martedì 2 agosto 2011

Passare dal "Compra SUD" al "Made in SUD"









Una battaglia giusta, che va appoggiata e sostenuta.
Invito però tutti a riflettere anche e soprattutto sul fatto che, oltre al problema del consumo dei prodotti "made in SUD", bisogna porsi il problema della produzione e della distribuzione.
Vanno incentivate le attività economiche che producono beni di consumo al SUD, ed è necessario anche investire nelle infrastrutture, per favorire la distribuzione dei prodotti.
Inoltre, il marchio "made in sud" andrebbe depositato e pubblicizzato, sicchè sia possibile promuovere le produzioni del Mezzogiorno (a partire da quelli enogastronomici) anche in Europa e nel Mondo.
Quindi: ben venga l'idea del "Compra sud", ma non ci si fermi a questo.


http://www.forzadelsud.it/questa-estate-compra-sud/
Acquistare i prodotti agro-alimentari del Sud è il ‘regime di aiuti’ più diretto e incisivo per creare ricchezza e occupazione. Nessuna nuova tassa, nessuna autorizzazione burocratica, nessun intervento dello Stato, ma solamente un’intelligente ottimizzazione della distribuzione delle risorse all’interno del nostro territorio. Questo l’obiettivo di ‘Questa estate compra… Sud’, l’iniziativa promossa dai senatori di Forza del Sud Salvo Fleres, Mario Ferrara, Roberto Centaro e dalla senatrice di Io Sud Adriana Poli Bortone, per incentivare il consumo di prodotti agro-alimentari ‘made in Sud’.
“In queste settimane – spiegano i promotori – abbiamo raccolto numerose testimonianze di piccoli e medi imprenditori del Meridione che lamentano la difficoltà di commercializzare adeguatamente i loro prodotti. Vere e proprie eccellenze del settore, che, tuttavia, non trovano spazio negli scaffali della grande distribuzione, in larga parte monopolizzata da gruppi imprenditoriali del Nord o esteri. Al Sud – proseguono – vivono 22 milioni di persone, 8 milioni di famiglie, che consumano con regolarità prodotti agro-alimentari per un giro d’affari di circa 60 miliardi di euro all’anno. Tuttavia, il 93% dei prodotti non proviene da coltivazioni o allevamenti del Sud. Un esempio per tutti, la Sicilia produce meno del 5% della carne che consuma. Pertanto – aggiungono i senatori di Forza del Sud e Io Sud -, le piccole e medie imprese del Meridione sono costrette, per poter sopravvivere, a rifugiarsi in nicchie di mercato tagliate fuori della grande distribuzione, nonostante, le ultime ricerche dimostrino che la percezione dei consumatori sui prodotti del Sud sia più che positiva”.
Per Poli Bortone, Centaro, Ferrara e Fleres “bisogna, quindi, attuare una strategia di legittima difesa. Consumare i prodotti del Meridione è uno dei metodi migliori per sviluppare la nostra economia. Se le aziende del Sud riuscissero a conquistare una fetta di mercato pari a 1/3 di quella complessiva, di potrebbe determinare nuova occupazione per almeno 100 mila unità”.
I parlamentari, inoltre, annunciano che “la prossima settimana presenteremo un disegno di legge per rendere obbligatoria la tracciabilità dei prodotti non solo nella distribuzione, ma anche nel consumo. Questo significa, certificazione d’origine per tutti i prodotti del Sud. Proporremo, inoltre, a tutti i ristoratori che vorranno aderire fin da subito a questa iniziativa, la stipula di un protocollo d’intesa affinché – concludono Poli Bortone, Centaro, Ferrara e Fleres – i clienti possano rendersi conto all’istante chi utilizza realmente prodotti ‘made in Sud’”.
___________________________

Nessun commento:

Posta un commento