martedì 8 ottobre 2013

La scomparsa del Centro



No, non parliamo del Centro politico, cioè di quell’area che possiamo definire “post democristiana” o liberale.
Parliamo del Centro Italia, di quel lembo di terra che, per consuetudine, si faceva confinare a nord con la Pianura padana e a sud con la Campania e il Molise.
Nel Centro Italia c’era di tutto: dai toscani agli umbri, dai marchigiani agli abruzzesi, fino ai cittadini del Lazio.  
Cominciamo, quindi, col mettere in evidenza che considerare omogenei culturalmente, storicamente, economicamente e socialmente i territori e i popoli sopra elencati, è una follia. Cosa hanno avuto ed hanno in comune gli Abruzzesi e i Toscani? Quali vicende storiche o quali attualità sociali accomunano un cittadino di Terracina ed uno di Urbino?  Diciamoci la verità: parlare di Centro Italia è quasi peggio che parlare di Padania (altra invenzione storico-culturale). Non è possibile negare, viceversa, le tante similitudini che esistono tra un abruzzese e un pugliese, tra un frusinate e un molisano.
Persino tra Roma e Napoli, ormai, ci sono più similitudini che diversità. Chi vive a Roma potrà costatare alcune cose: moltissimi romani sono di origine napolitana; Roma ha ormai gli stessi problemi economici, sociali ed ambientali di Napoli o di Palermo; i romani sono odiati dal nord tanto quanto noi “terroni”.
Essere insorgenti a Roma significa essere insorgenti nel Sud, visto che Roma ormai è la capitale di una nazione che non esiste: l’Italia.

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