domenica 28 novembre 2010

De Magistris: Silviuccio a' munnezza




Napoli è una città splendida, unica. Prima di Natale, poi, è permeata da un fascino ancora più pervasivo. Colori, luci, squarci, contaminazioni, odori, immagini, ricordi, le contraddizioni dure ma mai umilianti, un patrimonio artistico-culturale senza eguali nel mondo. Io amo Napoli, è vero, lo ammetto, sono in conflitto di interessi perché è la città dove sono nato, ma non puoi non amarla, anche per i suoi difetti. Napoli e la sua provincia in questi giorni sono violentate da quintali e quintali di immondizia, ovunque, in ogni strada, in ogni angolo. Un’immagine spettrale, la puzza di morte che prende il posto dell’odore della storia. Chi ama questa città o chi semplicemente possiede un briciolo di dignità in queste ore soffre, è depresso per questo spettacolo spettrale, lesivo della salute umana. La tristezza nei volti dei bambini, degli anziani che ricordano la Napoli della metà del secolo scorso. Nel contempo c’è chi ride, chi pensa agli affari, come nella notte de L’Aquila, chi aspetta che la spazzatura ricopra ogni metro quadrato per poi salvarti presentandosi come il depositario della soluzione finale. Il popolo preso sulla stanchezza, sfiancato, depresso, impaurito, accetta tutto pur di non vedere più questo scempio: e allora ancora discariche, come bombe ecologiche ad orologeria che uccidono con il silenziatore, e inceneritori per le cricche del denaro pubblico. Politica, impresa e camorra. Da anni e anni siamo in emergenza, ma nessun piano serio per un ciclo dei rifiuti eco-compatibile. Eppure idee e progetti ci sono. Nulla, nemmeno da quel centro-sinistra che non poche speranze aveva suscitato. Oggi siamo nelle mani della camorra, della borghesia mafiosa, del coordinatore regionale del PDL Nicola Cosentino, alias Nick o’ mericano, del presidente della provincia Luigi Cesaro, alias Gigino a’ purpetta, di Silviuccio a’ munnezza. Colui il quale ha vinto le elezioni politiche del 2008 proprio montando e cavalcando l’emergenza ambientale in Campania. Quello che qualche giorno fa si è recato a Napoli per fare la passerella con Bertolaso (altro raccontatore di balle istituzionali) annunciando che in tre giorni la città sarebbe stata pulita e invece la munnezza sommerge la città. Un avvoltoio sulla spazzatura, pronto a rimettere in moto la macchina dei soldi dell’emergenza ambientale e delle calamità naturali. E, poi, vogliono donarci il ministro Carfagna come icona della legalità, direbbe Totò “ma mi facci il piacere”. Una vergogna per Napoli, per il Sud. C’è necessità di una rivoluzione pacifica, in primo luogo culturale, unitamente ad una sana ribellione sociale. Come dar torto, in questo contesto, all’Unione europea che ha bloccato 145 milioni di euro destinati alla Campania? Non si fidano più degli attuali interlocutori istituzionali. A Napoli è suonata la sveglia, è anche assordante il rumore, non bisogna addormentarsi perché al risveglio non troveremo più nulla, solo miserie.

Luigi de Magistris

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