sabato 5 ottobre 2013

Emigrazione, una ferita mediterranea



“Onore a te, fratello del Mediterraneo: avresti contato i tuoi spiccioli ogni sera per poi spedirli alla tua famiglia lontana. Come i nostri fratelli emigranti, di un tempo che non e’ ancora un fu”.

 Storie di stragi nelle acque. Ne parlava Nanni Moretti nel suo film “Aprile”, osservando che nessuno all’epoca di un episodio tristemente analogo, si era fatto vedere su quelle sponde. Oggi i responsabili partitocratici, burattini di un sistema economico a cui quei morti sono indifferenti, l’Europa massone in primis, l’Italia beota in seconda battuta, squittisce e blatera le sue ipocrite riflessioni.
Ricordiamo allora, e senza aggiungere altro, solo e semplicemente i nomi delle ultime due normative sull’immigrazione in Italia, nomi bipartisan, nomi tristemente noti: la Turco-Napolitano (che non è una citazione di un film con Totò protagonista, dal momento che Napolitano sta per Giorgio Napolitano, allora ministro dell’interno) e la Bossi-Fini.
La verità è che l’Europa vuole mantenere i popoli colonizzati, perché questo fa gioco alla sua economia, al suo perverso gioco d’azzardo monetario.
E così quei trecento morti, quel lutto nazionale (come se ci fosse una nazione) ipocritamente proclamato, con tanto di polemiche tra Destra e Sinistra, le stesse che a braccetto pretendono di governare il Paese, suonano stonatissime. Oltre al fatto che proprio nel giorno del disastro la Fondazione Migrantes aveva diffuso dei dati, passati in secondo piano, sull’emigrazione in Italia. Dal rapporto emerge che sono sempre di piu’ gli italiani che vivono oltre i confini nazionali. Al primo gennaio 2013 i residenti all’estero sono 4.341.156, il 7,3 per cento dei circa 60 milioni di residenti in Italia. Con una crescita, in valore assoluto, rispetto allo scorso anno del 3,1 per cento, pari a 132.179 persone.
Si tratta di dati drammatici soprattutto per il Sud. Ad esclusione di Roma, prima in graduatoria con piu’ di 298 mila residenti, seguono soprattutto province siciliane e campane. In particolare, nella graduatoria delle prime 10 province di “emigranti” si susseguono Cosenza (152.403), Agrigento (152.403), Salerno (119.095), Napoli (113.787), Catania (108.413), Palermo (107.658) e Avellino (102.230). In nona posizione si trova Milano (98.583) e, a chiudere, e’ Potenza (95.653).
E sono dati ufficiali, dati tratti dall’anagrafe. Dunque dati falsati, dal momento che non tutti gli emigrati cambiano residenza…
L’emigrazione è una piaga. Una piaga che riguarda tutta l’area mediterranea. Non c’è niente di più mostruoso dell’esodo di uomini, costretti a lasciare la propria terra, la propria patria, per sopravvivere. Non sono solo i bisnonni e i bisnonni del Sud ad essere andati via. Anche i ragazzi di oggi fanno le loro valige, ogni giorno, in cerca di fortuna.
Non dimentichiamolo mai. Quelli che hanno trovato la morte nel nostro mare non sono stranieri, sono nostri fratelli. Colonizzati, come noi.

Lucilla Parlato (Insorgenza Civile)

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