla Camera, alle 19 al Senato.
Meglio parlare quando la Borsa di Milano sarà chiusa, avrà pensato Berlusconi (o - cosa più probabile, gli avranno suggerito), dando ragione ufficialmente a chi sostiene che il cavaliere, se parla, destabilizza ancor di più l'Italia.
Abbiamo un Presidente del Consiglio, quindi, che ammette di essere un problema, anzi IL problema: il suo discorso, che certamente sarà farcito delle solite rassicurazioni circa la solidità dell'economia, la bravura del governo, i conti in ordine, lo sviluppo delle imprese ed il rilancio delle infrastrutture e del Piano Sud, l'alleanza solidissima con la Lega Nord, potrebbe creare danni tali al Paese da suggerigli di posticiparlo di due ore.
Abbiamo un Presidente del Consiglio che, in silenzio da 10 giorni, è costretto dai mercati e dalle Borse a parlare quando essi non possono più operare.
Abbiamo un Presidente del Consiglio, quindi, alla mercè delle speculazione finanziaria, impossibilitato non solo ad agire, ma persino a parlare.
Berlusconi dovrebbe prendere atto del fatto che la sua capacità di mediazione è terminata, che la sua bella facciona rassicurante e votata all'ottimismo non tranquillizza più nessuno, che la Lega lo tiene per le gonadi... e rassegnare le dimissioni.
Con dignità.


Vi è però un altro problema: una crisi di governo, oggi, esporrebbe maggiormente l'Italia alla speculazone finanziaria? Una domanda che non ha una risposta certa, perchè chi risponde affermativamente non riesce a spiegare se si voglia fare un governo tecnico, "di salute pubblica", o se si vada alle urne; chi risponde negativamente, non riesce a spiegare come questo esecutivo, e soprattutto questo premier, possa tutelare il Sistema Paese, visto che fino ad ora è stati incapace di farlo.

L'unica strada percorribile, forse, è la "strada Zapatero": dimissioni subito e elezioni a Novembre. La maggioranza e le opposizioni, però, sono pronte? Ne dubito.
___________________________________

Stamattina il CIPE: ossigeno per il SUD. Speriamo.



Per molti, oggi è la giornata delle dichiarazioni di Berlusconi alle Camere.
Per molti, oggi si decide il futuro dell'Italia.
Per me e per i meridionali, oggi è il giorno del CIPE.
Per me, oggi si decide il futuro a breve del SUD.

Ci sono 7.5 miliardi da sbloccare per finanziare vari interventi nel SUD.
Ci sono autostrade da completare, o lavori da far continuare.
Ci sono progetti che aspettano i fondi FAS per partire.
Oggi potrebbe arrivare una piccola, piccolissima, ma importante boccata d'ossigeno per il SUD.

martedì 2 agosto 2011

Lettera all'AMA



Forza del Sud è un partito federalista e territoriale. La politica vera si fa nei territori e coi cittadini, per risolvere i problemi di tutti i giorni.
Lasciamo ad altri partiti "nazionali" di disquisire su cose che francamente riteniamo stucchevoli: noi vogliamo interessarci di vivibilità, viabilità, ambiente, sicurezza, trasporti, servizi, lavoro.
A tal proposito, riceviamo e pubblichiamo la lettera che Antonio Iaquaniello, dirigente di Forza del Sud Roma, ha inviato all'AMA, l'azienda municipalizzata romana che si occupa di gestire il ciclo dei rifiuti nella Capitale.
Un piccolo problema, che però è sentito dai residenti del neonato quartiere Colle del Sole, ed in particolare dagli abitanti di Via Riola Sardo.
A questa mail, se non vi sarà risposta, ne seguiranno altre. Poi si passerà all'azione: i cassonetti saranno rimossi dai cittadini, che filmeranno e scatteranno foto durante l'azione.

Spett.le AMA,
ho appena acquistato casa a via riola sardo,23 C.A.P. 00132 (RM) e tra poco tempo , andrò ad abitarci.

Ho notato che, proprio fuori casa e nel posto lasciato libero dal costruttore come parcheggio esterno, ci sono tre cassonetti adibiti alla raccolta di rifiuti.
Credo che non sia l’alloggio più congeniale e adatto, visto che ci risulta difficile parcheggiare all’esterno della nuova abitazione oltre alla troppa vicinanza con la stessa.

Con la presente vi chiedo se possibile , di creare un apposito alloggio e spostarli dalle abitazioni, in modo da non creare disagio ai residenti.

Sicuro di una vostra risposta in merito e sicuro del vostro interesse,
Vi ringrazio anticipatamente,

Antonio Iaquaniello, Direttivo Forza del Sud Roma

___________________________

Passare dal "Compra SUD" al "Made in SUD"









Una battaglia giusta, che va appoggiata e sostenuta.
Invito però tutti a riflettere anche e soprattutto sul fatto che, oltre al problema del consumo dei prodotti "made in SUD", bisogna porsi il problema della produzione e della distribuzione.
Vanno incentivate le attività economiche che producono beni di consumo al SUD, ed è necessario anche investire nelle infrastrutture, per favorire la distribuzione dei prodotti.
Inoltre, il marchio "made in sud" andrebbe depositato e pubblicizzato, sicchè sia possibile promuovere le produzioni del Mezzogiorno (a partire da quelli enogastronomici) anche in Europa e nel Mondo.
Quindi: ben venga l'idea del "Compra sud", ma non ci si fermi a questo.


http://www.forzadelsud.it/questa-estate-compra-sud/
Acquistare i prodotti agro-alimentari del Sud è il ‘regime di aiuti’ più diretto e incisivo per creare ricchezza e occupazione. Nessuna nuova tassa, nessuna autorizzazione burocratica, nessun intervento dello Stato, ma solamente un’intelligente ottimizzazione della distribuzione delle risorse all’interno del nostro territorio. Questo l’obiettivo di ‘Questa estate compra… Sud’, l’iniziativa promossa dai senatori di Forza del Sud Salvo Fleres, Mario Ferrara, Roberto Centaro e dalla senatrice di Io Sud Adriana Poli Bortone, per incentivare il consumo di prodotti agro-alimentari ‘made in Sud’.
“In queste settimane – spiegano i promotori – abbiamo raccolto numerose testimonianze di piccoli e medi imprenditori del Meridione che lamentano la difficoltà di commercializzare adeguatamente i loro prodotti. Vere e proprie eccellenze del settore, che, tuttavia, non trovano spazio negli scaffali della grande distribuzione, in larga parte monopolizzata da gruppi imprenditoriali del Nord o esteri. Al Sud – proseguono – vivono 22 milioni di persone, 8 milioni di famiglie, che consumano con regolarità prodotti agro-alimentari per un giro d’affari di circa 60 miliardi di euro all’anno. Tuttavia, il 93% dei prodotti non proviene da coltivazioni o allevamenti del Sud. Un esempio per tutti, la Sicilia produce meno del 5% della carne che consuma. Pertanto – aggiungono i senatori di Forza del Sud e Io Sud -, le piccole e medie imprese del Meridione sono costrette, per poter sopravvivere, a rifugiarsi in nicchie di mercato tagliate fuori della grande distribuzione, nonostante, le ultime ricerche dimostrino che la percezione dei consumatori sui prodotti del Sud sia più che positiva”.
Per Poli Bortone, Centaro, Ferrara e Fleres “bisogna, quindi, attuare una strategia di legittima difesa. Consumare i prodotti del Meridione è uno dei metodi migliori per sviluppare la nostra economia. Se le aziende del Sud riuscissero a conquistare una fetta di mercato pari a 1/3 di quella complessiva, di potrebbe determinare nuova occupazione per almeno 100 mila unità”.
I parlamentari, inoltre, annunciano che “la prossima settimana presenteremo un disegno di legge per rendere obbligatoria la tracciabilità dei prodotti non solo nella distribuzione, ma anche nel consumo. Questo significa, certificazione d’origine per tutti i prodotti del Sud. Proporremo, inoltre, a tutti i ristoratori che vorranno aderire fin da subito a questa iniziativa, la stipula di un protocollo d’intesa affinché – concludono Poli Bortone, Centaro, Ferrara e Fleres – i clienti possano rendersi conto all’istante chi utilizza realmente prodotti ‘made in Sud’”.
___________________________

lunedì 1 agosto 2011

UE: "Italia deve utilizzare i fondi per le regioni del SUD"




Il commissario Ue alle Politiche regionali Johannes Hahn (in foto) ha fatto oggi un nuovo appello alle regioni del Sud Italia “a scarso rendimento” perchè spendano i fondi strutturali europei: “Ci sono alcune regioni del Sud dove vorremmo vedere un uso migliore dei fondi strutturali”, ha detto Hahn rispondendo ad una domanda di un giornalista nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles.

La scorsa settimana il commissario aveva inviato lettere di sollecito a Calabria, Sicilia, Campania, Puglia e Sardegna perché usassero la parte di fondi Ue a loro destinata ma che ancora resta inutilizzata a 4 anni dalla messa a disposizione dei fondi.

Il commissario ha definito “a scarso rendimento” le regioni del Sud Italia in ritardo con l’uso dei fondi. Il problema principale resta la capacità delle amministrazioni locali e regionali di requisire fondi sul territorio per cofinanziare i progetti sponsorizzati da Bruxelles.

La Commissione richiede infatti che gli stati membri usino i fondi Ue insieme con fondi locali. Al riguardo, il commissario ha appena annunciato di avere ridotto al minimo assoluto il tasso di cofinanziamemto per i paesi Ue che ricevono o hanno ricevuto aiuti durante la crisi. Grecia, Irlanda e Portogallo, ma anche Romania, Lettonia e Ungheria potranno beneficiare di un tasso di cofinanziamento europeo fino al 95%, quasi quindi azzerando il loro contributo.

“Si tratta di una risposta eccezionale ad una situazione eccezionale”, ha detto il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso in un comunicato. Hahn ha inoltre specificato che l’innalzamento del tasso di cofinanziamento Ue “non implica un aumento del bilancio complessivo”.

“I fondi per questi stati membri rimangono gli stessi”, ha aggiunto il commissario precisando che, qualora gli stati selezionati volessero far uso di queste misure agevolate, dovrebbero rinunciare al finanziamento Ue per alcuni progetti. In sostanza alcuni progetti prioritari godrebbero di un finanziamento quasi interamente europeo per far fronte alla crisi economica e alla bassa disponibilità di fondi pubblici nei paesi in questione.

Ma questa operazione si farebbe a scapito di altri progetti meno importanti, che sarebbero quindi privati dei fondi europei.

Il commissario esclude per ora che queste misure possano applicarsi ad altri paesi Ue.
_____________________________________________

Esiste l'alternativa alle discariche!


Se si fa una seria raccolta differenziata, è possibile evitare la costruzione di altre discariche! Utopia? Non sembra... visto che già accade:

Centro Riciclo Vedelago


Senza andare tanto lontano, alle porte di Roma si è cominciato un lavoro interessante:


Chiediamo alla Regione Lazio e al Comune di Roma: perchè individuare discariche invece di individuare siti ove costruire impianti come questi????
Perchè a Corcolle - San Vittorino, invece di una discarica (che con i livelli di raccolta differenziata di Roma, sarebbe una bomba a cielo aperto), non si costruisce un impianto del genere?????

Inoltre: siccome questi impianti necessitano di una differenziata fatta bene, prendiamo ad esempio un comune del profondo sud, Torre del Greco.
Ecco come fanno:
http://www.comune.torredelgreco.na.it/index_html/download/raccolta-differenziata

Perchè il Comune di Roma, insieme all'AMA e ai Municipi, non organizza una differenziata siffata? Facciamo notare che Torre del Greco è un comune di 87.388 abitanti (censimento 2001), quindi non è certo un paesino! I municipi romani sono grandi più o meno lo stesso (sempre censimento 2001)!

Come si vede, quindi, il nostro non è "l'ambientalismo del no": noi facciamo sempre proposte alternative. Noi vogliamo indirizzare lo sviluppo dei territori verso la sostenibilità ambientale.
Quindi diciamo NO ALLA DISCARICA, e SI ALLA DIFFERENZIATA E ALLA COSTRUZIONE DEI CENTRI DI RICICLO!
_____________________________

Nel SUD avanza il fenomeno NEET









Un estratto del paper “Nord e Sud: insieme nella crisi, divergenti nella ripresa”, che anticipa i principali indicatori economici del Rapporto SVIMEZ 2011 sull’economia del Mezzogiorno, fotografa il fenomeno Neet (Non studio e non lavoro).

“La condizione di Neet (Non studio e non lavoro), generalmente più diffusa tra i meno istruiti (con un’incidenza pari a livello nazionale al 40% nel 2008 per i giovani con la licenza elementare e al 24,8% per quelli con la licenza media) tende a crescere, nell’ultimo biennio, più rapidamente per i giovani con più elevati livelli di istruzione e, soprattutto, tra diplomati. Quasi un terzo dei diplomati, ed oltre il 30% dei laureati meridionali, tra i 15 e i 34 anni, non lavora e nel contempo ha abbandonato il sistema formativo, ritenendo inutile un ulteriore aumento del livello di istruzione per l’accesso al mercato del lavoro. Se circa un terzo di questi giovani è ancora in cerca di occupazione circa due terzi sono ormai confinati nell’area dell’inattività. Sono circa 167 mila i laureati meridionali che si trovano in tale condizioni, con situazioni leggermente migliori in Abruzzo, Puglia e Sardegna e particolarmente negative in Basilicata e 
Calabria.”

Una massa consistente di giovani che presentano il paradosso di essere la parte più avanzata della società meridionale (quella che ha accumulato grazie al processo di istruzione più strumenti per partecipare alla competizione globale) ma al tempo stesso la più penalizzata da un sistema chiuso, ad ascensore sociale bloccata, costretta a dipendere dai trasferimenti di risorse delle generazioni più anziane Coi giovani, è in gioco il modello di sviluppo e la crescita del Paese.”
____________________________