Sono giorni che Beppe Grillo sta accusando Pisapia, da lui ribattezzato "Pisapippa", di essere un uomo del Sistema, una persona che non cambierà un cazzo a Milano. Non c'è nessuna differenza, nè personale, nè politica, nè programmatica, tra Pisapia e la Moratti, secondo il comico genovese.
Come è noto, non condivido queste posizioni di Grillo, in quanto esse rischiano di far etichettare come "qualunquista" il MoVimento 5 Stelle, che meritoriamente rappresenta la più bella novità di queste elezioni.
Per completezza, posto qui sotto la risposta di SEL alle accuse di Grillo:
Friedrich Nietzsche affermava che “le convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della verità”. Si parte dal presupposto che il proprio pensiero sia giusto senza ombra di dubbio, che si possegga la verità assoluta. La politica deve essere umiltà, dialogo, dibattito, senza pretendere di avere la verità in tasca. Beppe Grillo è sempre certo di tutto: gli altri sono i cattivi, lui è il buono; gli altri sono i morti, lui è il nuovo; gli altri sono i neri, lui è il bianco.
Queste elezioni hanno determinato un nuovo modo di fare politica: costruttività, partecipazione, pacatezza (che non vuol dire non essere passionali), confronto, delicatezza (a Milano gli atteggiamenti aggressivi del PDL e della Lega sono stati sonoramente bocciati).
Occorre dialogare con i militanti, i candidati e gli eletti del MoVimento 5 Stelle, sentire e accogliere, se condivise (e ce ne sono tante sui cui è possibile convergere), le loro proposte, senza partire col pressuposto che uno dei due abbia torto a prescindere.
Nell’ultimo post sul suo blog, l’Italia di Pisapippa, Beppe Grillo, tanto per cambiare, spara su tutto e tutti, anche sul neo-eletto Giuliano Pisapia.
“Ha vinto il Sistema. Quello che ti fa scendere in piazza perché hai vinto tu, ma alla fine vince sempre lui”, scrive il comico-politico, riferendosi al trionfo di Pisapia a Milano.Ciò, tuttavia, contraddice quanto detto da lui stesso in Piazza Duomo, il 4 Maggio 2011: “La Sinistra qui a Milano ha messo Pisapia, che è una brava persona, ma non ce la fa, è un vecchio di 60 anni. Con 15 milioni di euro chiunque diventa sindaco, la Moratti è già rieletta, si sono spartiti le città, Torino a Fassino, Milano a Berlusconi“ e “Questa città ha già deciso chi deve essere il sindaco, qui il sindaco lo farà una signora che ha il marito petroliere”.
1.Se Pisapia “fa parte del Sistema”, perché Grillo aveva detto che Milano sarebbe finita al centrodestra in quanto se l’era spartita col centrosinistra?
2.Se era a conoscenza di questo Sistema, perché Beppe non l’ha “denunciato” prima del risultato elettorale?
3.Essendo a conoscenza del Sistema, perché ha previsto la vittoria della Moratti? Il Sistema non si era ancora mosso il 4 Maggio 2011 per Pisapia (data del suo comizio)?
Il fondatore del MoVimento 5 Stelle prosegue poi con le accuse, spostando l’obiettivo dal neo-sindaco di Milano a Nichi Vendola “che costruisce inceneritori insieme alla Marcegaglia, destina 120 milioni di euro di denaro pubblico della Regione Puglia alla fondazione San Raffaele di Don Verzé, padre spirituale di Berlusconi e mantiene privata la gestione dell’acqua”
Per quanto riguarda gli inceneritori, Vendola ha spiegato in diverse situazioni i fatti (video 1, video 2, video 3).
In sostanza, come stanno le cose: nel 2005, anno del primo mandato Vendola, gli impianti previsti dal piano Fitto (5) erano stati già appaltati relativamente alla loro gestione. A questi appalti erano seguiti anche diversi contenziosi amministrativi, per lo più promossi dalle ditte concorrenti e escluse dall’aggiudicazioni. La giunta Vendola ha bloccato tutti gli inceneritori previsti nella parte pubblica. Al contrario, non ha potuto bloccare la parte privata (della Marcegaglia, progettata in Capitanata), poiché questa è regolamentata da normative nazionali e comunitarie e non da leggi regionali.
La battaglia contro gli inceneritori è sacrosanta e bene si fa a promuovere campagne di denuncia sulla dannosità degli stessi al fine di far crescere la consapevolezza dei più, e in particolare della classe politica, sulla dannosità che essi hanno sulla salute dei cittadini e sull’ambiente. Ma la vittoria la conseguiremo solo e se riusciremo a cambiare la normativa vigente.
Sul “San Raffaele del Mediterraneo”, ci sono diversi interventi di Nichi Vendola che chiariscono la situazione (video 1, video 2, post 1). Il nuovo Polo Oncologico di Taranto, il “San Raffaele del Mediterraneo”, non sarà una struttura privata diretta da Don Verzè. Sarà, infatti, un mix tra pubblico e privato, ma a maggioranza pubblica. La parte privata e minoritaria è costituita dalla Fondazione San Raffaele Monte Tabor, quella pubblica e maggioritaria dalla Regione Puglia.
I fondi finora deliberati dalla giunta pugliese fanno riferimento al pacchetto dei fondi FAS 2007-2013 e rispondono alla quota finanziaria spettante al proprietario maggioritario (ovvero la Regione Puglia) per la costruzione e l’avvio dell’ospedale. Nessun regalo alle società di Don Verzè, ma solo gli stanziamenti dovuti per l’edificazione del Polo.
In sostanza, la Regione Puglia, essendo la parte maggioritaria (e pubblica) pagherà 120 milioni di € (dai FAS), mentre la Fondazione San Raffaele Monte Tabor, la parte privata (e minoritaria) ne pagherà 90. Va precisato, inoltre, che il “San Raffaele del Mediterraneo” non sarà un semplice ospedale, ma un IRCCS, vale a dire un centro di ricerca a di eccellenza (come quello di Milano) e che, proprio nel campo della ricerca, viene considerato uno dei migliori a livello internazionale.
Per quel che concerne l’Acquedotto Pugliese, non solo Vendola ha già risposto a Grillo, ma, probabilmente, il fondatore del MoVimento 5 Stelle deve essersi perso qualche passaggio. Il 18 Maggio 2011, infatti, la Commissione Regionale ha approvato il DDL sulla ripubblicizzazione dell’Acquedotto, che da ora potrà essere discusso in Consiglio Regionale.
Caro Beppe, ci parli continuamente di “Sistemi di potere” (come in questo caso), ma vogliamo parlare del sistema di potere che ruota attorno al tuo editore, la Casaleggio Associati? L’esponente principale della Casaleggio, azienda uscita dall’universo Telecom (qui per approfondimenti) è Enrico Sassoon, che si occupa del business e delle relazioni. E’ un ex giornalista del Sole 24 ore, ex direttore di Mondo economico e in particolare amministratore delegato dell’American Chamber of Commerce in Italy, di fatto una lobby delle corporation americane in Italia. Tra i componenti del Cda di questa camera di commercio figurano tra gli altri Mediaset, Twentieth Century Fox Home Entertainment Italia, Ibm Italia, Walt Disney, Esso, Rcs, Standard & Poor’s, Impregilo Spa, Aspen Institute, guidato da Giulio Tremonti. Come dire: una consistente parte del potere mediatico di marca conservatrice e del sistema berlusconiano.
Inoltre, Casaleggio Associati, l’editore dell’uomo per cui tutti sono uguali, ha una partnership con la Enamics, società statunitense leader in Business Technology Management. La quale è sostenuta da Pepsico, Northrop Grumman, il Dipartimento del Tesoro Usa, Bnp Paribas, American Financial Group e JP Morgan, banca d’affari del gruppo Rockefeller, Coca Cola, Bp, Barclaycard, Addax Petroleum, Shell, Tesco, Kpmg Llp, Carbon Trust, Unido (United Nations Industrial Development Organisation), London Pension Fund Authority (Lfpa).
Noi saremo anche delle pecorelle smarrite, Beppe, ma tu, che ti ergi a pastore, sei proprio sicuro di conoscere bene la strada?
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Friedrich Nietzsche affermava che “le convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della verità”. Si parte dal presupposto che il proprio pensiero sia giusto senza ombra di dubbio, che si possegga la verità assoluta. La politica deve essere umiltà, dialogo, dibattito, senza pretendere di avere la verità in tasca. Beppe Grillo è sempre certo di tutto: gli altri sono i cattivi, lui è il buono; gli altri sono i morti, lui è il nuovo; gli altri sono i neri, lui è il bianco.
Queste elezioni hanno determinato un nuovo modo di fare politica: costruttività, partecipazione, pacatezza (che non vuol dire non essere passionali), confronto, delicatezza (a Milano gli atteggiamenti aggressivi del PDL e della Lega sono stati sonoramente bocciati).
Occorre dialogare con i militanti, i candidati e gli eletti del MoVimento 5 Stelle, sentire e accogliere, se condivise (e ce ne sono tante sui cui è possibile convergere), le loro proposte, senza partire col pressuposto che uno dei due abbia torto a prescindere.
Nell’ultimo post sul suo blog, l’Italia di Pisapippa, Beppe Grillo, tanto per cambiare, spara su tutto e tutti, anche sul neo-eletto Giuliano Pisapia.
“Ha vinto il Sistema. Quello che ti fa scendere in piazza perché hai vinto tu, ma alla fine vince sempre lui”, scrive il comico-politico, riferendosi al trionfo di Pisapia a Milano.Ciò, tuttavia, contraddice quanto detto da lui stesso in Piazza Duomo, il 4 Maggio 2011: “La Sinistra qui a Milano ha messo Pisapia, che è una brava persona, ma non ce la fa, è un vecchio di 60 anni. Con 15 milioni di euro chiunque diventa sindaco, la Moratti è già rieletta, si sono spartiti le città, Torino a Fassino, Milano a Berlusconi“ e “Questa città ha già deciso chi deve essere il sindaco, qui il sindaco lo farà una signora che ha il marito petroliere”.
1.Se Pisapia “fa parte del Sistema”, perché Grillo aveva detto che Milano sarebbe finita al centrodestra in quanto se l’era spartita col centrosinistra?
2.Se era a conoscenza di questo Sistema, perché Beppe non l’ha “denunciato” prima del risultato elettorale?
3.Essendo a conoscenza del Sistema, perché ha previsto la vittoria della Moratti? Il Sistema non si era ancora mosso il 4 Maggio 2011 per Pisapia (data del suo comizio)?
Il fondatore del MoVimento 5 Stelle prosegue poi con le accuse, spostando l’obiettivo dal neo-sindaco di Milano a Nichi Vendola “che costruisce inceneritori insieme alla Marcegaglia, destina 120 milioni di euro di denaro pubblico della Regione Puglia alla fondazione San Raffaele di Don Verzé, padre spirituale di Berlusconi e mantiene privata la gestione dell’acqua”
Per quanto riguarda gli inceneritori, Vendola ha spiegato in diverse situazioni i fatti (video 1, video 2, video 3).
In sostanza, come stanno le cose: nel 2005, anno del primo mandato Vendola, gli impianti previsti dal piano Fitto (5) erano stati già appaltati relativamente alla loro gestione. A questi appalti erano seguiti anche diversi contenziosi amministrativi, per lo più promossi dalle ditte concorrenti e escluse dall’aggiudicazioni. La giunta Vendola ha bloccato tutti gli inceneritori previsti nella parte pubblica. Al contrario, non ha potuto bloccare la parte privata (della Marcegaglia, progettata in Capitanata), poiché questa è regolamentata da normative nazionali e comunitarie e non da leggi regionali.
La battaglia contro gli inceneritori è sacrosanta e bene si fa a promuovere campagne di denuncia sulla dannosità degli stessi al fine di far crescere la consapevolezza dei più, e in particolare della classe politica, sulla dannosità che essi hanno sulla salute dei cittadini e sull’ambiente. Ma la vittoria la conseguiremo solo e se riusciremo a cambiare la normativa vigente.
Sul “San Raffaele del Mediterraneo”, ci sono diversi interventi di Nichi Vendola che chiariscono la situazione (video 1, video 2, post 1). Il nuovo Polo Oncologico di Taranto, il “San Raffaele del Mediterraneo”, non sarà una struttura privata diretta da Don Verzè. Sarà, infatti, un mix tra pubblico e privato, ma a maggioranza pubblica. La parte privata e minoritaria è costituita dalla Fondazione San Raffaele Monte Tabor, quella pubblica e maggioritaria dalla Regione Puglia.
I fondi finora deliberati dalla giunta pugliese fanno riferimento al pacchetto dei fondi FAS 2007-2013 e rispondono alla quota finanziaria spettante al proprietario maggioritario (ovvero la Regione Puglia) per la costruzione e l’avvio dell’ospedale. Nessun regalo alle società di Don Verzè, ma solo gli stanziamenti dovuti per l’edificazione del Polo.
In sostanza, la Regione Puglia, essendo la parte maggioritaria (e pubblica) pagherà 120 milioni di € (dai FAS), mentre la Fondazione San Raffaele Monte Tabor, la parte privata (e minoritaria) ne pagherà 90. Va precisato, inoltre, che il “San Raffaele del Mediterraneo” non sarà un semplice ospedale, ma un IRCCS, vale a dire un centro di ricerca a di eccellenza (come quello di Milano) e che, proprio nel campo della ricerca, viene considerato uno dei migliori a livello internazionale.
Per quel che concerne l’Acquedotto Pugliese, non solo Vendola ha già risposto a Grillo, ma, probabilmente, il fondatore del MoVimento 5 Stelle deve essersi perso qualche passaggio. Il 18 Maggio 2011, infatti, la Commissione Regionale ha approvato il DDL sulla ripubblicizzazione dell’Acquedotto, che da ora potrà essere discusso in Consiglio Regionale.
Caro Beppe, ci parli continuamente di “Sistemi di potere” (come in questo caso), ma vogliamo parlare del sistema di potere che ruota attorno al tuo editore, la Casaleggio Associati? L’esponente principale della Casaleggio, azienda uscita dall’universo Telecom (qui per approfondimenti) è Enrico Sassoon, che si occupa del business e delle relazioni. E’ un ex giornalista del Sole 24 ore, ex direttore di Mondo economico e in particolare amministratore delegato dell’American Chamber of Commerce in Italy, di fatto una lobby delle corporation americane in Italia. Tra i componenti del Cda di questa camera di commercio figurano tra gli altri Mediaset, Twentieth Century Fox Home Entertainment Italia, Ibm Italia, Walt Disney, Esso, Rcs, Standard & Poor’s, Impregilo Spa, Aspen Institute, guidato da Giulio Tremonti. Come dire: una consistente parte del potere mediatico di marca conservatrice e del sistema berlusconiano.
Inoltre, Casaleggio Associati, l’editore dell’uomo per cui tutti sono uguali, ha una partnership con la Enamics, società statunitense leader in Business Technology Management. La quale è sostenuta da Pepsico, Northrop Grumman, il Dipartimento del Tesoro Usa, Bnp Paribas, American Financial Group e JP Morgan, banca d’affari del gruppo Rockefeller, Coca Cola, Bp, Barclaycard, Addax Petroleum, Shell, Tesco, Kpmg Llp, Carbon Trust, Unido (United Nations Industrial Development Organisation), London Pension Fund Authority (Lfpa).
Noi saremo anche delle pecorelle smarrite, Beppe, ma tu, che ti ergi a pastore, sei proprio sicuro di conoscere bene la strada?
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