giovedì 20 ottobre 2011

Voi pensate a Gheddafi, io penso alla Grecia






Mentre tutto il Mondo sta guardando alla Libia, dove Gheddafi dovrebbe essere stato ucciso (il condizionale è d'obbligo, in questi casi), io guardo alla Grecia. Ai fratelli greci. Al secondo dei due giorni di sciopero generale.
Tutto è chiuso, tutto è fermo, nel giorno in cui il Parlamento ratificherà le misure imposte dal Sistema (tramite la BCE) sotto la minaccia del default: e nuove misure prevedono, tra l'altro, una riduzione del numero degli impiegati pubblici e un taglio al loro stipendio, aumenti delle tasse e il congelamento di convenzioni collettive.
Contro queste misure indegne cui il Sistema obbliga gli Stati contro il loro stessi Popoli, è giusto, anzi sacrosanto, manifestare. E contestare fuori al Parlamento greco tutti quei deputati che stanno votando.

Vi sono stati scontri, come era prevedibile. Ciò che non era prevedibile è che alcuni scontri avrebbero come protagonisti black bloc e servizio d'ordine del sindacato comunista PAME.
Questo fatto, se confermato, dimostrerebbe che vi è una spaccatura o un salto di qualità all'interno dei movimenti antisistemici greci. E questo fatto, inevitabilmente, avrà ripercussioni sui movimenti di tutt'Europa.

E domenica c'è la Val di Susa...
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