giovedì 29 dicembre 2011

Il fumo e l'arrosto di MM



Siamo passati dal governo di B. al governo di MM, Mario Monti. Su molte cose, inutile negarlo, non v'è stata l'auspicata discontinuità: al netto delle indubbie professionalità di questo governo, che in molti dicasteri surclassano le dubbie professionalità dei ministri berlusconiani, non è facile scorgere un solco tra l'operato di B. e l'operato di MM.
Si continua con la politica "delle due velocità": prima il consolidamento dei conti pubblici, poi la crescita. E' la stessa ricetta utilizzata dai due governi Prodi, ed è la medesima adoperata da Giulio Tremonti, eppure i risultati sono questi: paralisi economica, sfiducia dei mercati nei confronti dell'Italia, aumento della forbice tra ricchi e poveri.
L'ultima conferenza stampa del 2011 ha visto il premier Monti lanciare messaggi rassicuranti: "Non vi sarà un'altra manovra", "passiamo dalla fase Salva-Italia alla fase Cresci-Italia", "la crescita avverrà facendo leva sull'equità, e non sui conti pubblici".
Come non sottoscrivere questo programma? Il problema, però, è che Monti non ci ha spiegato COME intende far crescere l'Italia. Nella sua conferenza stampa, incalzato anche dalle domande dei giornalisti presenti, è rimasto sul vago. Molto fumo, ma poco arrosto.

Al momento, quindi, non è possibile non constatare che l'unico arrosto cucinato dal governo MM consiste nell'innalzamento dell'età pensionabile, l'aumento delle tasse, l'assenza di una imposta patrimoniale. Un arrosto che difficilmente sarà digerito dai cittadini, dai soliti noti (lavoratori, pensionati, precari, donne, piccolissime imprese), e che non tocca, se non marginalmente, i soliti ignoti dei capitali scudati, delle società offshore, delle barche o degli immobili comprati da società di comodo o da prestanomi.
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