giovedì 22 marzo 2012

Bodhi e il leone marino



Bodhi aveva un problema. Questo problema aveva tante soluzioni. Questo problema, però, causava un disagio, a lui e a chi gli stava vicino.
Bodhi non si preoccupava del problema: tra le tante soluzioni, avrebbe trovato la migliore. La meno dolorosa, o la più rapida. Bodhi si preoccupava del disagio. Per quello non c'erano medicine o cerotti. Perchè il disagio è una ferita dello spirito. Non la più profonda. Non la più sanguinante. Ma pur sempre una ferita dello spirito. Come curarla?

Bodhi rifletteva su queste cose, affacciato al terrazzo della sua casa sul mare. Sapeva che il mare gli avrebbe dato una risposta. Un sentiero d'acqua da seguire. Invisibile agli occhi mortali, troppo presi a riconoscere i sentieri d'asfalto percorsi quotidianamente. I sentieri d'acqua durano un attimo, poi si cancellano. Appena arriva un'onda, tutto si cancella. E tutto ricomincia.
Bodhi vide una coppia di leoni marini. Una femmina, accompagnata dal suo cucciolo. La madre lo spingeva e lo tirava a se. Lo coccolava e lo difendeva. Eppure lui sembrava infastidito, sofferente. Sfinita dai vari tentativi, la madre lo spinse su uno scoglio piatto e si mise di fianco a lui.
Bodhi vide la scena. Vide questa madre vicino al suo piccolo sofferente. Gli sembrò che quella femmina di leone marino stesse singhiozzando, mentre prendeva l'acqua e bagnava il suo piccolo. Di tanto in tanto, la madre si buttava in acqua, prendeva un pesce e lo portava al piccolo. Risaliva sullo scoglio e lo accudiva. Attendendo.

Bodhi capì. La madre aveva fatto e faceva tutto il possibile per alleviare i fastidi del piccolo. Se avesse potuto, la femmina di sealion avrebbe preso si di sè quei fastidi, quei disagi, ma non poteva. Non era possibile. La natura, nella sua perfezione, aveva concepito anche l'attesa che tutto passi. Una attesa che non significava inerzia: la madre si impegnava, faceva tutto il possibile.
L'attesa che tutto passi.
L'attesa che il disagio finisca.
L'attesa che la ferita si rimargini.
L'attesa che giunga l'onda, a cancellare il sentiero e il dolore.
L'attesa che sorga una nuova alba, dietro l'ultima onda.

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