mercoledì 15 giugno 2011

Lavoratore dipendente, la sfortuna di essere fortunato






Oggi è una di quelle giornate in cui vorresti spegnere il computer e andare via dal luogo di lavoro. Uno di quei giorni in cui non ti senti fortunato ad avere un contratto a tempo indeterminato (cosa rarissima in Italia). Uno di quei giorni in cui ti pesa lavorare su turni e passare 9 ore della tua giornata con persone scelte da un direttore del personale.

Lo so, sono un ingrato: ho la fortuna di avere un lavoro e mi lamento. E' vero, avete ragione e chiedo scusa. Però convenite con me che è incredibile definirsi fortunati PERCHE' SI LAVORA? Guadagnassi belle cifre, potrei dirmi: ok, lavori fino a sera, non sai cosa sia un week end, però almeno stai pieno di soldi! Invece no, sono fortunato perchè lavoro, perchè ho uno stipendio, perchè faccio gli straordinari, perchè lavoro i festivi. E questa sarebbe una fortuna? E allora Lapo Elkann che cosa è, se io sono fortunato? Io almeno ho due diplomi ed una laurea, quello non conosce nemmeno il congiuntivo!

La fortuna è un'altra cosa, secondo me. E' vedere il sole sorgere e tramontare. E' respirare aria pulita. E' passeggiare. E' goderti tua moglie e tuo/a figlio/a. E' mangiare e bere roba salutare.
Invece per la maggioranza delle persone, la fortuna si misura in soldi. "Ho vinto una fortuna", si suole dire. Contano solo i soldi.
Usciamo da casa per andare al lavoro che è buio, e torniamo che è buio. Respiriamo lo smog del traffico e l'aria dei condizionatori. Prendiamo l'auto anche per andare a comprare il pane sotto casa. Passiamo pochissimo tempo con la nostra famiglia. Sulle nostre tavole ci sono autentiche schifezze che paghiamo tantissimo.
Però lavoriamo. Però abbiamo un contratto di lavoro.
Che fortuna.
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