sabato 17 dicembre 2011
Alba - ecopoesia
Gelida notte:
brillano insieme,
gemendo nel buio,
spilli di stelle di limpido gelo.
Poi, lentamente,
un velo
di tenue chiarore glaciale,
risale
dalla nera lavagna di mare
e la spuma grigia del cielo
si impregna di latte d’opale.
Laggiù, ad Oriente,
appena sopra all’orizzonte,
fra nubi di ceneri spente,
s’arroventa
un rosso tizzone
che accende,
con flash di luce abbagliante,
il maxischermo a colori del Mondo.
Ovunque, di colpo, si risveglia la Vita.
Si rompe, di colpo, l’incanto :
motori ringhianti,
rumori stridenti,
clacson assordanti,
fumi di gas puzzolenti.
Miliardi di uomini, in corsa,
vanno a sbranare la terra,
voraci la spolpano come nere formiche,
lasciando deserti di sabbie roventi
e muri di grigi cementi.
Lievitano,
putrescenti lerciumi
in sconce montagne imponenti,
fra striduli gridi d’ingordi gabbiani.
Sbocciano,
sulle luride sponde dei fiumi,
immondi fiori di sacchetti e pattumi.
Vomitano
le onde del mare vischiosi bitumi,
su spiagge già lorde di fogne e di schiume.
Sbuffano
ciminiere e camini, nuvole nere di fumi,
saturando con tossiche brume
la fetida aria già troppo inquinata.
Ricomincia un giorno
d’ordinaria violenza,
ricomincia un giorno
di Natura violata.
Ivana Trevisani Bach
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