mercoledì 3 agosto 2011

Fleres: "Vinta una battaglia, non la guerra"








Una interessante e condivisibile riflessione del senatore Salvo Fleres (Forza del SUD), che evidenzia come la delibera del CIPE di stamattina sia la vittoria di una battaglia, per quanto importante, ma la guerra è ancora lunga.
E quali sono i nemici da combattere, in questa guerra?
La Lega Nord, innanzi tutto, intesa sia come partito politico antimeridionale, sia come rappresentante degli interessi economici della più becera ed egoista imprenditoria settentrionale.
L'assistenzialismo, poi, inteso come "dare il pane, senza insegnare come si fa".
Il falso federalismo leghista, infine, che pretende di far gareggiare una Ferrari e una 500
come se fossero alla pari, senza realizzare la perequazione tra Nord e Sud. Una perequazione dovuta, come ricorda giustamente Fleres, perchè sono 150 anni che il Sud è in credito col Nord e con l'Italia.

http://www.forzadelsud.it/piano-sud-vinta-la-battaglia-non-la-guerra/

Di Salvo Fleres - Il governo, attraverso il Cipe e grazie all’incessante opera di spinta e coordinamento del sottosegretario e leader di Forza de Sud Gianfranco Miccichè, ha finalmente varato il cosiddetto ‘Piano per il Sud’. Si tratta di un pacchetto di opere pubbliche di natura infrastrutturale per un importo complessivo di circa sette miliardi di euro, prevalentemente destinate ad avviare quella perequazione infrastrutturale, in assenza della quale non potrà essere pienamente realizzato il federalismo fiscale.

Il passaggio compiuto al Cipe, dunque, può certamente essere considerato l’atto di politica economica più significativo del governo in carica in favore non delle regioni meridionali, ma dell’armonico sviluppo del Paese.

Troppo spesso abbiamo sentito parlare del Sud come di ‘un’altra cosa’, una palla al piede per la crescita economica italiana, il luogo dei drammi tipici di una società del terzo millennio. E troppo spesso si è colpevolmente trascurato il tradimento costante che il Sud ha subito negli ultimi 150 anni, i continui espropri, le logiche assistenzialiste praticate nei suoi confronti. Così come è stato trascurato l’apporto che il Sud ha dato all’economia del Paese, alle dinamiche dei consumi, alla forza lavoro del Nord e quant’altro.

Proprio per questo, la delibera del Cipe non può essere considerata una ‘gentile concessione’, semmai il presupposto per restituire al Sud il mal tolto, pertanto essa va intesa come premessa per la piena realizzazione dei principi federalistici. Quella premessa perequativa che costituisce uno dei punti fondamentali del programma di Forza de Sud e che è prevista dall’articolo 22 della legge che regola questa materia. Insomma, è solo l’inizio, ma bisogna andare avanti. Come? Intanto con un piano che preveda quelle opere, di minore dimensione ma di grande importanza, indispensabili per determinare la ripresa dell’attività delle piccole imprese del Sud, poi, rilanciando la capacità di progettazione degli enti locali, ed infine, ma qui il Cipe non c’entra, ma c’entra il governo nel suo insieme, con una politica di ripresa delle aziende agricole e delle aziende manifatturiere, a cominciare dal settore dell’energia fotovoltaica, dall’agroalimentare, dal settore culturale, turistico e di servizio.

Per Forza del Sud, quindi, la delibera del Cipe costituisce una battaglia orgogliosamente vinta, la conferma della validità della propria azione politica, ma non certo la vittoria dell’intera guerra. Una guerra che, mi piace ricordarlo, non riguarda solo la politica, bensì tutti i cittadini, anche semplicemente consumando i prodotti del Sud prima e più di quelli importati, come abbiamo sostenuto con la recente campagna di sensibilizzazione lanciata da me e dai senatori Ferrara, Centaro e Poli Bortone.
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