martedì 19 giugno 2012

Tagliamo le ferie di Polillo e dei bocconiani



"Una settimana di vacanze in meno per avere un punto di Pil in più". Il sottosegretario Polillo non è nuovo a proposte del genere. L'economista romano, ex consigliere economico del PdL, aveva sostenuto l'idea di una tassa sugli animali domestici. Inoltre, si era anche augurato l'elezione diretta di Berlusconi al Quirinale, visto che il Cavaliere ha "salvato la democrazia italiana" con la sua discesa in campo. Non dimentichiamo nemmeno la difesa delle banche contro i conto correnti gratis per i pensionati: "Un notevole danno per le banche, potrebbero causare un’ulteriore stretta creditizia". Una minaccia in stile mafioso-bocconiano.
Adesso, il buon Polillo ne spara un'altra: per aumentare il Pil, bisogna lavorare di più e rinunciare ad una settimana di ferie. E lo stipendio? Le ferie non godute vengono retribuite? Ovviamente no, si affretta a spiegare Polillo, senza che un suo collega del governo bocconiano gli dica di smetterla di dire stronzate. Infatti Polillo rincara la dose: "Sia gli industriali che i settori più illuminati del sindacato, compresa la Cgil, non sono pregiudizialmente contrari a questa ipotesi".
In attesa delle smentite secche ed indignate di Camusso, Bonanni e Angeletti, evidenziamo il punto di partenza della riflessione di Polillo: "Lavoriamo mediamente 9 mesi l’anno e credo che ormai questo tempo sia troppo breve". Analizziamo questa frase: dire che tutti noi lavoriamo in media 9 mesi l'anno vuol dire che c'è chi lavora più di 9 mesi e chi lavora meno. E i due gruppi devono essere abbastanza omogenei, visto che altrimenti la media sarebbe sfalsata. Quindi, visto che i lavoratori dipendenti (tra ferie estive, malattie e permessi) si assentano dal lavoro per circa un mese, un mese e mezzo all'anno, vuol dire che vi sono tantissime persone che lavorano circa sette mesi all'anno! E chi sono? Che lavori fanno? Quanto guadagnano? Polillo omette di dirlo. Forse parla di se stesso, e dei tanti Polillo che vivono in Italia in maniera poco più che parassitaria rispetto ai tantissimi lavoratori dipendenti (pubblici e privati).
Polillo dia l'esempio: rinunci ad una bella settimana di ferie, insieme ai suoi colleghi di governo e ai parlamentari. Restino al lavoro senza una lira in più, visto che le loro retribuzioni sono talmente alte da non farli rischiare la povertà.


3 commenti:

  1. beh diciamo che una logica c'è: ormai ci sono così tante tasse da pagare che non abbiamo più soldi per le ferie! purtroppo è vero che chi più guadagna meno lavora e viceversa.
    R.

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    1. "Nella società borghese [...] quelli che lavorano non guadagnano, e quelli che guadagnano non lavorano".
      K. Marx e Friedrich Engels, Manifesto del Partito Comunista, 1848.

      Come vedi, la storia non è cambiata poi tanto. Anzi.

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