Il governo di salute pubblica capeggiato da Mario Monti farà tutto ciò che il governo Berlusconi non è stato capace di fare. Nel bene e, soprattutto, nel male. Le consultazioni del premier in pectore cominciano a delineare il programma politico del futuro governo. "Non ho mai parlato di lacrime e sangue, ma ho parlato di sacrifici", ha spiegato il presidente della Bocconi. Il Monti Style è questo: parole moderate ad indicare azioni radicali. Che, ovviamente, vanno nella direzione indicata dal Sistema di dittatura bancaria, il quale è solito insegnare queste "proposte economiche" nelle scuole dove si alleva la futura classe dirigente del Sistema (come la Bocconi).
Non è un caso, quindi, che il totoministri riguardi parecchi bocconiani. E non è un caso che gli spifferi di Palazzo Giustiniani, ove hanno sede gli uffici del Professor Monti, parlano di mannaia bocconiana.
Vediamo di cosa parliamo:
- Sostanziosa revisione al rialzo delle rendite catastali degli immobili (escludendo quelli necessari alle imprese) e la reintroduzione dell’Ici sulla prima casa;
- Anticipo di “quota 100” (65 anni + 35 di contributi) al 2013, escluso chi ha quattro decenni di versamenti, oppure età minima 62 anni e poi incentivi per chi resta al lavoro e disincentivi per chi lascia;
- Una nuova manovra da 25-30 miliardi, dato che la crescita sarà più bassa di quella prevista;
- Comuni e Regioni dovranno vendere (cioè privatizzare) molte aziende municipalizzate e il demanio pubblico (caserme, scuole, ospedali in disuso, ecc...).
Per fare queste cose, a cui probabilmente andranno aggiunte una nuova legge elettorale e qualche provvedimento anticasta, mentre non si parla di patrimoniale perchè il Pdl non la vuole, Monti chiede che non sia posto un termine prestabilito al suo governo, che quindi potrebbe durare fino al termine naturale della legislatura (primavera 2013).
Domanda: se Berlusconi avesse avuto in cantiere queste riforme, cosa avremmo fatto? Scioperi generali e manifestazioni di massa, o avremmo mostrato "disponibilità" al governo?
La posizione più lucida è quella dell'Idv: nessuna fiducia senza se e senza ma. Verranno valutati i singoli provvedimenti, e bisogna anche vedere quale sarà la squadra di governo.
Soprattutto, bisogna capire se questi spifferi diverranno realtà.
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