mercoledì 15 giugno 2011

Bonelli: "L'Italia s'è desta"







INTERVISTA. Il presidente dei Verdi esulta per una «straordinaria giornata di democrazia» e rilancia il ruolo da protagonista del movimento ecologista, «aperto, trasversale, dentro le realtà civiche».

Cosa rappresenta questo voto?
Una straordinaria giornata di democrazia, in cui l’Italia è diventata il grande parlamento, supplendo ad un potere che non legifera più in nome del popolo italiano. Berlusconi, che ha politicizzato il voto attraverso l’appello a disertare le urne, ha avuto un brutto risveglio e deve trarre le sue conseguenze. Gli italiani hanno votato in massa, facendo l’esatto opposto rispetto a quello che lui aveva chiesto. Sul piano politico, significa che c’è un Paese che sta da una parte e un capo di governo che è sempre più solo, senza maggioranza.

Cosa ci dice il referendum della nostra attuale società?
L’Italia lancia un segnale forte a tutto il mondo, sulla questione del nucleare, dell’acqua pubblica, della legge uguale per tutti. Un segnale di grande civiltà, che il centro-sinistra dovrebbe comprendere, smettendola con la stucchevole storia delle primarie e del leader. Bisogna fare le primarie dei contenuti. Il referendum dimostra che se si parla di contenuti, gli italiani rispondono e gli obiettivi che sembrano impossibili possono essere raggiunti, parlando con semplicità, onestà, sincerità, passione e competenza. Ora c’è da lavorare per una politica energetica basata su rinnovabili, risparmio, efficienza, e per una politica pubblica della gestione delle risorse idriche. Abbiamo sventato una delle più grandi speculazioni finanziarie di sempre. Una giornata straordinaria in cui «l’Italia s’è desta».

Il voto è un punto di partenza?
Ci restituisce un’Italia fatta di nuovi valori rispetto a privatizzazione selvaggia, egoismo, corruttela. Riaffermare il no alle centrali nucleari e il sì all’acqua pubblica, mette al centro i grandi principi al posto dei grandi business. Il nucleare era un affare da 30 miliardi di euro, gestito da grandi aziende rapinando le tasche degli italiani. Il referendum segna un voto trasversale della società, un’Italia post-ideologica, stanca delle contrapposizioni politiciste e partitiche. Si rilancia così anche il movimento verde ecologista, che con grande umiltà deve capire le ragioni che nel passato lo hanno portato ad essere marginale e quelle del presente che lo hanno reso protagonista. Dal mio punto di vista, è la conferma che la linea attuata è vincente: aprirsi alla società, alle realtà civiche, essere meno ceto politico e diventare più persone al servizio della politica, stare dentro i movimenti, tra la gente, trasversalmente. Dopo le scelte su acqua e nucleare, vengono ora quelle sulle spese per gli armamenti, sulle politiche socialmente utili, a partire da sanità, pensioni, precariato e trasporto pubblico.


da Terranews

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