"Il MoVimento 5 Stelle è il grande sconfitto di queste elezioni". E' questa la vulgata, da due giorni almeno. Non sono totalmente d'accordo: il M5S ha preso il 21%, cioè milioni di voti. Milioni di voti che, però, si sono già ridotti rispetto alle Politiche di un anno fa e che continueranno a ridursi se tutto il MoVimento, e non solo Grillo, non si renderà conto degli errori politici e comunicativi commessi in questi mesi.
Noto la totale incapacità di analisi del voto di moltissimi pentastellati. E me ne dispiaccio. Manca completamente una riflessione sull'astensionismo nelle regioni in cui sono forti, cioè nel Sud e nelle Isole. Come mai, per la prima volta, molti grillini hanno disertato le urne? Nessuna risposta.
Una prima analisi dei flussi dimostra quanto milioni di persone, che un anno fa avevano votato M5S, hanno votato PD. O meglio, hanno votato Renzi (perchè a mio avviso questa è una vittoria soprattutto di Renzi). Ciò significa che l'elettorato del M5S aveva una base di sinistra che non ha gradito il "congelamento" dei propri voti e la totale indisponibilità ad aprire uno spiraglio per un governo PD-M5S-Sel (o anche per un semplice patto di desistenza). E' stata fatta una valutazione su questo aspetto? No.
Negli ultimi anni c'è stato un forte astensionismo di sinistra, che in genere ha penalizzato soprattutto Sel e Prc. Qualcuno di questi astenuti sinistrorsi è tornato a votare: molti hanno votato PD, qualcuno ha votato Tsipras. Come mai così pochi hanno optato per il M5S, che invece risucchia voti soprattutto a Forza Italia? Non si sa.
La riflessione più alta è stata, più o meno: gli italiani sono vecchi e conservatori, si sono venduti per 80 euro e questo Paese è destinato a morire.
Sicuramente gli 80 euro possono aver inciso, ma di certo non portano un partito che aveva il 25% a superare il 40%, contando che moltissimi non avranno questi 80€ in busta paga. Renzi ha vinto perchè è riuscito ad incarnare le due storiche esigenze dell'elettorato italiano in tempi di crisi: necessità di cambiamento e pragmatismo. Si, perché l'Italia non ha mai avuto una rivoluzione. Un motivo ci sarà? Gli italiani - mi scuserete se uso questa categoria, ma lo faccio solo per capirci - non sono rivoluzionari: si dividono in conservatori, in gradualisti e in "strappisti". Gli "strappisti" sono coloro che auspicano un progresso per strappi, con forti accelerazioni e brusche frenate. Per usare una metafora sportiva: Valentino Rossi è uno strappista, la sua guida incarna alla perfezione questa caratteristica. Gli strappisti, in Italia, non sono maggioranza, ma sono molti di più di quanto si pensi. E in genere stanno a sinistra, anche a sinistra del PD. Un anno fa hanno votato M5S, mentre domenica hanno votato (in massa) il PD renziano e (in parte) la lista Tsipras, la quale ha proprio il compito di far rinascere la Sinistra fondandosi sugli strappisti.
L'incapacità di analisi del voto dei pentastellati è dimostrata anche dal fatto che, prima del videomessaggio di Grillo, nessuno ha preso la parola ed ha azzardato una bozza di analisi. Dopo il video del Capo, tutti si sono accodati. "Aspettiamo di avere i risultati ufficiali" è stata la dichiarazione più utilizzata dai pentastellati durante la notte elettorale, anche quando i risultati erano ormai chiari: il PD aveva doppiato il M5S. Punto, non c'era altro da attendere.
La politica è anche tattica, compromesso (al rialzo, si spera), capacità di analisi e di sintesi. Oltre che comunicazione. Cose in cui il M5S è mancato, almeno in questa tornata elettorale. E le elezioni amministrative di ieri stanno a dimostrare che il problema non è solo il voto d'opinione (che può premiarti oggi e punirti domani): è anche la sfiducia del "pueblo" nel fatto che votare M5S possa essere costruttivo, oltre che distruttivo. Proprio nelle amministrative il MoVimento era capace di raggiungere risultati incredibili; oggi è, quando va bene, la terza forza politica ed è abbastanza distante sia dal centrosinistra che dalla destra.
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