martedì 30 novembre 2010

Il male di Napoli? è l’Italia




di Igiaba Scego

I negozianti sono persone affabili, spesso anche sorridenti. Lunedì pomeriggio finisco in questo negozio X. Non è la prima volta che entro lì. Mi conoscono e il sorriso, se sei cliente abituale, si allarga ancora di più. Spesso con i negozianti io chiacchiero. Di qualsiasi cosa: Obama, le carote che sono aumentate di prezzo, lady Gaga. «Questa settimana dove te ne vai di bello?». mi chiede. Non viaggio tutte le settimane, ma quando esce un libro lo scrittore si trasforma in un commesso viaggiatore, quindi da un paio di mesi viaggio quasi tutte le settimane. Lo guardo e poi tutta sorridente dico «Napoli». Lui cambia faccia, i lineamenti si attorcigliano. «Povera te», mi dice, «ti compatisco. Quella è gente zozza. Sono sporchi e cattivi. Fanno schifo». Io mi paralizzo. E adesso? Mi sale su un po’ di rabbia, il sorriso sparisce dal volto. Dico solo: «Se continui su questa strada potremmo litigare sai? Mio cognato è di Torre del Greco». Lui mi guarda strano: «Ma tua sorella è un po’ scema? Cioè è andata a trovarsi un marito proprio lì? Cavolo con tutto quello che poteva scegliere... al limite era meglio uno della vostra gente, uno nero... il napoletano puzza». Sento che non è un complimento. C’è una scala gerarchica razzista in questa frase. Il negoziante sottointende neri e napoletani sono merde, ma se deve scegliere la cosa meno schifosa meglio il nero. Mi sento male. Farfuglio delle cose. Parlo della pastiera di mio cognato e degli amici (tanti) napoletani che ho. Lui mi dice secco: «Ragazza frequenti cattive compagnie». Per fortuna la sera in Tv c’era Roberto Saviano. Per fortuna ha detto a tanti italiani che Napoli soffre della cattiveria delle organizzazioni criminali e delle multinazionali. Napoli non è sporca, ma riceve la sporcizia del Nord Italia e del Nord Europa. Napoli soffre perché l’Italia è malata, l’Italia è malata perché fa soffrire Napoli.

24 novembre 2010

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