sabato 5 novembre 2011

La Terra ci manda messaggi



Non voglio assumere toni apocalittici, ma l'ennesima tragedia che si sta consumando in Liguria e Toscana dovrebbe far riflettere. A distanza di una settimana, un altro alluvione ha spazzato via strade, case, auto e soprattutto vite umane. E stavolta non possiamo nemmeno dire che l'evento fosse imprevedibile: era stato abbondantemente previsto, le televisioni non parlavano d'altro, i servizi meteo approfondivano il tema. Eppure ci ritroviamo a contare i morti, oltre ai danni materiali che sono sempre più ingenti. Un paradosso, questo: il progresso tecnologico e scientifico non solo non è riuscito a limitare i danni di questi disastri (naturali o meno), ma addirittura capita spesso che essi aumentino col passare degli anni. Come mai?

Beh, una prima risposta - forse, anzi sicuramente la più importante - ce la dà il nostro pianeta: la Terra ha visto aumentare, sia in intensità che in frequenza, il verificarsi di tali disastri. Eruzioni vulcaniche spaventose si alternano a terremoti devastanti o ad uragani che spazzano via tutto. Tutto. I vari record di intensità e di frequenza stanno cadendo uno alla volta. Gli tsunami si sviluppano con maggiore potenza e velocità. I terremoti lasciano intatte le costruzioni dei secoli scorsi, mentre fanno crollare quelle più recenti (il caso della casa dello studente di L'Aquila è emblematico).

Di chi è la colpa? Sicuramente dell'Uomo, che selvaggiamente ha costruito e costruisce il suo mondo strafregandosene altamente degli equilibri naturali. Sicuramente della sedicente Crescita, cioè di quel dogma sviluppista che vede il progresso solo in termini economici (rapporto deficit/pil) e non in termini sociali.
Economia e Comunità sono diventate, più che in passato, due acerrime nemiche: il bene dell'una è inversamente proporzionale al bene dell'altra.

Non possiamo andare avanti così. Di questo passo, l'Essere Umano rischia seriamente di fare la stessa fine dei Dinosauri: essere selezionato dalla Natura per l'estinsione. Con la particolarità che, stavolta, non subiremo una nuova era glaciale: la provocheremo noi.

La Terra ci manda messaggi inequivocabili: e' tempo di fermarsi.
Progresso e crescita non sono più sinonimi.
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