A pochi giorni dai referendum sull'acqua e sul nucleare, la riflessione del filosofo Laszlo appare quanto mai interessante. L'epopea della Crescita, dello Sviluppo, della Privatizzazione, è definitivamente finita. Chiunque tenti di procastinare questa fine, non fa altro che causare danni agli altri e, di riflesso, a se stesso.
12 e 13 giugno: tutti alle urne a votare SI.
Una nuova economia industriale e un nuovo benessere planetario non sono solo possibili ma anche necessari. Pena la nostra stessa sopravvivenza. Ne è convinto Ervin Laszlo, filosofo ungherese esperto di filosofia della scienza e considerato il fondatore della teoria dei sistemi, che in una video-intervista esclusiva ad Affaritaliani.it spiega perché la svolta verso un'economia sostenibile è ormai una scelta obbligata.
Laszlo, che è anche fondatore del Club di Budapest e rettore della Giordano Bruno Global Shift University di Washington ed è candidato al Nobel, è stato uno dei protagonisti del convegno "Nutrire il pianeta d’immaterialità" organizzato da Plef (Planet Life Economy Foundation) l'8 giugno scorso a Milano.
Dietro l'importante incontro, cui Affaritaliani.it ha partecipato, Paolo Ricotti, presidente di Plef e docente di Global Communication alla Bicocca di Milano, che grazie alla sua esperienza di manager di lungo corso (è stato a.d. di Perugina-Nestlè, Ceo del gruppo Heineken in Italia e di Coin) ha mostrato alle imprese come il Capitalismo di Coscienza offra una nuova prospettiva alla cultura d'impresa e alla società civile.
E di una nuova prospettiva parla anche Laszlo nella sua video-intervista. Ormai, secondo il filosofo, siamo completamente interdipendenti a livello planetario ed è quindi necessaria la formazione di una coscienza planetaria che attui la svolta verso un'economia sostenibile. L'uomo va infatti verso l'autodistruzione, continuando ad introdurre elementi non naturali nel mondo, come il nucleare.
Staimo provocando, insomma, una sorta di divorzio uomo-natura nonostante non vi siano mai state nella storia tante possibilità a livello economico, manageriale e tecnologico per cambiare veramente il modello di sviluppo. Per Laszlo, allora, la rivoluzione deve partire dalla società, dai cittadini, che anche singolarmente grazie al web, possono aiutare a creare questa nuova coscienza planetaria.
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