Il mio articolo per Insorgenza.it
Da decenni, ormai, le lotte di popolo e di territorio sono condotte da organizzazioni che antepongono il NO al tema in questione. Ispirati dai NO Global, cioè da quel variegato ed esteso mondo che lottava contro la globalizzazione capitalista, sono nati i NO Tav (che contrastano da decenni l’infausto progetto dell’Alta Velocità in ValSusa, e che solo recentemente si sono dati questo nome), seguiti da No Muos (attivi in Sicilia e davvero irriducibili) e dai No Mose, e da altri gruppi. Potrebbero sembrare battaglie di retroguardia, in realtà sono lotte di resistenza, civica e popolare, contro le cosiddette “grandi opere” che gli esponenti politici di entrambi i poli principali hanno appoggiato e sostenuto, grazie anche agli ingenti finanziamenti delle varie lobbies interessate a queste opere.
Ultimi arrivati i No Triv, che sta per No Trivellazioni, assurti solo recentemente alle cronache italiote: i No Triv contrastano le trivellazioni che le multinazionali del petrolio vogliono realizzare nel Mar Jonio e sulla terraferma. Uno dei leader di questo movimento è Antonello Ciminelli, sindaco di Amendolara (CS) e No Triv “della prima ora”. La notizia dell’approvazione, da parte della commissione ambiente del Senato, della risoluzione sulla moratoria delle nuove trivellazioni nel Mar Jonio ha fatto esultare il sindaco Ciminelli e tutti i militanti No Triv: “Si tratta di un risultato straordinario, per il quale non abbiamo lesinato sforzi e che deve inorgoglire tutte le comunità dell’ionio impegnate sin dall’inizio in questa difficile battaglia. Dovremo continuare però a stare vigili”. Si, perché se è vero che questo fondamentale stop fermerà, al momento, le trivellazioni in mare, non si può dire lo stesso per quanto riguarda le trivellazioni sulla terraferma, per le quali vige ancora il decreto Passera, che di fatto penalizza le fonti energetiche rinnovabili potenziando il settore petrolifero.
I No Triv non nascondono ovviamente la soddisfazione per questa che viene considerata una vittoria di tutto l’arco jonico. La dimostrazione tangibile che i movimenti civici e popolari possono rompere il gioco partitocratico ed essere qualcosa di più che semplici granelli di sabbia negli ingranaggi del Sistema.
La decisione del Senato, inoltre, impegna il Governo ad una serie di atti importanti: l’introduzione di una royalty per lo smantellamento futuro delle istallazioni petrolifere, legata alla quantità di greggio estratto (mentre oggi è regolata con una fideiussione legata alla complessità dell’istallazione); aumento del 50% delle royalty ordinarie, che sono state rialzate di recente e portate al 10% per il gas e al 7% per il greggio se giacimenti in mare, e il 10% per ambedue se i giacimenti sono sulla terraferma.
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