Oggi non si parla di elezioni. Oggi si riflette. Ed io sto riflettendo. Andare o non andare a votare? Nel secondo caso, per chi votare? Negli ultimi giorni ho espresso chiaramente la posizione predominante, ma voglio concedermi ancora oggi per riflettere. Non tanto per i candidati e i partiti italiani che fanno parte della Sinistra Unitaria Europea: se fosse solo per loro, la decisione di non votare sarebbe già presa e confermata. Non me ne vogliano Moni Ovadia, Barbara Spinelli o Luca Casarini, ma credo che una forza anticapitalista, o quantomeno "di sinistra", dovrebbe candidare lavoratori, disoccupati, operai, bidelli, insegnanti, piccoli artigiani, esponenti dei movimenti e dei conflitti sociali che, dal Tav a Muos, hanno percorso questa sottospecie di Paese. Nella lista elettorale, invece, vedo molta intellighenzia e poca classe sociale.
Il dubbio, semmai, mi sorge pensando al partito europeo in cui gli eletti di questa lista siederanno: un partito in cui ci sono i compagni greci (Siriza e KKE) e portoghesi (Bloqo e Partido), i francesi del Nuovo Partito Anticapitalista (erede della Lega Comunista Rivoluzionaria) al Partito Comunista di Boemia e Moravia, e altre realtà politiche e sociali molto più combattive delle nostre Sel, Prc, e munnezza varia.
Votare la Lista Tsipras significa votare anche per i tanti compagni che, in tutta Europa, lottano davvero contro il capitalismo e il fascismo (a differenza della sinistra italiana, indecentemente non combattiva). Per questo motivo, oggi passo la "giornata di riflessione prima del voto" a pensare. Domani deciderò, se far prevalere il disgusto per la sinistra italiana o il sostegno agli anticapitalisti europei.
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