giovedì 1 maggio 2014

Il significato di ogni Primo Maggio



La giornata del primo Maggio è considerata nel mondo socialista come la festa del Lavoro. Si tratta di una falsa affermazione del 1° Maggio che ha talmente permeato la vita dei lavoratori che effettivamente in molti paesi, essi lo celebrano così. Infatti, il primo maggio non è un giorno di festa per i lavoratori ... No, i lavoratori non devono, quel giorno rimanere nelle loro officine o nei campi. Quel giorno, i lavoratori di tutti i paesi devono riunirsi in ogni villaggio, in ogni città, per organizzare delle riunioni di massa, non per festeggiare quel giorno così come lo concepiscono i socialisti statalisti ed in particolare i bolscevichi, ma per contare le loro forze, per determinare le possibilità di lotta diretta contro l’ordine marcio, vile schiavista, fondato sulla violenza e la menzogna.(Nestor Makhno)

Ancora una volta gli anarchici saranno in piazza il Primo Maggio per ricordare le ragioni di questa giornata.

Adolph Fischer, August Spies, George Engel, Albert Parson, Louis Lingg, Samuel Fielden e Michael Schwab vengono condannati a morte da una giuria di uomini d’affari, loro commessi e poliziotti, dopo una commedia infame in cui ci si appellava liberamente alla falsità ed allo spergiuro..

I primi quattro salirono il patibolo l’undici novembre del 1887, Louis Lingg si suicidò in carcere alla vigilia dell’esecuzione.

Sono i Martiri di Chicago, condannati a morte al termine di un processo ideologico intentato dagli Stati Uniti contro l’anarchismo e il movimento operaio.

I condannati infatti erano stati gli animatori della manifestazione del 1° maggio 1886 per la rivendicazione delle otto ore di lavoro, conclusasi nel sangue per le aggressioni della polizia e dei pistoleri dell’agenzia Pinkerton.

Come i capitalisti si impegnarono per il prolungamento della giornata lavorativa, così le organizzazioni degli operai fecero della sua riduzione uno dei loro principali obiettivi. Dopo l’approvazione, nel parlamento britannico, di una legge che limitava a 10 ore la giornata lavorativa, gli attivisti operai cominciarono a richiedere le otto ore di lavoro: nel 1855, a Melbourne, Australia, nasce lo slogan otto ore di lavoro, otto ore di svago, otto ore di riposo; nel 1865 viene fondata la lega per le otto ore del Massachusetts; nel 1866, al congresso di Ginevra dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori, viene adottato l’obiettivo delle otto ore come limite della giornata lavorativa.

Nell’estate del 1884 i sindacati nordamericani indissero per il 1° maggio 1886 una giornata di lotta per rivendicare le otto ore di lavoro, una richiesta non particolarmente radicale, in quanto la legge federale gia’ dal 1867 prevedeva la giornata lavorativa di otto ore, che pero’, per le deroghe fatte firmare ai lavoratori dai datori di lavoro come condizione per l’assunzione e l’ignavia del governo Federale nel contrastare il fenomeno, veniva puntualmente aggirata e disattesa.

In seguito, le varie componenti del movimento operaio decisero di fare del Primo Maggio una giornata internazionale di lotta per commemorare i Martiri di Chicago e rivendicare le otto ore di lavoro.

Questo il fatto che appartiene al movimento anarchico, a tutto il Movimento Operaio, a chi lotti per l’abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione e distribuzione e per la loro messa in comune.

Ma fin dall’inizio, anarchici e autoritari si divisero nell’interpretazione del Primo Maggio. La mozione approvata al congresso di fondazione della Seconda Internazionale recita: “Una grande manifestazione sara’ organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le citta’, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorita’ di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare ad effetto le altre risoluzioni del Congresso di Parigi”. Mentre i socialisti autoritari e legalitari approfittano della giornata del Primo Maggio per fare propaganda ai propri candidati, i comunisti, i socialisti anarchici fanno del Primo Maggio, di ogni Primo Maggio, una tappa verso l’emancipazione della classe operaia attraverso l’azione diretta e l’autorganizzazione delle lotte.

Errico Malatesta ne parla in un articolo su Umanità Nova del 1922: “«Ricorderemo un fatto di cui qualcuno di noi fu testimone e parte. Era il Primo maggio del 1890. In Inghilterra la manifestazione per le otto ore prese proporzioni grandiose. In tutte le grandi città vi furono comizi e cortei di centinaia di migliaia di operai. Nell’Hyde Park di Londra si riunirono più di un milione di persone, piene di entusiasmo, pronte a tutto, ma purtroppo, al seguito dei capi». Malatesta contrappone due proposte politiche: quella degli anarchici («Volete le otto ore di lavoro? domani dopo aver lavorato otto ore, posate gli utensili e rifiutatevi a continuare – e sabato esigete il salario intero») e quella dei socialisti e dei dirigenti dei sindacati operai tra i quali John Burns («votare pei candidati socialisti, i quali, diventati deputati, avrebbero proposto al Parlamento la legge delle otto ore»). Il ricordo autobiografico è un pretesto per ribadire i vantaggi dell’azione diretta rispetto alle vie parlamentari: «La giornata legale di otto ore, divenne il motto d’ordine dei lavoratori inglesi, ed i padroni poterono continuare a farli lavorare nove ore o dieci. […] Giovanni Burns divenne deputato e poi ministro, ma delle otto ore non si parlò più. Quando impareranno i lavoratori a fare da loro, ed a comprendere che dando il potere sia pure ai loro migliori ne fanno fatalmente dei nemici!».

Dopo che per anni, da destra e da sinistra, si è cercato di trasformare il Primo maggio in un normale giorno di festa; si è tentato di travisare le ragioni del movimento operaio e di nascondere le origini anarchiche del Primo Maggio in nome di un nuovismo funzionale solo agli interessi dei capitalisti e dei governi, si è tentato di nascondere la Giornata Internazionale di Lotta dei Lavoratori sotto il clamore mediatico di una cerimonia medievale legata a superstizioni abilmente coltivate dalle classi dominanti, o addirittura di abolire il Primo Maggio; oggi le ragioni degli anarchici, le ragioni del Movimento Operaio, le ragioni del Primo Maggio sono più vive che mai.

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Viva il Primo Maggio!
Viva il movimento internazionale dei lavoratori!
Viva l’emancipazione della classe operaia!

Tiziano Antonelli, da Umanità Nova
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