Con dispiacere, anzi con rabbia, devo dire che il Blocco Nero ha ragione. Se non nella pratica, quantomeno nella teoria. Se si vuole far accendere i riflettori su una iniziativa, un corteo, una istanza, è necessario alzare il livello dello scontro.
I telegiornali di ieri, e i giornali di oggi, danno (loro sì!) ragione al Black Bloc: la manifestazione pacifica dei NoTav in Val di Susa, che è stata pacifica e non violenta, è passata quasi inosservata. Servizi di meno di un minuto, nessun approfondimento, notizia messa in coda.
Sabato scorso, la manifestazione di Roma in cui il Blocco nero ha sfondato vetrine ed incendiato macchine, ha avuto le aperture dei Tg, le prime pagine dei giornali nazionali e internazionali, approfondimenti e speciali (dall'Arena di Giletti alle Porte di Vespa...).
Delle istanze del "movimento degli indignati" (passatemi questa forzatura) si è parlato per giorni; di ciò che ieri volevano fare e denunciare i valsusini, tramite il simbolico taglio delle reti del cantiere, nessuno si è interessato.
Domenica 16 ottobre, TUTTI gli esponenti politici parlamentari avevano rilasciato dichiarazioni; domenica 23 ottobre, viceversa, c'è stato solo silenzio.
E' proprio questo atteggiamento dei media e della Politica a spingere le persone ad adoperare strumenti di lotta politica violenta e/o vandalica.
Tra i due estremi (violenza e non violenza) è possibile, anzi necessario, solcare il sentiero della Disobbedienza Civile: sit in, blocchi stradali, occupazioni, presidi, picchetti. Con le telecamere belle in vista, così da dimostrare che eventuali scontri saranno stati causati dall'intervento delle forze dell'ordine, cui ovviamente non tutti hanno intenzione di porgere l'altra guancia.
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I telegiornali di ieri, e i giornali di oggi, danno (loro sì!) ragione al Black Bloc: la manifestazione pacifica dei NoTav in Val di Susa, che è stata pacifica e non violenta, è passata quasi inosservata. Servizi di meno di un minuto, nessun approfondimento, notizia messa in coda.
Sabato scorso, la manifestazione di Roma in cui il Blocco nero ha sfondato vetrine ed incendiato macchine, ha avuto le aperture dei Tg, le prime pagine dei giornali nazionali e internazionali, approfondimenti e speciali (dall'Arena di Giletti alle Porte di Vespa...).
Delle istanze del "movimento degli indignati" (passatemi questa forzatura) si è parlato per giorni; di ciò che ieri volevano fare e denunciare i valsusini, tramite il simbolico taglio delle reti del cantiere, nessuno si è interessato.
Domenica 16 ottobre, TUTTI gli esponenti politici parlamentari avevano rilasciato dichiarazioni; domenica 23 ottobre, viceversa, c'è stato solo silenzio.
E' proprio questo atteggiamento dei media e della Politica a spingere le persone ad adoperare strumenti di lotta politica violenta e/o vandalica.
Tra i due estremi (violenza e non violenza) è possibile, anzi necessario, solcare il sentiero della Disobbedienza Civile: sit in, blocchi stradali, occupazioni, presidi, picchetti. Con le telecamere belle in vista, così da dimostrare che eventuali scontri saranno stati causati dall'intervento delle forze dell'ordine, cui ovviamente non tutti hanno intenzione di porgere l'altra guancia.
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cioè per te visto che i tg hanno parlato (e qui ci sarebbe da discutere sul termine) 6 min. anzichè 2 vuol dire che grazie ai black block le ragioni dei manifestanti sono state recepite dalla massa?
RispondiEliminatra l'altro stiamo parlando di 2 manifestazioni diverse, la prima raccoglieva qualche centinaia di pesone in più e che soprattutto non era rivolta solo ad certa popolazione...
il tuo amico sempre più polemico (amico delle forze dell'ordine come dici tu)
fabio
No, caro Fabio, io dico una cosa diversa: se non fai casino, le telecamere non si accendono, i riflettori non ti illuminano, le istanze e le lotte non vengono conosciute.
RispondiEliminaQuindi il problema non è più se fare o non fare casino, ma solo COME fare casino.
E in questo, come ho scritto, ho posizioni diverse dal Blocco Nero:
"Tra i due estremi (violenza e non violenza) è possibile, anzi necessario, solcare il sentiero della Disobbedienza Civile: sit in, blocchi stradali, occupazioni, presidi, picchetti. Con le telecamere belle in vista, così da dimostrare che eventuali scontri saranno stati causati dall'intervento delle forze dell'ordine, cui ovviamente non tutti hanno intenzione di porgere l'altra guancia."
Tra il black bloc e le manifestazioni gandhiane c'è la Disobbedienza Civile attiva. E' quello, secondo me, l'orizzonte verso cui muoversi.
Cmq grazie per aver commentato, e spero che lo farai ancora!
OCTOPUS
la Disobbedienza Civile attiva è quella che hanno fatto i NO TAV, giusto?
RispondiEliminaio invece penso che per fare qualcosa, che sia fattibile e non demagogico e che probabilmente creii un "danno" non alle persone civili, cioè a quelli che guadagnano una miseria al mese e si vedono bruciati gli scooter o le macchine, basterebbe fare come hanno fatto alcuni gruppi a new york, cioè andare nelle banche e disdire i propri conti correnti, certo nn risolviamo i problemi della globalizzazione, ma di certo si da un segno forte ai poteri forti e non a chi lavora e si vede bruciare una cosa che si era comprato con gli sforzi quotidiani di un lavoro spesso degradante.
a mio avviso sit-in e cose simili lasciano il tempo che trovano, c'è bisogno di dare un segno a chi ci comanda, ma non di certo con la violenza che lo si può dare, bisogna usare l'astuzia perchè tutto il resto è inutile anzi si ritorce solo contro.
ciao
fabio ;)
La tua posizione, caro Fabio, è più che legittima, ma la mia lettura della storia dell'umanità mi porta a credere che solo la rivolta e la rivoluzione (che non sono la stessa cosa, in quanto la prima precede la seconda) possano cambiare le cose. Ora dobbiamo solo decidere COME realizzare la rivolta: coi fucili? Non credo. Con le molotov? Insufficienti. Con le bombe? Si rischia troppo. Con la Disobbedienza Civile Attiva? Si, penso di si.
RispondiEliminaCmq grazie per ogni tuo contributo alla discussione... e a presto!
OCTOPUS