martedì 12 giugno 2012

Li chiamavano liberisti



Finalmente hanno gettato la maschera. Ci son voluti venti anni, ma alla fine hanno mostrato il loro vero volto: parassiti sociali, pronti a lamentarsi dell'ingerenza del "pubblico" in economia, salvo poi attingere alla mammella pubblica per salvare le loro banche.
L'ultimo, eclatante episodio di immissione di denaro pubblico (cioè mio, cioè tuo) per salvare le banche spagnole è davvero incredibile: nel bel mezzo di una crisi europea generata dall'eccessiva "finanziarizzazione e bancarizzazione" dell'economia, ci ritroviamo con l'Unione Europea che decide di destinare 100 miliardi di euro per salvare le banche spagnole.
Ma come! Le aziende licenziano i lavoratori e chiudono; le banche non erogano credito alle attività produttive; i servizi sociali vengono tagliati a causa della riduzione dei fondi; e i buontemponi di Bruxelles pensano bene di dare soldi alle banche?

Non c'è stato un liberale e liberista italiano che si sia scandalizzato. Non ho letto sul Pompiere della Sera i soliti strali antistatalisti (che sono giusti nel merito, perchè lo statalismo è un male; pessimi nel metodo, perchè il liberismo è peggio dello statalismo) delle varie penne liberali, nè ho ascoltato i neocons in salsa italiana criticare l'intromissione pubblica, nè ho visto il Sole 24 Ore e Milano Finanza pubblicare editoriali di condanna. Li chiamavano liberisti, si chiamavano liberisti, e poi abbiamo scoperto che non lo erano manco per niente: nemmeno loro hanno fiducia nelle magnifiche sorti e progressive del mercato; neanche loro credono che il mercato si autoregolamenti, realizzando una sorta di darwiniana evoluzione della specie. Chi si evolve o si adatta, sopravvive; chi non ce la fa, viene salvato dai soldi pubblici.
Gli spagnoli hanno tassi di disoccupazione altissimi e uno stato sociale fortemente debilitato. Qualora essi, a seguito di questo salvataggio delle banche, scendessero in piazza e facessero ciò che anni fa fecero i greci (assalti alle banche, incendi di bancomat, scontri di piaza, guerriglia urbana), sarebbero ancora da considerare "violenti antidemocratici"? Qualora gli spagnoli decidessero di trasformarsi da Indignados ad Incazzados, andrebbero colpevolizzati? Qualora i popoli europei cominciassero ai loro governi e al super governo centralista europeo, esercitando il sacrosanto diritto alla resistenza, sarebbero dei terroristi antidemocratici?

"Noi riteniamo che …tutti gli uomini sono stati creati uguali, che il Creatore ha fatto loro dono di determinati inalienabili diritti….che ogni qualvolta una determinata forma di governo giunga a negare tali fini, sia diritto del popolo il modificarla o l’abolirla, istituendo un nuovo governo che ponga le basi su questi principi…Allorchè una lunga serie di abusi e di torti…tradisce il disegno di ridurre l’umanità ad uno stato di completa sottomissione, diviene allora suo dovere, oltre che suo diritto, rovesciare un tale governo…".
Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America, 5 luglio 1776

"Contro le leggi in contrasto con la morale e l’umanità sussiste un diritto di resistenza".
Art. 6 della Costituzione del Lander di Brandeburgo del 31.1.1947

"Qualora il governo violi la libertà ed i diritti garantiti dalla costituzione, la resistenza, sotto ogni forma, è il più sacro dei diritti ed il più imperioso dei doveri”.
Costituzione Francese

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