lunedì 25 giugno 2012

Contro l'iniquità, per la libertà



Non solo si può essere contro la privatizzazione degli strumenti, dei beni e dei saperi; bisogna esserlo sempre, anche a rischio di apparire velleitari o utopisti. Noi crediamo che tutto vada messo in comune, in maniera orizzontale. Per questo siamo contro il copyright e contro la proprietà privata (del singolo, dell'azienda o dello Stato) degli strumenti di produzione della ricchezza economica e culturale di una comunità. Solo così realizzeremo la vera uguaglianza: dentro, e non contro, la libertà di tutti e di ciascuno. 
Dobbiamo essere liberi, perché uguali. Dobbiamo essere uguali, perché liberi. Dobbiamo essere in uno stato di parità, esercitando ciascuno le proprie libere inclinazioni ed aspirazioni senza compromettere il bene della comunità.
Combattere l'iniquità significa combattere per la libertà. In ogni luogo di lavoro e di vita. Autorganizzarsi e autogestirsi, senza delegare. La delega può esserci, sia chiaro: ma deve essere momentanea, a breve termine e sempre revocabile. Altrimenti diventa burocrazia: nel pubblico o nel privato, la burocrazia è sempre negativa. Perché trasforma la libertà in sopruso e l'uguaglianza in appiattimento. Perché alimenta il privilegio e  mortifica il merito e le capacità.

Karl Kaphyer

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