lunedì 22 agosto 2011

Morto un regime, se ne fa un altro.





In Libia sta cadendo il regime di Gheddafi.

Tutti a festeggiare questa "vittoria della democrazia". Ma siamo sicuri che, morta questa dittatura, nascerà una Libia democratica?


Ci sono state, e ci sono ancora, tante cose strane in questa sorta di rivoluzione. Dall'informazione (immagini vere o fasulle di bombardamenti) all'armamento dei ribelli, alle fasi di reflusso e a quest'ultima offensiva, che pare avere una forza dirompente.


Qualcosa mi puzza, e non è solo puzza di petrolio. Anche se è probabile che il prezzo della benzina continuerà ad aumentare.

Mustafa Abd al-Jalil, il presidente del Consiglio nazionale di transizione (Cnt, i ribelli), dice: "Non sarà un compito facile, ma noi ora costruiremo un Paese nuovo, fondato sulla libertà, sull'eguaglianza, sulla fraternità". Nobili propositi, non c'è che dire. Peccato che Muṣṭafā ʿAbd al-Jalīl sia stato criticato nell'agosto 2010 dall'Human Rights Watch per i metodi di arresto e prolungata detenzione senza processo di cittadini libici e nel dicembre 2010 anche Amnesty International ha fortemente criticato l'operato del ministero della Giustizia libico.

Si, perchè questo liberale democratico e occidentale è stato il ministro DELLA GIUSTIZIA (!!!) di quel sanguinario regime gheddafiano.

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1 commento:

  1. nascerà semplicemente un governo vicino alle industrie petrolifere occidentali!
    R.

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