Invece di continuare a perder tempo a prendere le distanze dai "violenti", a condannare gli scontri "senza se e senza ma", bisognerebbe cercare di dar risposte ad alcune domande.
Mentre tutti, da destra a sinistra, da Il Giornale a Repubblica, condannano gli scontri in nome del più becero buonismo, senza minimamente cercare di COMPRENDERE (non giustificare, ma comprendere) le ragioni che spingono migliaia di persone a scendere in piazza e occupare, caricare, sfondare, contrastare le forze dell'ordine... noi, che a questo gioco non vogliamo partecipare, ci poniamo alcune domande. Consapevoli che a queste domande, la politica istituzionale, sempre più serva del Sistema, non può e non sa dare risposte:
1) Come mai la manifestazione di Roma è stata la più partecipata d'Europa?
2) Come mai la manifestazione di Roma è stata l'unica in cui si sono verificati scontri di questa intensità?
3) Tra questi Black bloc e quelli di Genova 2001 ci sono o meno differenze, anche organizzative e simboliche?
4) Cosa ha fatto la Politica, da Genova 2001 ad oggi, per togliere "manodopera" ai black bloc, e ai "violenti" in generale?
5) Se non vi fossero stati gli scontri, si sarebbe parlato così tanto della manifestazione?
6) E' ancora valido l'aforisma "bene o male, purchè se ne parli"?
7) Il 15 ottobre è stato l'apice di un movimento che adesso perderà mordente, o sarà l'inizio di un nuovo percorso politico e di lotta?
Dato che i partiti istituzionali e i principali media non si pongono queste domande, probabilmente dobbiamo provare a dare noi risposte.
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