mercoledì 7 marzo 2012

Contro Monti, ma non per l'Italia



Moltissimi giornali (soprattutto quelli sovvenzionati da Berlusconi) stanno attaccando Monti per l'eccessivo europeismo e per la scarsa considerazione degli interessi nazionali. Un governo, detto in soldoni, troppo europeo e poco italiano (dando per scontato, quindi, che il governo Berlusconi tutelasse nella forma e nella sostanza il buon nome dell'Italia).

Questo patriottismo de noantri crea più danni che benefici. Basta guardare la vicenda Alitalia, che NON DOVEVA assolutamente andare ad Air France secondo i vari soloni nazionali. Soluzione? La CAI ha licenziato più lavoratori di quelli previsti nel piano Air France. Però Alitalia è rimasta italiana, eh....

Io contrasto nettamente Monti perchè egli ha difeso e difende gli ideali liberaldemocratici e liberisti che io contrasto senza sosta. Da bocconiano classico, il sig. Monti sta realizzando quelle politiche antisociali e antipopolari che manco Berlusconi è stato capace di fare. Il tutto in nome di un non meglio precisato "spauracchio Grecia", che viene sventolato a destra e, soprattutto, a manca (vedasi la condizione penosa e stomachevole del PD, che ormai è ufficialmente un partito NON di sinistra).
Monti è un uomo che ha in mente una idea di Europa OPPOSTA alla mia, visto che fondamentalemte Monti difende l'Unione BANCARIA e MONETARIA Europea, senza parlare di diritti europei, salari europei, ministeri europei, esercito europeo... insomma, Stato Europeo (cosa ontologicamente diverso dall'Europa-nazione tanto cara ai destrorsi).

E' chiaro: la caratura e la competenza di Monti e del suo governo sono DI GRAN LUNGA SUPERIORI al troiaio e all'ammasso di servi del precedente governo. Ciò non impedisce, però, di criticare aspramente questo governo. Il fatto che non sia stato eletto non rappresenta, per me, un problema: da amante della Costituzione, so bene che essa consente governi del genere, quindi mi va più che bene. Il problema non è il governo tecnico, bensì è l'insieme dei partiti che sostengono questo governo e le politiche che esso propone.

Infine, credo che il dialogo non ci possa essere con chi non vuole dialogare, o con chi mette le mani avanti: se vogliamo dialogare, rinunciate ai diritti (art. 18, ad esempio). Si può dialogare SOLO CON CHI vuole far pagare la crisi a coloro che l'hanno prodotta e a coloro che hanno di più. Altrimenti, non c'è dialogo possibile, ma solo scontro.
E scontro sia.

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