sabato 26 novembre 2011

Adama e il mare



(Sipario si apre. Uomo con leggìo. Sfondo nero, con filo spinato bianco. Occhio di bue sull'uomo. Musica in sottofondo: pianoforte)

Adama amava il mare. Le avevano detto che oltre il mare c'era il Paradiso. E lei passava le giornate a pensare di solcare quel mare, e di raggiungere il Paradiso. Viveva all'Inferno, con quattro figlioletti. Non aveva mai fatto nulla per meritarsi l'Inferno. Non aveva peccato, ucciso, rubato. Vi era semplicemente nata. In quel delizioso inferno che chiamiamo Africa.

Adama veniva da un girone particolare di quell'Inferno: il Senegal. Arrivò in Italia nel 2006, e ben presto capì di non essere in Paradiso, ma al massimo in Purgatorio. Entrò in contatto con un suo connazionale, che le trovò un lavoro e un appartamento a Forlì. E le fece una promessa: un permesso di soggiorno. Avrebbe rivisto i suoi figli, li avrebbe portati in questo Purgatorio, e magari insieme sarebbero partiti alla ricerca del Paradiso.
Adama amava il mare. E quando poteva, andava a vedere l'Adriatico. A volte ci andava col suo connazionale, che divenne anche il suo compagno.
Poi le cose peggiorarono. Adama veniva sistematicamente picchiata, violentata e derubata dal suo compagno, che era diventato il suo aguzzino. Lei minacciò di denunciarlo, ma lui le ripeteva che non poteva farlo: era una clandestina, l'avrebbero espulsa.

Adama amava il mare, ma lo vedeva sempre di rado. Eppure viveva in Italia, che è bagnata per tre quarti dal mare. Adama lavorava e veniva sfruttata, umiliata, offesa. Un giorno decise di averne abbastanza. Entrò in commissariato e disse: "Buongiorno, mi chiamo Amanda, vengo dal Senegal, e amo il mare". Raccontò tutto, ma quando le chiesero i documenti, rispose che non li aveva. Era clandestina.
Per la legge italiana lei non era una donna violentata, picchiata, derubata, umiliata, offesa, depredata, sfruttata. Era clandestina. Gli aggettivi fanno la differenza.

(Stop musica)

Adama ama ancora il mare, ma dal CIE dove è rinchiusa non lo vede. Prova ad immaginarlo, a sentirlo, a odorarlo. Ma è difficile, tremendamente difficile. Nel Purgatorio italiano non ha trovato il Paradiso, ma l'Inferno.
A lei non avevano mai detto che il mare divide due inferni.

(Buio. Sipario si chiude)
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